Domande trabochetto, domande cretine, domande dove intersezione significa incrocio a raso / I QUIZ PER LA PATENTE FORMANO AUTOMOBILISTI FURBI O SCEMI

   Vero o falso? E’ vero che <il rispetto della distanza di sicurezza deve essere mantenuto dal veicolo che precede>. E’ falso che <il rispetto della distanza di sicurezza deve essere rispettato dal veicolo che precede>. Io licenzierei in tronco l’inventore di questi incredibili e illogici scioglilingua con i quali i giovani italiani devono misurarsi per ottenere la patente di guida nel Paese dei furbi e dei malandrini.

  Studio il libro dei quiz ministeriali, enorme sciocchezzaio punitivo che non aiuta ad essere rispettosi del Codice ma premia scaltri e pataccari, e mi fermo perché non so dire se sia vero o falso che <il poggiatesta è utile per prevenire il colpo di frusta>. Io forse lo confondo con il colpo della strega, e magari pure con il gomito del tennista. Capisco che, guidando, può capitare di farsi e fare male, ma io voglio la patente di guida e non di radiologia o di ortopedia e neppure dedicarmi alle perizie assicurative.

    Guardo il disegno di un altro quiz e rispondo che è vero, <nella strada centrale la corsia è a doppio senso di circolazione>. Invece è falso perchè si chiama ‘carreggiata’ e non ‘corsia. Bocciato in Italiano? Poi interpreto come vero un segnale di lavori in corso per due chilometri senza accorgermi di un altro trucco: è <la deviazione> dovuta al cantiere che è lunga due chilometri e non <il cantiere>. Mi hanno fregato di nuovo. Ma almeno adesso ho la certezza che è questo che vogliono: fregarci.

    Ancora, davanti al segnale del ghiaccio, mi chiedono se sia vero che mi trovo in una strada in cui nevica spesso. Penso: sarà vero, se c’è il ghiaccio. Eh no, solo di tanto in tanto lì nevica. Decido allora di farmi furbo e rispondere contro senso, contro logica e contro mano per prevenire e dribblare la tagliola, il calappio, il tranello. Così, quando leggo che  <l’attraversamento pedonale è una parte della carreggiata destinata al transito dei pedoni che attraversano>, fiuto l’insidia nel troppo facile e, gongolando come un cretino, rispondo che è falso.

    Ricomincio daccapo e mi imbatto in uno slang incomprensibile. Dal linguaggio ahum ahum i contraffattori di Stato sono passati al lessico pettinato e barocco degli iniziati: <L’intersezione a livelli sfalsati è un incrocio a raso fra una strada e i binari del treno>. Boh. Sembra l’ipotiposi di Ettore Petrolini. Vorrei conoscerli questi sadici manipolatori degli incroci a raso. La loro cultura di riferimento non è il codice della strada mala Settimanaenigmistica. E vorrei l’aiuto di Stefano Bartezzaghi per capire se è una sciarada o un rebus il seguente quiz: <Durante la marcia, l’uso delle luci anabbaglianti è sempre consentito in alternativa a quelle di posizione>. A me pare vero, ma solo perché non ho visto l’imboscata  nascosta nella parola alternativa: con gli anabbaglianti infatti le luci di posizione rimangono accese.

   Giro allora il seguente quiz a un mio amico tassista: è vero o falso che <la sosta è comunque vietata in corrispondenza dei distributori di carburante, sino a5 metriprima e dopo>? Risponde deciso: <vero>. Vado a guardare nell’indice delle soluzioni:  falso. Telefoniamo all’istruttore della scuola guida che, con successo, ha preparato mio figlio: <E’ falso – dice –, e la falsità è segnalata dal ‘comunque’. Quando infatti il distributore è chiuso il divieto di sosta non vale più>.

    Con il professore del comunque quasi ci accapigliamo perché si ostina a difendere la serietà delle domande trabocchetto: <aiutano a ragionare>. E io comincio a sospettare anche di lui. I nostri ragazzi infatti debbono per forza iscriversi alle autoscuole e comprare o affittare  i libri – ‘eserciziari’- che in copertina strillano: <Tutti i 6375 quesiti ministeriali + 10 simulazioni d’esame>. E vuol dire che saranno tratti da quei 6375 i 40 quesiti che comporranno l’esame necessario per ottenere il foglio rosa.

 Come si vede comincia ad affiorare un’ Italia sommersa dietro il giochetto del ‘vero o falso?’. C’è infatti un po’ di burocrazia da vecchio socialismo reale, ci sono gli interessi di piccole caste privilegiate come gli ingegneri della motorizzazione, e ci sono anche gli espedienti da borsa nera e la solita strategia da scrocco nei libri, nelle lezioni e nelle ore obbligatorie con istruttore e auto con doppi comandi…  Una patente B costa a una famiglia almeno mille euro ed è ininfluente sapere che è falso che <in caso di freni squilibrati bisogna correggere con lo sterzo assecondando la deviazione dalla traiettoria> ( io più ci penso e più mi pare vero).

   Né bisogna credere che quando si smette con il trabocchetto, allora finalmente si passa alla misurazione della sapienza. Al contrario, ancora una volta  si dimostra che furbi e fessi sono parenti:  <I bambini al semaforo possono attraversare la strada solo dopo avere ricevuto un gesto di consenso da parte degli automobilisti>. Vero o falso?  Poi ci mostrano la cornetta di un telefono dentro un rettangolo blu e bianco: <Il segnale raffigurato indica la possibilità di ricaricare i telefoni cellulari>. E se fosse vero? Sembra inventato da Franco e Ciccio il seguente quesito: <In un centro abitato bisogna considerare che i pedoni e i diversamente abili devono sempre dare la precedenza ai veicoli a motore>. Vero o falso?

  Sono tanti i codici che capovolgono il Codice. L’importante non è formare automobilisti educati alla civiltà della strada, al rispetto istintivo dei segnali e alla tolleranza  come si sforzano di fare in Inghilterra, in Germania, in Francia, negli Stati Uniti… No, il modello formativo è sempre quello dell’ Italia del Sorpasso, dei parvenu della guida, dei giovani sbruffoni.  <Ogni giorno sulle nostre strade muoiono 11 persone>  ha dichiarato Aldo Minucci, presidente della Fondazione Ania perla Sicurezza Stradale.Ed è vero che il ministero degli Interni e la polizia  stano lavorando bene e che quest’anno  si è leggermente abbassato il numero dei morti.

   Ma è tempo di rimettere mano agli esami che ringalluzziscono e imbaldanziscono l’ Italia cafona del crash, dei clacson, del <guidare a fari spenti nella notte per vedere se poi è così difficile morire>, l’Italia del sorpasso appunto, che fu la cifra ideologica-mediatica dell’ azzardo congiunturale, e ora è solo una triste malattia sociale, uno sfogo mentale, una biasimevole pratica di riscatto psichico, una frustrazione sguainata nelle nostre freeways, a una, a due, a tre corsie.

    Chiunque è portato a credere che quei quesiti furbi o scemi sulla distanza di sicurezza abbiano contribuito a formare  il popolo di automobilisti che nella vecchia Europa meno rispetta la distanza di sicurezza, non allaccia le cinture,  usa il telefonino, getta  le sigarette dal finestrino,  non si ferma allo stop,  posteggia sul marciapiedi o in doppia fila,  non dà la precedenza ai pedoni.

  Certo, sarebbe eccessivo mettere le vittime, i caduti del weekend, a carico della coscienza degli anonimi quizzaroli della Motorizzazione ma forse i loro cuori rischiano di essere come quello del poeta Umberto Saba affranto per i caduti in guerra: un cimitero di memorie e di rimorsi.

   Troppi italiani ancora fuggono dopo avere causato un incidente e forse proprio perché hanno imparato che la patente si ottiene evitando, scansando e fuggendo. C’è il trionfo della furbizia nazionale nei tranelli sulla precedenza negli incroci o su come bisogna aiutare l’infortunato che <ha avuto un trauma della gabbia toracica, se mettendolo semi-seduto o in piedi o sdraiato….>. E ancora :<L’isola di traffico è un’area pedonale urbana>. Falso. Oppure: <L’Abs impedisce, durante la frenata, di modificare la traiettoria del veicolo>. Falso: l’Abs, tié, consente di modificare la traiettoria del veicolo, eh eh .

   Rivediamo dunque questo orrendo corpo dottrinario italiano che decreta che la furbizia e la scemenza sono le più alte forme di civiltà della strada, e che legittima il cretino nazionale che monta in auto fischiettando e parte a razzo come nei fumetti, facendo scappare galline e passanti, sfasciando bancarelle e sollevando polveroni.

21 thoughts on “Domande trabochetto, domande cretine, domande dove intersezione significa incrocio a raso / I QUIZ PER LA PATENTE FORMANO AUTOMOBILISTI FURBI O SCEMI

  1. Claudio VdA

    Ma davvero signor Merlo, davvero non sa che la distanza di sicurezza è a cura del veicolo che segue? E nessuno le ha mai detto che in Europa il poggiatesta è obbligatorio non per un capriccio del legislatore ma perché previene il colpo di frusta? Lei ha fatto il liceo classico e non sa che “a raso” e “livelli sfalsati” si contraddicono?
    Forse l’errore sta nel cercare i significati sottintesi nella domanda, mentre basta leggere l’Italiano e capire cosa significhi: si tratta di un test della patente dove si vuole vedere se il candidato conosca cosa siano gli anabbaglianti, se sappia che gli attraversamenti pedonali sono una parte della carreggiata e così di seguito. Mi rendo conto che una persona con la sua educazione quando vede una domanda con una doppia negazione si si metta a pensare alla logica aristotelica e pertanto venga distratto dal contenuto, ma in generale per passare i quiz della patente il metodo è abbastanza semplice: studiare il libretto (in una scuola o per conto proprio è uguale) e prepararsi facendo delle prove. Chi non segue questo metodo non si meravigli se poi viene bocciato, in fondo si fa alla stessa maniera per tutti gli altri tipi di esame.
    Distinti saluti da un suo affezionato lettore, sicuramente meno abile di lei nelle dotte citazioni, ma forse più abile di lei nella lettura della lingua italiana contemporanea.

      1. Claudio VdA

        La forza che mi spinge? L’aver superato l’esame della patente senza alcuna difficoltà e senza essere assolutamente un genio.
        Se poi vogliamo entrare nello specifico, in questo momento storico vi sono numerosi temi da trattare e vedere un “buon fondista” di Repubblica come lei prendersela con i quiz della patente mi sembrava un po’ uno spreco, tutto qui.
        Nulla di personale, anzi: un suggerimento da affezionato lettore della testata.

  2. Emi

    Trovo invece giusto e molto realistico questo articolo, già anni fa era forse un pò troppo elaborato questo quiz, ma oggi lo è ancor di più. E purtroppo si rischia sempre di non aver colto l’essenza di queste domande e il relativo insegnamento, non si raggiunge così la buona educazione dell’automobilista che forse deve iniziare ad essere presente sulle nostre strade, ma diventa solo una lotta a chi lo passa, questo quiz impossibile o a sotterfugi continui ai quali il nostro paese è abituato a ricorrere, per poter avere la benedetta patente. E poi i risultati quali sono? basta ascoltare i nostri telegiornali quotidiani, incidenti, vittime della strada, responsabili che fuggono dalle loro responsabilità. Ciò potrebbe forse accadere a causa dell’ignoranza in materia? forse perchè in quel dì il suo famoso quiz della patente lo ha passato “a fortuna”?o perchè non sa neanche lui come si supera un incrocio?come si effettua un sorpasso? come si soccorre un ferito? forse queste domande sono troppo elaborate per comprenderle, e ricordiamoci che in alcuni casi, molti dei nostri conterranei non hanno chissà che basi scolastiche e quindi di italiano perfetto. Può esserci la persona alla quale viene difficile distinguere un colpo di frusta da un altro simile di nome diverso.
    Claudio, lei parla così, ma nel suo linguaggio e per come ha scritto questo suo commento, si capisce da lontano che quelle cose le sa già, invece deve mettersi nei panni di un 18 enne alle prese per la prima volta con quel quiz. Certo ci sono una marea di esercizi da fare prima, ma è sempre la stessa pasta, domande infinite non tanto al fine di superare un quiz, ma per fare la gara delle domande trabocchetto, chi ne capisce e chi ne impara di più ha vinto. Poi del resto è come un esame universitario, o tante altre cose che lei avrà fatto nella sua vita almeno una volta. La prima volta è sempre diversa dalla seconda, come si dice, si prova e si vede di cosa si tratta. Stessa cosa vale per un quiz per la patente. La prima volta è sempre “un incrocio al buio”. Un caro saluto al giornalista Merlo (e mi scuso se ho commesso qualche errore dalla fretta nello scrivere). Cordiali saluti

  3. Federico Bernardi

    Out of topic: oggi ho letto il suo articolo su “Il venerdí” – Ormai é un altro simbolo della prevalenza del cafone – che pur condividendo quasi totalmente ho trovato abbastanza razzista per questa frase “Di sicuro oggi ci sono più tatuati in Italia – anche tra i lettori di questo giornale – di quanti ce ne sono nella marina inglese, ennesima conferma di quell’avanzata della linea della palma, di quel Meridione che conquista tutta la Penisola e rende sempre più napoletano il popolo italiano, sempre più estroverso ed espressionista e dunque anche volgare e tuttavia creativo e perciò sempre più tatuato”. Le faccio i miei complimenti per la facilitá e il pressapochismo con cui ha scritto questa frase; come se avesse bevuto un bicchiere d’acqua fresca in una giornata torrida di luglio/agosto, vero? La superbia e la saccenza con cui ha scritto quanto sopra sono intollerabili, ma si rende conto del tono delle sue parole? Ed é pure di Catania? Ritengo scellerato il suo tentativo di associare la napoletanità alla volgarità del tatuaggio e del moderno “voler apparire”.

    Le scrive un ragazzo di lecce che per lavoro é a milano dopo 5 anni di università a parma. Nel corso della mia vita ho capito che generalizzare é sempre sbagliato, mai giusto e spesso cosí volgare da farmi passare oltre certa ignoranza e non prenderla nemmeno in considerazione quando cose del genere accadono. La faciloneria con cui ha scritto quelle poche righe é da considerarsi oltremisura intollerabile, non potevo non intervenire.

    Saluti,
    Federico

  4. Jeena

    Bellissimo articolo. Lo conservo, è geniale. Bravo bravo bravo.
    Ma i congiuntivi, figlio mio, i congiuntivi!

    Perdonami le bacchettate….

    * Capisco che, guidando, può capitare POSSA CAPITARE di farsi e fare male,

    * Ma almeno adesso ho la certezza che è SIA questo che vogliono: fregarci.

    * Ancora, davanti al segnale del ghiaccio, mi chiedono se sia vero che mi trovo MI TROVI (Dai, cavolo! Il primo congiuntivo lo avevi beccato corretto!)

    * E vorrei l’aiuto di Stefano Bartezzaghi per capire se è SE SIA una sciarada

    * ed è ininfluente sapere che è CHE SIA falso

    PS. Un apostrofo e un accento sono due cose diverse. È si scrive È, non E’. Su Mac premi ctr+maiuscolo+E. Su Windows premi ALT e digita 0200 sul tastierino numerico

    PS2: E un accento acuto non è un accento grave. Tiè si scrive tiè, non tié.

    PS3: Aumm aumm, non Ahum ahum

  5. Silvia

    Il caldo asfissiante di questi giorni deve aver dato alla testa anche ai migliori giornalisti italiani, se uno di questi si riduce a lanciare improperi, dalla prima pagina di Repubblica, contro i quiz ministeriali per la patente e addirittura contro gli ingegneri della motorizzazione, capri espiatori delle fughe degli automobilisti investitori dopo un incidente stradale.
    Il sillogismo mi sembra eccessivo e frutto dell’italica tendenza a rinvenire altrove la responsabilità dei propri sconsiderati atti. L’apoteosi del qualunquismo si raggiunge laddove la prova inconfutabile dell’irrazionalità dei quiz è data dal tassista che non sa rispondere alla domanda (poco importa se l’istruttore di scuola guida telefonicamente risponde correttamente, poiché egli è sicuramente connivente con l’impreparata motorizzazione).
    Argomentazioni come questa potrebbero, però, essere utilizzate in un’aula di Tribunale per ottenere le attenuanti generiche da parte di un investitore ubriaco che non ha saputo leggere il segnale di stop a causa dell’eccessiva oscurità dei quiz ministeriali.

  6. Mattia Bastasi

    Ottimo articolo. E’ naturale che risulti scomodo per chi si ferma alla facciata e scambia le riflessioni per invettive, ma mi ha dato da pensare.
    D’altronde sono queste piccole cose a formare la coscienza comune di un paese, e non mi sembra che le “doppie negazioni” o i problemi di logica siano utili a un neo-patentato né lo sono – in particolar modo – per uno straniero che immagino si trovi quantomeno spiazzato di fronte ai gineprai labirintici imbastiti dal nostro ministero dei trasporti.
    A ciascuna cosa la sua funzione: è la scuola a dover “stimolare il ragionamento”, non la scuola guida.

  7. Tazio Rossi

    Caro Merlo,
    se il suo scopo e’ ridicolizzare i quiz ministeriali prendendo un campione di 10 domande su 6375 l’unica conclusione che i suoi lettori dovrebbero trarne e’ che ha fatto bene a fare il giornalista e non lo statistico.
    Al di la della scarsa rilevanza quantitativa, ritengo che alcune delle domande contro le quali si accanisce siano semplicemente volte a sondare la dimestichezza con la logica.
    Dimestichezza che, francamente, non riesco a rintracciare in alcuni dei suoi piu’ spericolati passaggi: come il collegamento tra il “giochetto del ‘vero o falso?’, il socialismo reale, la borsa nera e le auto con doppi comandi. Io non faccio l’istruttore di scuola guida, ma ci salga lei con uno che non ha mai guidato su una macchina senza doppi comandi.

    Per quale motivo uno che sa se la distanza di sicurezza va mantenuta dal veicolo che ci precede piuttosto che da quello che ci segue dovrebbe essere un giovane sbruffone? O perche’ sapere che si puo’ parcheggiare in prossimita’ di un distributore quando e’ chiuso dovrebbe ringalluzzire e imbaldanzire l’ Italia cafona del crash, dei clacson, del ? Ma dico sta scherzando?

    Sarei tentato di rigraziarla a nome di tutti i quizzaroli per averli sollevati dalla responsabilita’ delle vittime del weekend, se non fossi sicuro che su quelle dei giorni lavorativi Lei nutre piu’ di qualche sospetto.

    Ora la saluto, torno a sfasciare bancarelle e a far scappare le galline (ne ho ben donde, avendo preso sia la patente A che B al primo colpo)

    1. Francesco Merlo Post author

      Gentile Tazio Rossi, solo un’osservazione a proposito della distanza di sicurezza. Ho citato due quiz, due domande, due frasi, due quesiti che sono uguali tranne nel verbo: nel primo caso è ‘mantenuto’ e nel secondo è ‘rispettato’. Ecco di nuovo i due quiz: il rispetto della distanza di sicurezza deve essere mantenuto dal veicolo che precede; il rispetto della distanza di sicurezza deve essere rispettato dal veicolo che precede. Ebbene, il primo è vero e il secondo è falso. Ecco: non so cosa intenda per statistico, ma almeno in questo caso temo per lei che sia meglio il giornalistico. Grazie.

      1. Tazio Rossi

        “il rispetto della distanza di sicurezza deve essere mantenuto dal veicolo che precede” –> la distanza di sicurezza va mantenuta RISPETTO al veicolo che ci precede

        “il rispetto della distanza di sicurezza deve essere rispettato dal veicolo che precede” –> il rispetto della distanza di sicurezza e’ A CARICO del veicolo che ci precede

        Coraggio Merlo ce la puo’ fare…

        P.S. Lo statistico e’ una professione. Magari potremmo interpellarne uno per farci quanti automobilisti muoiono ogni anno mentre tengono la distanza di sicurezza guardando dallo specchietto retrovisore

        1. mauro bianchi

          Personalmente non ritengo gli esaminatori e in generale il sistema responsabili per la demenza di certi automobilisti; è anche vero che le domande andrebbero poste in modo chiaro e comprensibile…e questo probabilmente non sempre avviene; sinceramente la frase “il rispetto della distanza di sicurezza deve essere mantenuto dal veicolo che precede” in italiano ha due interpretazioni possibli:
          1) si deve mantenere la distanza DAL veicolo che precede
          2) il veicolo che precede deve mantenere la distanza
          tutto dipende dal significato che diamo alla preposizione articolata DAL.
          Per il resto, come discorso generale, credo che sarebbe utile sondare la conoscenza della segnaletica e del codice piuttosto che la capacità di intuire i trabocchetti ideati magari in buona fede dagli autori: è importante che candidato sappia che non potrà parcheggiare a meno di 5 metri da un distributore aperto…la presenza di quel “COMUNQUE” in quel determinato contesto non ci da informazioni circa la preparazione del candidato; infatti se dovesse rispondere FALSO ( risposta corretta ), avremmo il seguente dubbio: ha risposto FALSO per la presenza del COMUNQUE o perché pensa di poter parcheggiare a meno di 5 metri da un distributore?
          Ovviamente mi riferisco alle domande riportate nell’articolo; potrebbero essere una decina di domande uscite male su oltre 6000 ed in questo caso staremmo parlando di “aria fritta”.

  8. Giusi

    Come madre non ho mai consentito ai miei figli di bollare come “stupido” ciò che – semplicemente – non avevano l’umiltà di studiare, prima di poter capire.
    Sarà per questa forma di allenamento allo studio che mia figlia, non più tardi di un mese fa, ha superato l’esame di teoria al primo colpo? E (le do una notiziona) da perfetta privatista!
    In alternativa – mutuando la semplicità dei nessi causali che, in modo tanto acrobatico quanto pirotecnico, nel suo articolo conducono dai quiz (che lei dice di non comprende) alla cricca motorizzazione/autoscuole, e da questa all’origine di gran parte delle nevrosi e delle inciviltà che affliggono la collettività – dovrei pensare che mia figlia abbia un Q.I. forse superiore alla media, ma certamente superiore al suo!
    Ma non mi appartiene questo modo di procedere logico: da affermazioni indimostrate a deduzioni autoreferenziali.
    Pertanto non penserò, e tantomeno cercherò di convincere i suoi interlocutori in questo blog, che il suo potrebbe essere solo lo sfogo di chi resta deluso, scoprendo di sapere di circolazione stradale meno di quanto credesse.
    Né mi appartiene la malizia e la faciloneria diffamatoria: così non insinuerò che tanta e tale veemenza potrebbero essere ad uso di un fine ben diverso ed addirittura, commissionato da chissà quale “cricca” e per quale “interesse”.
    Non mi appartiene la facile condanna, né pratico lo sport del lancio del fango per il solo gusto di vedere quanti bersagli riesco a coprire con un colpo solo (in questo contesto, partirei evidentemente svantaggiata): ho troppo rispetto del diritto.
    Non amo discorsi scevri dal rigore di premesse e conseguenze: ho grande rispetto dell’intelligenza mia e dei miei interlocutori (come di Kant, buonanima).
    Non mi appartiene, infine, l’arroganza dell’ultima parola, che – ove proprio ci tenesse – lascio a lei.

  9. Rino

    Condivido il pensiero di Giusi.
    Al di la dello sfogo provocatorio dell’articolo, forse risultato di un perfido pensiero post bocciatura da patente, credo che per avere un quadro completo della situazione dovremmo… chiedere all’autore di rendere pubblici i risultati di uno qualunque dei suoi ultimi quiz sostenuti; e per essere obiettivi e non ripercorrere la faziosità dell’argomento cù basta leggere quelli di cultura generale e di grammatica. Può darsi che ci sia qualcosa da dire anche verso il mondo della scuola. Forza Merlo, ce la puoi fare…

  10. grazia

    poveri noi! sono patentata vecchia e ho sostenuto l’esame faccia a faccia e devo dire che con l’ingegnere ci siamo subito intesi. meglio rispetto ai trabocchetti dei quiz.

    1. grazia

      siamo omonime e non so quanto tu sia vecchia. ho curiosato tra i quiz e per fortuna o maestria l’ho azzeccati tutti. credo sia necessario rinfrescare la nostra bella lingua per capire quanto non siano trabocchetto le domande proposte.

  11. antonio

    Gentile Merlo, anche io faccio parte dei fraudolenti che sottoponendosi ad uno studio accurato sono riusciti a prendere la patente A e B al primo colpo. Per chi conosca adeguatamente le regole della strada i quiz non sono di certo un problema. Ben più complesso è il superamento dei test qualora ci si avventuri in un tentativo maldestro di sudoku segnaletico. Mi conceda un filo di ironia.. Non sará che il nocciolo della questione risieda nei nostri rispettivi cognomi? Saluti

  12. antonio scopigno

    Mi perdoni non è uscito il mio cognome sull’articolo di cui sopra. Mi chiamo Antonio Scopigno. Saluti Merlo

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