Il razzista Salvini, credendo di essere astuto, lavora per provocare i nostri buoni sentimenti, ma noi non dobbiamo cadere nella sua rozza trappola e farci rubare i pensieri. Insomma, a noi viene facile assimilare i rom ai deboli, agli sfruttati, a tutte le altre vittime dell’umanità. Ma contro l’indignazione i razzisti sono bene attrezzati. Dunque Salvini risponde rinfacciandoci la paura della gente, agita il valore della sicurezza e ci eccita perché vorrebbe che, in risposta al suo razzismo scomposto, noi santificassimo i rom, negassimo qualsiasi rapporto tra campi nomadi e criminalità, tra immigrazione e delitti. E invece non è in difesa dell’accattonaggio né per esaltare la presunta bellezza esotica e imprendibile della zingara Esmeralda che protegge il povero gobbo di Notre-Dame, non è insomma in nome della retorica rovesciata dei miserabili che noi diciamo a Salvini che schedare e perseguitare i rom è un segno di inciviltà razzista. Davvero non merita i nostri buoni sentimenti l’ossessione leghista per la sicurezza. Perché una cosa è il problema e un’altra cosa è l’ossessione. Ebbene, incapace di risolvere il problema che lo ossessiona, Salvini vorrebbe che, per reazione, noi negassimo il problema. Salvini pretende che in Italia ci sia un conflitto tra rigoristi cazzuti (lui) e lassisti rammolliti (noi). Invece noi gli ricordiamo che solo il suo predecessore, il mite Marco Minniti, ha saputo maneggiare con severità e giustizia l’argomento dell’immigrazione irregolare e della criminalità, coniugare la solidarietà con la sicurezza e fermare gli sbarchi, senza sequestrare navi e commettere violenze sui disperati, senza sparate comiziali, senza colpi di teatro razzisti, senza le miserie culturali dei leghisti che – come dimenticarlo? – sono quelli che da sempre chiamano gli immigrati di colore bingo bongo , quelli che già ai tempi di Bossi e Maroni invitavano la Marina “a sparare sulle carrette dei clandestini”, quelli che sono cresciuti elettoralmente denunciando l’Europa “in mano ai massoni, agli ebrei, ai musulmani e alle mafie degli immigrati”. Salvini non c’entra nulla con il dibattito, difficile e importante, tra il rigore e l’accoglienza, tra i diritti e i doveri dell’integrazione. Sempre il razzismo lavora contro la sicurezza , che non è un valore di destra. Ma Salvini non riuscirà a sorprenderci con le sue sparate che diventano ogni giorno più grosse. La storia ci ha purtroppo insegnato che ce ne sarà sempre una peggiore nell’escalation che porta ai lager e ai forni.

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