Il selfie a Budapest con Viktor Orbán celebrato come “fratello d’Italia” PASTICCIO CONFUSO, LA MELONI “INNAMORATA” DI UN NEMICO DELL’ITALIA

E’ spassosa ma inquietante Giorgia Meloni che non riesce ad essere né di destra né nazionalista, e a Budapest si è fatta il selfie con un anti italiano , un nemico dell’Italia che però ai suoi occhi incarna l’idea italiana del macho autoritario, del “qui ci vuole un uomo”. Dimentichiamo per un momento l’antisemitismo di Orbán e l’ orribile guerra all’ebreo ungherese Soros, condivisa dalla Meloni probabilmente (speriamo) perché non la capisce. Sicuramente l’antisemitismo è razzismo internazionalista. Ma non è nazionalista quella tessera di fratello d’Italia a un nemico dell’Italia che indignerebbe tutto il Pantheon della destra: Almirante e D’Annunzio,  Longanesi e Jünger, Mussolini e Prezzolini, Pound e Buttafuoco.

E invece la Meloni – ha raccontato Pietro Senaldi su Libero, e non c’è ragione di non credergli – guardava Orbán con “un’espressione innamorata”. Peccato che ci siamo persi lo spettacolo della “sora Angelina” muta e trasognata davanti al magiaro della provvidenza che alza muri e molla calci nel sedere agli immigrati.

E’  vero che oggi in Europa è di destra il nazionalismo, ma ovviamente non è internazionalista. E nel caso ungherese è, con evidenza, ostile all’Italia.  Orbán continua a ricevere moltissimi soldi, anche italiani, dall’Unione europea: una manna per lui, un disastro per noi. E però rifiutando le quote di immigrati (pochi, per la verità) che dall’Europa gli sono state assegnate contribuisce non solo simbolicamente a fare dell’Italia (e anche della Grecia) quel ” grande campo profughi d’Europa” che eccita il razzismo all’ungherese della Meloni.

E va bene che è la reginetta di Coattonia, ma se vuol fare la leader nazionalista, la Meloni dovrebbe sapere, con Carl Schmitt ( anvedi quanti ce ne stanno  e quanto scriveno! ),  che le nazioni si dividono in amiche e nemiche indipendentemente dal regime politico. La Meloni dice di non essere fascista, e fino a qui va bene: “Nazionalista. Il fascismo è morto 70 anni fa”.

Ora, il nazionalismo di Orbán sogna di ricostruire la Grande Ungheria, quella del 1918. Ma la Meloni quale Grande Italia sogna? Se si esclude il Risorgimento (e va ricordato che Garibaldi creò “la legione ungherese”, con disertori magiari, che poi confluì nell’esercito piemontese) non abbiamo altro nazionalismo da risognare che quello del 1918, quando finimmo di combattere proprio con l’Austria-Ungheria.  E va bene che Orbán teorizza la “democrazia illiberale”, e questo non confligge certo con la democrazia che la Meloni sogna per l’Italia, ma ha alzato il suo muro più contro di noi che contro quei  pochi immigrati che aveva già respinto a calci. L’Italia non può alzare muri attorno alle sue coste. E neppure la Meloni sparerebbe sui barconi.

Caricatura  della destra, dunque la Meloni è per ora solo un pasticcio di confusione. Un leader di destra per esempio non avrebbe contestato quel biglietto gratis agli immigrati offerto dal direttore del museo di Torino, Come le ha fatto notare su Panorama Marco Tarchi,  politologo amato a destra,  anche quella è stata “una sciocchezza”. Politica di destra sarebbe aprire gratuitamente agli immigrati tutti i musei e le istituzioni italiane, regalare la Bibbia  e tassare invece il Corano, le macellerie  Halal…

Specie quando faceva politica con il pancione, la Meloni sembrava un’onorevole Angelina “de destra”, l’Anna Magnani che nel 1947 sapeva fare le piazzate ma anche rinunziare al ruolo di onorevole perché “me stavo a confonde”. E, con simpatia, la difendemmo quando Asia Argento (che poi le chiese scusa) la definì “lardosa” su un tweet scritto in inglese. Ecco:  since then Ms Meloni è convinta che la lingua inglese sia di sinistra: perfida Albione again.

La sua è la destra di borgate, palestre e trattorie romane, della comunità dei “gabbiani” (1980) di Rampelli, di Crosetto e Katia Ricciarelli, cinepanettoni e semivip, la destra del mitico, e anche lui simpatico, La Russa che, negli anni del governo Berlusconi,  sembrava l’incarnazione della caricatura del gerarca, con le sue divise militari, le sue collezioni di soldatini e i voli dannunziani sopra Kabul.  E’ vero, non è fascismo, che appartiene alla storia, ma ne è la parodia. Chiamiamola fascisteria.

Insultata in Inglese, Giorgia  pensa che il nazionalismo sia dire “tassa piatta” (che davvero non si può sentire) invece di flat tax:  “La flat tax a me piace chiamarla tassa piatta perché non amo i nomi stranieri.La sinistra ci ha insegnato che quando si danno i nomi stranieri a una legge ti stanno fregando”. Inventata da Milton Friedman nel 1958, la flat tax si chiama così in tutto il mondo, anche nei testi dell’economista liberale Antonio Martino, che nel 1994 la inserì (vanamente) nel programma del primo governo Berlusconi.  Inoltre l’Inglese, che non va abusato ma usato, non è di destra né di sinistra, e sicuramente avrebbe permesso alla Meloni “innamorata” di parlare con Viktor Orbán e di capirlo: in Ungheria l’amore non è cieco, ma muto.

3 thoughts on “Il selfie a Budapest con Viktor Orbán celebrato come “fratello d’Italia” PASTICCIO CONFUSO, LA MELONI “INNAMORATA” DI UN NEMICO DELL’ITALIA

  1. Giovanni Rinaldi

    Repubblica da almeno venticinque anni scrive solo cazzate: arrivò persino a titolare “La civiltà di Parigi” quando la Francia permise ai ricchioni di adottare bambini!

  2. Borbonia Libera

    Orban è un Presidente che ama il Suo Popolo e fa gli interessi della Sua Nazione difendendola dall’arroganza islamica…L’Italia non essendo ne uno Stato, ne una Nazione ha scelto di diventare il parco giochi di tutta la feccia del pianeta Terra col benestare della Massoneria…La vera padrona dell’espressione geografica chiamata Italia !

  3. Antonella

    Ho avuto l’occasione di conoscere molto bene l’Ungheria e la sua travagliata storia. Ho quindi la possibilità di capire e apprezzare questo articolo. Prima di emettere sentenze occorre documentarsi. Per questo non mi piacciono quei leader che lanciano anatemi senza conoscere.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>