La stanza del preside diventerà “l’ ufficio raccomandazioni e suppliche” UNA BUONA SCUOLA? DATE PIU’ SOLDI AI PROF.

Nell’Italia degli Schettino e dei capetti improvvisati vogliono fare anche del preside un piccolo boss di paese. Senza insegnargli il comando, senza prepararlo alla leadership della più grande e delicata azienda pubblica, senza formazione né stipendio da manager gli danno infatti il potere e la responsabilità di assumere docenti per cooptazione e di premiare il merito e punire il demerito distribuendo danaro. E tutti capiscono che, solo per l’effetto annuncio, la famosa stanza del preside sta già diventando l’ufficio raccomandazioni e suppliche di quel proletariato intellettuale di cui parlava Salvemini. Questa è insomma la definitiva trasformazione della figura più bella della scuola italiana in un Soprastante che amministra la disperazione e l’irrilevanza sociale dell’insegnate meno pagato d’Europa che, al contrario dei suoi allievi, non ha i mezzi per comprarsi un computer né per abbonarsi alle riviste specialistiche come Studi italiani di filologia classica di Le Monnier, acquistare edizioni critiche di questo o di quell’altro testo greco, l’Oxoniensis per esempio o i libri della Fondazione Valla, e neppure i volumi con il testo a fronte della vecchia Utet , né può permettersi l’iphone e il tablet che per il governo Renzi sono sicuramente più importanti della matita rossa e blu. Una mia amica preside a Roma mi segnala la marca scamuffa del tablet che la scuola ha potuto fornire ai suoi docenti: Archos (55 euro secondo il Trovaprezzi) che fa pendant con le polacchine ‘quattro stagioni’ dell’Upim e con i maglioni dell’Oviesse.
Il ‘signor direttore’ di De Amicis, che era il più bravo dei professori, una specie di primario di quel mondo rotondo e perfetto che formò l’identità italiana, diventa dunque il caporalato delle questue, degli incarichi comunque poveri, dei piccoli conforti, proprio come faceva Totò quando catalogava “il latore della presente” fregiandosi del titolo di presidente della Spa (Società parcheggiatori abusivi).
Si sta parlando infatti di un preside che può omaggiare con gratifiche sino a 500 euro l’anno il 5 per cento dei suoi docenti, ovvero uno su 20. Sono piccole mance che ribadiscono però la condizione di straccioni della cultura degli insegnanti italiani che sono pagati quanto le cameriere, vivono di espedienti, prolungano la propria adolescenza in famiglia sino ai trentacinque e ai quarant’anni, e diventano canuti restando precari in scuole che più che ai pollai evocati da Renzi somigliano alle piazze, ad agglomerati di umori giovanili ingovernabili.
Nell’ immaginaria scuola dell’autonomia il preside già dal 2001 è pomposamente ribattezzato “dirigente scolastico” con l’idea nominalistica, che piacerebbe certamente agli antichi grammatici, secondo la quale c’è una magica corrispondenza tra il nome e la cosa. In realtà il preside oggi fa soprattutto il procacciatore di piccoli fondi europei (si chiamano ‘pon’ e ‘por’ quelli per le zone disagiate) attraverso i progetti a finanziamento: trenta ore sulla prima guerra mondiale valgono 1500 euro lorde, quaranta sulla fotografia ne valgono 1400, trenta sulla danza spagnola 1500 ed è inutile dire che si tratta in genere di uno svilimento della scuola su argomenti più o meno forzati, qualche volta inventati. Insieme al segretario, che a sua volta è diventato intanto ‘direttore’, il preside dirige poi i tecnici e i bidelli, promossi a loro volta ‘collaboratori scolastici’. E sovraintende il collegio dei docenti per garantire, per esempio, che in Italiano si vada davvero dal Trecento a Camilleri. E assegna le cattedre sezione per sezione e classe per classe. Ma passa la gran parte del suo tempo ad accogliere le proteste dei genitori, che in tutta Italia sono sempre più conflittuali a difesa del ‘figlio nostro’, u figghiu miu, a creatura, il piccinin, er pischello, il toso, contro le prerogative istituzionali della scuola, contro la formazione del cittadino. Non può esserci riforma e buona scuola senza ridimensionare padri e madri che, dinanzi alla punizione del figlio, reagiscono da superbulli fabbricatori di bulli. Quasi mai i presidi riescono a farli arretrare, a convincerli a cedere il passo e consegnare il figlio all’ insegnante e alla scuola. Un tempo era riconosciuto il diritto alla punizione dello scolaro, si aveva fiducia nella qualità dell’ insegnante, e anche gli aristocratici mandavano i figli a scuola con la convinzione di trovarvi un assemblaggio di strumenti, uomini e opportunità educative e formative che in casa, nonostante l’ agio, non c’ erano. La punizione, per esempio, di copiare cento volte una frase sul quaderno scolastico si chiamava ‘penso’ ed era un’ antica, cardinale istituzione della scuola che era fatta anche di compiti a casa, interrogazioni e rimproveri. Ricordo di avere scritto per cento volte su un quaderno nero “non dirò mai più ‘piccolo babbeo’ al mio compagno Gulizia”. E ricordo anche che mio padre, convocato a scuola, si mise a dare fin troppo ragione all’ insegnante, accusandomi più di quanto non avesse fatto il professore, il quale, a un certo punto, fu costretto a difendere me da mio padre: “Non esageriamo, il ragazzo vale”. E invece oggi i padri fanno ricorso al Tar anche per cinque insufficienze: in latino, greco, italiano, matematica e inglese. Persino per i 7 in condotta (ora si chiama voto disciplinare) le famiglie mandano a scuola gli avvocati. E si capisce qui benissimo che nulla si può cambiare nella scuola italiana sino a quando non si restituisce agli insegnati l’antico decoro a partire dall’innalzamento dello stipendio a livelli di decenza europea. Non è trasformando i presidi in tanti malpagati e frustrati dottor Orimbelli, il capufficio che sbeffeggia Fracchia, che si può restituire credito sociale, appeal, fascino e autorevolezza a una professione irresponsabilmente degradata. Tanto più che la riforma della buona scuola pretende che per meno di mille e cinquecento euro al mese il docente maltrattato non soli si occupi di aoristi e della scansione dei trimetri giambici, ma anche di educazione alla salute, legalità, educazione stradale, computer, lotta al bullismo, arte, musica, diritto, economia, e magari insegni pure a offrire il braccio alla vecchietta che attraversa la strada, a rispettare i diversi, ad apprezzare il progresso, a formare insomma la piccola vedetta democratica di un borgo felice.
E che l’idea del preside-sceriffo sia improvvisazione si capisce anche dando un’occhiata ai brogli, alle irregolarità e alle inadeguatezze dei concorsi a preside. Ne sono stai annullati tantissimi: in Molise, in Abruzzo, in Toscana. E nell’ultimo concorso in Sicilia la commissione non solo corresse 1400 compiti, di dieci pagine ciascuno, in meno di tre ore, ma promosse un testo dov’era scritto: “ ciò induce il dirigente ha (sic) ricercare accordi” . E nessuno si accorse di quel candidato che aveva scritto ‘ledership’. Il concorso fu annullato ma i trecento promossi furono salvati da una legge nazionale. Sono ancora presidi. E presto saranno clientela, baronato dei poveri, anche loro, come Totò, presidenti di una Spa.

53 thoughts on “La stanza del preside diventerà “l’ ufficio raccomandazioni e suppliche” UNA BUONA SCUOLA? DATE PIU’ SOLDI AI PROF.

  1. Marcella Tinazzi

    Gentile Francesco Merlo,
    ho letto con sgomento il Suo sulfureo articolo sui contenuti de ” La buona scuola” e mi sono chiesta: ma è questa l’immagine che di noi hanno all’esterno? Sono un dirigente scolastico ( dal 1993: ho superato un concorso nazionale, ho un ottimo rapporto anche con l’ortografia) e dirigo un grande Liceo, classico, linguistico e delle scienze umane, con 1640 studenti ( 3280 genitori, circa, 6560 nonni, circa) 140 docenti, 48 ATA ( amministrativi, tecnici, ausiliari), con fatica, pena, soddisfazioni, in quest’ordine. Sono oppressa dalle responsabilità, alcune delle quali semplicemente assurde, che la Legge sull’autonomia delle Scuole ha riversato sul capo dei malcapitati dirigenti scolastici, ma sono anche molto libera in termini di scelte progettuali, di organizzazione e di immagine dell’Istituto. Mi piacerebbe narrarLe di questo lavoro ingrato e bellissimo, per farle cambiare idea. Il Suo lessico, tra l’altro , è impreciso: non esiste il voto disciplinare. Per fortuna.
    La invito formalmente a trascorrere qualche ora al Mamiani di Pesaro, al mio fianco. Dovrà rivedere molte delle Sue convinzioni.
    Cordiali, adriatici saluti
    Marcella Tinazzi

    1. Francesco Scaramuzzi

      Grazie, un piccolo respiro di aria pulita e di lavoro vero, giorno per giorno, a confronto con una ridda di luoghi comuni.
      Come si fa a pensare di fare critiche senza, con tutta evidenza, conoscere nulla né del lavoro dei “presidi”, né della vita scolastica attuale, né del disegno di legge. Dispiace dirlo, ma sembra che il “giornalista” (ma si chiama ancora così?) parli più per dare aria alle sue presunte corde letterarie, più che interessarsi alla realtà e alla sua spiegazione. Sembra davvero che non abbia letto il DDL. E se l’ha letto non l’ha capito, con tutta evidenza.
      E’ possibile che siamo ancora al rimpianto della Maestrina con la penna rossa, che già tanto male ha fatto alla scuola italiana con la sua retorica, ad un’epoca pre-gentiliana?
      Più che leggere i classici della UTET, consiglierei più semplicemente al sig. Merlo la lettura di Loris Malaguzzi. La scuola e l’università che alcuni di noi vorrebbero è quella: in ogni ordine e grado.

    2. giancarlo palumbo

      Condivido parola per parola quanto da lei con “lingua di fuoco” ascritto(sic!) alla scuola e trovo dle tutto pleonastica la reazione di alcuni presidi che provano a vantare ( e fanno bene) quell’oasi “felici” dell scuole da loro dirette eamministrate. Non c’è dubbio che nel panorama “scamuffo” della scuola italiana esistano presidi (chiedo scusa…dirigenti)capaci e in grado di utilizzare al meglio le risorse, poche, a disposizione; ma è il tono generale dell’istruzione in Italia che sfugge a costoro..le dico solo che gran parte delle cose da lei dette le vivo io giorno per giorno nella mia scuola primaria, tablet a 55 euro compreso che ho dovuto restituire per impossibilità di utilizzo….
      Il giorno che ho letto il suo pezzo è stato anche quello di Incalza e dei suoi soci e mis ono chiesto da quale parte attingere la voglia di andare a lavorare per quello stipendio da “straccione” che in quasi quarant’anni di servizio ho maturato, visto lo spreco di soldi pubblici che da più parti si compie da sempre.
      In conclusione, mi permettodi suggerirle la lettura, se non l’avesse già fatto, di un gustoso ritratto della figura del Preside fatto in un vecchio libro di Giorgio Manganelli.

  2. Salvatore Amato

    Condivido totalmente l’intervento della collega Marcella Tinazzi. Leggendo l’articolo penso che il sig. Merlo, non conosca il mondo della scuola. I riferimenti e le riflessioni si fondano solo su stereotipi e luoghi comuni. Un mondo surreale forse nemmeno degno di quei film di Pierino e la professoressa. Invito anch’io il sig. Merlo a trascorrere qualche ora nella mia scuola nel caso volesse documentarsi per poter fare una rettifica al suo articolo, così da poter chiedere scusa ai migliaia di dirigenti scolastici che giornalmente lottano per il bene della scuola e non per trasformare la loro stanza in un ufficio raccomandazioni e suppliche.
    Consiglio anch’io al sig. Merlo di rivedere il lessico: il voto di disciplina è più appropriato ad un carcere o ad una caserma. Per fortuna nella scuola c’è il voto di comportamento che in primo luogo accerta i livelli di apprendimento e di consapevolezza raggiunti, con specifico riferimento alla cultura e ai valori della cittadinanza e della convivenza civile.
    Un saluto
    DS Salvatore Amato

  3. Antonio Fini

    Mi unisco alle critiche dei colleghi …adriatici!
    Intanto la invito anch’io nell’Istituto Comprensivo che dirigo da pochi anni in provincia della Spezia, qualora volesse approdare anche sulle sponde tirreniche per vedere direttamente come stanno le cose.
    Vorrei soltanto capire perché, cosa l’ha spinta a rendere in modo così grottesco un intero mondo, quello della scuola, che lavora quotidianamente per svolgere il proprio servizio al meglio.
    Perché tra l’altro, su alcune questioni, lei ha proprio ragione: lottiamo spesso contro i genitori, gli avvocati, i TAR. Talvolta, pensi, ci capita di lottare contro la nostra stessa amministrazione!
    Ebbene, sentirci anche derisi e ridotti a tristi caricature, ci sembra molto ingiusto.
    La aspetto, qualora lei fosse interessato.
    Un cordiale (non caricaturale) saluto.
    Antonio Fini

  4. Maria Torre

    Il sig. Merlo non conosce la scuola pubblica, né il rispetto per una professione difficile e affascinante come quella di noi dirigenti scolatici, ma soprattutto non conosce il buon senso. Mi associo ai commenti che mi hanno preceduto, ma non all’invito perché sono sicura che anche toccando con mano non cambierebbe idee. Chi ragiona per stereotipi non accetta che la realtà lo sconfessi.

  5. david nadery

    Un brano caratterizzato da ignoranza dell’argomento di cui tratta (la scuola, i suoi problemi, le ipotesi di riforma) e da ingiusta furia caricaturale. Il tutto, per onestà va detto, condito nella salsa di una sintassi accattivante e di un lessico ricco. Un mix di sicura efficacia; il chiedersi “cui prodest” diventa un inutile esercizio retorico. A nessuno, ovvio. Serve soltanto a sfoggiare scrittura, e a mettere in evidenza sé stessi (con l’accento, che io appartengo a quell’accolita di difensori dei pronomi personali, sui quali sarebbe giusto fare caricature, in effetti.)
    Buone giornate :-)

  6. Roberto Moriani

    Insegno nella Scuola Statale dal 1973 /74 (41 anni) e forse la conosco.
    Non so quanto e cosa, di ciò che ha annunciato il Capo del Governo verrà realizzato, ma ho udito gli annunci e anche vari commenti. Ne riporto testualmente uno sintetico ma significativo pronunciato da una ragazzina: “presidi che scelgono loro gli insegnanti da nominare ? E vai con le mazzette !!!”
    “Buona Scuola” senza le dovute risorse, è solo aria fra i denti.

    1. david nadery

      Ma il problema è: dove sta scritto che si passa alla “chiamata diretta” (previa mazzetta) in questo DDL? Si parla di “albi territoriali” all’interno dei quali individuare, sulla base di criteri condivisi in collegio docenti e resi pubblici, i cosiddetti “docenti funzionali” (quelli che arrivano assunti dalle GAE). In soldoni, circa 7/8 docenti in scuole che ne tengono almeno 130. Di che stiamo parlando? Rassicuri le ragazzine, la prego :-)

      1. Giuseppe prof

        Sig. David,
        ma vuole legere il DDL prima di parlare? Nell’albo regionale ci finiscono TUTTI i docenti che chiedono trasferimento anche coloro che vogliono semplicemente ottenere una cattedra di insegnamento regolare magari in una scuola più vicina alle proprie esigenze personali per cui aspettano da tempo il posto e non solo quelli dell’organico funzionale! Legga prima di scrivere è il minimo!

  7. Laura Biancato

    Evidentemente il signor Merlo non ha la minima idea di quale sia la reale situazione della scuola italiana. Anch’io mi unisco al coro dei colleghi, senz’altro aggiungere. Venga a trascorrere una giornata con uno qualsiasi di noi. Si renderà conto delle corbellerie che é riuscito a pubblicare e, spero, comprenderà di persona i danni che le sue parole stanno provocando.

    1. Giuseppe prof

      Ho passato anni con “uno qualsiasi di voi” e la assicuro che ci sono dirigenti scoalstici così frustati e incompetenti che non aspetterebbero altro che dire di no ad un trsferimento di un collega con il solo obiettivo di far valere il proprio potere.
      Bravo sig. Merlo, la scuola che le ha descritto è proprio quella che quotidianamente frequento.

  8. Dario

    Spero che il Parlamento non riesca ad abrogare l’art.33 della Costituzione, quello che consentirà la cancellazione di gran parte del potere attribuito ai Dirigenti. A fronte di responsabilità incredibili e l’umiliazione di stipendi risibili, la facoltà di assumere parte dei docenti e attribuire incentivi è solo fumo degli occhi. Finirà per rendere ancora più scomodo sedere al posto di comando.

  9. Lamberto Montanari

    Care Colleghe e cari Colleghi,
    sabato mattina ho ricevuto diversi sms da amici colleghi che mi chiedevano se avevo letto l’articolo di Francesco Merlo su Repubblica.
    Non avevo letto ma, conoscendo l’autore per i suoi scritti spesso sarcastici, dissacratori e pieni di dileggio, non mi sono sorpreso del messaggio dei colleghi che mi chiedevano se non fosse il caso di reagire a quello che ritenevano uno testo offensivo.
    Ai colleghi ho risposto che conosco l’autore quale giornalista che si esibisce quale analista capace di incisivo pensiero divergente, provocatore del conformismo, così originale da diventare subito, ahimè, prevedibile nei suoi interventi che ricordano spesso quelli del noto comico, assurto al successo dell’affermazione politica, anche se il Merlo non grida nelle piazze e comunque parimenti, con la silenziosa parola scritta, riesce a generare la stessa fastidiosa irritazione.
    E’ bravo il Merlo e mette tutti i personaggi in questione nelle sue narrazioni distruttive o, come si dice oggi molto adeguatamente, in questi casi, sfasciste.
    Non manca il Nostro di far abbondante uso di importanti affidamenti e citazioni (dovrà far vedere che ha studiato!) e anche questa pratica è un bel modo per avvilire chi, eventualmente offeso dal suo sarcasmo, proverà a reagire dovendo però andar prima a procurarsi adeguati e altrettanti affidamenti e accurate citazioni.
    Presidi dileggiati e ridicolizzati nel loro inutile e risibile agire, circondati e assediati da genitori conflittuali e patetici a difendere strenuamente i loro figli spesso ignoranti, ignavi o irresponsabili; immersi in un sistema disordinato e caratterizzato dalla miseria economica che costringe al ridicolo (sempre il preside) anche nel tentare di acquisire gli strumenti che servirebbero a una scuola che tenta di adeguarsi alla modernità.
    Insomma la rappresentazione di una farsa con richiamo ai personaggi più famosi da Totò, interpretato dal preside, a Fantozzi.
    Una farsa che salva i “poveri” insegnanti che nel bel teatro di Merlo sono i meno dileggiati anche perché interpretano solo la parte dei poveracci sottopagati e vittime dell’azione del “Soprastante” preside Totò.
    Bravo Merlo: un esercizio letterario che fa pensare a un nuovo Pitigrilli e quindi sarà subito accompagnato dall’irrilevanza che questo, insieme agli altri suoi scritti, merita e meriterà: ora e in futuro.
    Dimenticavo: l’accenno finale ai concorsi a dirigente annullati in molte Regioni per diversissime ragioni è ulteriore espressione della scorrettezza complessiva del giornalista pseudo analista e para sociologo: i concorsi annullati (accade da tempo per tutti i concorsi pubblici di ogni genere in Italia) sono la conseguenza dell’incapacità dell’amministrazione pubblica di questo Paese e del sindacalismo antagonistico trionfante, non certo, come vorrebbe il Merlo, dell’incompetenza o dell’ignoranza di qualche candidato partecipante.
    Va detto infine che il pregiato testo merliano è stato immediatamente acquisito trionfalmente nel sito del sindacato dei “lavoratori della conoscenza” e a quel sito vi rimando poiché possiate bearvi nella rilettura dell’opera del Nostro Merlo.
    Lamberto Montanari
    (dirigente Liceo “Rambaldi-Valeriani-Alessandro da Imola)

  10. Letizia

    Dott. Merlo, Lei è un grande perché ha fotografato la realtà scolastica italiana.

    firmato: un DSGA

    p.s. Sa cosa significa l’acrostico?

  11. maria

    Sono un’ insegnante. Sono stata 20 anni precaria. Sono passata di ruolo a 45 anni. Guadagno meno di 1400 euro al mese. Con il precariato ho conosciuto tanti “dirigenti ” , tanti colleghi e di conseguenza tante realtà. Purtroppo e sottolineo purtroppo, concordo pienamente e in tutto in ciò che scrive il dott Merlo. Quando ogni giorno vado a scuola i miei pensieri sono quelli perfettamente espressi nell’ articolo. Forse perché insegno in Sicilia e i dirigenti meravigliosi sono tutti nella Scuola del Nord???? Non sopporto i progetti, i Pon i Por e compagnia bella. Non sopporto i genitori arroganti e presuntuosi che formano figli uguali a loro , il tablet x il registro elettronico che ci hanno dato fa pena, per fortuna ne ho uno mio che mi è stato regalato e uso quello! Se penso che dovrò fare questa vita per altri 20 anni mi viene l angoscia. Mi consolo pensando che esistono ancora alunni che amano la letteratura, la poesia, il teatro, e la lingua italiana e che, qualche anno dopo avere finito il liceo, si ricordano ancora di te, di un film che gli hai fatto vedere e ti dicono Grazie!

  12. maria

    Sono sempre io, ho dimenticato di dire, forse perché la mia mente lo ha rimosso, che io per aver osato, insieme ai miei sciagurati colleghi del consiglio di classe, bocciare una ragazza a giugno ( figlia di un avvocato ) , sono stata chiamata in questura, con tanto di letterina recapitata a casa dalla Polizia, io che non ho mai preso una multa per divieto di sosta, per testimoniare sul perchè e sul come questa ragazza era stata bocciata. Il Dirigente mi disse con una pacca bonaria sulla spalla: ” stia tranquilla professoressa….formalità. ….”. E sempre meno di 1400 euro sono…..!!!!

  13. sergio

    Ho letto con interesse l’ironico e puntuale articolo di Merlo. A volte forzatamente retorico altre spietatamente fotografico,racconta con cruda maestria la realtà della “buona”scuola italiana. Fin’ora ho letto solo i risentimenti dei DS , che (finalmente) sono usciti fuori dalle loro stanze, stanati dalle migliaia di lamentele dei docenti che,come me,ogni giorno vengono gratificati SOLO dalla loro capacità relazionale con i propri discenti. Sono decenni che il potere dei DS é attaccato sommessamente dal corpo insegnanti ,pauroso di parlare per paura di ritorsioni: voi non sapete che la peggiore omertà é proprio nella scuola, in quel luogo dove si dovrebbe insegnare e formare ai valori della lealtà,del bene comune e della cittadina attiva. Siamo stanchi di subire,demotivati sul lavoro, frustrati dallo stipendio e dalla emarginazione che proviene da quella “stanza dei bottoni”nella quale entra solo chi é “autorizzato”ovvero strisciando alla Fantozzi. Questo disegno di legge é stata la goccia fatidica:il lerciume ha straripato e ora tutto é venuto a galla…..compreso l’indicibile!

  14. Eugenia

    Un bellissimo esercizio letterario, con una trama avvincente – l’inizio di una nuova Cupola, con dirigenti scolastici a capo- e personaggi da due soldi, ma molto ben descritti. Gli insegnanti, poveri e derelitti, andrebbero tutti glorificati non già per il loro lavoro, che é anche una missione, ma perché sottopagati e senza la possibilità di acquistare insostituibili strumenti di lavoro, come il tablet e i testi citati. Sulla sottopaga sono d’accordo : va adeguata alla media europea.Tutti i docenti sono uguali, dunque. Tutti da compatire, da racchiudere in un abbraccio solidale perché poveri e straccioni della cultura, costretti a vivere con mammà fino a 40 anni. Tutti uguali. Tutti eroi. E non per quello che fanno, ma per la miserevole condizione in cui versano. Poi, ci sono i cattivi, in questo delizioso articolo – romanzetto: i dirigenti scolastici.Loro non hanno studiato alcunché, non hanno una conoscenza della scuola, non sono persone capaci: tutte macchiette, prive non solo di capacità manageriali, ma addirittura trasformati in pericolosi sceriffi, procacciatori d’affari, sicuramente in balìa degli eventi e senza nessuna competenza specifica. Figuranti, appunto, ma con il pericoloso potere di scegliere tra i docenti quelli più meritevoli, quelli capaci e appassionati. Oddio, ho detto merito: non so se si può. ma questa la dico dopo, perché ora, fortunatamente, entrano in scena i veri perfidi del nostro racconto: i genitori fabbrica -bulli- Tutti uguali anche loro! Ma non è meraviglioso? Nel “paese degli Schettino e dei capetti improvvisati(?)” la feccia della feccia sono loro, che non si fidano della scuola e degli Insegnanti- Missionari-tutti bravi e invadono la stanza del Boss-Dirigente -Bieco per difendere quegli idioti di Figli – Bulli, mentre sarebbe così bello far scrivere cento volte una qualunque frase per insegnar loro che ogni marachella ha la sua punizione. Purtroppo però, sono figli di gente che non capisce niente, che li difende a spada tratta, che li asseconda e li copre omertosamente, che li assolve e li gratifica anche se maleducati o svogliati. Genitori senza cervello, figli senza cuore, insegnanti con scarpe sfondate e Dirigenti boss di una nuova mala, fatta di suppliche se va bene, di mazzette se precipita. E Invece, io non la vedo così: gli insegnanti non sono tutti uguali. Ma proprio no, Ci sono quelli che ringrazierei ogni minuto che mi resta da vivere, per avermi salvato da me stessa quando era il momento, per aver scosso mio figlio grande in tempi recenti, per aver aiutato il mio più piccolo a smettere di difendersi dal mondo… E poi ci sono gli altri, incapaci, anche ignoranti, arroganti, pericolosi persino. E non crediate: so quel che dico. Eppure, oggi, sono uguali le loro retribuzioni, non vengono valutati i loro risultati, non importa a nessuno se sono bravissimi e nessuno ferma chi schiaccia e umilia e terrorizza. Ci sono, ci sono. La Buona Scuola di Renzi non è perfetta: ma è un inizio. Parla di merito, sì, qui a Schettinoland, capisci? E basta con la storia che chissà quali saranno i criteri di valutazione e bla bla bla: ci sarà una specie di collegio, per quanto ho capito, formato da docenti interni. Non da Cosa Nostra. Ci si deve provare. Che venga riconosciuto il lavoro straordinario! Che venga penalizzata la capra! E sì, ci sarà il dirigente poco preparato, come c’è il docente terrorista e il genitore arrogante: ma per la miseria, sono una minoranza! Schettino è uno! Si deve cominciare da qualche parte, cominciamo da qui: smettiamola con i cliché da Confidenze e speriamo, perché io al valore e all’impegno e alla coscienza ci credo eccome. E, oltretutto, non ho mai visto le mie maestre con polacchine quattro stagioni, signor Merlo: ma non le avrei certamente considerate più meritevoli della mia stima per questo.

  15. Miriam Andrisani

    Ho apprezzato molto l’articolo. Molto meno le critiche dei dirigenti scolastici che, anziché criticare la difficile situazione della scuola italiana, si mettono sulla difensiva.
    I presidi non hanno compreso che per dirigere un corpo docente ci deve essere collaborazione e non competizione.

  16. Ambra Prearo

    Sono un’insegnante di scuola media, entrata in ruolo all’età di 50 anni dopo un lungo precariato. Poiché ho maturato competenze professionali anche al di fuori della scuola, lavorando in una grande associazione di promozione sociale, ricopro ormai da anni il ruolo di funzione strumentale, occupandomi di reperire fondi per progetti vari. Sono quindi una dei cosiddetti “insegnanti meritevoli”, e nonostante questo condivido pienamente l’articolo di Francesco Merlo, parola per parola: lavorare a scuola è miserabile, il contatto quotidiano con famiglie incarognite eccita i peggiori istinti, la retribuzione a fronte della mole e del tipo di impegni assolutamente ridicola. II dirigenti che compatti si sono scagliati contro l’autore dell’articolo hanno, evidentemente, problemi di difesa della loro identità. P.S.: penso proprio che il prossimo anno lascerò a qualche collega “motivato” il mio incarico di funzione strumentale/staff di dirigenza, pagato la favolosa somma di euro 560 lordi annui.

  17. Giuseppe prof

    Gentile sig. Merlo,
    la ringrazio per aver delineato con efficia stilistica la reale situazione della scuola italiana. Personalmente entrerei nel merito della questione e chiderei ai dirigenti quali potrebbero essere i criteri di selezione dei docenti per un istituto scolastico rispetto ad un altro? I criteri sono gli stessi a livello nazionale e sono già valutati nelle graduatorie per i trasferimenti, le tabelle sono desuete, mancano dei requisiti? Bene, identifichiamo queste nuove caratteriche, attribuioamogli un punteggio ed è fatta. Perchè il dirigente dovrebbe validare il trasferimento di un collega nella sua scuola? Non riesco ad immaginare quali dovrebbere essere questi cirteri specifici e legati al POF.

  18. Rosanna maestra

    Ma per la carità cerchiamo di essere razionali: niente più presidi autoritari e giusti per Enrico Bottini e poi per il bravo Gianni della lettera a una professoressa! La scuola cambia perché cambia la società con le leggi giuste: decreti delegati organi collegiali hanno istituito le basi di un scuola di massa democratica e dato poter di controllo – civile- anche ai genitori tramite i loro rappresentanti. I presidi non saranno mai dirigenti d’azienda e i docenti dovranno impegnarsi davvero. E tanti lo fanno e lo hanno sempre fatto! Certo, la loro paga: è il nodo cruciale che si risolverà quando accetteranno di essere lavoratori come gli altri, quando la scuola sarà aperta tutto l’anno con un servizio estivo. Altrimenti saranno sempre visti come privilegiati che stanno a casa tre mesi di filato all anno. Anche gli educatori professionali sono pagati così: 1500 euro al mese e niente vacanze lunghe tre mesi.
    Gli insegnanti sono tanti non si può gratificarli di aumenti senza pretendere nulla in cambio. L’unica soluzione sarebbe equiparare tutti gli stipendi dei docenti, ormai quasi tutti laureati, non che materna elementare medie inf. e sup. hanno docenti diversamente pagati e con stipendi invers. proporzionali al numero di ore che fanno !

  19. Carla Marotta

    Sono docente nella scuola secondaria di primo grado da trentuno anni e ne ho viste di tutti i colori.
    Pur condividendo alcune affermazoni di Merlo, ho trovato questo pezzo irritante, pieno di luoghi comuni di chi conosce poco la scuola e offensivo nei confronti della categoria dei docenti che e’ si sottopagata ma di certo non “disperata ee irrilevante socialmente”. Del tutto fuori luogo la nostalgia di certi metodi assurdi ed inefficaci anche quando Merlo frequentava la scuola: a cosa serviva e servirebbe oggi obbligare un allievo a scrivere cento volte una stessa frase? Merlo ignora davvero molto della professione insegnante!

  20. Vittoria professoressa

    Appartengo alla categoria dei docenti che si sono sempre impegnati nella scuola e che continueranno a farlo nonostante tutto e, proprio per questo, condivido il pensiero espresso a proposito dei concorsi per dirigenti scolastici. Mentre constato l’assenza di un riferimento al prossimo concorso nel recentissimo disegno di legge sulla scuola ( si era parlato di un bando rinviato al 31 del mese di marzo), non giustifico con l’incapacità organizzativa o semplici inadempienze di vario genere, quanto è accaduto ai partecipanti del famigerato concorso a preside del 2004, nella regione Sicilia. In seguito a quel concorso ed ad una legge ( L.202 oL Siracusa) gli autori di molti elaborati contenenti errori ortografici grossolani, dopo una correzione lampo ( tre minuti per elaborati di circa dieci pagine) hanno avuto accesso ad una professione così fondamentale per la società, quale è la dirigenza scolastica. Le irregolarità di quel concorso, confermate in sede di T.A.R., di fatto hanno lasciato la scuola siciliana priva di molte professionalità meritevoli, ormai disilluse circa la correttezza dei concorsi pubblici per dirigenti scolastici, ma che quotidianamente invitano gli allievi a credere nella giustizia ed a lottare contro ogni forma di clientelismo e raccomandazione.

    1. hack coins by agario mods

      Excelente resposta Jorge! Haja católicos a sério que defendem a verdadeira Doutrina, sem medo de desagradar a este ou àquele.Antes desagradar infinitamente aos homens que por pouco que seja a Deus.Omnes, cum Petro, ad Iesum per Mariam!

  21. anna lamberti

    Doot.Merlo, Lei e’ un genio!
    Anna Lamberti
    Vincitrice concorso dirigenti scolastici Lombardia 2012
    Respinta concorso dirigenti scolastici
    Lombarfia 2012

    Ebbene, si..nell’ambito dello stesso concorso sono stata sia vincitrice che respinta..La magistratura e’ all’opera per comprendere come un fenomeno del genere sia docimologicamente(e non solo) possibile.Suggerirei ai colleghi dirigenti di non sollecitare) il dott. Merlo a trascorrere dei giorni presso le istituzipni scolastiche del nostro Paese..Merlo potrebbe accoggersi di essere stato troppo buono nel ritrarle cosi’ come da recente articolo de “La Repubblica”..

  22. Calogero De Gregorio

    Dott. Merlo mi congratulo con lei per come ha saputo lucidamente delineare la drammatica condizione che vive la scuola italiana.
    Mi permetto solo di arricchire la sua casistica ricordando la sconcertante vicenda del concorso per dirigenti scolastici in Lombardia che ha realizzato un miracolo tutto italiano: selezionare i dirigenti scolastici sulla base della correzione operata da due diverse commissioni d’esame degli stessi elaborati.
    Con quali risultati? Aspiranti presidi sonoramente bocciati dalla prima commissione, miracolosamente resuscitati dalla seconda; al contrario, un centinaio di candidati già vincitori (con quattro prove superate: preselettiva, due scritti, prova orale collegiale) rispediti a casa, atteso che da una scrupolosa rilettura i loro elaborati – già positivamente valutati – non sembravano valere la carta su cui erano scritti.
    Ovviamente nella patria del diritto tutto questo ha un nome, Discrezionalità Tecnica, e basta leggere gli elaborati dei neo dirigenti miracolati per averne una chiara definizione.
    http://www.lindipendenzanuova.com/speriamo-che-me-la-cavo-sucessivi-somersa-necesita-conoscienza-efficenza-i-temi-indecenti-dei-presidi-promossi-in-lombardia/?fb_action_ids=467678773385880&fb_action_types=og.shares
    Sempre che si abbia lo stomaco per farlo.

  23. anny prof.

    Gentile Dott. Merlo,
    io invece penso proprio che Lei di scuola ne capisca moltissimo, è una fotografia la Sua che ritrae l’oggi e coglie il domani.
    Ma Lei conosce il nostro Paese, più della scuola.
    La risposta così piccata, sulla difensiva dei Dirigenti è la prova del nove.
    Lei ha fatto centro.
    Leggerò con più attenzione ma a me sembra di leggere tra le Sue righe la preoccupazione per quello che inevitabilmente accadrebbe, dato che il nostro Paese si chiama Italia, se quanto previsto dal DDL della NOSTRA SINISTRA, trovasse attuazione, più che una critica alla scuola attuale e agli stessi dirigenti.
    Se così è, e cioè che una vis polemica nei confronti loro effettivamente sia presente, rispetto alla squalifica a cui andrebbe incontro la scuola mi sembra veramente poca cosa. E mi stupisce che di questo i dirigenti non parlino.
    Eh…il potere logora chi non ce l’ha.
    E tutti ne vogliamo.
    Grazie Francesco non ci abbandoni.

  24. Laudazi Edmondo

    Preg.mo dott. Merlo
    leggere il suo scritto ha dato voce ai mei sentimenti ed alle mie emozioni di insegnante ultratrentennale nella Scuola Media Superiore di II grado.Grazie. Al limite della decenza non c’è mai fondo. La buona scuola si potrebbe progettare smantellando il gerontoparco del Ministero , pensionando moltissimi i dirigenti scolastici e i direttori di ragioneria che negli ultimi decenni sono andati anche al…bagno solo dietro lettura della apposita….circolare ministeriale e che oggi si trovano a gestire , con grande pena per i risultati, situazioni di “autonomia” (Sic !!?! ) per le quali vengono pagati troppo e per le quali non sono stati preparati, riducendo il peso dei sindacati che per la maggior parte hanno abusato di privilegi inconcepibili e coperto i tanti fannulloni che pur esistono nel sistema , riscrivendo i curricoli ed i quadri orari , con la generalizzata riduzione delle materie e delle ore e, soprattutto, consentendo ai docenti di vivere decorosamente del loro lavoro.
    Tutto ciò , come è ovvio, non è allo stato realizzabile. Qundi si abbia almeno la decenza di tacere.

  25. Marina Imperato

    Care Colleghe e cari Colleghi,
    non siete sbigottiti da tanto ‘furor’ nei nostri confronti da parte di chi nella Scuola non vi è mai entrato (se non, forse, in qualità di genitore)? Mi chiedo quale misterioso caso o accidente abbia provocato tale ‘furor’ contro un luogo (la Scuola) che, ormai da qualche decennio, sembra diventato il ricettacolo di ogni infamia nel quale, per l’immaginario collettivo costruito ad arte da tanti bravi cronisti, spadroneggiano ‘domini’ e ‘dominae’ dei quali vengono puntualmente messe in dubbio le capacità professionali, relazionali e di gestione.
    Certo, lascia interdetti che un quotidiano come ‘la Repubblica’ che vanta fin dalla sua fondazione una impostazione progressista si faccia portavoce del più becero e retrivo qualunquismo sui Dirigenti e, quindi, sulla Scuola italiana che, da loro governata in così truffaldina e incompetente maniera, non può che essere allo sfascio.
    Care Colleghe e cari Colleghi,
    non vi sorge il dubbio che tutta questa ‘benevola’ attenzione alle sorti della Scuola italiana sia dettata dal fatto che da quest’anno scolastico abbia inizio, sia pure timidamente, il sistema di valutazione? E che, in tal modo, alcune criticità – peraltro già ben note a noi Dirigenti – vengano registrate, misurate e oggettivate?
    Forse vale anche la pena ricordare che la ‘buona stampa’ che adesso si avventa sui Dirigenti, ha ormai da anni come suo obiettivo sensibile i docenti innalzandoli spesso agli ‘onori’ delle cronache.
    Meditate gente, meditate …
    (Prof. Marina Imperato – Dirigente del Liceo Scientifico ‘Leon Battista Alberti’ – Napoli)

  26. Assunta Compagnone

    Gentile dott. Merlo,
    sono appena rientrata da un incontro informativo riguardante la nuova Programmazione dei fondi strutturali europei Pon 2014-2020. E’ vero : sono ” un procacciatore di piccoli fondi europei”.
    Qualche dato ( controllabile sulle piattaforme ministeriali ) relativo a quanto , in qualità di dirigente scolastico, sono riuscita a “procacciare” per la scuola che ho diretto dal 2007 al 2014:
    Realizzazione di n.6 laboratori ( fisica , chimica , lingue, informatica)
    Cablaggio e rete wireless per due sedi scolastici
    Lavagne e cattedre digitali in tutte le classi ( appena 56)
    Tablet e pc per docenti
    Ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture degli uffici di segreteria
    Attrezzature tutte utilizzate dagli alunni sia di mattino sia di pomeriggio e da docenti tutti o quasi adeguatamente formati grazie alla formazione erogata e sostenuta proprio da quei fondi di cui Lei ha una conoscenza epidermica. Le attività svolte per gli studenti e con gli studenti (tutte tese all’acquisizione e al miglioramento di quelle conoscenze e competenze che l’Europa ci richiede a gran voce e che l’Italia non riesce a realizzare) hanno inciso sulla qualità della scuola , aumentando il numero degli studenti eccellenti e diminuendo il numero dei respinti.
    Tutte le decisioni assunte sia di natura didattica sia organizzativa sono sempre state ampiamente partecipate e condivise con l’intera comunità educante.
    Dimenticavo di dirle che la scuola che attualmente dirigo non è stata così attenta e quindi devo rimboccarmi le maniche e ricominciare daccapo!!!
    Lei non sa quanto può essere divertente innalzare la qualità della scuola per fare la nostra BUONA SCUOLA!!!!!
    Assunta Compagnone
    Dirigente Scolastico del Liceo Classico G. Carducci di Nola ( NA)

  27. Faraela

    La realtà è proprio quella descritta dal giornalista ma è logico che i presid difendano la categoria. In 35 anni nella scuola come docente e con 2 figli studenti ne ho visti di tutti i colori proprio come quelli descritti nell’articolo ed anche peggio. Piccoli dittatori detentori di un potere effimero che appena in pensione si son visti voltare le spalle da chi prima li adulava.

  28. Vittoria professoressa

    Leggere le sue parole ed accostarle a quelle dei vari commenti significa tuffarsi nella realtà torbida di una scuola, la nostra pubblica italiana, che non ha voluto fare chiarezza sul perchè delle “trappole per candidati”, che da più di un decennio sono diventati i concorsi per dirigenti scolastici. Vedi il caso Lombardia o quello del concorso dirigenti in Sicilia, quando nel 2004 a candidati con le stesse condizioni di partenza sono state applicati criteri valutativi “differenti”, in grado di: “ripescare ” i bocciati, frequentare un corso concorso ad hoc, far confluire nella ristretta cerchia dei dirigenti quanti non erano stati scelti o opportunamente sostenuti in prima battuta e far passare tutto come legittimamente normato da una legge la 202 che di fatto “scongelava” gli ex presidi congelati lasciando tutti in uno stato, come direbbe Crozza, di agghiacciante sconcerto.

  29. anny prof.

    Cito “.Se non, forse, in qualità di genitore.”
    Come fosse cosa di poco conto!
    Che visione è questa della scuola?

  30. Gabriella Giudici

    La lettura dei commenti a questo articolo lascia avviliti: componenti della scuola che si attaccano reciprocamente senza che nessuno si alzi a dire che l’autoritarismo che si vuole ripristinare ha senso solo per mantenere il controllo su lavoratori in sofferenza.

    Come insegnante, mi compiaccio della solerzia della Preside delle Marche, ma un dirigente che non ha visione d’insieme, che non capisce cosa cambia in un ambiente quando cambiano poteri e relazioni, che si illude che le proprie qualità (supposte universali) garantiscano dai rischi, non ha titolo per stare dov’è.

    I dirigenti hanno accettato di diventare setacciatori di bandi europei e piccoli sovrani di una scuola ormai diroccata. Non risulta che si siano battuti contro questo scempio, né che lo facciano oggi. Hanno invece persino anticipato gli effetti di norme devastanti prima che completassero l’iter formale e continuano a farlo. Più “realisti del re”, non c’è ragione oggi perché gli insegnanti debbano accordare loro fiducia o immaginarli al servizio di una scuola che non stanno difendendo e non hanno difeso.

  31. Gaetano

    Caro Merlo ma Lei come è diventato giornalista? Quante sedie ha scaldato,a quanti direttori di giornale ha dovuto …. pagare il caffè? Non so quale concorso ha vinto e come sia arrivato a fare il giornalista , ma conosco di sicuro quanto ha ricevuto e riceve dal suo giornale per ogni articolo che ha pubblicato. Complimenti a Lei che si sente al di sopra degli altri solo perché viene strapagato ha benefit di ogni genere, entra ed esce da dove vuole mostrando la sua tessera e non pagando niente e beneficia di fondi pubblici che il governo elargisce a molte testate giornalistiche, compresa la sua, che senza tali “aiuti” già sarebbero in liquidazione. Noi operatori della scuola svolgiamo il nostro lavoro con competenza e coscienza, le difficoltà non ci fermano né ci fermeranno le sue parole che sono retoriche e lontane dalla realtà che viviamo ogni giorno. Sono perplesso per i commenti di qualche docente o presunto tale che riconosce nella sua analisi la scuola attuale e i dirigenti e mi chiedo: ma dove operano questi docenti? Nella mia, come in tante altre realtà scolastiche, le porte sono aperte i colleghi dialogano e si confrontano continuamente tra loro, con la dirigenza e con tutte le altre componenti che operano a vario titolo nella scuola. Da anni abbiamo realizzato lo “stare bene a scuola” che ha anticipato e supera di molto “la buona scuola” di Renzi .

  32. Giorgio

    Che tristezza leggere le parole di questi piccoli, despoti dirigenti che terrorizzati vedono scoperchiati dall’articolo di Merlo i loro abusi di potere quotidiani, le loro intimidazioni, le loro rivalse contro i docenti, quasi a voler far loro pagare le incapacità di quando loro stessi rivestivano quell’incarico.
    E’ facile governare indossando la divisa da dirigente e lo diventerà ancora di più nel momento in cui questo governo aumenterà le stellette ed i poteri di quella divisa.
    ..ma le divise non danno autorevolezza e rispetto ma piuttosto servono solo ad esacerbare i rapporti con quei docenti sempre più stanchi ed avviliti da quella che era un tempo tra le più belle e significative professioni e che oggi è sempre più ridotta ad un lavoro fantozziano nel quale, per poter sopravvivere, hai solo il diritto/dovere di dire “Signorsì Signor Dirigente”.
    Grazie Merlo.

  33. Roberto

    Mah?! Mi lascia perplesso: per alcuni versi appare molto “giornalistico” e direi sostanzialmente superficiale, ma per altri assolutamente centrato! Come molte cose della nostra vita, non si può prendere tutto e fare d’ogni erba un fascio e quindi anche in questa lettura occorre seleionare, ma, a mio parere, ce n’è per tutti, detrattori e sostenitori appassionati…, ma che i docenti debbano essere pagati di più, considerati di più, come tutta la filiera scuola e che i dirigenti scolastici, saranno tali quando, come e se, saranno dati loro gli strumenti, formazione, autonomia e responsabilità (togliendo loro, similmente p.es alla Germania, piuttosto che alla Gran Bretagna, il versante amministrativo e invece concentrando su di essi quello didattico, comprensivo di colloqui, valutazioni, ecc. e insegnamento perchè no?), tutto ciò è incontrovertibilmente sacrosanto. Scriva ancora Sig. Merlo, è bello leggerlo, ma non sia eccessivamente “tranchant”, rischia che il messaggio positivo dell’articolo o di ciò che desidera comunicare, venga vanificato dalla sua vis polemica e questo sarebbe un vero peccato.

  34. ANNA ROSSI

    Mi guarderò bene dall’invitare il Dott.Merlo nella scuola che dirigo; non ho sicuramente necessità delle sue valutazioni. Condivido in parte il giudizio sulla pochezza della categoria dirigente scolastico(legga, per carità di patria, il Dlgs 165/2001 e le norme prodromiche a proposito della denominazione), pochezza che riguarda i numerosi soggetti che NON intendono esercitare le prerogative e poteri dirigenziali previsti dalla legge per senso di acquiescenza, per non creare frizioni, per, alla fin fine, non cercarsi rogne e così via a progetti e progettini dei vari insegnanti, deliberati dal Collegio docenti per alzata di mano(cane non mangia cane) in carenza di qualsivoglia coerenza con il curricolo obbligatorio e le figure professionali di riferimento. Via alla libera autodeterminazione di alunni e insegnanti, all’anarchia organizzata ai propri fini, ben lontani da quelli istituzionali e dal pubblico interesse. Si sa, c’è da spartirsi il FIS come una torta.
    L’ufficio suppliche?? ma c’è già, Dott.Merlo, non è necessario un DDL!!!
    Mi serve un giorno….devo assentarmi…ho la 104….ho necessità dell’orario su misura…il giorno liberoooooo!!!! in quei giorni devo esercitare la libera professione, ohibò, non posso assicurare l’attività didattica, i miei interessi privati ne trarrebbero nocumento!! farò ricorso, chiederò i danni!!!!
    Dati di fatto:
    retribuzione di docente del II grado con 20-30 anni di anzianità: dai 1800 ai 2000 euro netti mensili, escluso ogni altro emolumento aggiuntivo finanziato da MOF, fondi europei, fondi regionali etc. etc. etc.
    possibilità di esercizio della libera professione
    possibilità di assunzione di incarichi esterni retribuiti
    possibilità di esercizio del part time, associato a libera professione, con retribuzione netta mensile proporzionata al numero delle ore previste dal CCNL
    obblighi contrattuali: 18 ore settimanali di attività didattica, distribuiti in non meno di cinque giorni(il giorno liberoooo!! ovviamente sabato o lunedì; alla peggio, mercoledì), più le attività funzionali all’insegnamento non determinate per via pattizia, più le attività funzionali non di insegnamento rigorosamente limitate a n.80 ore annuali
    ferie: n.32 giorni annui di ferie, più n.4 gg. di c.d. festività soppresse; e le “vacanze”?? ma no, sono sospensione dell’attività didattica… per gli alunni. Cosa fanno gli insegnanti, regolarmente in servizio? i rigorosi lavorano alle attività funzionali,
    programmazione, studio, ricerca, elaborazione verifiche etc etc etc), gli altri viaggiano, fanno shopping, si divertono, stanno in famiglia.
    Ferie durante l’attività didattica: fruibili n.6 giorni; sono detratti dal monte ore ferie annuali?? ma no!!! tanto c’è la sospensione dell’attività didattica…di fatto, rimangono sempre quelli…
    Dei PC e dei tablet: nella scuola che dirigo, oltre al personale ATA, sono l’unica a non essere
    in possesso di smartphone e tablet; tutti gli insegnanti o quasi sono tecnologicamente assai avanzati e fanno abbondante uso del telefono cellulare, spesso per controllare i lavori del cantiere, o dello studio privato, ahimè anche in momenti dedicati alla didattica. PC, l’hanno tutti.
    Manuali e saggi? sarà…non si nota l’empito all’autoformazione all’aggiornamento; oltre dieci anni fa, quando il MIUR stanziò dei fondi per sostenere la formazione dei docenti, fui l’unica nella scuola
    di servizio a chiedere il rimborso..forse perché sono comunque adusa a comprar libri, MIUR o meno? e il mio stipendio quello era, NON europeo.
    Eviterò per ora di fornire i dati sulla mia retribuzione, l’onnicomprensività della stessa, i carichi di lavoro, le responsabilità, l’inutile lotta per imporre il rispetto del Dlgs 81/2008, ovvero della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro a alunni e docenti(bisogna essere flessibili…..), il rispetto della LEGGE ai medesimi(necessario essere sempre flessibili….quando la norma cozza con i propri interessi e/o capricci).
    Sono capitata su questo blog per puro caso; non leggo Repubblica da epoche lontane, pur conoscendo il quotidiano fin dal primo numero; possibile che i colleghi scelgano lo spazio di un giornalista di quello che fino a pochi giorni fa era l’house organ dell’attuale governo per sfogare le proprie frustrazioni?
    Il Dott.Merlo, come lo sa il MIUR, conosce bene le condizioni in cui operiamo, ma il politicamente corretto esige il suo tributo; è molto più popolare insistere sull’agiografia dell’insegnante medio, con la progressione economica automatizzata, caso unico fra le categorie contrattualizzate della P.A., il quale naturalmente reagisce alla sottrazione pur minima di qualche piccolo privilegio e figurarsi quando rischia di essere sottratto alla tanto comoda autogestione.
    Qualcuno però mi spieghi, perché non posso assumere il bravo insegnante precario, che non per nulla ha lavorato anni nel privato, senza privilegi, mentre devo tenermi almeno dieci soggetti a tempo indeterminato che hanno come unica finalità lavorare male il minor tempo possibile e soprattutto mantenere ben stretta l’inamovibilità L.104/92?

    1. Italo Casale

      Buongiorno,
      è proprio l’affetto che si ha verso le cose che ti spinge a vederne anche gli aspetti più problematici e meno edificanti. Aldilà di alcune imprecisioni, peraltro accettabili per chi non frequenta abitualmente le classi, i Consigli di classe o i Collegio dei docenti (sic!), Francesco Merlo ha ben individuato il (futuro) problema: quello della creazione di un ennesimo centro di potere senza, peraltro, che i responsabili ne abbiano piena competenza. Mi spiego. Gli attuali dirigenti scolastici, prima di essere tali, hanno trascorso lunghi anni in cattedra; portano ,quindi, tutta la preziosa esperienza e tutti gli evidenti deficit della professione docente, che sono tanti: le scarse competenze psico-pedagogiche, organizzative e progettuali. Non poco per che dirige un’organizzazione così complessa come la scuola; e non certo per responsabilità loro, vittime anch’esse di un paradosso: una professione alla quale, storicamente, è stata negata una adeguata formazione, se non quella puramente disciplinare-contenutistica. Poco, per una scuola abitata da persone, i ragazzi, le cui domande vanno ben oltre le informazioni e nozioni relative alle singole materie.
      Bene, questi dirigenti, con questa ( debole) formazione, dovrebbero non solo valutare le competenze dei doro docenti e distribuire premi (sic!) , ma anche avere il potere di assumerli.
      Non credo che sia necessario aggiungere altro.

      Italo Casale (Prof.)

  35. ANNA ROSSI

    Dimenticavo…perché solo gli insegnanti dovrebbero avere stipendi “europei”?? e i vigili del fuoco? che so, i funzionari del MIUR con i quali lavoriamo quasi quotidianamente, vincitori di concorso nazionale, SENZA progressione economica ma con collocazione apicale e, se va bene, 1700 euro mensili netti? o in altri ministeri, a 1400 mensili e 36 ore più straordinario obbligatorio non sempre retribuito, ferie quando possibile e senza il gravissimo problema del…in questo orario devo fare l’ultima ora io per due volte la settimana?
    Torno alla profluvie di decreti per assenza del personale da sottoscrivere.

  36. Angelo Libranti

    Ahimè, credo che Merlo abbia proprio ragione, come hanno ragione (dal loro punto di vista) i numerosi dirigenti che hanno protestato e che, si capisce da come scrivono, sono sulla sessantina o di altra cultura.
    Inutile girarci intorno, quando questi dirigenti, a loro volta andranno in pensione, le previsioni di Merlo troveranno piena applicazione.

  37. Insegnante figlio di insegnante

    Sono insegnante figlio di insegnante e ormai sono quasi sessantenne. Ho quindi vissuto tutta la parabola del ruolo sociale di questo mestiere. Capisco i dirigenti scolastici un po’ stizziti dall’articolo di Merlo e forse loro sono dei bravi dirigenti ma quello che Merlo dice è una triste realtà di un paese finito male che non guarda mai, ad occhi aperti, che tipo di paese è. Merlo usa i suoi occhi e ci vede bene.

  38. francesca marzio

    Come docente, ringrazio Francesco Merlo per essersi ancora una volta schierato dalla parte degli insegnanti, sottolineando l’inadeguatezza di salari e l’irresponsabile degrado del loro pur importante ruolo sociale, di aver messo in luce il modo clientelare di assunzioni, ma rifiuto di essere considerata una sorta di stracciona che addirittura ” vive di espedienti “. Il colore va bene, ma i toni non devono mai essere esagerati se non si vuol perdere in credibilità. francesca marzio Liceo Socrate – Roma

  39. francesca marzio

    Come docente, ringrazio Francesco Merlo per essersi ancora una volta schierato dalla parte degli insegnanti, sottolineando l’inadeguatezza di salari e l’irresponsabile degrado del loro pur importante ruolo sociale e l modo clientelare di assunzione dei DS,. Però rifiuto di essere considerata una sorta di stracciona che addirittura ” vive di espedienti “. Il colore va bene, ma i toni non devono mai essere esagerati se non si vuol perdere in credibilità.

    PS errata corrige commentoprecedente

  40. boombeach.diamonds

    Tra i principali fattori che lascio a casa mі&#11423
    gadget &#8574і usura è ѕ&#6513 potrai incontrare gli amjici ο colpisce un cinema, perché l’illuminazione costante sottile &#8574і notifiiche è follemente distrazione.

  41. Gino

    Il problema è l’eccessiva burocratizzazione del lavoro docente che è diventato un passacarte. Per non parlare di continui collegi per deliberare progetto x o y. Tutto tempo che potremmo dedicare ad aggiornarci sulla nostra materia. Al di là di questo quello che mi fa paura è la globalizzazione dell’educazione. Dalla nazione più fallimentare sul profilo scolastico ci stanno imponendo metodologie che vogliono smantellare quel poco di buono che è rimasto: flupping classroom, cooperative learning, bring your device ecc La lezione frontale la trasmissione di conoscenze le stanno dipingendo come il male assoluto. La parola d’ordine oggi è competenza: saper fare ma senza conoscere quello che si sta facendo. Ovvero futuri schiavi sottopagati. Di questo Merlo doveva parlare non di presidi che fanno solo il lavoro di far rispettare le leggi anche se non sono giuste.

  42. carlo brufani

    Sono un docente di storia e filosofia, la rigrazio per l’articolo che riesce ad inquadrare la triste realtà della scuola italiana oppressa da burocratizzazione, pseudoprogetti e pseudoriforme tese ad umiliare la nostra professionalità. Sono tra i docenti che hanno ottenuto il piccolo premio legato alla professionalità. So benissimo che se ho potuto ottenere questo riconoscimento ciò è dovuto ai tanti altri colleghi che hanno condiviso con me il lavoro nelle classi e che hanno dovuto sopportare una piccola ingiusta umiliazione. Non dia retta alla levata di scudi dei dirigenti scolastici che nella loro stragrande maggioranza hanno continuato ad avvallare questa sistematica opera di distruzione della scuola (che andava e va riformata, ma non burocratizzata) introducendo competitività , burocratizzazione e genericamete caos. Potrei parlarle per ore come genitore e come docente della vacuità dell’alternanza scuola lavoro, progetti CLIL e altre piacevolezze dai nomi pomposi che nascondono il nulla cosmico. La rigrazio di nuovo. Carlo Brufani liceo scientifico Calini Brescia

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>