Ma Lupi dovrebbe dimettersi da padre IL RICATTO DELL’IMPUNITO E IL BALBETTIO FORLANIANO DI RENZI

“Prima che da ministro devi dimetterti da padre” gli avrebbe detto don Giussani, se davvero era quel ‘San Gius’ che ci raccontano loro. E non perché Maurizio Lupi ha procurato un lavoro al figlio: chi non lo farebbe? Ma perché ha consegnato il suo cucciolo, laureato del Politecnico di Milano con il massimo dei voti, alla peggiore Ingegneria italiana, quella che allarga, sopraeleva e condona, e intanto unge, corrompe e mescola la sabbia di spiaggia al cemento armato.
Ecco perché ieri alla Camera l’immagine di quel ministro dell’Ingegneria Pubblica che non molla la poltrona perché sa che il governo Renzi è troppo debole per cacciarlo, si trasfigurava ai miei occhi in quella del papà che invece di liberare il figlio, di allontanarlo da sé raccomandandolo per esempio agli Ingegneri veri e ai Capomastri con i calli da lavoro, lo aveva dannato e ora lo continuava a con-dannare alla Corruzione di Stato. “Non ho mai chiesto nulla per lui” ripeteva infatti Lupi sempre più spingendolo nella sabbie mobili del Ministero dei piani regolatori e delle norme aggirate, delle grandi opere a costi maggiorati e senza controllo, degli appalti sporchi per 25 miliardi concessi al principale del suo Luca, con circa il tre per cento di tangenti pagate.
Lupi rovescia qui il famoso familismo amorale del Meridione dove non c’è bisogno di provare i reati dei figli e dei parenti perché basta il cognome: la famiglia è già reato. Al contrario qui il padre scarica il figlio: “l’avesse regalato a me non l’avrei accettato”. E’ papà Maurizio che poggia la propria innocenza sulle spalle del figlio colpevole, quanto meno di ingenuità: “Se avessi chiesto a Perotti di far lavorare mio figlio o di sponsorizzarlo sarebbe stato un gravissimo errore e presumo anche un reato, non l’ho fatto”. C’è un’intercettazione che sembra smentirlo, ma soprattutto, nel tirarsi fuori da quel lavoro concesso al figlio, c’è il farsi grullo per non pagare il conto. E’ un’astuzia minchioneggiante alla Scajola, una trovata da finto stupido. Lupi si fa fesso per farci fessi: “Stefano Perotti conosceva mio figlio da quando con altri studenti del Politecnico andava a visitare i suoi cantieri. Sono amici, così come le nostre famiglie”. Se davvero fosse ipotizzabile un reato, questa versione non resisterebbe a nessun magistrato, fosse pure il più benevolo, perché non c’è peggio della finta ingenuità dell’impunito. Ma qui il reato non c’è e dunque l’impunità è politica, ed è gettata come una croce sulle spalle del ragazzo. Chi mai più darà lavoro a Luca Lupi , chi lo tratterà da ingegnere vero, di quelli che Platone metteva a misurare la Terra, costruttori matematici?
Ha detto Lupi al nostro Francesco Bei: “Sa qual è la battuta che faccio sempre a Luca? Purtroppo hai fatto Ingegneria Civile e ti sei ritrovato un padre ministro delle Infrastrutture” .Qui la spregiudicatezza del militante di Cl, che evoca il conflitto di interessi come un inevitabile scherzo del destino, diventa un urlo. E si capisce ancora meglio che il conflitto di interessi pare a Lupi un motore della storia quando fa l’elogio di Ercole Incalza come grande facitore italiano, come l’uomo che sa decidere, il burocrate pragmatico e competente a cui si devono l’alta velocità, i ponti, le autostrade e tutti gli azzardi pubblici d’Italia, Mose compreso: “ Voglio presentare e fare un applauso a Ercole Incalza che è una persona eccezionale e un patrimonio per il nostro Paese”. Lupi fa così il (consapevole?) elogio del mascalzone italiano e del ‘bertolasismo’ diffuso. Incalza è infatti il Papa di tutti i funzionari, dirigenti, soprintendenti e Commissari Supereroi con pieni poteri sui grandi eventi, le feste nazionali, le ristrutturazioni, le costruzioni e le ricostruzioni, i rifacimenti, gli ammodernamenti, da Pompei sino all’Expo. Nella versione ciellina è “fede che si fa opera”, come l’ospedale di Don Verzè per esempio, “verbum caro factum est”, il verbo si è fatto carne. L’esempio originale è quello della Compagnia delle Opere, di quel gran fumo di clericalismo simoniaco, presunte truffe, denunzie, scandali, ricatti, minacce e processi penali che ha accompagnato il miracolo economico di Cl. E però in questo scandalo del Ministero il cristianesimo come Avvenimento è bestemmiato. Lupi non è un libertino, non è un laico, non è un Machiavelli e neppure uno scamiciato ma, come il suo ex avversario Roberto Formigoni, è un cattolico che fa dell’Avvenimento cristiano l’uniforme della propria vita anche politica, un’armatura morale: teologia, pedagogia, volontariato, famiglia, amore, mistero e magistero, una nuova umanità che incontra Gesù e controlla che ora è nel Rolex regalato al figlio, così come Formigoni mangiava pesce e beveva Champagne a Sacro Sbafo.
Con il suo viso da bambino con le rughe, Lupi è un Formigoni con più ambizione e meno vanità. Quello serviva Messa e stava seduto su una montagna di brioche, pomatine, cipria, costosissime robine, ninnoli, vestiti, scarpe ed accessori che si portava dietro sugli yacht e nelle case che gli mettevano a disposizione in Sardegna e ai Caraibi, tra camerieri che si inchinavano e bottiglie che si svuotavano. Questo è molto più sobrio, preferisce la penombra del ministero dell’Ingegneria Pubblica dove governa una rete di sostanze economiche fatta di intimità e ferinità di rapporti, con una legge che sta fuori dalla legge, garantendo tuttavia alla sua cattolicissima famiglia una piacevole sensazione di virtù.
Mio padre, buonanima, avrebbe preso a calci un suo sottoposto che mi avesse regalato un orologio, o un abito da sartoria o, peggio, avesse offerto un lavoro a me per controllare lui. Dunque, avrebbe detto don Giussani a Lupi: “Per duemila euro al mese hai venduto il tuo Luca all’ Italia rapace che nessuno conosce meglio di te”. Lo ha infatti ceduto a quel Francesco Cavallo detto Frank, che portava dolciumi e regali al segretario (anche lui di Cl) e pagava il biglietto aereo alla signora Lupi. Ha regalato suo figlio all’ingegnere Stefano Perotti per farlo diventare “il nostro uomo a Milano”, e a Ercole Incalza, anche lui ingegnere che si ingegnava tra cavilli e tangenti e non era solo il Dominus italiano delle opere pubbliche ma anche l’ideologo di Ncd. Si vantava infatti di averne scritto “il programma politico”, la carta dei valori . Mi dicono i cronisti retroscenisti che, sotto sotto, questo partito di Alfano aveva in un primo tempo trattato l’uscita di Lupi con posti di sottogoverno: quanti sottosegretari e consulenze valgono un ministro? Quanto varrebbero al chilo le dimissioni di Lupi? E però il Nuovo Centro Destra ha un pacchetto azionario di minoranza che può mandare all’aria tutto il progetto politico di Renzi. E’ un partito del tre per cento ma con 4 ministri: Alfano, Lupi, Lorenzin e Galletti (formalmente Udc); due viceministri, Enrico Costa (Giustizia) e Luigi Casero (Economia); e sei sottosegretari : Massimo Cassano, (Lavoro), Simona Vicari (Sviluppo economico, tendenza Schifani), Giuseppe Castiglione (Risorse agricole), Barbara Degano (Ambiente,) Gabriele Toccafondi (Istruzione), Gioacchino Alfano (Difesa). E’ un esercito di impresentabili, a partire dal ministro Alfano che è ancora quello che fece deportare la signora Shalabayeva e sua figlia e invece di dimettersi costrinse alle dimissioni due stimati funzionari di polizia.
Il metodo Alfano, che adesso Lupi sta sperimentando, è quello del ministro dimezzato ma salvato, del “calati juncu ca passa la china”, impresentabile ma blindato anche alle mozioni di sfiducia. Persino Crozza ieri ha ricordato a Renzi che per molto meno si scagliò contro Annamaria Cancellieri. I peccati della famiglia Mastella fecero cadere il governo Prodi. La signora Idem fu cacciata da Enrico Letta per una Ici elusa. Adesso invece Renzi sembra la parodia di Forlani, fa sapere fuori scena di volere cacciare Lupi, ma in scena tace e intanto il fido Graziano Del Rio prende tempo, “stiamo valutando”, “il ministro ci sta pensando”… E’ forlanismo senza curialità, mancanza di coraggio, una sostanziale difesa dell’impunito costruita però sull’ imbarazzo. Prima o poi anche loro capiranno che ministri e governi dimezzati impongono un gusto e un’ideologia da mezze porzioni politiche che rinviano alle mezze maniche, alla mezze calzette, ai mezzi uomini di Sciascia.

35 thoughts on “Ma Lupi dovrebbe dimettersi da padre IL RICATTO DELL’IMPUNITO E IL BALBETTIO FORLANIANO DI RENZI

    1. Alessandra Pozzi

      Bravo Franceso Merlo! L’isterica reazione dei cielini dice che Lei ha messo il dito nella piaga. Grazie.

    2. Alessandra Pozzi

      Bravo Francesco Merlo! L’isterica reazione dei ciellini dice che Lei ha messo il dito nella piaga. Bravo!

    3. Marco

      Io so che il Gius è un santo e che ti ha già perdonato per la vergognosa affermazione che ha fatto.
      La prossima volta che scrivi qualcosa accertati di aver correttamente collegato la materia grigia.

    1. Sandro

      Mio papà quando ero piccolo e doveva sgridarmi, strozzava in gola le parolacce e mi diceva “brutto merlo”.
      Mi è venuta in mente questa cosa leggendo questo brutto articolo.
      Penso che si possa rimanere delle persone educate anche quanso si hanno opinioni totalmente opposte .
      Sig Merlo abbiamo capito che non ama CL, la Chiesa e altre cose. Vorrei capire chi le da’ il diritto di essere così maleducato con la vita personale di altre persone.
      Sarà pure una firma di Repubblica ma oggi non se è guadagnato l’onore

      Cordiali saluti

  1. daniela

    Non mi sono mai abbassata a commentare via web articoli che non condividevo, ma questa volta non posso esimermi. L’articolo di Merlo trabocca di livore e di superbia, chi mai crede di essere per dare un giudizio sul modo di essere padre di Lupi, su quello che gli direbbe Giussani…. Un conto è il giudizio sui fatti (ancora peraltro da accertare in sede giudiziaria, anche se ormai incontestabilmente acclarati secondo i tribunali mediatici!) che ci può stare, ma quello di Merlo non è un editoriale… è puro odio vomitato fuori nei confronti di altre persone, ancora più grave perché letto da migliaia di persone…
    Spero che Merlo come padre sia meglio che come giornalista!

  2. Davide

    Sono rimasto stupito nel vedere come un giornale, in teoria rispettabile, possa accogliere un articolo in cui è solo un odio ingiustificato a parlare in un vortice distruttivo. Le auguro che nessuno faccia così come ha fatto lei, sputando su ciò che lei ha di più caro. Buon lavoro

  3. Gianfranco

    Commenti atroci. Articolo atroce. Sig. Merlo, lei dovrebbe conoscere una realta’ prima di giudicarla, figuriamoci prima di caluniarla. Si vergogni.

  4. Alessandra

    Non ho idea di chi lei sia, non ho mai sentito parlare di lei e sinceramente sto bene così. Però mi sorge una domanda e spero con tutto il cuore che lei possa rispondermi: il Gius si è impossessato del suo corpo? O meglio, si è impossessato della sua mente o del suo cuore? Perché se fosse veramente così, vorrei conoscerla. Cavolo, sapere cosa pensa una persona morta da dieci anni è un fatto degno di nota, e io vorrei avere la possibilità di conoscere la reincarnazione della persona che ha cambiato la mia vita. Ah, ma forse lei da voce al Gius partendo dalla sua ignoranza vero? Seriamente, ha mai letto un libro del Gius? Ha mai partecipato ad un evento di CL? Cosa sa lei di CL per poter giudicare così gratuitamente? Conosce personamente una persona che sia di CL?
    Personalmente reputo che lei, che sarà pure una persona nota e dotata di qualche qualità, abilmente nascosta in questo articolo, incarni la classica persona ignorante, che parla solo perchè il buon Dio le ha dato la voce ma senza essersi effettivamente informato prima.
    Io sono una studentessa di 24 anni che non si vergogna di essere di CL e penso che lei, prima di aprir bocca e “spalare chili di merda” sulle persone, dovrebbe “tirar fuori la testa dal culo” e smetterla di atteggiarsi da salvatore del mondo. Lei non ha nessun diritto terrestre, ne tantomeno divino (sia lodato il Signore), di giudicare la vita altrui.
    Con questo le auguro un buon weekend (meglio essere sempre educati, me l’ha insegnato la mia mamma, la sua non lo ha fatto con lei??) e spero che lei mi risponda. Non credo di chiederle molto tempo, ma nel caso contrario, non ho fatto altro che toglierle del tempo per scrivere articoli inutili.
    Alessandra
    p.s. mi scuso per le frasi messe tra virgolette, ma le giuro che non non avevo altri modi per esprimerle quel pensiero.

  5. Massimo Bertoni

    Caro Francesco ho certamente motivo, e le garantisco che lo farò,di pregare per lei, e soprattutto pregherò per i suoi figli e per i suoi nipoti di non incontrare mai, dico mai persone scorrette come lei, le auguro una santa Quaresima è un buon cammino.

  6. francesco cacopardi

    Sei un riccastro che ha fatto carriera per raccomandazioni successive e vuoi insegnarci la tua piccolamorale di ominucolo borghese….pagati qualche volta il pasto al ristorante e forse impari tu a fare il padre.

  7. Giorgio

    Articolo allucinante, non trovo le parole per commentarlo.
    Anche chi scrive ha (o dovrebbe avere) delle responsabilità…

  8. Battista Gorla

    CARO Merlo, la quantità di cose ripugnanti che Lei vorrebbe riversare su Lupi si riversano come una maledizione su di Lei. L’infelicitá che Lei procura Le ritorna e Le ritornerà addosso. Lei è il vero infelice Le auguro di trovare e di accogliere perdono e liberazione. Comunque le costerà molto più di quello che procura a Lupi. Intanto chiederò a più persone possibile di pregare non tanto per Lupi quanto per Lei. La supplico: non rida. Riderebbe del proprio male.

  9. pinelli

    Eccellente articolo. Una delle migliori descrizioni che mi sia capitato di leggere circa il verminaio ipocritamente baciapile che alberga in CL . A riprova e certificazione, la sfilza di commenti feriti e livorosi dei soci-adepti. Grazie.

  10. Angelo

    Hahahahahahaha ma Francesco Merlo sei proprio un cretino!! Ma smettila di occupare spazio sui server di Internet con la tua merda!

  11. Livia

    Sei proprio un gran scrittore Merlo. Hai mai pensato di cambiare mestiere? O di chiudere questo schifo di blog? Vogliamo delle scuse ufficiali per il tuo comportamento MERDOSO.

  12. Sandro

    Mi viene da vomitare. A parte l’uso dell’italiano fatto in codesto articolo, le castronerie scritte al suo interno sono figlie di un’istruzione carente, un senso del giudizio totalmente assente e un’informazione praticamente nulla. Voto 2, riveda tutta la sua vita.

  13. donato

    Scherza con i fanti ma lascia stare i Santi. Non sei degno neanche di nominare il nome di un sant’uomo come il Don Gius. Vergogna “giornalista” (????) della repubblica delle banane!!!

  14. enrico pagano

    Complimenti, Francesco, un autentico plebiscito per il tuo ennesimo contributo al vetriolo.
    Restano, come sempre, davvero improbabili le lezioni di moralità impartite da Largo Fochetti.

  15. Patrizia Soleo

    A parte il dispiacere che sinceramente provo nel vederla in balia del risentimento generale provocato dai suoi continui commenti compulsivi… lei, o è malato, o non ha alcuna scusante.

    Ma perchè deve essere sempre così pesante proprio quando le circostanze rendono qualcuno più vulnerabile?
    Non le basta descrivere i fatti senza abusare del potere (troppo) che ha a disposizione?

    Certo, va detto, per compassione, che i calci in culo che avrebbe preso…eccetera, da colui che lei ritiene sia stato un grande educatore debbono averla aiutata non poco a costruirsi l’anima del perfetto malavitoso siciliano.
    *************************************************************************************************
    Etica: le regole
    I precetti deontologici

    L’articolo 21 della Costituzione repubblicana proclama che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.

    L’articolo 2 (Diritti e doveri) della legge professionale 69/1963 recita: “E’ diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede. Devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte, e riparati gli eventuali errori. Giornalisti e editori sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse, e a promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori, e la fiducia tra la stampa e i lettori”.

    L’art. 48 (Procedimento disciplinare) della legge professionale 69/1963 afferma: “Gli iscritti nell’Albo, negli elenchi o nel registro che si rendano colpevoli di fatti non conformi al decoro e alla dignità professionale, o di fatti che compromettano la propria reputazione o la dignità dell’Ordine, sono sottoposti a procedimento disciplinare. Il procedimento disciplinare è iniziato d’ufficio dal Consiglio regionale o interregionale, o anche su richiesta del procuratore generale competente ai sensi dell’articolo 44”. Il potere riconosciuto al Pg di “impulso” significa solo che c’è un interesse pubblico affinché la professione giornalistica si svolga in termini corretti.

    L’articolo 15 della legge 47/1948 sulla stampa vieta la pubblicazione di immagini a contenuto impressionante o raccapricciante”: “Le disposizioni dell’art. 528 c.p. (pubblicazioni e spettacoli osceni), si applicano anche nel caso di stampati i quali descrivano o illustrino, con particolari impressionanti o raccapriccianti, avvenimenti realmente verificatisi o anche soltanto immaginari, in modo da poter turbare il comune sentimento della morale e l’ordine familiare o da poter provocare il diffondersi di suicidi o delitti”.

    Dall’incrocio tra Costituzione e norme deontologiche professionali si ricavano questi i principi:
    a. la libertà di informazione e di critica (valori che fanno definire il giornalismo informazione critica) è il “diritto insopprimibile” dei giornalisti. “Le libertà fondamentali affermate, garantite e tutelate nella Parte prima, Titolo primo, della Costituzione della Repubblica, sono riconosciute come diritti del singolo, che il singolo deve poter far valere erga omnes. Essendo compresa tra tali diritti anche la libertà di manifestazione del pensiero proclamata dall’art. 21, primo comma, della Costituzione, deve senza dubbio imporsi al rispetto di tutti, delle autorità come dei consociati. Nessuno può quindi recarvi attentato, senza violare un bene assistito da rigorosa tutela costituzionale”. (Corte costituzionale, sentenza 122/1970).
    b. la tutela della persona umana e il rispetto della verità sostanziale dei fatti principi da intendere come limiti alle libertà di informazione e di critica.
    c. l’esercizio delle libertà di informazione e di critica ancorato ai doveri imposti dalla buona fede e dalla lealtà:
    d. il dovere di rettificare le notizie inesatte. La pubblicazione della rettifica è un obbligo di legge (art. 8 legge 47/1948 sulla stampa), ma sul piano deontologico il giornalista deve provvedervi autonomamente senza attendere l’impulso della parte lesa dalla diffusione di “notizie inesatte”
    e. il dovere di riparare gli eventuali errori;
    f. il rispetto del segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse. Il segreto professionale è tutelato soprattutto dall’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (legge 4 agosto 1955 n. 848) e dalle sentenze Goodwin, Roemen e Tillack della Corte di Strasburgo dei diritti dell’uomo. La Convenzione europea tutela espressamente le fonti dei giornalisti, stabilendo il diritto a “ricevere” notizie.
    g. il dovere di promuovere la fiducia tra la stampa e i lettori;
    h. il mantenimento del decoro e della dignità professionali;
    i. il rispetto della propria reputazione;
    j. il rispetto della dignità dell’Ordine professionale;
    k. il dovere di promozione dello spirito di collaborazione tra i colleghi;
    l. il dovere di promozione della cooperazione tra giornalisti ed editori.

  16. Gennaro

    Caro Merlo,
    intanto le dico che condivido in pieno il suo articolo. In piu’, lei ha il merito di aver stanato il numero complessivo degli estimatori di Lupi, ovvero di quei quattro mentecatti che hanno lasciato i commenti precedenti. E’ grazie ad italiani come questi che siamo messi come siamo messi. Stia bene.

  17. stefano

    Articolo di una purezza assoluta
    Merlo come sempre colpisce di Penna e fioretto alla ricerca della verità
    E la trova

  18. Teodosio

    Caro Merlo, notevole l’opera maieutica che le procura tanta ostilità: li aiuta a trovare verità che non piacciono, e si generano i commenti di cui appresso. Personalmente credo che questi non abbiano niente a che vedere col Lupi, sono solo di quell’altra sponda “giornalistica” che lei ebbe modo di lisciare non molto tempo addietro

    1. Patrizia

      A me invece pare che la sua villanìa venga ricambiata quando apre la bocca solo per marchiare di indegnità il prossimo.
      Comunque, dopo l’insuccesso per il commento sulle colpe di Lupi, oggi il giornalista decide di calciare più in basso, tanto per rimanere in curva di sicurezza, prendendosela con un tal Siffredi redento ed altri, segnalando ‘l’indegnità’ dei protagonisti della sua narrazione, giusto per cambiare…

      E’ tanto che si è chiesto un cambiamento a questo modo di fare informazione. Ed è passato molto tempo da allora.

      Qual’è il ruolo dei merli: non riuscendo per propria incapacità a fare giusta critica semplicemente usando un po’ più misura nei propri commenti, riducono la loro delicata missione a mero protagonismo alimentando al negativo il carrozzone coi frizzi e i lazzi, moltiplicando odio e casino dell’universo mediatico.
      Poi ci sono anche queste altre sue favole malriuscite dove finisce pure che il ‘cattivo’ Lupi, linciato dagli eccessi del Merlo, venga benedetto persino dai suoi nemici. E dunque, anzichè sui fatti, poggiamo sui sensi di colpa provocati dalle crocefissioni fatte dai merli.
      Ed è questo, spesso, l’inutile e dannoso ruolo dei merli.

  19. Angelo Libranti

    A proposito di imbarazzi, ideologie da mezze porzioni politiche e da mezzi uomini, D’Alema poi si dimette?

  20. riccardo

    Complimenti, come sempre aveva capito tutto in anticipo… o no?
    Ma dimettersi da giornalista’ e’ chiedere troppo, vero?

  21. Matteo

    Il tempo è galantuomo, come sempre. Non appezzo Lupi ne’ la sua incoerenza politica ma, si immagini invece cosa posso pensare del suo livore e della sua innata propensione ad inveire… ci pensi, cambi mestiere: il giornalismo è altra cosa!

    1. Antonio

      …forse ci sarebbe una possibilità di riscatto per lei,,.fare le scuse pubbliche a Maurizio Lupi,
      togliendo questo articolo infamante!…ma ci vogliono le palle per un gesto simile!

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