Chiede alla Rai di non chiamare furbi gli evasori ma con le parole le guerre sono inutili / LA FURBIZIA DI MONTI CONTRO I FURBI CHE FANNO FESSI GLI ITALIANI

Non sappiamo se compatirlo o fargli i complimenti, se Mario Monti è un illuso o e se il vero furbo è lui che, con un’astuzia semantica, aggredisce la furbizia che fa fessi gli italiani. Il presidente del Consiglio vuole che mai più in radio e in televisione vengano chiamati furbi gli evasori fiscali che sono invece delinquenti, malfattori, mascalzoni e fondamentalmente ladri. E se è difficile dargli torto, è forse ancora  più difficile dargli ragione.

Si può infatti sorriderne, ripassando la lunga storia della lotta alla furbizia come natura italiana prima ancora che umana, e dunque paragonare Monti a Marinetti che propose di abolire gli spaghetti, a Mussolini che pretendeva il voi al posto del lei, a Cavour che si proponeva di ‘fare’ gli italiani, a San Francesco d’Assisi che li immaginava tutti innamorati di Madonna Povertà, a Dante che li spingeva ad essere fieri e ghibellini, a Mazzini che indicava come antidoto all’astuzia il pensiero e l’ azione, a Garibaldi che li voleva tutti garibaldini. E Berlinguer ci voleva austeri, Pannella ci vuole liberisti, liberali, libertari e libertini.  …

Solo Machiavelli pensava che non si può abolire la malizia italiana ma che bisogna domarla con il terrore; il bastone del comando contro il sotterfugio e l’intrigo; il timore al posto dell’amore per scansare tutte le trappole e le miserie della furbizia, tra le quale oggi c’è certamente l’evasione fiscale. E mi viene in mente quel film di Dino Risi che smonta ‘i mostri’ della furbizia non con la semantica ma con l’immagine terribile di Tognazzi che accompagna  su una sedia a rotelle Gassman pugile suonato.

Gassman fu suonato come gli evasori beccati a Cortina, come i divi dello spettacolo che nascondono il cachet, come i finti imprenditori che predicano il liberismo ma esibiscono la volgarità gaglioffa alla Briatore e intanto nascondono il gruzzzolo nei caveau svizzeri o del Lussemburgo.

Sappiamo che Mario Monti, con la Guardia di Finanza, ha dichiarato una guerra militare all’evasione fiscale e dunque ora, come sempre accade ai generali combattenti, sogna di militarizzare  l’informazione imponendole di rinnovare anche il linguaggio. Quel che manca all’Italia sono i soldi e quei pochi che ci sono se li godono illecitamente gli evasori. Sono furbi? Dobbiamo ancora chiamarli furbi?

Diciamo la verità: è impossibile non condividere il senso di un appello che svela l’inghippo di un linguaggio che  non è  innocente perché con la sua potenza è servito e serve a far crescere il pelo sullo stomaco a generazioni di italiani e a far credere che sia quella – appunto, la furbizia – la vera virtù da perseguire, in luogo del senso civico. Monti ha ragione: se non siamo mai riusciti a diventare cittadini la colpa non è del cattolicesimo o della disomogeneità dell’Italia o della mancanza di senso dello Stato, o del familismo e delle mamme…. Noi siamo marchiati perché ci siamo innamorati di questa natura ribalda della furbizia italiana che è una potentissima ideologia con un solo comandamento: amare Dio e fottere il prossimo.

E però la  guerra semantica non funziona perché il linguaggio non muta per decreto e lottare contro le parole è inutile oltre che ridicolo e mi vengono in mente le veline di ‘Striscia la notizia’ che vorrebbero dare all’espressione velina il significato di virtuosa, e la lotta che fu lanciata nel Pd contro il sostantivo compagno, e le ridicolaggini della lingua al femminile: ministra sì ma meglio ‘signora segretario’ dell’ancillare segretaria,  e <dal nostro inviato/a> scrisse una volta l’Unià di Veltroni che sullo stesso argomento aveva un giornalista e una giornalista.

Giorgio Manganelli, per combattere la natura italiana, pensava di abolire i concorsi. Prezzolini, nelle sue ‘modeste proposte’, proponeva di abolire le tesi, Pasolini la scuola, il gruppo 63 la sintassi e Nanni Balestrini addirittura la ‘a’ e la ‘b’.  Secondo Natalia Ginzburg, gli italiani hanno sempre cercato di sostituire le parole vive con cadaveri semantici che ne attenuino i significati. Tra gli orrori del politicamente corretto ci sono il cieco che diventa ‘non vedente’ e lo spazzino ‘operatore di pulizia’. In ‘Amici miei’ questo vezzo dell’eufemismo viene preso in giro cosi: <non si dice impotente ma ‘non trombante’>. Berlusconi, che è maestro di commedia all’italiana, ha inventato per noi ‘utilizzatore finale’, ‘cena elegante’, ‘burlesque’ e sono, per dirla con la Ginzburg cadaveri semantici che sostituiscono parole vive che invito il lettore a indovinare. E stavo per dimenticare la ‘escort’ al posto di …E che dire dei furbetti del quartierino: sono eroi o gaglioffi, o eroici gaglioffi?

E però vero che certe invenzioni linguistiche, come la goccia cinese, hanno bucato la roccia dura del significato e modificato i più radicati punti di vista. Ci sono parole politicamente corrette che sintetizzano rivoluzioni epocali. Il negro per esempio è diventato davvero nero. E non è stata solo semantica la trasmutazione alchemica del frocio in gay. Persino il velleitario Mussolini riuscì a ribattezzare per sempre i pompieri in vigili del fuoco.

Diamo dunque a Monti la solidarietà, ma anche la sferzante ironia degli italiani. Forse, per sfasciare la retorica del furbo, Monti dovrebbe restare nel codice italiano invece di dare alla sua guerra linguistica l’urto e l’impeto tedesco, lo Sturm und Drang. Insomma, anziché chiamare l’evasore gaglioffo e ladro ( in tanti ancora sceglierebbero Barabba) potrebbe ispirarsi al genio italiano e fregarlo elevandolo ad  un’altra nobiltà, quella di Ettore Petrolini. Con la furbizia dei suoi ragionieri e dei suoi tecnici potrebbe scovarlo e intrappolarlo, smontarne tutte le astuzie e alla fine dimostrare non che il furbo è un malfattore ma che gli evasori non sono furbi perché, come diceva  appunto Petrolini, appartengono alla nobile razza dei cretini.

 

6 thoughts on “Chiede alla Rai di non chiamare furbi gli evasori ma con le parole le guerre sono inutili / LA FURBIZIA DI MONTI CONTRO I FURBI CHE FANNO FESSI GLI ITALIANI

  1. Alberto

    Come aggredire l’evasione ? Semplicemente sottraendo al cittadino la possibilita’ di evadere. Portando il prelievo fiscale a un limite minimo di decenza. Ora e’ talmente alto che evadere non e’ piu’ una necessita’ ma un dovere.
    Diamo a tutti una partita iva, come a tutti, appena nati, viene data una posizione fiscale. Diamo a tutti la possibilita’ di detrarre una % dell’iva a debito dalle tasse. Vedrete che montagne di scontrini !

  2. givo

    mi chiedo cosa ha portato uno come il prof. Monti al convegno di gente come quelli di CL . E’ un atto di furbizia anche questo?

  3. Roberto

    Furbi o ladri? Dott.re Merlo, deve sapere che l’evasione fiscale è figlia dello statuto albertino che permetteva ai lavoratori indipendenti di concordare i loro redditi con l’ufficio delle imposte.
    Così come oggi concordano il reddito minimo da sottoporre a tassazione tra il governo e le loro associazioni di categoria.
    Quindi il continuo lamento dell’evasione fiscale è solo una grande ipocrisia, ben sapendo, tutti, questa situazione.
    I nostri PADRI COSTITUENTI per uscire dallo statuto approvarono l’articolo 53 della Costituzione ordinando al legislatore ordinario di tassare, non il reddito, ma la capacità contributiva il che è tutta un’altra cosa!
    Infatti i nostri PADRI COSTITUENTI indicando come oggetto dell’imposizione la capacità contributiva intesero dire che le spese per soddisfare le necessià quotidiane non fossero soggette ad imposizione.
    Da questo precetto si evince che la somma degli importi di tali spese, una volta certificate dalle ricevute fiscali, risulteranno essere i ricavi/redditi effettivi di chi vende beni, consumi e servizi cioè di chi, oggi, versa solo il 7% dell’intero gettito IRPEF pur possedendo il 73% della ricchezza nazionale.
    Dott.re Merlo, se vuole conoscere il significato dato dai nostri PADRI COSTITUENTI al precetto di capacità contributiva visiti il sito dell’Associazione Articolo 53: http://sites.google.com/site/articolo53

    1. ulmike

      Come risolvere la controversia del canone della rai? O mettiamo una tassa a chi acquista un televisore anche se non lo usa per sintonizzarsi perchè preferisce andare al cinema, oppure lo usa per guardare i dvd o i dvix oppure chi vuole vedere la rai paga come avviene per la sky basta mettere una smart card e da 10 anni tutti i tv ne sono dotati oppure si mette, come per il decoder esterno un lettore smart card esterna; è chiaro che rai è una brutta copia di mediaset quante rai ci sono 20? io non lo so me lo dice il suocero, vi sembra un servizio di stato? Perchè non firmare su questo blog una petizione per abolire il canone rai? Quante persone lavorano 10 ore al giorno più il tempo per andare e ritornare dal lavoro e alla sera sfiniti non hanno le forze per guardare la tv oppure semplicemente preferiscono lo streming o il web per tenersi aggiornati? Ma devono pagare il canone? Ogni governo porta in rai nuovi funzionari che non vengono licenziati quando il governo cade, che noi contribuenti dobbiamo mantere anche con il canone; è giusto che chi guardi la rai paghi, altrimenti chiamiamola tassa sul televisone. Perchè non mettere una tassa annuale sulla televione 10 euro a pollice, 20 euro a pollice se in alta definizione. Poi ci sarebbe da dire devo pagare la rai e anche sky e anche mediaset mi dicono che ci sono delle smart card per premiun? Non sapevo

  4. Paola

    Credo che l’informazione sia militarizzata da tempo e non solo in Italia. Penso che essa cerchi sempre di affermare attraverso l’uso di parole semplici un giudizio unico collettivo pandemico come l’influenza, alla portata di tutti, ripetibile nei bar, nei salotti, in tram, alla festa di Cl di Rimini. In questo modo, cioè offrendo una definizione pronta all’uso, si riduce la stessa capacità di giudizio della persona, chiunque essa sia. Monti è indubbiamente un uomo intelligente conosce chi partecipa a quella manifestazione, pecore senza pastore alla mercè di chiunque ormai da troppo tempo (fatte le debite eccezioni) e forse dando prova di autorevolezza sui media in quel contesto, voleva semplicemente aprire l’ovile entrarvi e farsi riconoscere. Ringraziandola per il suo lavoro che apprezzo sinceramente, le porgo i miei più distinti saluti. paola.

  5. Angelo Libranti

    Dico semplicemente che gli italiani fanno di necessità virtù. Dominati per secoli da eserciti stranieri, spesso oppressori, hanno imparato l’arte di sopravvivere.
    Come fottere il potere e limitare i danni.
    Anche durante il Fascismo si piangeva e si fotteva, salvo i duri e puri che scelsero l’esilio.
    Oggi è pure peggio; di fronte a un fisco vorace ed uno Stato oppressore in fatto di tasse, si sopravvive e si cerca di fottere. Il paradosso consiste in uno Stato che, praticamente, favorisce l’evasione perchè non adotta leggi idonee a combatterlo. Una per tutte il rimborso dell’IVA.
    Lo Stato pareggerebbe il conto con chi la paga, ma avrebbe un introito nuovo da chi lavora in nero da anni. Medici, odontoiatri, veterinari, avvocati, notai, idraulici, fabbri, parrucchieri uomo e donna, geometri e ingegneri, calzolai, orefici, muratori, elettricisti, elettronici, ambulanti di vario genere ed etnia, ecc.ecc., l’elenco è lungo, gli evasori tanti.

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