BREIVK / IL SORRISO DEL MOSTRO

Concede al fotografo il suo sorriso giocondo, un sorriso insinuante, ammiccante, compiaciuto, ed è la prova che non bisogna credere alle facce, che i mostri non sono mostruosi, che Lombroso aveva torto e  che la fisiognomica non è una scienza. Visto così, dal finestrino dell’auto che lo porta in tribunale, Breivk è l’uomo più contento del mondo, soddisfatto di sé, non ha nulla di torvo o di arrabbiato, non ha la tenebrosità del diavolo né quegli occhi di ghiaccio che  molti gli hanno attribuito senza neppure guardarlo in faccia.

E’ felice di star lì, di essere diventato famoso, pensa di avere agito bene, di meritarsi finalmente gli occhi del mondo. Ed è moderno, Breivk, perché è l’apoteosi di Andy Warhol, del favoloso criminale che si è scolpito nel marmo il suo quarto d’ora di popolarità, ha trasformato i suoi quindici minuti in un’eternità. E dunque sorride perché sa che la sua faccia e il suo sorriso resteranno indelebili nella storia e cancelleranno la faccia dell’uomo che ha ammazzato Kennedy, la faccia dell’attentatore del Papa e del killer di Versace,  il norvegese è sicuro di non avere rivali, non ci sarà una faccia più studiata e ricordata della sua. Ecco perché più che sorridere Breivk è un uomo in posa: con l’aria beata e fiera si offre agli artisti che riprodurranno la sua espressione al museo delle cere.

Certo, sono infinite le vie della follia, ma la strada che ha scelto Breivk è quella della giocondità, della semplicità. I suoi libri cult per esempio, Kafka e Orwell e Machiavelli e ovviamente la Bibbia, sono anche i nostri, e noi che li abbiano letti  sappiamo bene che li possono leggere anche i cretini, che sono pensieri che in mano ai cretini possono degenerare. Il killer disegnato da Tarantino citava il profeta Ezechiele, quello di John Lennon aveva in tasca il giovane Holden… In mano a un cretino anche la perfezione diventa storta, anche il sublime diventa fango. In mano a un cretino, Leopardi non è più un poeta ma un gobbo rancoroso.

Anche gli incubi di Breivk sono gli stessi che circolano su tanti nostri giornali: la sua mente, il suo progetto e ora l’esibizione della sua felicità, più che degenerazioni naziste sembrano degenerazioni delle invettive di Oriana Fallaci e dei suoi pessimi seguaci. E non c’è bisogno di andare in manicomio per trovare giovanotti convinti che Marx e l’Islam a braccetto  stanno distruggendo il cristianesimo e l’Occidente. Basta girare un po’ su Internet, leggere editoriali, comprare bestsellers.

Davvero il sorriso del giocondo dopo lo spaventoso eccidio  è il sorriso di un cretino. E forse è cosi che bisogna leggere quella sua faccia candida,  forse è così che dobbiamo decrittare la sua  orribile storia, con il codice della cretinocrazia. Ecco cosa ci dice il suo sorriso, ecco cos’è il mostro: uno spaventoso, fantasmagorico, tragico, colossale cretino.

3 thoughts on “BREIVK / IL SORRISO DEL MOSTRO

  1. Violetta

    Assolutamente d’accordo, caro Merlo. Non c’è una peggiore disgrazia di quella di trovare dei cretini ovunque. Il cretino è troppo pericoloso del cattivo. Questo lo si vede, lo si sente. Lo si puo’ dettettare, cioè alla Lombroso. Il cattivo ha una traiettoria di odio perenne, ha una via disegnata per fare la sua. Appartiene ad un branco, ad una banda terrorista o delinquente che porta certi controideali che vogliono qualcosa, sia il potere, sia la vendetta politica o arricchirsi rubando. Forse truffa, inganna. Ha una certa storia personale di emarginazione, di traumi, di scuri capitoli personali senza rissolvere. Ma il cretino, no. Il cretino non ha mai un motivo. Né uno scopo. Nemmeno sa perchè fa quel che fa. Sente una passione scontrollata per essere il centro dell’attenzione. Il cretino non è nulla e solo si riconosce nel momento della “gloria” del suo killeraggio, nel momento cui la sua cretinaggine stupisce il mondo. Come il Cavaliere quando è stato sorpreso nel ridicolo del bunga bunga e semplicemente se ne vanta, per stupire, per non essere un finocchio, ma un macho da botox, tacchi, latex, pastichie e impianti capillari tinti. Ma un maschio. Un cretino, anche. Il cretino infastidisce e rovina quello che sfiora perchè neppure sa sfiorare, invece schiaccia. Se legge, s’intossica. Se studia impazzisce. Se osserva fa torto e confonde tutto. Se prova una relazione la fa diventare una guerra di rivalità, solo puo’ matrattare od essere maltrattato. Dominare o essere schiavo. Se si sente libero, è un vero pericolo sociale. Se si sente immovilizato dall’impossibile, si ammala. Non ha una minima tolleranza per la frustrazione naturale nel corso della vita. Non sopporta l’anonimato. Lui deve fare quelcosa di “grande”, se non sa salvare delle vite, impedire una catastrofe né lavorare per migliorare il mondo, lo distrugge. Cecamente. Cretinamente.

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