La nuova edizione del Cucchiaio d’Argento / IL PRIMO LIBRO NUTRIENTE

Eppure mia madre correggeva il ‘Cucchiaio d’argento ’, come mio padre correggeva, nientemeno, la ‘Divina Commedia’ :  <… fatti non foste a viver come bruti / ma per seguir virtute e canoscenza >. Mia madre diceva che gli arancini si fanno <con la carne sfilacciata, perché tritata la mangiano i cafoni>. Mio padre aveva contato in Dante almeno <sette ‘conoscenza’, sempre ‘conoscenza’,  e una sola canoscenza,  quella di Ulisse. Perché?>.  Mia madre concludeva: <Non esiste il ‘manoscritto’ degli arancini>. E neppure esiste il manoscritto della ‘Divina commedia’.

Entrambi erano convinti che la vera sapienza non è scritta, ma orale. Una mamma cuoca, per dire, non prenderà mai sul serio l’idea (Savarin) che <ha un sapore particolare la coscia  su cui la pernice si appoggia dormendo>. Ebbene, il ‘Cucchiaio’, sostituendo la coscia ben scritta con la coscia ben mangiata,  fu il  primo libro <nutriente>.  Eliminò gli aggettivi che sono roba da digiunatori e adottò per sempre l’imperativo plurale <condite>  senza la confidenza oleosa del <condisci>, o peggio la pappa scotta del <condirete>, né tanto meno lo sciapo <condire> o il pepato  <lo si condisca>. Insegnò che anche le parole si mettono a fuoco e <se il sugo è venuto grasso, sgrassatelo>. Conquistò dunque le cucine d’Italia perché non fa pensare a una mano che scrive, ma a una voce che parla, una voce di mamma che crea e nutre e rimanda all’indicibile: <quando il battuto è ammorbidito mettete l’anguilla>. Ma quando il battuto è ammorbidito? E se l’anguilla, ancora viva, scivola via per tubi e per anfratti?

Frutto dello scisma con ‘Il Talismano della felicità’, il Cucchiaio fu la modernità che portava in cucina il mito della Donna Pratica. La casalinga diventava housewife ed è un peccato che non ci sia nel nostro cinema una Alberta Sordi senape e mostarda che usa “la cucina americana”, il fridge e frulla sedani nel mixer. Nel ‘Cucchiaio’ di quegli anni non c’è l’inglese dei cretini cognitivi di oggi, ma ci sono, ovviamente,  il curry, l’hamburger e il porridge, né si poteva fare a meno del  francese, entrèes, omelettes, bouchèes , crêpes, pot-au -feu… E c’erano il gaspacho e il kugelhupf.  Le lingue vanno usate  ‘sq’:  secondo quantità.  Mia madre raccomanda le vecchie edizioni , quelle senza matematica: <quanto basta>, <un bicchiere di vino>, <un pizzico di sale> .  E <il burro deve fondere, ma non friggere> . Che vuol dire? <Vuol dire il tempo di un Padrenostro> tagliava corto mia nonna.

Nato nel 1950, il Cucchiaio sedusse infine anche le nonne d’Italia negli anni frettolosi della Tecnica, gli anni in cui il Paese si risvegliava e l’essere aspirava al benessere, il vivere al saper vivere,  l’ abbondanza diventava ghiottoneria, la povertà si mutava in modestia: non più sapori forti  ma piaceri.  Perciò vinse la guerra alla pesantezza dell’Artusi e alle stranezze dello Scappi, il cuoco dei Papi: <Battonsi otto uova che siano di almeno tre settimane ché sono migliori delle fresche…>.  Ecco: passava la voglia di mangiare.

3 thoughts on “La nuova edizione del Cucchiaio d’Argento / IL PRIMO LIBRO NUTRIENTE

  1. Marco Sostegni

    Caro Merlo,
    ci può spiegare meglio i “cretini cognitivi”? mi piace il suono ma temo che fotografi bene molti di noi. Io per primo…
    Sull’alimentazione da abbondanza da boom (non per tutti) i ricchi si sono quasi subito innamorati della magrezza che li avrebbe distinti dal volgo.
    Penso alla “signorina” del mio paese almeno.

      1. Lidia Fontanet

        Intelligenza da poco, sicuro, caro Merlo? Oppure una deviazione mentale da pretese? Mi sembra che il netto cretino cognitivo lo sia, cognitivo, non per la propria conoscenza, forse una vera impossibilità autorevole, invece perchè la sua cretinaggene gli fa essere conosciuto, cioè lo fa risultare cognitivo per il resto, in un modo palese. Anzi strepitoso.

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