Storia di uno scippatore per bene

Protetto dal casco, lo ‘scippatore per bene’ apre lo sportello dell’auto e strappa la borsa alla donna, ma poi piange invece di scappare e si lascia aggredire dalla folla, capisce non tanto di essere <rimasto onesto nell’animo>, ma soprattutto che scippatore non ci si improvvisa: gli mancano il sangue freddo e il mestiere del delinquere (ricordate Al Pacino nel ‘Pomeriggio di un giorno da cani’?).

Potrebbe sembrare deamicisiana la storia del ragioniere modello di 52 anni che, rimasto senza lavoro perché depresso dopo la morte di uno dei tre figli, deruba una signora che aveva ritirato 250 euro al bancomat. E invece il primo insegnamento è che nelle città (solo del Sud?) c’è poco spazio per l’anarchia, per il gesto delinquenziale estemporaneo: gli scippatori sono espressione di un territorio e d’una gerarchia. Ci vuole tecnica anche per l’accattonaggio e per rubare motorini. Forse ha più mestiere il delinquente del presentatore tv, della velina, del deputato che si vende …

Ma torniamo al nostro eroe circondato dalla folla che lo malmena, sputa, è pronta a linciarlo. Lui grida <aiuto, carabinieri!> che lo salvano e lo arrestano. Il contabile ringrazia,  in ginocchio chiede perdono alla donna. Implora: <Non dite niente a mia moglie>. I carabinieri gli mettono le manette e poi gliele tolgono, lo trattano al tempo stesso da colpevole e da sventurato, gli promettono un aiuto. Ed ecco il secondo insegnamento: gli ‘sbirri per bene’ sono sì capaci di colpire duro, ma anche di distinguere. E davanti al delinquente disgraziato provano una sofferenza d’animo che è merito professionale: vogliono acciuffarlo e, al tempo stesso, risarcirlo, non lo ‘sbattono dentro’ ma lo ‘fanno accomodare’ in prigione. E l’indomani il gip lo libera e i giornali non fanno il suo nome (neppure le iniziali) . Come un eroe del pensiero negativo, lo scippatore per bene si lascia intervistare di spalle (è su Youtube) raccontando che la goccia che ha fatto traboccare il vaso della sua disperazione non è l’affitto o la scuola dei figli o il pane, ma la … ricarica del telefonino: <Mettetevi nei panni di un padre che non può ricaricare il telefonino alla figlia e deve dirle che non ha i soldi. Solo chi l’ha provato può capire come ci si sente>.

De Amicis? Mi viene in mente Salvatore Giuliano che divenne il più famoso bandito della storia per due tumuli di grano. I carabinieri glieli sequestrarono e poi, vedendo che si stava allontanando, gli spararono sei colpi di moschetto ferendolo al fianco destro. Ma quando un carabiniere si avvicinò per dargli il colpo di grazia, Giuliano tirò fuori la  pistola e lo uccise. E chissà se il valore di quei due tumuli di grano (80 kg) oggi corrisponde a quello di una ricarica telefonica, chissà se il prezzo della civiltà è rimasto lo stesso. E chissà se gli scippatori di oggi possono essere paragonati ai briganti di una volta o magari ai ladri di biciclette di De Sica.

(VELVET)

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