Contatti

128 thoughts on “Contatti

  1. Barabeke

    Ammiro molto i suoi articoli, mi piacerebbe tenermi aggiornato su ogni cosa che esce, cercavo un suo account twitter ma non l’ho trovato, mi auguro cominci a twittare presto!

    Con stima,
    Barabeke

  2. Alessandro M.

    Ho appena letto il suo ultimo “La sicilitudine e l’imbroglio dell’identità”. Passano gli anni e continuo a leggerla con la stessa ammirazione e passione di sempre. Mi è capitato spesso di appassionarmi ad una “penna”. Ma nel tempo questa passione svaniva, si attenuava… forse ero io che cambiavo ed affinavo il mio modo di leggere e di sentire. La mia ammirazione per il suo pensiero e il suo modo di scrivere è tale che so, lucidamente, che non si attenuerà mai. E che lei per me rappresenterà sempre un punto solido e fermo della mia esistenza. E i miei figli la conosceranno attraverso me. Le posso inviare a qualche indirizzo un omaggio come mio segno di gratitudine? La saluto cordialmente e le auguro un nuovo anno ricco di passioni ed emozioni.
    Alessandro Mastrogiuseppe (Sulmona)

    1. franco monaca

      Come non esprimerLe la mia totale solidarietà di fronte agli attacchi squadisti e beceri dio Grill ed a quelli più sofisticati ma forse più velenosi di Travaglio?

  3. ROSARIO Grillo

    I tuoi articoli su Repubblica sono una continua lezione di stile.
    Da siciliano, che ammuffisce nel nord, a siciliano, che contesta l’identità : sei unico!

  4. irma verardo

    SALVE! HO LETTO IL SUO ARTICOLO SUL TATUAGGIO….LE PREMETTO CHE SONO UNA TATUATRICE DI ESPERIENZA PLURIDECENNALE E NON ME NE VOGLIANO I MIEI CONOSCENTI O CLIENTI SE MI PERMETTO DI ESSERE TOTALMENTE D’ACCORDO CON LEI. SONO ANNI CHE NOI TATUATORI PROFESSIONISTI VIVIAMO ALLE PRESE CON QUELLO CHE E’ DIVENTATO ALLA FINE “UN BUSINNESS” E NON PIU’ QUELLA FORMA D’ARTE ANTICA E RAFFINATA CHE E’ STATA DA SEMPRE. BUSINNESS PER NOI, CHE VOLEVAMO “VIVERE DA CREATIVI” E INVECE SIAMO RIDOTTI ( SENZA OFFESA PER NESSUNO) AD ESSERE CATALOGATI COME “ARTIGIANI” E DUNQUE “ACCORPATI” A ESTETISTE A PARRUCCHIERI ( COME SE CI FOSSE UN QUALUNQUE CONNUBIO POSSIBILE….) MA ,ATTENZIONE, QUESTO E’ IL SISTEMA ITALIANO PER CONSENTIRCI DI PAGARE LE TASSE….LE SOLITE CHE CI STROZZANO SE SALTIAMO UNA RATA INPS E CI CATAPULTANO SUBITO NELLE GRINFIE DI EQUITALIA…….MENTRE LE PROSTITUTE, AH AH COME SE LA RIDONO!!!! E ALLORA, CARO DOTTORE, CHE COSA CI RESTA DA FARE SE VOGLIAMO CONTINUARE AD AVERE LA GIOIA DI LAVORARE NEL NOSTRO STUDIO D’ARTE E NELLO STESSO TEMPO MANTENERE QUELLO CHE E’ DOVUTO DIVENTARE IL NOSTRO BUSINNESS /FRULLATORE???? NON CI RESTA CHE ADATTARCI: TATUARE PIU’ O MENO TUTTI ( MINORENNI A PARTE NEL MIO CASO O SENNO IN QUALCHE CASO MOLTO RARO…) CON LE STRONZATE CHE SI VOGLIONO TATUARE PENSANDO ( E OGNUNO DICE LA STESSA FRASE) ” VORREI ESSERE ORIGINALE, UN PO’ DIVERSO DAGLI ALTRI…” PARADOSSALE, NON CREDE? EPPURE QUESTA E’ LA TRAGICA E DIREI QUASI FANTOZZIANA REALTA’ E IL BELLO E’ CHE E’ UN VIAGGIO SENZA RITORNO. MA ANCHE IN QUESTA MIA MISSIVA RESTA COME MORALE FINALE ,COMUNQUE, UN OVVIO ( E ORRIDO) CULT ITALIANO : “IN QUALCHE MODO BISOGNA CAMPA'”….E GLIELO DICE ( SIGH) UNA GENOVESE D.O.C. . UN SALUTO ( SPERO APPREZZERA’ IL MIO COMMENTO FRA TUTTI GLI OVVI INSULTI DEL “NUOVO POPOLO DEI TATUATI…PAGLIACCI)

  5. Bert

    Gentile dott. Merlo
    Solo poche parole sul suo articolo su grillo e M5S. Avevo avuto la sensazione che repubblica si stesse schierando contro grillo e questo in un paese democratico è legittimo. Ma sinceramente non pensavo si potesse arrivare a pubblicare un articolo pieno di menzogne ed analisi deviate come quello che lei ha scritto. Ma lei sinceramente pensa davvero quello che ha scritto? Cosa ne è della sua onestà intellettuale, se mai ne ha avuta?
    Avrei altre considerazioni da sollevare ma mi fermo qua, non penso che lei si meriti ancora il mio tempo.

  6. Federico

    Dott. Merlo,
    Vi siete schierati, Lei e il suo giornale, apertamente contro un movimento e contro una nuova forma di politica che questa volta parte dal basso.Dal suo articolo contro Beppe Grillo noto una certa forzatura nel voler amplificare in maniera negativa e dispregiativa l’operato del vituperato fondatore del Movimento 5 stelle.
    Perché invece non inizia a vituperare e ad affossare l’operato dei Suoi amici politici Che fino ad oggi ci Hanno rassegnato in queste condizioni?
    Cordiali saluti

  7. bruno carozzi

    Caro Sig. Merlo, le segnalo che, oltre al disaccordo rispetto al quadro superficiale che da di Grillo e del nostro movimento, mi stupisce che proprio Repubblica parli di dittatore Grillo ed altre inesattezze (documentatevi sulle regole del movimento che tutti noi VOLONTARIAMENTE sottoscriviamo) quando Repubblica censura continuamente i commenti di chi non e’ d’accordo.
    Le scrivo qui perche’ dopo che tento da settimane di mandare commenti enon vengono mai pubblicati, quindi deduco che il mio nome sia bannato, e questo depone MOLTO alla vostra dmeocraticita’……… ovviamente.
    O forse vi terrorizza la nostra proposta di abolizione del finanziamento ai giornali ? Ah, ora capisco.
    Beh, il dissenso e’ sempre ammesso, ma almeno mantenete la coerenza di NON contestare ad altri quello che Voi fate quotidianamente.
    Ci vedremo comunque, nonostante Repubblica, in parlamento, e sara’ un grande piacere.

    cordiali saluti
    Bruno Carozzi

    M5S Arese

  8. Pietro

    Gentile Francesco Merlo,
    Ho letto il suo articolo odierno di domenica 27 gennaio su Grillo e mi son cadute le braccia, gli occhi e tutto ciò che fa coppia nel nostro corpo.
    Premettendo che non sostengo alcun soggetto politico ad oggi esistente e non simpatizzo per alcun protagonista politico di questa campagna elettorale, non ho potuto però esimermi dal fatto di esprimere il mio dissenso da quanto lei scrive sul soggetto politico Grillo e della squallida campagna fatta contro lo stesso ormai da mesi dal suo giornale, che un tempo era il mio punto di riferimento sull’informazione.
    Il suo articolo, con richiamo in prima pagina, non aggiunge alcuna informazione, non cerca di rappresentare un fenomeno, non esprime un’idea ma é solo un attacco forzoso verso un rappresentante politico che raccoglie con il suo movimento molto più del 10% delle intenzioni di voto, e questo, a lei come al suo giornale, non piace.
    Del resto anche i suoi colleghi come Giannini, Concita De Gregorio, Manfellotto utilizzano in modo “tattico” le loro presenze televisive cosí come fanno i politici, gli industriali e tutti coloro che ritengono la TV un mezzo e non un contenitore.
    Non vedo perché Grillo, o chi per lui, non potrebbe farlo.
    Ma la cosa piú triste del suo articolo é l’attacco alla persona e d il dileggiamento del personaggio politico che denotano una totale mancanza di argomenti. Non tanto Grillo ma probabilmente piú lei é vicino a Berlusconi ed ai suoi metodi. Difatti lei, come tutti i migliori berlusconiani, non portate argomenti, non descrivete la realtà , non riuscite a rappresentare il nostro tempo (forse neanche lo comprendete) ma lei come Sallusti, e Repubblica come Il Giornale, riuscite solo a riempire le pagine di attacchi e sproloqui che poco aiutano il lettore a comprendere i fenomeni ma portano in dote solo le vostre personali opinioni verso la persona di cui, se questo é il risultato, ne faró da oggi volentieri a meno.
    Con sentita tristezza d’animo.

    Pietro D’Ettorre

  9. francesco castorina

    Penso, anzi, sono certo, che le contestino l’articolo scritto contro Grillo perchè la gente ha bisogno di un dittatore. E’ evidente, agli occhi di chi non vuole dittatori.
    Più il dittatore viene smascherato più diventa feroce la canea dei suoi difensori. E’ una reazione biochimica.

    Francesco Castorina

    1. Marco Buratto

      Francesco,
      non perdere occasione per conoscere il M5S con i tuoi occhi e con le tue orecchie.

  10. sandro

    complimenti per l’articolo scandaloso su grillo, io non votavo m5s ma pd, pero’ visto lo schifo del pd degli ultimi 20 anni e sopratutto schifato da giornalisti servili e disonesti intellettualmente ,daro’ il mio voto al m5s unico movimento svincolato dal sistema banche lobby e voti di scambio. Sarebbe piu’giusto che lei spiegasse ai lettori perche’ il pd non voto’ contro lo scudo fiscale o come non fece mai una legge sul conflitto di interessi o ancora tutelandosi (vedi mps) appoggiando Monti in tutto. Un ultima cosa : faccia una battaglia per far si che il pd rinunci ai rimborsi elettorali ( soldi rubati al popolo). DIMENTICAVO , ANCHE I GIORNALI RUBANO I SOLDI AL POPOLO PRENDENDOCI PER IL CULO DA 30 ANNI. I GIORNALI FATELI CON LE LEGGI DI MERCATO NON CON UN FINANZIAMENTO SCANDALOSO.

  11. Nicolo'

    Gentile Sig Francesco Merlo ,Ho letto il suo articolo Buffon prodigo, mi sono reso conto di quanto temete Grillo ed il movimento da lui fondato che tra l’altro è formato da cittadini liberi. Liberi di mente e da condizionamenti. Mi auguro che il movimento possa riuscire ad entrare in parlamento ed avere peso politico. Spero che si riescano a togliere i finanziamenti ai giornali una volta per tutte, in modo tale da rendervi liberi. Di giornalisti poco obbiettivi l’Italia intera non ha bisogno. Fate bene a temere Grillo ed i suoi ragazzi continuate così ci date più forza! Questo è un virus positivo che non si forma con le vostre false parole. Nicolo’

  12. fabrizio

    con il moVimento 5 stelle in parlamento e’ finita la pacchia per voi pennivendoli servi del potere. E’ questa la vostra paura piu’ grande ovvero via i soldi ai giornali come in tutti i paesi del mondo. Se l’italia si liberera’ del PDL e del PD(menoL) diventeremo una nazione fantastica. Ci vediamo in parlamento…sara’ un piacere!

  13. Marco Buratto

    Gentile Dottor Merlo,

    vedo che si è già preso i commenti che meritava per l’articolo su Grillo.
    Auguro a voi giornalisti di Repubblica di essere persone libere come lo siamo noi sostenitori del M5S. Come giornalisti è evidente che non lo siete.
    Con i migliori auguri per una ritrovata dignità.

  14. Lorenzo Gianoli

    In merito all’articolo su Grillo vorrei sapere quello che c’è scritto è tutto frutto della sua immaginazione o qualcuno ha modificato l’articolo a sua insaputa? Ho infatti cercato conferme sul web ma non ne ho trovate. Nemmeno una.

  15. DANIELE

    Salve, la disturbo in merito al suo articolo pubblicato su La Repubblica (“Grillo, la tv e la parabola del buffon prodigo”) e la invito a meditare sul tema in questione,
    mi auguro che il punto di vista di Mina, che riporto a seguire e che sono certo avrà già letto, possa aiutare la rifressione.

    Un cordiale saluto.

    “I politici e l’imenoplastica”
    “Si chiama imenoplastica. È un intervento semplice, poco doloroso, dal costo accessibile e di grande effetto, a patto che il chirurgo rispetti la deontologia del segreto professionale e che gli utilizzatori terzi (del pezzo) successivi siano diversi dai precedenti. Anche un po’ più faciloni e di bocca buona, a dire la verità. Chi vi si sottopone solitamente mantiene un riserbo strettissimo e vive in solitudine e privatezza il proprio rinascimento, per dare alla riapparizione l’eclatanza dovuta. Queste tacite regole comportamentali hanno fin qui garantito miracolose riacquisizioni di vita e speranze inimmaginabili a donne, non necessariamente di malaffare, con pretese e doveri nei confronti di se stesse e di chissà quale tipo di pretendente.
    Oggi si affaccia una nuova tendenza che stravolge i canoni dell’imenoplastica. Neanche il più basilare si salva, cioè quello riguardante il sesso dei pazienti cui riservare questa stravagante e miracolosa ristrutturazione. Si sostiene che l’imene e la verginità, conseguente e correlata, appartengano sia a maschi che a femmine, credo per una questione di pari opportunità. A reclamare tale ammodernamento anatomico si sono impegnati i grandi uomini della prima, della seconda, della terza, della quarta, della ennesima repubblica. Leggermente sputtanati e disfatti in decenni di infernale e volgare promiscuità e sfrenato onanismo, senza controllo e con autoreferenzialità, stanno rivalutando all’improvviso il concetto di purezza. Non è raro ammirare gruppi di quelli che una volta si chiamavano politici, in vestaglia dal gusto classico, reduci e convalescenti dal suddetto trattamento, seduti su poltrone di similpelle bordeaux nelle hall di cliniche di chirurgia ricostruttiva. La schiera dei “rifatti” comprende anche politologi, finedicitori di politica, economisti dell’ultima ora e bellimbusti di contorno, giornalisti compiacenti, adulatori prezzolati. Vestali di ritorno, risettati nella morale situata negli organi genitali, si apprestano a riprendere il rituale dei baccanali. Si guardano vicendevolmente, non hanno neppure il tempo per gesti di intesa, non arrossiscono, ammiccano a chi li sorprende e soltanto ad uno sguardo esperto non sfuggirà una patetica rappresentazione di rinnovata forza, che sembri, però, forza mai perduta. Le sale operatorie traboccano, la fila è lunga, la lista d’attesa pure. Le poltrone delle hall scarseggiano, le dimissioni per lasciare posti liberi incalzano, le guarigioni e le cicatrizzazioni non sono così tanto garantite. Il fenomeno dell’affollamento ha diverse spiegazioni. Prima di tutto c’è un po’ di tempo. Qualcun altro si sta occupando delle faccende cui dovrebbe essere dedicato il loro retribuito lavoro. Usufruiscono di un congedo temporaneo. E quale migliore momento per riconnotare il look? Tutti si stanno affrettando nella ricomposizione, pressati come sono da immancabili appuntamenti di prossimi rapporti intimi (si fa per dire), già previsti nelle scadenze e negli istituzionali obbiettivi. Tutti insieme, nella tipica ammucchiata che caratterizza, secondo la loro comune concezione epicurea, ogni mandata elettorale, si dovranno presentare al meglio delle proprie capacità polisessuali, belli e appetibili come tanti anni fa, come tante repubbliche fa, come tante degradazioni fa.
    Al teatrino non deve mancare nulla perché la rappresentazione possa ripartire nella sua completezza. La hall della clinica si anima di continuo per le prove. Il fruscio delle vestaglie non smette fino a notte inoltrata. Truccatori e costumisti intervengono con circospezione ed efficacia, intanto che gli illibati di seconda mano si organizzano nel controllo della timidezza e dell’emozione e gargarizzano per dare alla voce un non so che di limpidezza. Azzardano la strutturazione di nuovi gruppi di recita, dai nomi poco evocativi di precedenti sconcezze e, d’altra parte, ancora ammiccanti per prossime clientele. Si va da “Rondini passeggere” a “Stelle filanti”, da “Luci del mezzogiorno” a “Stivale immacolato”, da “Ronda del Tanaro” a “Pizza incatenata”, da “Regione pura” a “Mistero costituzionale”. Le giornate trascorrono tra queste amenità. Gli operati stanno radicandosi nell’appropriazione di una definita identità accettabile e prendono pillole a base di fiori di loto per annebbiare i ricordi e scongiurare gaffe. I cronisti di eventi di buona sanità gongolano. I media sono un po’ sbalestrati in questo momento di limbo, ma confidano che la loro presenza sarà sempiternamente utile alla pantomima. Scalpitano per la ridiscesa in campo dei vecchi ringiovaniti compagni. Non ne possono più di gente seria e seriosa che incombe sull’attualità senza un minimo di osé e prouesse. Un filino di burlesque, suvvia, cosa vuoi che sia! Le loro deflorazioni o non sono neppure ipotizzabili o sono talmente indicibili da sfuggire ad esplorazioni superficiali.
    Ma una nube grigia o forse anche nera si abbatte sulla clinica delle vacanze a disturbare la convalescenza e, può darsi, a compromettere il risultato di tanta fatica. Compaiono con maggiore frequenza del solito gli aggiornamenti dei sondaggi descritti in torte o colonne definite da grandezze percentuali. I giornalisti, ancora in pigiama, vengono mandati allo sbaraglio per riprendere posizione. Devono allestire immediatamente gli spazi per accogliere i biancovestiti in una sorta di ballo di debuttanti di secondo pelo. Ai politici non è mai importato niente di chi fosse ciascuno di noi. Tanto, ognuno di noi è sempre rintracciabile in una colonna o in una fetta di torta e tanto basta. Loro non dovranno mai perdere tempo con istanze singole, distinte, specifiche o da class action. Hanno sempre avuto fiducia che, comunque, le poltrone rosse delle camere (parlamentari, in questo caso) fossero sempre a loro disposizione in quantità più che sufficiente. Non come quelle in similpelle bordeaux della clinica, che cominciano a scarseggiare. Nella sala della televisione, tra impicci di flebo ricostituenti e giornali spiegazzati per l’incredulità, i principi dell’inconsistenza e dell’imbroglio aspettano dai loro portavoce la costruzione di opinioni di speranza, redenzione. Una specie di clima da tappeto rosso per il loro ritorno. Però tutto sembra difficile. Proprio di questi tempi sondaggisti e sondaggiati sembrano impazziti e procurano grattacapi ai poveri degenti fremebondi e assatanati di nuovi piaceri e piaceri nuovi. La più consistente delle fette di torta sembra proprio quella che non si può spartire e neppure assaggiare. Gli intenzionati a non votare sono diventati la maggioranza vera. Saranno i puritani, i pentiti, i redenti, i vecchi impotenti, i pigri, gli scafati, gli scazzati irrimediabilmente, gli invalidi permanenti da lesione da padulo? Mah. L’orrore si ingrossa ulteriormente con la quota degli indecisi, quelli che, una volta, si diceva facessero flanella nei casini, tipo guardoni con arrapamento sufficiente e disponibilità insufficiente. Poi c’è il popolo con l’obiettivo della scheda bianca, quella posizione di privatissima protesta intimistica, di resa non violenta, di “ti vedo e non ti vedo”. Tutte insieme queste categorie fanno la maggioranza assoluta dell’elettorato e costituiscono più della metà della torta. Davanti alla rappresentazione grafica di tale incubo, i nostri vestagliati si abbattono sulle poltrone e si domandano se valesse la pena di sprecare tempo a ritoccarsi o se non fosse stato meglio depravarsi ancora di più fino all’abuso. Eppure, su questi pensieri, usando le loro provatissime e riconosciute abilità digestive e compromissorie, non si dannano e considerano la questione aperta e la dialettica ancora possibile.
    E poi il colpo finale, la mazzata che ammutolisce la sala della televisione. Beppe Grillo. Incontrollabile, sottovalutato, diverso, è adesso minaccioso veramente. Compare sostanzioso nella sua percentuale e inarrestabilmente spacca equilibri e logiche. Non ne avevano mai parlato. Nel calderone dell’antipolitica ci stava tutto, Beppe Grillo compreso. Che bisogno c’era di aver paura di un’alternativa senza qualifica, appartenenza, categoria di riferimento? L’ideologia del bunga e dell’antibunga erano sufficienti a eletti ed elettori per il funzionamento di Stato, società e politica estera. Ora bisogna fare i conti con lo spauracchio. Prima regola che si impongono i neovergini è quella di non nominare mai il nome dell’interessato. La volgare citazione appare scritta negli sfondi degli studi e, al massimo, velocissimamente pronunciata da scioglilinguisti allenati. Vengono impegnati, poi, scrittori dal costo elevato per la edificazione della muraglia di discredito che comprenda intelligentissimi riferimenti al qualunquismo, all’utopia, al populismo, alla sovversione, all’anacronismo, all’irrispettosità, all’inconsistenza. Contenti delle strategie impostate, appagati ogni tanto da un “più zero, qualcosa”, si godono il prurito dei genitali riparati”. Mina

  16. gabriele

    Dott. Merlo,

    ho letto il suo articolo su rep. buffon prodigo…..ci tenevo a farle i complimenti a lei e tutti i buffoni di rep.
    In considerazione che questi sono i giorni della Merla….vada a fare l’Amore che sarebbe cosa buona e giusta…
    invece di scrivere cazzate su cazzate, oltretutto offendendo chi voterà Il M5S.
    Gira la Ruota, gira la Ruota.

  17. Fabio Pieiller

    In riferimento all’incarognito articolo su Grillo: lei si considera giornalista d’inchiesta? Mi scusi ma dove sta l’inchiesta? Se in quell’articolo si riesce a cogliere imparzialità e analisi critica le posso garantire che mio figlio di 5 anni è pronto per iscriversi all’albo dei giornalisti. A me sembra un accrocchio di insulti rivolti in modo forbito da parte di un giornalista che si capisce da che piatto mangia. Le dò un consiglio: scriva un articolo nel quale spiega razionalmente il perché di tanta sua contrarietà nei confronti di Grillo, perché così ha solo indignato i sostenitori del M5S e dato una mano agli indecisi ad avvicinarsi al Movimento (vabbè per questo la ringrazio)

  18. Stefania

    Buongiorno sig. Merlo,
    scorrendo La Repubblica online ho letto l’assaggio del suo articolo “L’ultima bugia di Alitalia”.
    Bene, le vorrei dare un consiglio non richiesto: lasci perdere Alitalia.
    Per due buone ragioni: la prima è che online si trovano voli a/r Londra-Roma ben più convenienti rispetto ai 500 ( e passa) Euro che le hanno preventivato.
    Basta fare una rapida ricerca su skyscanner per trovare voli diretti a 154€.
    La seconda ragione è squisitamente di principio: Alitalia prende in giro i propri clienti. Ormai è prassi consolidata per questa compagnia proporre offerte che poi ritira o manipola a suo piacimento mentre sono in corso. Un esempio su tutti la promozione “PROMOJP” con la quale ha offerto uno sconto molto consistente senza limitazioni. Quando però si è resa conto che non era conveniente non solo ha inserito delle restrizioni all’utilizzo ma ha anche annullato la maggior parte dei biglietti già emessi.
    Conclusione? E’ una compagnia di inetti, che navigano a vista non sapendo come gestirla.
    Meglio evitarla, considerando anche il fatto che si rischia di viaggiare -non volendo- su aeromobili Carpatair.
    Cordiali saluti.

  19. Vittorio Merlo

    Caro omonimo Francesco,
    ho appena visto il suo bel commento video sul nostro Bruno nazionale, concordo su tutto.
    Le passo il mio incubo televisivo ricorrente, messo in musica, sperando sia un commento musical politico satirico gradito:
    http://youtu.be/Wxo99R3r2bc
    Cordialmente,
    Vittorio Merlo

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    ogni Vostro articolo è una narrazione mitologica … mi permetto di far Vi i miei più sentiti auguri di compleanno
    roberto cristofori

  23. domenico

    si vergogni per quello che ha scritto su antonio ingroia , lei non e’ degno neanche di nominarlo , cambi mestiere e si dedichi alla pesca forse gli riuscira’ meglio. osanni il pisco nano con tutte se le sue nefaste imprese che ci hanno porttato alla rovina e alla fame.

  24. francesco allotta

    Egr. Dott. Merlo
    mi consenta di farle i complimenti per l’altissimo livello dell’articolo della settimana scorsa sul dott. Ingroia. Più che al contenuto sostanziale, che comunque condivido, mi riferisco alla qualità dell’articolo in se. Ho chiamato mio figlio, diciassettene, e gli ho detto, leggi quest’articolo e mettilo da parte per il caso che in futuro dedicessi di fare il giornalista.
    Per la mia esperienza un simile livello lo ha raggiunto soltanto Eugenio Scalfari con il suo articolo “Scalfaro non firmare” ai tempi del colpo di spugna tentato dal Presidente del Consiglio di allora Giuliano Amato.
    E considerato che gli italiani hanno la memoria corta e che c’è il rischio concreto di ritrovarci Amato quale Presidente della Repubblica posso chiederLe di riprendere detto articolo e commentarlo a distanza di tanto tempo?
    Grazie per l’attenzione
    Francesco Allotta

  25. Giuseppe Dello Sbarba

    Egr. Dott. Merlo.
    Io non ho un cane. Quindi sono fedele per definizione?
    Attendo un suo riscontro
    Saluti
    Giuseppe Dello Sbarba

  26. Giancarlo

    Stamattina mentre andavo al lavoro ho seguito la sua lettura dei giornali su Prima Pagina. Ho apprezzato – e condivido in pieno – il suo simpatico biasimo in merito all’abuso di anglicismi nella parlata di alcuni nostri politici. Ha aggiunto alcuni attimi di buonumore – merce rara, di questi tempi – alla mia giornata. Grazie

  27. TACC

    Ho letto solo ora l’articolo “Quell’antipatia senza genialità” del 31 marzo sulla Repubblica. Lo condivido totalmente e mi permetto solo una precisazione e una domanda.
    La precisazione è per l’episodio Cuccia: non erano le Iene ma l’inviato di Striscia la notizia.
    La domanda: ma se questi grillini sono così stupidi e arroganti (non tutti, certo, ma di sicuro gran parte dei “cittadini” che sono stati eletti e che sono stati opportunamente citati) perché i giornalisti fanno la ressa per sentire il loro pensiero (che poi sia proprio il loro è tutto da dimostrare) ed essere trattati male. Non sarebbe meglio ignorarli e limitarsi solo alla cronaca evitando patetici tentativi di scoop?
    Spero solo che tutti lo leggano e riflettano su dove questo paese sta andando. Grazie.
    TACC

  28. Lorenzo

    Egtregio Dr. merlo
    seguo la rassegna della stampa che sta facendo in questa settimana su Rai 3.Apprezzo molto la sua cortesia nel dare le risposte il più delle volte esaurienti, anche se ho sempre più l’impressione di sentire dibattitti monotematici ed interlocutori solo di sinistra. Purtroppo c’è sempre un certo chè di supponenza e di presunta superiorità quando si parla del centrodestra e dei suoi elettori. Ebbene io voto per il centrodestra , pago regolarmente le tasse sino all’ultimo centesimo e non ho mai parcheggiato in doppia fila come sosteneva Romano Prodi quando con disprezzo parlAVA DEL “nULLA” NELLE NOSTRE FILE. nON SAREBBE ora di cambiare registro nel creare stereotipi per non dare sempre alimento a classi di merito puramente ideologiche.
    grazie dell’attenzione
    e cordialità Lorenzo delnevo

  29. maria teresa

    Sono un’assidua ascoltatrice di radiotre e questa settimana ho molto apprezzato la sua lettura dei giornali e le sue risposte ai radioascoltatori. Auguri e cordialità

  30. Giuseppe Mulè

    Mi sembrva di sentire nei suoi commenti qualcosa di intimo e familiare. La familiarità e il legame caratteriale che supera tempo e distanza che si scopre tra i siciliani che per scelta si sono autoesiliati ma che continuano a dipendere e amare la sicilia. Parliamo tutti lo stesso linguaggio. Mi ha fatto un piacere singolare sentire il suo modo di argomentare, l’insistenza voluta e marcata su Buffalino. Lo stesso piacere che mi costringe con periodicità a riprendere Sciascia Verga Pirandello e ritrovarmi sempre d’accordo con Coluura, a ricordare gente come La Malfa senior ecc.
    Spero risentirLa presto
    Giuseppe Mulé

  31. SR

    Salve.
    Sono uno studente 19 del veneziano e, contrariamente a cio’ che potrebbe pensare, non sono su Facebook, o meglio, mi sono disiscritto il 21 dicembre dell’ anno scorso.
    Ci sono state varie motivazioni passatemi per la testa che mi hanno portato a cancellare autonomamente tutto quello che era possibile cancellare di me dall’ “asocial network” per eccellenza; lei penso sia riuscito a raccoglierle tutte in questa stupenda “fotografia” (http://video.repubblica.it/rubriche/la-fotografia/per-chi-suona-la-campana-di-facebook/95797/94179). Ad ora non ci sono parole migliori per descrivere l’ Inferno telematico da cui sono uscito.
    Vorrei che mi lasciasse l’ opportunità di scaricare il video caricato sul sito di Repubblica, o almeno scaricare le foto usate per il video, oppure i link di riferimento per le foto.
    Nel mio istituto mi esibirò come musicista e cantante nell’ ultimo giorno di scuola, ma vorrei anche leggere e diffondere il suo discorso che ho riportato su testo; chiedo la sua autorizzazione (perché se lo merita) per svegliare qualche coscienza giovanile rincoglionita come mai prima d’ ora.

    Distinti saluti,
    SR.

  32. giancarlo palumbo

    Gentile dott. merlo,
    Ho recuperato nella mia “navigazione” SULLA RETE un suo intervento che a Repubblica delle idee mi era sfuggito.: quello sulla rabbia. In quell’occasione lei ha sostenuto che i blog sono veicoli di rabbia e di rancore (cosa che condivido in gran parte) E HO APPREZZATO MOLTOANCHE IL SUO “EDITORIALE” A RIDOSSO O A COMMENTO DELLE IMMAGINI MOLTO BELLE DEI DUE FILMATI. mI SONO PERMESSO DI SPEDIRLE L’URL DEL MIO BLOG PERSONALE (uno dei tanti, dira lei, che non vengono neanche letti!) The. Ref.Box. Glielo sottopongo e mi piacerebbe conoscere il suo parere. Spero che almeno il mio non sia così “rabbioso” ma lameno graffiante…!!
    La ringrazio di cuore per l’attenzione che vorrà dedicarmi.

  33. Francesco Curseri

    Gentile Francesco Merlo
    Sono quel siciliano che vive da circa 40 anni a Firenze, se ti ricordi, che ha avuto l’opportunità di conoscerti durante le due discussioni alle Oblate (Veronesi e Rassegnazione). E’ stato un onore conoscerti, da anni leggo i tuoi articoli con grande attenzione anche se qualche volta non condividendo delle cose. Ma questo lo trovo positivo, anche con il tuo migliore amico puoi, anzi devi, avere momenti di discussione anche su posizioni diverse. Dialogare significa sentirsi inseriti pienamente nella democrazia, i diversi punti di vista vanno sempre rispettati purché rimangano, comunque, nell’ambito della costruttività. Il dialogo civile serve a farci crescere tutti quanti insieme in questa società ed il ricredersi su alcune proprie opinioni non è mai disonorevole, se questo avviene in buona fede. Comunque l’averti conosciuto personalmente è stato per me un evento importante e serberò questo ricordo per quanto ancora mi resta (adesso 64). Ti saluto cordialmente e ti auguro tante soddisfazioni professionali.

  34. Aki Spadaro

    La invito gentilmente, Dott. Merlo, a riflettere qualche ora in più e registrare un nuovo testo a commento delle splendide immagini della Sicilia fotografata dallo spazio. La Sicilia è bellissima proprio per il fatto di essere contenitore geografico di una cultura ricca e di una storia preziosa tanto quanto la bellezza “geografica” a cui lei fa riferimento. Mi rifiuto di accettare, da siciliano, che le atrocità che hanno ferito la mia regione in tempi antichi e recenti ne siano penetrate nel profilo antropologico a tal punto da dover pensare, oggi, che la Sicilia è bella solo se privata della sua storia. Dottor Merlo, lei dovrebbe ricordarsi che ogni scrittore, giornalista, intellettuale che sia nato e cresciuto in Italia ha il dovere di dar conto in ogni parola detta o scritta, (prima che la si dica o la si scriva) a coloro che leggono e ascoltano, del patrimonio letterario, artistico e culturale in generale che il nostro paese intero ha raccolto in secoli di Storia e di quest’ultima, per l’appunto, la Sicilia è parte non solo rilevante ma fondamentale. Perdoni la mia intransigenza, ma se quello che lei ha detto non verrà mai da lei rettificato, penserò per il resto della mia vita che lei è una persona non abbastanza intelligente per il lavoro che le è dato svolgere.

  35. Francesco

    Dott. Merlo, lei non si smentisce mai. La poca stima che nutre per la Sicilia e per i Siciliani traspare da ogni sua parola, scritta o letta. Ed il fatto che lei stesso sia un siciliano (volutamente minuscolo) mi fa ancora più pena. Non pubblichi questo commento, nè tantomeno mi risponda, mi preme soltanto che le possa servire come spunto di riflessione.

  36. Pasqualino

    Ho letto su Repubblica di oggi il suo articolo inerente l’abolizione delle Province. Francamente questo luogo comune che lei contribuisce a diffondere io non lo riesco a capire. Quello che non riesco a capire, sostanzialmente, è come mai si deve abolire questa Provincia si, quella no perchè è maggiore di … e bla bla bla; potrei capire ” si eliminano tutte e basta!” ma non è neanche così! Allora, perchè le province? per la spending review? ma lei e gli altri avete fatto bene i conti? quanto risparmiamo eliminando le province? lei ritiene così inutili le province? sa bene di cosa si occupano? crede che il rapporto costi/benefici di una Provincia sia davvero così alto? Lo sa che, soprattutto nelle piccole aree togliere una provincia significa uccidere il territorio o crede che sia tutto come Roma, dove qualunque cosa accade nessuno se ne accorge? E come mai nessuno punta l’attenzione contro quelle sedi di spreco ovvie che tutti conoscono e nessuno osa invocare? ai miei tempi, ad esempio, le Università si trovavano solo nelle grandi città e funzionavano bene. Ora te le ritrovi anche a Roccacannuccia (paese piccolo inventato) con pochissimi allievi e con gli stessi costi di un grande Ateneo! come mai gente come lei non parla mai di chiudere queste strutture (per me francamente inutili e anche dannose per per le grandi Università del Paese)?. E che dire (lo so che un luogo comune , ma è vero!) degli stipendi dei politici (dalle Regioni in su)? non potrebbero essere come quelli degli inglesi o altri esseri umani? come mai queste questioni tanto a cuore di tutti i cittadini non vengono mai seriamente affrontate nè da lei nè da altri giornali, ma solo dalla gente comune che, meno male non conosce neanche tutti i reali benefici della cosidetta casta. Potrei citare tanti altri casi di Istituzioni inutili in questo Paese che nessuno mai cita e se ne guarda bene. C’è solo la corsa a puntare il dito contro i più deboli, mentre le voragini restano aperte e lo resteranno per sempre. Altro che Province…

  37. Salvo Laurenzana

    Caro Merlo,

    da poco meno di venti anni, sono un impiegato ( istruttore amministrativo cat. C) dipendente di una provincia del sud.Le assicuro che quello che lei ha scritto è vero. Non discuto sul fatto che, soprattutto al nord, le provincie svolgano compiti egregi e vi siano dipendenti professionali e motivati. Ma il complesso della macchina burocratica e politica della provincia dove lavoro è profondamente malato di clientelismo, favoritismo e corruzione. L’eliminazione dei costi legati ai politici sarebbe una riduzione del danno. Più significativa di quello che appare, perchè vi sono costi occulti e i danni ,evidenti, legati ai condizionamenti e interessi personali dei politici su tutte le decisioni.A cominciare dagli appalti, gare , concorsi, ecc. Penso sia ingiusto mettere sullo stesso piano province efficienti (soprattutto al nord) ed enti profondamente inquinati dalla corruzione (soprattutto al sud ). D’altro canto non mi sembra vi siano soluzioni a portata di mano. In queste ore i politici delle mie parti stanno esultando per la recente decisione della Consulta. E già si preparano a ennesime assunzioni di parenti e affini e nuovi affari. Sperano che il Bengodi non sia finito e ne hanno motivo. Per quanto mi riguarda sono alla ricerca di una formazione politica, matura e consapevole, che dica tutto questo con onesta e si prefigga di combattere il malcostume. Non l’ho trovata. Sembra che a nessuno interessi il voto, il consenso, di un cittadino che non conta nulla come il sottoscritto. Per fortuna c’è Repubblica e gente come lei . Grazie
    Salvo Laurenzana

  38. Enzo Fazi

    Buongiorno sig. Merlo sono un dipendente provinciale di una provincia italiana (non come quella del sig. Salvo Laurenzana), che ogni mattina si alza e va la lavoro consapevole di lavorare in un Ente locale che rappresenta la propria comunità provinciale ed il suo territorio composto da 365000 abitanti e 2600 kmq e che si sta confrontando con un periodo di estrema difficoltà economica e sociale nel quale è fondamentale il ruolo di tutti gli enti locali per cercare nuove soluzioni che prevedono un migliore impiego delle poche risorse rimaste per permettere al nostro tessuto sociale ed economico di resistere e provare a pensare di rinnovarsi per costruire una nuova forma di benessere basata su solide basi. Le garantisco che di lavoro ce n’è tanto e impegnativo specialmente adesso che le risorse sono sempre meno in particolare per le Province, spesso si lavora in collaborazione o in aiuto di piccoli comuni che nel mio territorio sono una sessantina e cercando sintonia con la regione che non potrebbe esprimere un azione così diretta tanto che ha ritenuto di i delegare funzioni importantissime come la formazione professionale agli enti intermedi del suo territorio. Quindi ogni giorno di lavoro lo dedico ad impegnarmi con i miei difetti e pregi a questo obiettivo che tra l’altro mi viene indicato dalla struttura istituzionale e dal mio Presidente che è stato eletto dalla comunità provinciale sulla base proposte e promesse da realizzare. Periodicamente mi confronto con la struttura dirigenziale ed istituzionale per adottare metodi e procedure che possano dare la massima efficienza ed efficacia all’azione programmata. Le maggiori difficoltà vengono, purtroppo, da normative troppo spesso complicate e quindi poco chiare e soprattutto quantitativamente esagerate. Per questi motivi dico a Lei ed agli italiani che la pensano come lei che sono fiero di fare il mio lavoro di dipendente provinciale e di lavorare per la comunità ed il territorio nei quali sono nato e mi riconosco e che lo farò fino a che questo senso di appartenenza non esclusivo sará condiviso.
    Le dirò pertanto che mi sono stufato, per usare un eufemismo, di leggere e sentire articoli e commenti di “autorevoli” firme e opinionisti politici , che non vanno oltre i ragionamenti da bar dello sport, la riforma delle province deve essere l’occasione di riorganizzare ed innovare la macchina pubblica a partire dalla frammentazione esagerata dei comuni e poi a salire, ed è un Vostro dovere di italiani, che hanno il privilegio di vedere pubblicate e retribuite le proprie opinioni, quello di contribuire ad un dibattito intelligente e costruttivo.
    Continuando a parlare e scrivere in modo approssimativo e non informato così come a legiferare in modo affrettato e scoordinato pur avendo le migliori intenzioni del mondo poi non ci si può meravigliare se la Consulta rileva dei macroscopici errori procedurali e non solo. A questo punto un dubbio dovrà pure venire se tutti i governi dicono che un ente intermedio in questa situazione necessita, e non sarà solo per un capriccio della politica, che comunque non cambierà come per magia dopo l’abolizione delle province, anzi.
    Una cosa possiamo dirla con certezza che anche questa volta se sarà invocata la fretta senza un progetto valido i gattini nasceranno non solo ciechi ma anche storpi come già verificato in Sicilia .
    Cordialmente
    Enzo Fazi

  39. andrea

    signor merlo vedo che ha bloccato il mio IP di casa

    adesso per censurarmi meglio si ricordi di bloccarmi anche l’IP dell’Ipad e di cancellare questi due messaggi per non lasciare tracce

  40. andrea

    RITIRO TUTTO
    mi scuso, non ero stato censurato, si trattava di errore di sistema del server, avendo un inserito probabilmente un link indigesto nei messaggi che non erano passati

  41. Nicola

    La seguo fin dai tempi della rubrica Fratelli d’Italia e ricordo che quando compravo il Corriere per prima cosa cercavo la sua firma in prima pagina. Più tardi mi è toccato passare a Repubblica, perché non potevo permettermi di comprare due giornali. Però proprio per Repubblica scrisse quello che per me resta il suo pezzo più bello, la “Storia di Umberto, leader per caso” (se la prefazione a Uno, nessuno e centomila vale come articolo, allora va ex aequo). Leggerla per me ha sempre rappresentato un piacere, una via per cercare di comprendere la complessità dell’Italia e della società italiana, scoprire maschere italiane e grandi autori letterari. Con immensa stima, Nicola

  42. laura

    “Al direttore de “la Repubblica”
    Dottor Ezio Mauro
    Egregio Direttore,
    siamo dipendenti della Provincia di Arezzo, di varia qualifica.
    Al di là delle opinioni correnti sulla “questione Province”, tutte ovviamente legittime, le esprimiamo la nostra indignazione per i contenuti dell’articolo del signor Francesco Merlo, apparso sul suo giornale in data odierna con il titolo “Perché le Province non muoiono mai”.
    Qui non si tratta più di legittime opinioni, bensì di offese pesanti gettate lì, sparate nel mucchio. Nessuno si può permettere di offendere chiunque lavori con frasi come: “l’ente inutile degli stipendi inventati”. Nessuno se lo deve permettere: qui si è passato ogni limite.
    Peraltro, parlare di riordino o abolizione delle Province fuori da un ridisegno complessivo della pubblica amministrazione del paese è pura demagogia, utilizzata, spesso, per conquistare qualche voto o per vendere qualche copia di giornale.
    La preghiamo di pubblicare questa lettera.
    I lavoratori e le lavoratrici della Provincia di Arezzo”

  43. www.Homeandgardenebooksreviewed.com

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  44. Salvatore Maria (Totino) Saia

    Gent.le Dr. Merlo, da, e con la visione, del “provinciale” e “siciliano” ho letto la sua “reprimenda” su province ed affini. Il mio giudizio “di parte” (come il Suo del resto) è, nell’ambivalenza discorsiva, “altalenantemente” positivo.
    Ella è bravo a scrivere. L’esserlo non significa che si riesca anche ad informare in maniera tendenzialmente obiettiva.
    Lavoro in “provincia” da quasi 30 anni. E, nella pubblica amministrazione, complessivamente da 35. “Funzionario Geologo”! Un “professionista”? faccia lei.
    Mi occupo di geologia, protezione civile, pianificazione territoriale. Ma “anche” di molto altro! A tempo pieno!
    L’ultimo statino mensile, mese di giugno 2013, mi ricorda che ho accumulato 2700 (duemilasettecento) ore in 10 anni, oltre il normale orario di servizio: Tutte “rubate” alla mia vita privata e che non posso usufruirne in virtù di un incarico che porta il mio stipendio base ( € 1.700) a poco meno di € 2.000 al mese! Dopo 35 anni servizio professionale!
    Ho dato l’anima per un lavoro che mi piace. Ho dato l’anima facendo risparmiare alla mia Amministrazione molti soldini che avrebbe potuto spendere anche per consulenze (ulteriori, lo riconosco!) esterne.
    Potrei raccontarle ancora aspetti della vita di un “professionista provinciale”! Ma non voglio annoiarLa.
    Sono già abbastanza offeso dal giudizio di “uomini politici”, eletti amministratori, espresso nei confronti di altri “uomini politici” “eletti un tantino più in basso”, che ha coinvolti tanti, direi quasi tutti, noi “lavoratori” che abbiamo creduto di essere “servitori dello Stato”. Al pari di altri.
    Che un giornalista bravo ed affermato come lei, arguto e piacevole da leggere anche nei ficcanti e precisi commenti, anche al di là dell’informazione, sposti il Suo bersaglio verso chi ha subito… mi sembra veramente un colpo da Maramaldo!
    Del resto in Italia quasi nessuno riesce ad essere “produttivo” senza il sostegno pubblico! Anche il Suo Giornale!
    Ecco per cosa dovremmo lavorare…
    Buon lavoro ed al piacere di continuare a leggerLa…!

  45. gianfranco bonacci telefono Italia 338 7614177

    Signor Merlo buongiorno, Le ho inviati un libro “Combinazioni” all indirizzo di Roma Via C Colombo.Non si puo’ piu’ scrivere direttamente a Parigi!!
    Mi farebbe una prefazione, anche negativa mi piacerebbe .Questi vecchi pensionati che si danno all’arte!!
    Grazie,prometto molti dulcettiu a Natale.
    Gianfranco Bonacci
    res. Italia Roma Via Casamari 25
    Ginevra Rue Gauteir 3

  46. amerigo

    Mi spiace che lei è siciliano e non ha il senso del rispetto che i siciliani hanno per l’avversario. Berlusconi non è stato battuto ad armi pari, lei lo sa e fa finta di non saperlo, il suo articolo se lo poteva risparmiare. Berlusconi ha dato lavoro a tanta gente, lei non ha dato niente a nessuno, neppure alla sua terra che l’ha generato che ha dato tanti uomini pieni di sapienza.
    Mediti

  47. liggieri valerio .... pasticceria PRINCIPE

    salve sig merlo……beh la ringrazio della citazione fatta nel suo articolo sul tirreno……..
    troppo gentile
    un grosso saluto da tutta la pasticceria principe cecina

  48. Orsina Simona Pierini

    Le Corbusier ha detto, in francese ovviamente, ” Je prends Venise à témoin ”
    Le consiglio di verificare la sua traduzione nell’articolo pubblicato oggi su Repubblica.
    Mi permetto di segnalarle anche un errore su Mies van der Rohe in un precedente articolo.
    Cordiali saluti,
    SP

  49. Boaz Senator

    Tuo Articolo riguardante la tragedia a BG nella quale è morta la Ginecologa.
    Cosa ti fa pensare che la nostra più grande aspirazione è di vivere in un Europa totalmente islamizzata?? Hai qualche esempio di società islamica evoluta??? Devo per forza vivere da allienato nella mia cità sentir parlare solo ed esclusivamente in Arabo esser circondato da donne coperte con un velo , incinte che spingono un carrozzino ? Non voglio ne loro, ne la loro Sharia, ne la loro indifferenza per la mia cultura . E l’Italia non è “no man’s land”

  50. Alfonso Angrisani

    Finchè la nave non va…

    Oggi gaudium magnum. Gli italiani, da sempre orgogliosi di certe loro (presunte) capacità, godono per il raddrizzamento. Ovunque sul web sono elogi, in sintonia con la politica e-Letta. Ovviamente: gli eroi son sempre i Faraoni, scordatevi di vedere da qualche parte la lista dei nomi di coloro che da schiavi han costruito le Piramidi terrestri e marine…i volgari tecnici di secondo livello, che schifo…le persone competenti che non rilasciano interviste…che aride e noiose. Cambierà qualcosa da domani? Finché la parola meritocrazia in questo Paese è metafora di una sostanziale e borbonica tendenza al privilegio, al sopruso, alla prostituzione elevata a sistema di selezione, è possibile sperarlo?
    Questo episodio, pur felice, dovrebbe portare a meditazioni più serie sul perché in questo Paese avvengono cose incredibili in negativo e in positivo. Finché la nave non va, sarebbe molto bello se qualche voce che conta, invece dei soliti trionfalismi, chiedesse finalmente il conto di questo: dei secoli di persecuzione delle persone oneste e competenti, il cui ascolto avrebbe potuto evitare proprio quei disastri che fanno scalpore solo nella loro soluzione, e mai nella loro prevenzione. Alfonso Angrisani

  51. Vito

    Salve Sig. MERLO,
    l’articolo del 10.10.2013 a sua firma, riguardante la nomina del Comandante della Polizia locale di Roma Capitale, è un insieme di luoghi comuni offensivi nei confronti di una categoria che nel bene e nel male è vicina ai cittadini. Non so chi le commissiona questi articoli di disprezzo, rivolti a delle persone che prima di essere uomini e donne in divisa, sono dei cittadini che tutti i giorni si alzano la mattina presto e vanno a lavoro, proprio come fanno quei militari in divisa dell’arma. Si dovrebbe vergognare per come gestisce il potere che ha, e cioè quello di dar voce a chi non ne ha la possibilità…io non mi vergogno…sono uno di quei 6,200 pizzardoni…e porto con dignità e orgoglio l’uniforme come tanti altri…certo una cosa positiva l’ha mostrata: quella di essere un grande “cultore” del cinema nostrano…lei ha grandi responsabilità rispetto al ruolo che ricopre e seppur fosse stato mai un grande giornalista, le ricordo che i fatti vanno narrati nel modo meno pregiudizievole possibile…e questo principio, non mi sembra sia stato rispettato.

  52. Italiani sbaraccati mentali ...

    so articolo su sRepubblica del 18/10 http://www.repubblica.it/cronaca/2013/10/18/news/i_comunisti_volevano_la_rappresaglia_l_ultimo_insulto_del_boia_alla_memoria-68846113/

    con quale diritto lei definisce come “sbaraccati mentali” chi non la pensa come voi sionisti? In quel contesto storico i partigiani erano terroristi, cosi come oggi i sionisti chiamano i palestinesi nella loro terra rubata. Vi fate forti delle leggi Mancino (leggi Supino le chiamerei) e di tutta l’arroganza di chi ha venduto bugie ed ancora le vende … La storia, la truffate voi ogni giorno, negando perfino ogni strumento di ricerca della verita’ .. quella reale, non quella imposta dai vincitori e dai loro burattinai. Vergogna!

  53. Franco Tollardo

    Caro Merlo
    Leggo e sento parlare (fin troppo) del problema della fuga dei giovani talenti dall’Italia, che rappresenta oggi un grave problema sociale ed una spada di Damocle micidiale per il domani: da chi sarà composta la futura classe dirigente?

    Io vorrei che i molti/troppi dibattiti televisivi/giornalistici non restassero sterili esibizioni, ma dessero una risposta a queste domande:
    – Si fa tanto parlare di fuga di cervelli, ma le aziende/istituzioni italiane cosa offrono veramente per trattenerli?
    – Siamo sicuri di avere strumenti legislativi ed aziende in grado di battere la concorrenza estera?
    – E’ realisticamente possibile creare – in tempi brevi – condizioni favorevoli per consentire a coloro che oggi devono espatriare di tornare, realizzare il proprio futuro in Italia e contribuire alla sua rinascita?
    – Che maturità, professionalità e motivazione avranno i giovani di oggi, precari, sotto-impiegati, frustrati, culturalmente impoveriti da anni di disoccupazione e di inazione?
    – Chi saranno, fra 10/15 anni, i componenti della futura classe dirigente?

    Con i migliori saluti,
    Un padre emigrato, figlio e nipote di emigrati, orgoglioso (e molto arrabbiato)

    PS:
    Come esempio della assurdità e della complessità del problema, le porto un caso emblematico di brain drain: si ritenga libero di usarlo come ritiene più opportuno.

    Mio figlio ha concluso una carriera scolastica fuori dall’ordinario, sintetizzabile così:
    – International Baccalaureate alla Anglo American School di Mosca nel 2008 (a 16 anni e 9 mesi)
    – Bachelor in Economics & Management alla Bocconi nel 2011 (con scambio di 5 mesi alla Hong Kong University) con 110 e lode (all’età di 19 anni e 10 mesi).
    – Master in Finance & Private Equity nel 2012 alla LSE London School of Economics con “distinction” e primo premio Antoine Faure-Grimaud, come miglior studente del corso, conseguito a Luglio 2012
    In agosto 2012 ha cominciato a lavorare a Mosca a Morgan Stanley e lo scorso Settembre 2013 ha compiuto …. 22 anni: è nato infatti il 29-09-1991, stessa data di Silvio Berlusconi: nessuno nasce evidentemente perfetto -:))))
    Nota esplicativa: elementari in 4 anni + medie in tre anni + superiori in 4 anni + laurea triennale alla Bocconi + Master of Science alla LSE (tutto documentato: per evitare confusione con i vari millantatori Giannino, Crosetto, Santanché etc. etc.)

    Fin qui la questione resta comunque privata: dove diventa di interesse pubblico e sociale?
    Nonostante le credenziali, non ha ricevuto UN SOLO CENNO DI INTERESSE da controparti italiane, mentre sin dall’inizio del 2010 (quando ancora aveva 18 anni ed era al secondo anno in Bocconi) ha cominciato ad essere corteggiato da molte organizzazioni straniere quali Goldman Sachs, Morgan Stanley, JP Morgan, Deutsche Bank e altre, in totale assenza di quelle italiane (notare che varie grandi aziende italiane sono finanziatrici di Bocconi….quindi pagano per formare cervelli e poi li “regalano” agli stranieri)
    Di fatto, nell’estate del 2010 Morgan Stanley gli ha fatto fare uno stage di 10 settimane a Londra, vero e retribuito (retribuito con 8.500 UK Sterline + costo appartamento + viaggi aerei, altro che stage italiani sfrutta-giovani !!!), lo ha assunto al termine dello stage, gli ha conservato il posto per due anni e gli ha anche dato una borsa di studio di 5.000 sterline per essersi distinto al corso di Master of Science alla LSE!
    All’assunzione gli è stato offerto di scegliere fra Londra e Mosca, con un contratto iniziale che in Italia è quasi utopistico anche per un dirigente navigato!

    Vari altri suoi compagni di Bocconi hanno seguito strade simili e oggi lavorano tutti all’estero con note multinazionali.

  54. Piero Indrizzi

    Vorrei mandarle qualche paginetta, scritta tanti anni fa, dal un mio carissimo amico, ora morto. Si tratta di Benedetto Annigoni, figlio del pittore Pietro. Naturalmente è attinente a quanto da Lei lamentato in questo articolo. La particolarità è che è stato scritto nel Settembre 1982. Se le interessa mi mandi un indirizzo email a cui allegarlo.
    Con i miliori saluti
    Piero Indrizzi

  55. kpaneb

    E’ concreto il rischio per il nostro Paese di nuove avventure autoritarie a causa della perdita di credibilità di tutte le istituzioni e di tutti coloro che dovrebbero essere il punto di riferimento di una democrazia. Si paventa il rischio Beppe Grillo e si dimentica che in tutte le indagini internazionali l’Italia è collocata agli ultimi posti per la libertà d’informazione. E’ ancora fresca di stampa l’ultima vergogna: è stato dato ampio e spropositato spazio alla morte di Nelson Mandela per minimizzare la gravità di quanto deliberato dalla Consulta. Abbiamo dal 2006 Parlamento e Presidente della Repubblica illegali ma il problema è rappresentato da Beppe Grillo. Personalmente ho perso qualsiasi fiducia nei mezzi d’informazione . Carlo Panebianco

  56. marcossovic

    Se siamo ridotti in questo modo, se il Paese dove vive anche Lei è messo cosi male, vuol dire che Grillo è invece utilissimo! Le comunico che non vedevo l’ora che qualcuno si accorgesse della disinformazione diffusa sui quotidiani, compreso quello su cui scrive anche Lei. Grillo è sfuggito di mano al sistema, quello che elargisce sovvenzioni a catinelle alla stampa. Figuriamoci come possa mai questa, espletare la funzione di cane da guardia… semmai sembra che certi articoli vengano scritti apposta per screditare chi si azzarda a denunciare le storture vere. Non ho fiducia in quello che Lei scrive. Meno male che è arrivato Grillo, il M5S, e Internet, finalmente sapremo come stanno le cose e chi rema per non far sapere… Forse è tardi per rimettere in sesto un Paese cosi malmesso ma Lei consumi più suola delle scarpe e pubblichi inchieste scomode invece di mettere alla gogna chi stà denunciando malaffare, disinformazione, esponendosi in prima persona a beneficio di un Paese più civile.

  57. Carlo Cerboni

    Caro Merlo sono un suo sincero estimatore e, quando posso, cerco di non perdermi mai il piacere della lettura dei suoi articoli. Mi ha molto colpito il suo pezzo sulla gogna e gli insulti ai quali è stato sottoposto dopo quanto aveva scritto su M5S e il linciaggio mediatico della giornalista Oppo. Mi piacerebbe sottoporle una mia analisi su come nasce l’insulto su Internet e in che modo questo mezzo di comunicazione plasma il messaggio, modificandolo fino a farlo diventare, appunto, insulto. Se è interessato a questo tema, che ritengo nuovo ed ancora mai analizzato, mi mandi un indirizzo email dove poterglielo inviare.
    Cordiali saluti. Carlo Cerboni

  58. silverio paradiso

    ho letto il Suo articolo oggi 10 dicembre 2013. La chiosa finale ristabilisce da che parte soffia il vento della calunnia. Le sono grato per aver risvegliato anche la mia indifferenza nei riguardi di un mondo, quello della politica, che pensavo di avere rimosso del tutto. Una sola doverosa precisazione per il “finale” del Suo articolo, quella di ricordare ai grilli che non è lo sputo l’unica materia organica ad essere orientata controvento.

  59. franco monaca

    Come non soldarizzare con un valente giornalista e scrittore, caustico e brillante, uomo libero da condizionamenti di fronte agli squadristici e beceri attacchi di Grillo, Casaleggio e loro associati ed alle velenose ed infide espressioni di Travaglio, moralista a senso unico ed a tanto al chilo?

  60. GIOVANNI B. GARBELLOTTO

    Gentile F. Merlo,
    lasci perdere il cattivo umore e continui a ridere!
    Sono anni che La leggo e che conservo i suoi articoli più incisivi in una cartella del pc dedicata a Repubblica: credo di non essere l’unico tra l’altro.
    Solo che è ormai intollerabile l’uso vigliacco della rete da parte di tanti teppisti del pc, “ridicoli ed innocui” d’accordo, ma sempre attivi.
    Il comun denominatore di queste persone (??) penso sia la frustrazione: sbaglio?
    Bravi i giornalisti di Modena che leggono i “pensierini” dedicati alla giornalista Oppo.
    Cordialissimi saluti.
    Giovanni B. Garbellotto

  61. sergio genco

    Caro Merlo, continua a scrivere perchè abbiamo bisogno, in questo povero mare di detriti culturali in cui è stata sommersa l’Italia, di leggere qualcosa di intelligente ed evoluto come tu sai fare.
    Passeranno anche i grilli, i casaleggio e i travaglio, piccoli torquemada in sedicesimo, pericolosi per il loro assurdo livore contro tutti coloro che non la pensano come loro e incubazione di un nuovo fascismo becero e staccione.
    Sergio Genco

  62. sergio genco

    Caro Merlo, continua a scrivere perchè abbiamo bisogno, in questo povero mare di detriti culturali in cui è stata sommersa l’Italia, di leggere qualcosa di intelligente ed evoluto come tu sai fare.
    Passeranno anche i grilli, i casaleggio e i travaglio, piccoli torquemada in sedicesimo, pericolosi per il loro assurdo livore contro tutti coloro che non la pensano come loro e incubazione di un nuovo fascismo becero e straccione.
    Sergio Genco

  63. RITA CALAMITA

    Caro Fancesco Merlo per me Lei è uno dei migliori se non il miglior giornalista di Repubblica, ogni volta che sfoglio il giornale leggo sempre per prima i suoi articoli.
    Oggi ho letto il suo articolo e riengo che ciò che sta subendo da parte dei “grillini” è veramente vergognoso.
    Le porto la mia solidarietà e spero che tanti come me la sostengano perchè Lei è una persona per bene ed onesta .
    Vorrei che certi personaggi fossero veramente emarginati dalla vita politica e che un bel giorno la gente si svegli e capisca che ridimensionare Grillo e i suoi accoliti è oltremodo necessario per non finire come in Grecia con Alba dorada.
    Un abbraccio sincero.
    Rita Calamita

  64. Mirna Marchini

    Ho appena letto il suo articolo su Repubblica di oggi (cosa che faccio abitualmente quando vedo la sua firma) concordo in pieno con quanto lei scrive, e la ammiro e stimo ancora più di prima. Sostegno, solidarietà, stima ed affetto.
    Mirna Marchini

  65. luisa amantea

    mi spiace che il diritto di critica venga esercitato con linguaggio triviale e aggressivo. Molti 5 stellati sono scesi così in basso da non conoscerne altri. POVERETTI!!
    Apprezzo i suoi articoli, il suo stile e le sue idee. La mia più sentita solidarietà

  66. Roberto

    Immagino di non essere il solo che le invia un messaggio di solidarietà per la valanga di manganellate che il gruppo dei Balilla a 5 stelle le ha inflitto. Questi squallidi squadristi della Rete mi indignano per i contenuti (che non necessitano commenti) ma anche per il fatto che utilizzano in modo indegno un grande strumento di libertà, per cui alla fine di tutto non si pensa che il web è un mezzo estremamente comodo e democratico che ti permette di raggiungere persone cui con i sistemi ordinari non avresti accesso (si veda anche il presente messaggio), ma un luogo dove imperversa una guerra tra bande e dove personaggi di ogni tipo, protetti dall’anonimato danno sfogo ai peggiori istinti. Questo mi dispiace davvero, perchè poi la conseguenza è che questa moderna Agorà viene “sputtanata” per l’idiozia di una parte dei frequentatori. Comunque prosegua sulla sua strada e le sia di conforto il trattamento che Travaglio tentò di riservare al suo bravissimo collega Giuseppe D’Avanzo, uscendone però con le ossa rotte. In bocca al lupo per il suo lavoro e citando la Divina Commedia: “Non ti curar di loro, ma guarda e passa”

  67. Luca

    Buonasera. Vorrei esprimere la mia solidarietà nei suoi confronti perché una cosa è essere arrabbiati per la situazione in cui una persona si ritrova ma ben altra è sfogare questa rabbia identificando un nemico ed accusarlo di tutto spogliandosi completamente di ogni responsabilità. Questo è un sintomo di poco senso critico se non addirittura di ignoranza e qui mi vorrei soffermare rivolgendomi a chiunque legga questo post. Avete ben presente il simbolo del M5S? Al posto della lettera v viene ripreso il simbolo dell’omonimo personaggio V del film “V per Vendetta”. Il protagonista rivoluzionario mette in atto lo stesso piano di Guy Fawkes con lo scopo di rovesciare la dittatura facendo saltare il parlamento inglese. Un anno prima di questo atto estremo, con un monologo, esprime la sua idea all’intera Londra e c’è una frase che riassume una delle cause della dittatura: “Ancora una volta, a dir la verità, se cercate il colpevole non c’è che da guardarsi allo specchio.” Proiettando la citazione in questi giorni si scorge un’anomalia fondamentale nel comportamento del movimento. I grillini accusano politici, giornalisti, economisti, ecc. senza un minimo di autocritica e/o mea culpa. Quindi tra i colpevoli ci siamo anche noi. Nel referendum del 1946 abbiamo scelto di essere una Repubblica, quindi una democrazia. Ma la democrazia implica partecipazione attraverso discussioni da cui nascono idee che si esprimono tramite un voto ad un partito che più o meno le condivide. A questo punto nascono spontaneamente delle domande. Come può nascere (e di conseguenza esprimere) un’idea se ogni discussione è stroncata sul nascere? Come possiamo noi discutere se ogni volta che qualcuno prende una posizione viene messo alla gogna ed accusato di ogni sorta di crimine?

  68. gigi

    Caro Dott. Merlo, ho sempre letto con interesse i suoi articoli e sono arrabbiato e amareggiato per gli insulti di cui è oggetto in questi giorni. Le esprimo la mia piu’ totale solidarietà. Chi intimidisce i giornalisti non sa che cosa è la Democrazia. Mi è pure spiaciuto che il parlamento non abbia inserito nella legga sulla stampa un qualche provvedimento per limitare le querele milionarie contro i giornalisti.
    Speriamo in tempi migliori e intanto facciamo “quadrato”.
    Buona serata

  69. Giovanni SABINO

    Intendo esprimere con fermezza la mia totale solidarietà a Francesco Merlo. Non ho parole per quello che sta accadendo in questi giorni. Non c’è alcun limite all’insolenza ed all’arroganza umana.

  70. Stefano Valeri

    Gentile Francesco Merlo,
    ho seguito con molta attenzione tutta la vicenda che l’ha riguardata e Le riconosco, anzitutto, una grande qualità (e quantità) di assorbimento. Sarebbe infatti del tutto fuorviante pensare a un semplice botta-risposta tra chi fa informazione critica (le due cose debbono andare insieme, altrimenti è inutile) e il berciume d’accatto (cioè il solito abbrivio della subcultura) che tanto entusiasma un non poi così ristretto spicchio della nostra società. Bene ha fatto (e spero faccia ancora) La Repubblica a darLe ampio spazio, anche se bisogna pur ammettere che i lettori del quotidiano, e dei quotidiani in genere, sono ormai da tempo da un lato in caduta libera per i numeri, mentre dall’altro lato i restanti, fedeli alla testata e condividendone ampiamente i contenuti, “forzano” la statistica d’opinione. Comunque sono felice di far parte di tale condivisione. Bene ha fatto, dicevo, nell’elencare almeno in parte le nefandezze di cui Lei è stato oggetto. Ma il problema è appunto il sottolivello culturale a cui (finalmente!) molti imbonitori sono riusciti a portare buona parte del Paese. Grillo, versione finto-arrabbiata della più pura arroganza berlusconiana, si è trovato un piatto d’argento e ne ha approfittato. E la cosa più pericolosa, a mio avviso, è l’atteggiamento assunto da buona parte della politica (parlo della sinistra, il resto non mi interessa) che continua a sottovalutare manifestazioni di intolleranza sicuramente vicine ai canoni squadristi, la cui memoria andrebbe sempre rinfrescata. Si fa presto a dire “sono provocazioni iperboliche” come, purtroppo, ha dichiarato più o meno Dario Fo, lasciandomi peraltro basito. Questi atteggiamenti sono figli del degrado intellettuale, sociale, economico e, soprattutto, politico; atteggiamenti vissuti come ineluttabili. Se ne prende atto e punto. Si fanno trasmissioni televisive di grado infimo, dove si spacciano per “dovere di equità” le opinioni cialtronesche di direttori (diciamo così) di giornali che magari ogni tanto se ne escono con presunti attentati; si continua a proporre all’opinione pubblica la “credibilità” di condannati e decaduti con sentenza definitiva, non fosse altro che nominandoli decine di volte al giorno in radio e in televisione; si rimarca quanta generosità d’animo ha (ora) verso i detenuti un ministro della giustizia che appena un mese fa ha tirato fuori dalla galera una sua amica (mentre il fratello dell’amica non ci ha pensato due volte a darsi alla fuga, lasciando, ora lo sappiamo, la sorella in buone mani); eccetera, eccetera.
    Ecco, dicevo, la politica è quella che più (almeno a me) manca. Una politica che si riporti ai livelli che le competono, ai livelli che sono propri di un Paese alla ricerca di una nuova crescita. Una politica che quando voglia utilizzare un metodo “antico” montando un palco ci metta su qualcuno che tutto faccia meno il pagliaccio (pericoloso) o che, forse, basterebbe si accontentasse, almeno per il momento, di non aver bisogno di palchi per avere l’illusione che da lì, solamente perché in posizione dominante, si possano dire cose sensate. Ma purtroppo ancora la posizione fisica dominante affascina, cosicché le parole calano dall’alto con più violenza, meglio se condite di anatemi volgari, minacciosi e, appunto, mafiosetti (riprendo il Suo termine, ma direi che è meglio togliere il diminutivo), sopra una massa che si presenta acritica, in parte per mancanza di alternative, ma anche in parte (diciamolo) per pigrizia. Cosicché Lei è costretto a utilizzare lo stesso campo di “dialogo” pur non avendo, ne sono convinto, la benché minima voglia. Allora Le auguro di poter ritornare al più presto al suo vero lavoro critico sulla politica. E’ un augurio per Lei, è un augurio per noi tutti.
    Cordialmente.
    Stefano Valeri

  71. franco mariani

    Caro signor Merlo, io e mia moglie leggiamo sempre con interesse i suoi articoli, anzi, a volte con grande gioia e condivisione. Non dia ascolto agli insulti terribili che le hanno inviato, sono il frutto dell’ignoranza poiche’ se vuoi ferire veramente una persona non servono parolacce e improperi. servono pochissime parole ben dette. Con grande simpatia le siamo vicini. Franco e Albarosa Mariani

  72. Francesco Borgonovo

    Io raramente condivido gli articoli di Francesco Merlo. Ma chiunque nutra un poco di amore per la lingua italiana e per la polemica, che è il meglio del giornalismo, dovrebbe gridare che questo signore non si tocca. Chiunque si permetta di scrivergli insulti perché l’hanno inserito nella lista nera di Grillo è un idiota. E mi dispiace che un movimento fondato da uno dei più grandi comici italiani, mai prono, da comico, alla politica, si permetta di offendere Merlo. Vergognatevi, almeno un po’, e sappiate che se esistete è anche grazie a questo gran signore che scrive su Repubblica. 

  73. luigi guida

    Gentile dottor Merlo,
    desidero esprimerle la mia sincera solidarietà per gli attacchi indecenti subiti dal M5S (e non solo).
    Siamo immersi in una realtà imbarbarita in cui sprezzanti capopopolo si fregian di medaglie costruite sulla disperazione altrui, istigando alla violenza, finora solo verbale, per fortuna.
    Si sta ultimando purtroppo quella devastazione culturale che ebbe i suoi inizi negli anni ’80, favorita da media sempre più scadenti e, soprattutto, da una classe politica corrotta e “sporca”.
    La nostra in fondo è anche una forma di resistenza a che tutto crolli senza rimedio.
    Continui a regalarci i suoi bellissimi spaccati sociali.
    Con stima e affetto sinceri.
    Luigi Guida

  74. paolo

    ho letto l’articolo di travaglio di oggi e …….complimentoni ,non la facevo un fan accanito di ferrara e del berlusca. Quando si dicono i mutamenti delle persone ….

    1. Carla Notarbartolo di Sciara

      Caro Francesco Merlo,
      “Non ti curar di lor ma guarda e passa
      Sta come torre ferma che non crolla
      Già mai la cima al soffiar dei venti”
      Purtroppo il web, che è sicuramente una bellissima cosa, ha i suoi pesanti lati negativi dando la stura e risonanza a qualsiasi becera volgare voce, e dà appunto voce a tutti gli istinti più aggressivi e cafoni permettendo loro così di esprimersi. Io capisco che queste manifestazioni possano turbare anche le persone più forti e consapevoli, e colte come Lei, però il cicaleccio malefico e ignorante va tenuto a distanza, nella palude puzzolente dove si merita di stare….e potrei andare avanti. E non è la prima volta che penso queste cose, perché purtroppo ormai è un continuo ripetersi di questo tipo di eventi.
      Lei è il mio giornalista preferito e non mi perdo mai un suo articolo: ne scriva di più! Poi sono siciliana anch’io, almeno di famiglia
      Un abbraccio e buon lavoro
      carla n.s.

  75. Elisabetta Cabrini

    Ho letto solo oggi l’articolo “Cosa significa finire nella gogna di Grillo”, ma ancor prima di leggerlo pensavo di esprimerle tutta la mia solidarietà, per la violenza inaudita indirizzata alla sua persona. Molti dei decerebrati che l’hanno insultata non leggono i giornali, forse non capirebbero neppure i suoi articoli, perché diversamente conoscerebbero qualche strumento diverso dal turpiloquio e dall’odio a prescindere per gestire le conflittualità, o più semplicemente gli avversari e le avversità. Sono molto indignata, come per le offese sessiste e orribili alla sua collega e a Laura Boldrini; mi piacerebbe contribuire a una reazione importante, fatta di ironia, di sberleffo e di compassione per la pochezza umana e politica dalla quale siamo circondati. Sono un’insegnante in due scuole superiori, mi sono accorta che il vuoto e il risentimento sono presi alla sprovvista se inondati da tante parole belle, vere, anche allegre, di chi affettuosamente dimostra di non avere paura della stupidità. Un abbraccio Elisabetta

  76. Francesca

    Gentile Dottor Merlo,
    desidero prima di tutto esprimerle la mia simpatia e la stima per il suo lavoro. Leggo sempre con grande interesse i suoi articoli e mi ha profondamente indignata la campagna diffamatoria orchestrata dai soliti provocatori (ma è un eufemismo…). Per quanto riguarda gli attacchi di Marco Travaglio, sarebbe bene ricordare a questo signore la figura davvero penosa fatta in occasione del “one man show” , quando il protagonista della serata pulì accuratamente la sedia già occupata dallo stesso Travaglio.
    Lei è un ottimo giornalista, privo di ogni forma di settarismo, e forse è proprio questo che dà fastidio a chi lo attacca in modo tanto meschino.
    Buon lavoro ed un caro saluto.
    Francesca

  77. francesco dal pane

    SIAMO COSTERNATI E ADDOLORATISSIMI PER L’ORRENDA GOGNA MEDIATICA CUI è SOTTOPOSTO IL PROFESSOR DOTTOR MELO, ANCHE SE IN REALTà A LEGGERE I MESSAGGI DEI TRINARICIUTI GUARESCHIANI E DEI NOTARBARTOLI PARE CHE LA GOGNA SIA RISERVATA AI 5 STELLE. Vietato criticare il letterato di repubblica perchè come scrivono i mariani “è il nostro giornalista preferito” Per cui ci limiteremo a elogiare il partitocrate, ossia fautore dei partiti, ricordando IL MERLO NEL CINEMA, certi di far piacere a quelle suorine cosi scandalizzate per l’incolumità dell’uccello
    IL MERLO MASCHIO : capolavoro buzzanchiano dove il virile si crede perseguitato e passa nella gabbia di scalfari con i suoi fedelissimi, mostrando virtu amatorie straordinarie
    C’ERA UNA VOLTA UN MERLO CANTERINO che cinguetava lunga vita al governo Letta
    GLI UCCELLI Tra storni e merli un volgare, mediatico, gognatico attacco alla stabilità del paesa
    I FILM DI MAURIZIO MERLI ecco loro potrebbero mettere a tacere il grillo e lasciar cantare il merlo
    Saluti ai trinariciuti e in bocca al lupo per i concorsi pubblici STAMPEL

  78. Alessandro

    Lo sputo controvento che anche io auguro per Grillo sarà lo schiaffo che riceverà da quelli come me lo hanno votato una sola volta credendolo capaci di fare qualcosa di nuovo. Alle prossime elezioni si ritroverà con un pugno di mosche e lo slogan “Tutti a casa” mi dispiace per i 5 stelle in parlamento gli si rivolterà contro !!!!.
    un saluto e buon lavoro
    Alessandro Pezzatini

  79. Natalino Gangemi

    Gentile Merlo un grazie per i suoi articoli ricchi di fascino ,di cultura e di poesia e piena solidarietà per il vile attacco della coppia Grillo-Travaglio il peggio della politica e del giornalismo. Travaglio mente sapendo di mentire è un poveretto “nuddu miscato cu nenti” come diciamo noi in Sicilia. Pensi che sistematicamente sul suo gionalaccio cesura tutte le lettere di crtica ai suoi squallidi articoli e pubblica solamente le lodi. La mia email fra le altre cose è stata messa fra le indesiderate e qualsiasi cosa scrivevo veniva censurata. Una volta per provare ho scritto :Bravo Travaglio niente da fare censurato lo stesso.
    Un caro saluto e buone feste a lei e famiglia
    Natalino Gangemi

  80. maurizio olivieri

    Egregio dr. Merlo, con enorme piacere ho riscontrato che le mie idee sulla situazione della monnezza di Roma non sono diverse dalle sue, avevo cominciato a pensare che mia moglie nel definirmi una pila di fagioli avesse ragione, ho finalmente capito, dopo aver letto il Suo articolo, che a me mancano semplicemente le parole per dirlo, questa nostra meravigliosa città ogni giorno di più si trasforma in una latrina, e chiunque arrivi per governarla in realtà cerca sola nuove e più appariscenti parole a cui non segue nessuna soluzione

  81. Ceccagno Ledi

    Gentile dott. Merlo.
    Ho sentito il bisogno di scriverle dopo aver letto il suo ultimo articolo apparso su “la Repubblica” del 5/1/2014 riguardante la frase del segretatario del PD, Matteo Renzi: Fassina chi?
    Ritengo giusto che ci sia ripetto tra persone anche, e specialmente se, sono in disaccordo su alcuni argomenti, ecc., ma non le sembra che ella sia stato un pò troppo prolisso?
    Paragonarlo ad Andreotti, Gaspari e Gava solo perchè lavora al mattino presto per creare un accostamento alla vecchia DC… Che senso ha? Ci stiamo preparando alla scissione?
    Inoltre non vedo nulla di male sponsorizzare eataly, sia per l’Italia che per il PD.
    Quando si resterà senza il finananziamento pubblico, anzi, “rimborso spese elettorali”, cosa succederà ? Come farà a vivere il PD, di elemosina?
    Quindi al di là di una frase che può essere considerata anche solo un semplice sfogo e quindi se non viene commentata non significa essere degli yesman, e qui lo accosta a Berlusconi, non vedo nulla di cocreto in ciò di cui lei ha commentato nell’articolo in oggetto.
    Mi perdoni se non sono completamente d’accordo con lei, per rispetto nella sua persona dovevo farle notare quanto sopra.

    Le invio i miei più cordiali saluti.

    LC.

  82. stefano

    buongiorno sig.Merlo,
    le scrivo in merito al suo articolo su Renzi. Ha almeno visto il video nel quale Renzi chiede “chi” mentre un suo collega gli pone una domanda? NON dice Fassina chi? come vuol far intendere scorrettamente lei. il suo articolo, che ricama in maniera fantasiosa sul personaggio-Renzi, non tiene conto dell’assoluta marginalità e insignificanza della battuta. Sembra che lei non attendesse altro che un pretesto, sebbene banale, per poter riversare una certa qual frustrazione per la vittoria alle primarie di Renzi. Crozza coglie e bene alcuni aspetti del personaggio e da comico li drammatizza intelligentemente. Il suo articolo invece è il simbolo compiuto dell’arroganza pseudointellettualistica della vecchia sinistra, che è e sarà sempre strutturalmente minoritaria. Ogni pretesto è buono per associare Renzi a Berlusconi e perfino ad Andreotti e Mussolini, una sorta di venditore buffone autoritario sostenuto da poteri occulti.. Merlo, si rassegni, le sue categorie interpretative sono finite. Si aggiorni, per Dio, o lasci spazi a Merli 2.0
    saluti

    1. Annamaria Giusti

      Il suo articolo di oggi 5 gennaio non può che dare conforto a chi ancora crede nella lucidità del giudizio, capace di discernere un bluff grossolano e in perfetta malafede come quello

  83. Annamaria Giusti

    Ho letto il suo articolo di oggi 5 gennaio, e la ringrazio per dimostrarsi una volta di più

  84. Francovaleriani

    Spiace leggere un ulteriore articolo così spocchioso su un personaggio come Renzi che sta cercando di ridare a tutti noi almeno una speranza di rinnovamento ( per il cambiamento sotto certi aspetti anche Griillo. Il punto è che finché ci sono persone così intelligenti (come Lei crede di essere) per il nostro paese c’è poco da fare. Sembra che lei viva sulla luna non si rende conto che gli italiani sono stanchi non ne possono più di simili governanti maneggioni e se va bene inetti. No lei fa lo spiritoso (in modo penoso, almeno per me) e distorce volutamente la realtà. Quanto allo specifico si vada a rileggere quello che diceva Fassina (ottima persona) su Renzi durante le primarie e poi non ci faccia la morale su quello che è etico, corretto e …….accetti l’idea che alle elezioni 8 milioni hanno votato per 5stelle, 8milioni non hanno votato e 3 milioni non hanno votato per il PD. Se poi alle primarie i cittadini hanno votato per Renzi concluderà che la nausea per i precedenti governanti è chiarissima.
    Un consiglio appena può a Capalbio si sta bene, prenda il sole si riposi, si ritempri il corpo e lo spirito e soprattutto stia sereno molto sereno

  85. Francovaleriani

    Mi scusi ma dimenticavo ho sempre votato a sinistra e sono stato, negli anni 70 iscritto al pci. Le chiedo perchè fa lo spiritoso su Farinetti? Lo conosce?, perchè dice “sarà pure di sinistra……”? È di sinistra (comunista) e a differenza di tanti intellettuali eccellenti nel dispensare giudizi sprezzanti a dx e a manca, ha dato lavoro a centinaia di giovani. Ci rifletta, a volte prima di parlare di certi personaggi un collutorio ci potrebbe aiutare ad essere più imparziali.
    Distinti saluti
    Franco Valeriani

  86. marco romanelli

    Caro Merlo, ottimo il suo articolo sul bullismo di Renzi (anche se dimentica le continue provocazioni di Fassina, altrettanto sciocche), ma, vista la sua bravura come osservatore e commentatore, non potrebbe lasciar perdere i riferimenti letterari in cui scambia il Mazzarò verghiano della “Roba” con il Sedara lampedusiano del “Gattopardo”, confondendo vieppiù le idee a lettori che sull’argomento le hanno già abbastanza confuse? Con stima,
    Marco Romanelli

  87. Mattia

    Sig. Merlo da uno che è editorialista della Repubblica dal 2003 mi aspetterei articoli un po’ più sostanziosi che non quello da lei scritto a pg 4 della Repubblica di domenica. Abbiamo capito da un pezzo che a De Benedetti e Scalfari, Renzi non va giù perchè è più difficile manovrarlo rispetto ai D’alema e company. Ma la cellulosa degli alberi non va sprecata con inchiostro qualunque. Renzi non mi suscita grandi entusiasmi ma una pagina di presa in giro simile del segretario PD su Repubblica non si era mai vista. Non tanto per la critica in sè, quanto per il modo, citando paragoni improbabili e un elenco lunghissimo di pretestuosità. Il lettore non è scemo e se i lettori di Repubblica diminuiscono ci sarà un motivo.
    Mediti.

  88. francesco

    buongiorno, sono uno studente di giurisprudenza della Bicocca e frequento il corso di comunicazione piccolo gruppo di Michele Plastino a Roma. Sto studiando il libro: ” le regole dei giornalisti” per l’esame di diritto dell’informazione e della comunicazione. Ci tenevo a farle i complimenti, il libro ed in particolare la sua postfazione mi hanno fatto riflettere molto, cosa assai rara nei manuali di giurisprudenza studiati in questi 5 anni. Francesco M.

  89. Anna Marzia Positano

    Caro Merlo,
    ho apprezzato come sempre il Suo articolo sulla De Girolamo. Desidero tuttavia farle notare che la volgarità della signora, almeno agli occhi di una donna di età e dotata di una certa esperienza sociale come me, salta agli occhi a prima vista. Modi, voce, e faccia decisamente volgarotta.
    Insomma, nessuna sorpresa per il suo comportamento, aggravato dalla provenienza Berlusconiana.
    tutto qui.
    Grazie del piacere della Sua lettura.
    A.m. Positano

  90. Fabrizio

    Sono rimasto inorridito dal suo fondo di stamane. Credo che lei debba scusarsi.
    E’ un articolo di una violenza inaudita, in tal modo lei si è messo al pari di coloro che denigra.
    Non è un modo di fare giornalismo. Lei in prima persona predica la tolleranza il rispetto ma contrariamente
    a quanto scrive agisce in modo diverso. Mi aspetto che rifletta su ciò che ha prodotto.

  91. Marco Basileo

    Caro Merlo, sono un collega. La copio.
    Ora basta. La prego.
    Quando scrive su Repubblica, dica basta ai commenti.
    Basta. Il giornalisti erano un filtro. Per diventarlo, non bastavano vent’anni.
    E dopo vent’anni, l’equazione era legittima: io scrivo, tu leggi. fine.

    vuoi commentare, caro lettore? scrivi una lettera al direttore. partecipa a un forum di discussione. perdi tempo su facebook. apri un blog e smarriscilo insieme agli altri 300milioni di blog nel mondo. manda un tweet ai tuoi seguaci. Insulta chi ti pare.

    internet permette a chiunque di mostrare la propria irrilevanza. Perché la categoria si è allineata?
    Perché ha deciso di farsi insultare? Perché ha deciso di uccidere la propria autorevolezza? Perché, leggendo un pezzo di umberto eco su l’espresso, mi tocca registrare una coda di grafomani sgrammaticati che fanno le pulci a un professore di fama mondiale? Che senso avrebbe? Ancora non l’ho capito.

    I giornalisti professionisti (e i giornali seri), non dovrebbero consentire i commenti in coda al pezzo, perché mettono sullo stesso livello chi scrive e chi legge. E la livellazione è sempre verso il basso, naturalmente.

    Per livellarsi al ribasso ci sono i blog. vittorio zucconi ogni tanto lo comprende si ribella, ma poi riapre il suo. ama troppo il mestiere, evidentemente.
    Tra l’altro, perché un giornalista professionista che scrive su un giornale vero dovrebbe utilizzare uno strumento per dilettanti? A me sembra solo un modo idiota per confondere i livelli e contribuire a mortificare un mestiere. Che un tempo lo era sul serio. Perché era un filtro arido e asettico, e non un gioviale amico del bar al quale puoi dire di tutto.

    Una vocazione, perfino. Che ora è diventato un hobby alla portata di tutti.
    Anche di chi commenta mentre è seduto sul cesso.
    Rendendo difficile capire quale sia l’esternazione principale.
    Grazie dell’attenzione,
    buona serata

  92. pietro pani

    scusi , dove era ieri sera ( 29/01/14 ) Manlio Di Stefano che lei ha visto ” spintonare, scalciare e strepitare al grido di CORROTTI CORROTTI ” durante una seduta alla Camera dei Deputati ?? Glielo dico io dove era : a STRASBURGO ! Da un professionista come lei ci si aspetterebbe un pò più di serietà , peccato sputtanarsi la carriera in questo modo , mi dispiace per lei . In questo momento mi fa veramente una grande pena , comunque si vergogni profondamente .

  93. Roberto

    Complimenti….le ricordo che la violenza non è solo quella fisica, come quella di Stefano Dambruoso, che è sempre deprecabile e non ha mai giustificazione, ma anche quella verbale di chi come lei avalla questi pseudo-comportamenti. Come sempre dalla vostra parte ci sono 2 pesi e 2 misure….le ricordo, se pur non ce ne dovrebbe essere bisogno, che in una democrazia parlamentare si è in parlamento per acconsentire o per dissentire, e se uno dissente non gli sitappa la bocca…MAI…perché altrimenti non si è più in una democrazia ma in una DITTATURA, dove non si può esprimere il proprio dissenso e dove i media censurano o deformano la notizia ad uso e consumo del dittatore che sia una persona sola o una compagine….col suo mediocre lavoro Lei si mostra per quello che, un servo obbediente. Io sono ovviamente di parte ma le posso assicurare che ciò che è successo a scosso noi attivisti tanto quanto le persone che non sono attivisti del Movimento. Le vostre cialtronerie hanno i giorni contati e la mia non è una minaccia, è una constatazione.

  94. maria laura paoletti

    Ma si è informato prima di scrivere castronerie”?E ‘ questo il modo in cui voi fate giornalismo e date informazione?
    E’ proprio un peccato che Manlio di Stefano fosse a Strasburgo.
    Ma già, forse stava scalciando proprio lì…
    Si vergogni!! Sa una cosa? noi ITALIANI CI STIAMO SVEGLIANDO E NON CI IMBACUCCATE PIU’? !

  95. manuela santalucia

    Egregio signor Merlo,
    da lettrice, volevo esprimerle tutto il mio dissenso per la profonda disonestà intellettuale con cui, non soltanto ha scritto questo articolo: http://www.repubblica.it/politica/2014/01/30/news/merlo_5_stelle-77260648/?ref=HRER1-1 ma anche per il modo con cui Lei ha replicato alla risposta del deputato del Movimento Cinque Stelle Manlio Di Stefano al suddetto articolo. Io vorrei solo capire… io vorrei che Lei mi spiegasse questo, sig. Merlo: dopo aver accusato ingiustamente di atti violenti una persona che non era nemmeno presente in aula parlamentare perchè in quel momento altrove (a Strasburgo, presso il Consiglio D’Europa), con quale coraggio, invece di rettificare e chiedere scusa per il grave errore, lei replica con una nuova menzogna? Ha estrapolato e deformato ad hoc una frase scritta su un social Network accusandolo nuovamente di inneggiamento alla violenza. Confrontando le due versioni, quella reale e quella da lei assemblata, la deformazione da Lei messa in atto è palese e veramente sconvolgente.
    Da lettrice mi sento profondamente offesa e tremendamente presa in giro da questo costante modus operandi di un giornalismo immorale che costantemente deforma, disinforma, mente, insulta e attacca gratuitamente, come ha fatto Lei in questo articolo. Rivendico il mio sacrosanto diritto ad essere informata correttamente. Basta con questi sciacallaggi. Abbiate per favore un pò di rispetto.

    Manuela Santalucia.

  96. gianluca cannone

    Lei è l’esempio del servilismo più basso che possa rappresentare questo paese alla deriva, spero che lei abbia dei figli che lo possano un giorno giudicare per il male che quelli come lei stanno facendo a l’Italia.
    Lei con le sue parole , vende una parte della sua anima, spero che lei non si renda conto di quello che scrive.
    Molto facile ergersi a giudice dall’alto di una testata giornalistica che un tempo ha rappresentato una parte dell’informazione di questo paese, fortunatamente, oggi l’informazione anche se ancora con un poò di fatica,
    si può cercare anche quella non asservita.
    Io credo soltanto che una persona come lei in un paese civile, verrebbe radiato da tutte le testate, io a lei non darei neppure una penna per fare le parole crociate.

  97. Mina

    Ho sempre apprezzato moltissimo la sua ironia , la sua profonda capacità di analizzare la realtà con sintesi ed efficacia..
    Oggi per la prima volta non mi trovo d’accordo con quanto ha scritto.
    Sarà la mia formazione giuridica , che lei oggi definisce patafisica, ma il messaggio che passa, mi creda e ‘ molto pericoloso , e non si tratta affatto di un uso politico della giustizia , ma di rispetto delle regole.
    Il politico in questione era stato esplicitamente avvisato della presenza dei sigilli sul bene nel quale si apprestava ad entrare.
    Quando si appone un sigillo vuol dire che il bene e ‘ sotto sequestro, che c’ e ‘ un provvedimento del giudice che occorre rispettare.
    Il politico decide di entrare con piena intenzionalità e consapevolezza , e Dunque decide di violare una regola dello stato.
    La legge e ‘ uguale per tutti.
    Pensare e propagandare un modo alternato di funzionamento delle regole a seconda di chi sia a violarle vuol dire accettare l’idea che alcuni, specialmente i politici, sono più uguali degli altri e di fatto legibus soluti.
    È perché mai ?
    I politici dovrebbero dare l’esempio integrare quel concetto di etica pubblica che ormai si è perso del tutto.
    Se violano le leggi in modo consapevole in materia di reati ordinari sono responsabili come tutti i cittadini ” normali “.
    Viviamo in un sistema di illegalità diffusa e di forte assenza di coscienza sociale e civica , accettare che si possano violare, solo perché politico, le regole valide per tutti gli altri non mi sembra accettabile.
    Il politico in questione poteva manifestare liberamente il suo pensiero senza violare le regole.
    È così difficile ?
    Occorre avere dei riferimenti morali e capire che dal semaforo rosso al sigillo , alla attenzione nell’uso delle parole per non stimolare e provocare violenza ( così come e ‘ accaduto con l ‘ inaccettabile violenza nei confronti della presidente Boldrini ) le regole , i limiti certi, la presenza di chi fa rispettare queste regole già note e condivise da tutti, garantisce la nostra libertà e la nostra democrazia sebbene siano ormai concetti molto al ribasso..

    M.

  98. A P

    Egregio signor Merlo, nel suo articolo “Il manganello dei grillini” lei scrive <>. Questa sua affermazione mi ha fatto pensare che lei si riferisse al Paese dei Balocchi, abitato da merli e allocchi, non certo all’Italia che anche un cieco vedrebbe in quale pessima situazione si trova. Il Paese non è affatto sano, l’Italia è gravemente malata nell’economia, nell’equità sociale, nella democrazia, nella giustizia, nell’informazione (lei ne è un esempio leggibile), nella politica e in numerose altre cose che lei conosce perfettamente. Circa due millenni fa, un Uomo sulla croce disse <>. Lei, signor Merlo, appartiene alla categoria di quelli che sanno quello che fanno, per cui la invito ad essere onesto, meno fazioso e più obiettivo quando scrive i suoi articoli.

  99. AP

    Egregio signor Merlo, nel suo articolo “Il manganello dei grillini” lei scrive <>. Questa sua affermazione mi ha fatto pensare che lei si riferisse al Paese dei Balocchi, abitato da merli e allocchi, non certo all’Italia che anche un cieco vedrebbe in quale pessima situazione si trova. Il Paese non è affatto sano, l’Italia è gravemente malata nell’economia, nell’equità sociale, nella democrazia, nella giustizia, nell’informazione (lei ne è un esempio leggibile), nella politica e in numerose altre cose che lei conosce perfettamente. Circa due millenni fa, un Uomo sulla croce disse . Lei, signor Merlo, appartiene alla categoria di quelli che sanno quello che fanno, per cui la invito ad essere onesto, meno fazioso e più obiettivo quando scrive i suoi articoli.

  100. AP

    Egregio signor Merlo, nel suo articolo “Il manganello dei grillini” lei scrive: “in molti pensavamo che gli spasmi biliosi e la patologia ossessiva di Grillo non avrebbero certo contagiato un Paese sano”. Questa sua affermazione mi ha fatto pensare che lei si riferisse al Paese dei Balocchi, abitato da merli e allocchi, non certo all’Italia che anche un cieco vedrebbe in quale pessima situazione si trova. Il Paese non è affatto sano, l’Italia è gravemente malata nell’economia, nell’equità sociale, nella democrazia, nella giustizia, nell’informazione (lei ne è un esempio leggibile), nella politica e in numerose altre cose che lei conosce perfettamente. Circa due millenni fa, un Uomo sulla croce disse . Lei, signor Merlo, appartiene alla categoria di quelli che sanno quello che fanno, per cui la invito ad essere onesto, meno fazioso e più obiettivo quando scrive i suoi articoli.

  101. A P

    Egregio signor Merlo, nel suo articolo “Il manganello dei grillini” lei scrive: “in molti pensavamo che gli spasmi biliosi e la patologia ossessiva di Grillo non avrebbero certo contagiato un Paese sano”. Questa sua affermazione mi ha fatto pensare che lei si riferisse al Paese dei Balocchi, abitato da merli e allocchi, non certo all’Italia che anche un cieco vedrebbe in quale pessima situazione si trova. Il Paese non è affatto sano, l’Italia è gravemente malata nell’economia, nell’equità sociale, nella democrazia, nella giustizia, nell’informazione (lei ne è un esempio leggibile), nella politica e in numerose altre cose che lei conosce perfettamente. Circa due millenni fa, un Uomo sulla croce disse: “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno”. Lei, signor Merlo, appartiene alla categoria di quelli che sanno quello che fanno, per cui la invito ad essere onesto, meno fazioso e più obiettivo quando scrive i suoi articoli.

  102. Carlo Nicolò

    Ho letto il suo ultimo articolo “il magnifico fallimento di una capitale…”. Ho notato che praticamente attribuisce a Marino,insediatosi da neppure un anno, gran parte delle colpe. infatti riferito a Fellini dichiara “Quello era cosi visionario che aveva già filmato anche il fallimento della città di Marino”. E poi sull’Opera di Roma (ricettacolo per anni di raccomandati, questo non lo dice) e poi sulla smania di ottenere i 750 milioni. Quanto basta per capire che anche Lei vorrà, a tempo debito, la testa di Marino. Io sono stato sindaco di un piccolo comune della provincia, del PD. Sono tornato al mio lavoro e non ho alcun rapporto con le attività di partito. Eppure la mia modesta opinione è che Marino è la persona più onesta e preparata che abbia avuto Roma da lungo tempo. Lo dico a ragion veduta avendo conosciuto personalmente alcuni sindaci , molti dei quali ampiamente osannati dal Suo giornale. Marino informa tutti i suoi elettori di tutto quello che fa, ogni giorno e ha fino ad ora realizzato interventi importanti di risanamento in molte periferie. Che poi, una persona come Lei, che reputo uno dei più grandi giornalisti italiani, abbia scelto di abbandonarlo al suo destino mi meraviglia alquanto. Ma ho vissuto abbastanza per aver visto questo ed altro.

  103. Gianni Belfiore

    Gent.mo Francesco Merlo,

    Le scrivo in occasione dell’uscita negli Stati Uniti del libro “Anatomy of a collisioni” di Robert Meurn dove finalmente la marineria italiana ha avuto giustizia perché è stata appurata la colpa della collisione della nave svedese Stockholm. La prego di vedere il mio sito e la mia esperienza marinara oltre che quella musicale con Julio Iglesias, e contattarmi del momento che ho appartenuto alla grande famiglia della Società Italia Navigazione con Michelangelo e Raffaello.

    Cordiali saluti,

    Gianni Belfiore
    cell. 329 82 10 555

  104. Gianfranco galasso

    Il suo articolo ” mandarini appiedati ” evidenzia che gli autisti delle auto blu sono disoccupati. Renzi nella sua intervista in contemporanea su Repubblica afferma che quei disoccupati ritorneranno a fare i poliziotti.

  105. enrico

    Gli F35 rubano i soldi a scuole e ospedali.
    D’accordo San Merlo o è squadrismo anche questo?

  106. raix

    Gentile Dott. Merlo
    ho letto il suo libro “Stanza 707″ ed è stato per me forse la più bella sorpresa letteraria di questi tempi. non mi era mai capitato ma ho cercato di leggerlo piano piano, quasi centellinandolo, perchè non avevo voglia che finisse. lo sto pubblicizzando a più non posso ed ho anche donato una copia del libro alla biblioteca comunale ove risiedo.
    faccio questo per gratitudine a lei e ai bellissimi momenti che ho vissuto leggendo il suo libro ma anche e sopratutto perchè non sopporto che altre opere di oggettivo valore inferiore a questo libro vengano osannati e decantati ovvero si affaccino sempre sulla bocca dei saccenti di turno. questo libro è unico e bellissimo. a cesare quel che è di cesare. complimenti…..

  107. Angelo Bini

    Imposta Unica Salario Unico Nazionale Il Socialismo degli Enti

    Vecchie considerazioni su una razionale Riforma del Fisco – Data del Documento 14 Gennaio 2010
    Il fascino di un fisco ad imposta unica, il mito dell’aliquota unica e la realtà delle aliquote progressive, l’Imposta Unica Progressiva sui Redditi Netti

    Oggetto.

    Un Fisco Ideale sarebbe composto da una sola imposta ad una sola aliquota e quindi un’imposta proporzionale che colpisca il reddito netto annuo del singolo cittadino.

    Più realisticamente possiamo ipotizzare una sola imposta progressiva ovvero ad aliquote crescenti per scaglioni di reddito o secondo una funzione continua per evitare sbalzi tra i diversi scaglioni che colpisca il reddito netto annuo del singolo cittadino.

    Narrativa.

    Un fisco male impostato genera reazioni automatiche.

    Oltre ad un assetto internazionale capace di eliminare le triangolazioni e i paradisi fiscali, che insieme sono la fonte obbligata dell’evasione, serve una legislazione semplice, logica, giusta: la nostra unica quota di contribuzione alle spese dello Stato deve essere unica e chiara, facilmente imputabile come costo singolo al conto economico della famiglia o dell’impresa.

    Silvio Berlusconi ha gioco facile nel tenere alla corda non solo il ceto medio e le piccole e medie imprese ma anche famiglie e ceti popolari sulla questione fisco che la sinistra continua a non prendere seriamente in considerazione.

    La silenziosa rimozione della sinistra dall’immaginario politico del popolo italiano avviene per tre ragioni: la caduta del muro di Berlino, la Bolognina e la Legge Visentini sulla riforma delle contabilità delle imprese individuali che è una vera riforma fiscale generale e regressiva.

    Sulla questione della caduta del muro di Berlino possiamo dire poco se non che andrebbe rivisto il ruolo della nomenclatura sovietica ormai affascinata dai modelli di vita occidentali per cui chi pensa che essa sia stata vittima della caduta dell’URSS dovrebbe esaminare meglio l’ipotesi che la vede attrice prima ed interessata verificabile dal fatto che essa, con il cambiamento, si è appropriata, ora in regime di diritto privato, delle risorse una volta pubbliche con la possibilità di usufruirne secondo i diritti ed i costumi che, in regime privatistico, sono legittimi ed accettati.

    Con la Bolognina la nomenclatura ed il funzionariato del PCI, sotto la regia di una parte illuminata della grande borghesia italiana, come sostiene anche Pietro Ingrao, tentano di salvarsi dalla svolta della Storia, senza capire che quello era invece il momento di resistere e di non cedere all’immanentismo della catastrofe finale allo stesso modo in cui gli Apostoli, soprattutto S. Pietro, quindi in nobile compagnia, rinnegarono Gesù il Cristo nel momento in cui egli stava soccombendo.

    Ma, più di tutti, ha inciso l’entusiasmo col quale a sinistra venne accolta la Legge Visentini sulla riforma dei regimi e delle forme di contabilità per le piccole e medie imprese, soprattutto le individuali, rispetto alle quali vi erano ragioni di razionalizzazione e di semplificazione, non di ossessione ed oppressione contabile come invece avvenne.

    Ciò nel momento in cui lo Stato stesso permetteva, tramite la ripartizione del capitale insito negli utili ampliati da una contabilità a dati storici non corretti degli effetti dell’inflazione, alla grande borghesia di rapinare le grandi imprese, a svuotarle di risorse reali, e, tramite esse, a rapinare anche tanto risparmio popolare affluito con ingenuità ed entusiasmo in borsa sulla base di una legge ad inganno programmato come fu la prima legge italiana sui fondi comuni di investimento.

    Con la Legge Visentini si sviluppò una forte sensazione di oppressione del ceto medio e, tramite esso, dei ceti popolari aggravato dalla soppressione della scala mobile imperfetto ma efficace strumento non solo di difesa dei salari ma anche di meccanismo solamente da perfezionare per raffinare la sua più generale funzione di tonico della domanda generale grande attenuante dell’ampiezza delle oscillazioni delle crisi da stemperare con accortezza esclusivamente per attenuare gli aspetti deteriori del consumismo e soprattutto dell’impatto negativo indotto dalla domanda sulla produzione eccessiva rispetto ai volumi razionali ed ecologici della produzione di CO2 e altri flussi inquinanti rispetto ai quali è necessario anche rivedere il concetto, il valore e l’etica del lavoro.

    In ogni caso, alta pressione fiscale, difficile comprensione del sistema delle imposte e dei balzelli disorientarono persino i consulenti fiscali.

    Per un attimo la sinistra comprese la gravità della situazione e promise la semplificazione ma Vincenzo Visco e Franco Bassanini hanno poi solamente aumentato la complicata realtà burocratica italiana.

    Oggi Silvio Berlusconi, nel mentre prosegue la politica delle tasse sul macinato in modo molto più grave ed eversivo con la privatizzazione dell’acqua, opera contemporaneamente, con grande demagogia ma anche con cinica maestria, ad assecondare gli istinti popolari tra i quali primario è sempre quello della semplificazione promettendo un accorpamento delle aliquote dell’imposta sul reddito delle persone fisiche che la trasforma in proporzionale e quindi regressiva.

    È un’operazione a favore dei redditi alti, opera un trasferimento regressivo della ricchezza verso i ricchi ma la gente, disperata dalle complicazioni e dal caos di imposte, tasse, contributi e balzelli vari è disposta a tutto, anche di subire più imposizione pur di vederci chiaro.

    Intanto la grande impresa con l’informatica ha quasi risolto tutto, anzi le complicazioni favoriscono la sua posizione di privilegio perché essa può anche ben definire i suoi costi con precisione inimmaginabile, anche nel calcolo immediato dell’inflazione sui dati storici, mentre gli imprenditori emergenti trovano ostacoli nel labirinto fiscale e quindi nella determinazione dei costi reali con rischio molto alto di operare in perdita considerando che pochi centesimi di errore sul prezzo del singolo bene o servizio possono avere conseguenze decisive soprattutto oggi in fase di globalizzazione e di concorrenza da parte di sistemi economici forse ancora semplicemente più trasparenti.

    Un obiettivo politico aggregante e decisivo è quello di una imposta unica e progressiva ad aliquote crescenti che sostituisca non solo imposte e tasse ma anche i contributi con la loro totale fiscalizzazione: in tale ipotesi il contribuente potrebbe determinare anche nelle previsioni l’importo preciso degli oneri fiscali e contributivi con certezza sulle decisioni di prezzo ma comporterebbe anche una rivoluzione per la politica dello sviluppo e delle relazioni aziendali poiché il costo del lavoro immediato sarebbe al netto dei contributi e degli oneri sociali con conseguente rimozione di tante cause che rendono difficile e problematico l’impiego del fattore lavoro nel processo produttivo.

    Si verificherebbe una rivoluzione nell’economia non solo in termini di espansione ma anche di valorizzazione del lavoro umano rispetto al lavoro meccanico, elettronico, informatico e cibernetico.

    La determinazione del reddito dovrà essere univoca, senza configurazioni parallele, e dovrà avvenire senza deroghe rispetto alle rigorose tecniche e valutazioni derivanti da sistemi e metodi di già pregiata conquista storica delle discipline di rilevazione contabile che, tra l’altro, proprio in Italia ebbero culla e nella nostra cultura videro maturare la loro evoluzione per ciò che attiene la quasi totalità della loro logica e degli adeguamenti alla evoluzione che nel tempo registrano le realtà da loro indagate.

    Il crescere delle aliquote, altra scelta politica a valenza plurima, o sarà irregolare o rispetterà un andamento classico retto con angolo all’origine dettato dagli obiettivi da perseguire oppure secondo una legge parabolica, esponenziale, o altra configurazione a seconda della progressività desiderata.

    Meccanismi accessori come quoziente familiare e detrazioni potranno essere utilizzati per gli input derivanti da ragioni e principi di ordine etico e sociale.

    Accanto all’imposta unica sul reddito netto è preferibile non vi siano altre imposte o contributi o oneri sociali di qualsiasi natura: è preferibile che L’Imposta Unica sia veramente UNICA.

    Se proprio veramente necessario si potrebbe ipotizzare l’imposta sul valore aggiunto, concepita ad aliquote sistemiche, come strumento non tanto di gettito complementare all’imposta unica ma come strumento di lievissimo prelievo sui consumi e o sugli investimenti ai fini di realizzazioni di orientamenti e manovre di politica sia macro che microeconomica finalizzate ad obiettivi sia di natura marginale che strutturale, non avente fini di produzione di gettito erariale ma solamente di orientamento dei consumi.

    In ogni caso il modello teorico di riferimento deve essere l’imposta unica ad aliquota unica (in realtà ad aliquote progressive per scaglioni di reddito crescenti o crescenti secondo una funzione continua all’aumentare continuo del reddito).

    Possibilmente ad essa non deve aggiungersi altra imposta o tutto ciò che si aggiunge in termini di imposte complementari o di aliquote deve essere assolutamente necessario e dettato da motivi veramente validi ed utili e sempre massimamente comprensibile dal cittadino di qualsiasi livello culturale che preso dagli assilli quotidiani non ha tempo di dedicarsi allo studio ed alla profonda e completa comprensione della logica e dei meccanismi dei provvedimenti legislativi e di governo.

    Tra l’altro, per cittadini ed imprese deve essere perseguito l’obiettivo di una dichiarazione dei redditi di facile redazione o almeno di agevole comprensione.

    In ogni caso, anche nel deteriorato aggiungersi di altre imposte, la imposizione totale non deve alterare la progressività e non deve colpire il reddito se non è positivo come avviene invece oggi con le imposte patrimoniali e proporzionali.

    Il contribuente se non ha reddito non deve pagare imposte come avviene oggi.

    Anzi l’imposizione non deve mai colpire i redditi sotto la soglia di reddito di sopravvivenza.

    Ogni nuova imposta od ogni nuova aliquota interna alle singole imposte deve rispettare una logica e meccanismi ispirati ai principi di sistema.

    Ribadiamo che ottimale per semplicità e giustizia sarebbe comunque una Imposta Unica sul Reddito Netto Annuo ad Aliquote Progressive.

    Nuovo Sistema Fiscale:
    1. Eliminazione delle Triangolazioni Internazionali e dei Paradisi Fiscali
    2. Integrazione della responsabilità limitata delle Società di Capitali con responsabilità personali dei soci e degli amministratori
    3. Imposta Unica Progressiva sul Reddito Netto Annuo
    4. Scuola Nazionale per la formazione degli amministratori pubblici (vedi ENA Francia)
    5. Piano dei Conti Nazionale (vedi Francia)
    6. Ammortamento immediato delle Immobilizzazioni Tecniche e, in generale, di tutti i beni materiali e immateriali soggetti ad ammortamento (potentissimo incentivo agli investimenti)
    7. Imputazione al Conto Economico dei Costi e dei Ricavi nel periodo amministrativo e di imposta in cui si ha la loro manifestazione finanziaria certa (corrispondenti Uscite e Entrate di Cassa)
    8. Applicazione obbligatoria dei sistemi e dei metodi di contabilità e bilancio per contrastare gli effetti dell’inflazione, della variazione dei costi di rimpiazzo, la salvaguardia della integrità economica del capitale d’impresa e impedire il riparto di capitale sotto forma di utili
    9. Deducibilità fiscale di scontrini e ricevute nella dichiarazione dei redditi delle famiglie (interesse alla emissione)
    10. Testo Unico della Legislazione Tributaria
    11. Modalità di pagamento dell’Imposta Unica: abolizione di tutti gli anticipi e versamento posticipato, dopo la presentazione della dichiarazione dei redditi, in dodici rate mensili con possibilità di domiciliazione bancaria.
    Angelo Bini
    Angelo Bini
    Vice Presidente CoopCast – Cooperativa Agricola Produttori Castagne di Vallerano, Canepina, Monti Cimini a r.l.
    Presidente del Comitato Promotore Parco Archeologico Naturalistico della Tuscia
    Via G. Ianni 4 01030 Vallerano (VT)
    E-Mail altacollina@live.it
    Cellulare 328 83 75 467
    Telefono 0761 75 15 03
    Nato in famiglia di imprenditori agricoli e commerciali.
    Dal 1964, a 17 anni, iscritto alla FGCI e quindi al PCI, ancora oggi comunista
    Laureato in Economia (Docenti: Federico Caffè, Amintore Fanfani, Vittorio Marrama, Sergio Steve, Claudio Napoleoni)
    Dirigente della Lega delle Cooperative e Mutue (oggi Legacoop) e promotore e fondatore di numerose cooperative di tutti i tipi in più aree geografiche
    Docente di Ragioneria, Tecnica Bancaria, Economia Aziendale nelle scuole superiori
    Dottore Commercialista
    Imprenditore agricolo nel settore castanicolo
    Cultore di Storia del Pensiero Economico
    Contratto di Lavoro Dipendente Unico

    Contratto di Lavoro. Oggi abbiamo 42 tipi diversi di contratto di lavoro subordinato. Mi sembra di ricordare che quando diedi l’esame di Diritto del Lavoro il contratto di lavoro dipendente era unico e era possibile licenziare per giusta causa o giustificato motivo. Mi sembra la soluzione migliore magari fissando con precisione per legge, onde ridurre al massimo il contenzioso, le diverse fattispecie rientrabili in quei due concetti.

    Salario Unico Nazionale, Banca dei Lavoratori, Mutua Assicuratrice

    In assenza di Welfare indotto da questo bipolarismo di destra, ma anche come scelta strategica di civiltà e solidarietà, salariati e stipendiati dovrebbero recuperare lo spirito delle prime società operaie e delle società di muto soccorso.

    Il salario e lo stipendio personale dovrebbe confluire in un conto unico presso la Banca dei Lavoratori, funzionante anche da istituto di credito ordinario per le esigenze bancarie dei medesimi.

    L’istituto ricalcolerebbe il netto dopo aver dedotto le quote per la previdenza e le assicurazioni sociali e la Mutua Assicuratrice, sostituendosi all’INPS e ad altri enti previdenziali ed assicurativi.

    Il netto erogato non andrebbe solo agli occupati ma anche ai disoccupati, ai disabili e agli indigenti.

    Agli stessi soggetti la stessa banca erogherebbe sovvenzioni, anticipazioni e mutui ad un tasso minimo statutariamente determinato facendo salve le esigenze aziendali, di capitalizzazione, di riserva di liquidità e solvenza secondo i principi classici dell’economia degli istituti di credito, salvaguardando soprattutto i margini per investimenti sia indotti che autonomi, eliminando al massimo il margine di profitto, soprattutto speculativo, tipico delle banche private.

    La Banca dei lavoratori potrebbe esercitare la funzione di banca d’affari solo limitatamente alla promozione di imprese strategiche per il mantenimento o l’incremento dell’economia nazionale e dei livelli occupazionali con divieto assoluto di operazioni speculative in generale e di Borsa Valori in particolare.

    Potrebbe anche intervenire con idonei strumenti nel settore delle comunicazioni di massa.

    In essa dovrebbero essere attivate, con lo stesso spirito, soluzioni per i ceti medi produttivi con gestioni separate in modo da creare un sistema economico solidaristico interno al sistema generale ma capace di autogoverno e di politica economica e scoiale indipendente dalle vicende politiche e governative nazionali.

    L’istituto, pur non intervenendo direttamente nella politica attiva, sarebbe in grado di influenzare le scelte ad ogni livello evitando anche, in virtù della sua potenza economica, che si ripetano forme deleterie, antiche e nuove, di ingerenza degli agglomerati economici e finanziari privati.

    Potrebbe intervenire con programmi di sviluppo endogeno nel terzo e quarto mondo.

    Angelo Bini

    Il Socialismo degli Enti

    Sinceramente non saprei come attuare la ripartizione delle ore di lavoro tra le unità di forza lavoro perché è un lavoro da staff di economisti, sociologi, psicologi, eccetera specialmente dentro i processi di globalizzazione.

    Però che il mercato ed il capitalismo e anche la democrazia di concezione borghese si stiano collassando è un fatto incontestabile.

    E non vale il vecchio adagio dl crearsi lavoro da soli.

    Può essere valido per un numero limitato di persone ma non per numeri grandi di persone.

    Io ho maturato una convinzione che riassumo nella formula IL SOCIALISMO DEGLI ENTI.

    È una riflessione che iniziai già da studente quando contemporaneamente mi trovai a frequentare le lezioni di Federico Caffè (Politica Economica), Amintore Fanfani (Storia Economica) e Claudio Napoleoni (Storia e Critica delle Dottrine Economiche).

    Federico Caffè non era comunista ma era di tendenze vagamente socialiste e keynesiane.

    Egli sosteneva che pur in regime capitalistico e di libero mercato lo Stato doveva avere un ruolo guida perché il privato non sa e non può risolvere i problemi strutturali come strade, scuole, ospedali, eccetera, tra cui l’energia elettrica.

    Sulla questione dell’energia elettrica, a quei tempi basilare molto più di oggi, egli tesseva lodi notevoli per Amintore Fanfani, che aveva nazionalizzato il settore, anche se ne criticava la visione generale della società e della Storia.

    Infatti alle lezioni di Fanfani noi studenti avvertivamo una sua forte acredine contro contro la sinistra, specialmente contro i comunisti e contro Aldo Moro, ma quando scendeva nel concreto era decisamente statalista.

    Anche lui sosteneva, come Federico Caffè, che lo Stato doveva fortemente preoccuparsi dell’economia e lasciava intendere che, secondo lui, l’imprenditore privato ed il libero mercato dovevano operare solo marginalmente rispetto al nucleo centrale dell’economia statale e pubblica.

    Ai privati andava riservata la produzione dei beni voluttuari e la distribuzione delle merci prodotte sia dallo Stato sia dai privati perché nella distribuzione riteneva le strutture statali assolutamente inefficienti,

    Claudio Napoleoni era per il Socialismo integrale ma riteneva accettabile la visione di Fanfani e Caffè purché si prestasse attenzione a quello che lui definiva l’ESERCITO INDUSTRIALE Di RISERVA ovvero la massa totale dei disoccupati.

    Napoleoni sosteneva, che Fanfani, non Caffè, avendo comunque una cultura fondamentalmente capitalistica e borghese, intendesse gestire, come in effetti fu, l’esercito industriale di riserva come fattore di pressione sulla massa degli occupati per stemperarne le pretese salariali e di rispetto dei diritti in fabbrica.

    In affetti ciò che sosteneva Napoleoni si avverò però la linea Fanfani sull’intervento dello Stato in economia tramite gli Enti Pubblici Economici come ENI, IRI, Enel, Italsider, Efim, Poste, Ferrovie, Finmeccanica, ISVEIMER, e così via, in virtù di una ottima classe manageriale pubblica formatasi alla scuola e all’esempio di Enrico Mattei, quasi annullò l’effetto esercito industriale di riserva perché vi fu in Italia una grandissima massa di occupati con pieni diritti e alti salari.

    Tralascio il discorso sui sindacati perché è comunque una variabile isolabile e ci porterebbe lontano dal nucleo del ragionamento.

    Diciamo anche che con uomini del calibro di Mattei e dei suoi allievi il sindacato fu forse inutile se non addirittura dannoso specialmente nelle componenti riformiste.

    Rimaniamo al tema.

    Quelle gestioni illuminate diedero non solo occupazione e benessere diretto tramite diritti e salari ma crearono un quantità enorme di lavoro e occupazione anche nel settore privato dal piccolo artigiano e commerciante sino alla grande industria privata tessile, edile, manifatturiera.

    Questo è semplicemente e schematicamente quello che io chiamo il SOCIALISMO DEGLI ENTI: un’economia che parte dagli enti pubblici di settore, da costruire in ogni settore (dall’agricoltura all’informatica e così via) e dai quali deve derivare sviluppo generale e diffuso per onde concentriche attraverso due meccanismi tecnici notissimi in economia che sono il Moltiplicatore (l’espansione dei consumi) e l’Acceleratore (l’aumento degli investimenti in beni strumentali).

    Questo sistema già sarebbe molto importante ma occorre il discorso sui consumi per riconsiderare appunto la riduzione dell’occupazione che le politiche di globalizzazione da un lato e le politiche di austerità dall’altro hanno prodotto forse in modo strutturale.

    Altra riduzione strutturale dell’occupazione deve essere indotta necessariamente anche dal problema ambientale (CO2).

    Quindi il socialismo degli enti può far riprendere l’economia tramite diritti ed alti salari a danno del profitto ma non può assorbire tutta la disoccupazione storicamente creatasi.

    Se così fosse, come penso sia, la riduzione dell’orario di lavoro e dei salari reali, antro limiti ragionevoli, è necessario sia per dare lavoro a tutti sia per riprodurre un regime di vita austero nel senso descritto da Enrico Berlinguer e vissuto nel periodo della civiltà contadina,

    Però il capitalismo e la borghesia moderna non vogliono questo progetto in quanto i loro profitti più elevati sono basati sugli eccessi del consumismo e sul disordine economico e sociale.

    D’altronde queste idee o simili, nello spirito, circolano nei dibattiti tra gli economisti impegnati come e le nuove leve accademiche nonché tra i maggiori economisti mondiali ma i governi e i poteri asserviti al capitalismo o di cultura borghese ne limitano la conoscenza e la diffusione.