BATTISTI / La grande menzogna

Pensano, i brasiliani, di avere fatto una cosa di sinistra. Lo hanno messo fuori dal carcere credendo di rendere un omaggio al libero pensiero. Si illudono di  avere salvato un Garibaldi o un Che Guevara, un eroe della libertà. E invece Cesare Battisti  premeva grilletti e svuotava caricatori come un qualsiasi assassino. Perciò i brasiliani stanno offendendo innanzitutto la coscienza della sinistra che ha come prima virtù civica il rendere giustizia e il dare dignità alle vittime.

La libertà di Battisti  marchia con la menzogna la memoria delle vittime e la storia del nostro paese. Gli assassinati infatti non erano liberticidi, emissari della reazione, agenti dell’imperialismo. Erano poveri uomini che non sono stati ammazzati per costruire un mondo più giusto ma per dare corpo a quegli incubi con i quali fecero i conti i migliori di noi,  gli operai,  i sindacalisti, i poliziotti … e il Partito comunista di allora. Qualcuno in Brasile dovrebbe raccontare questa storia. E dovrebbero essere  i giornalisti di sinistra, gli intellettuali coraggiosi, gli artisti . Ci vorrebbero i Benigni e gli Umberto Eco delle Americhe  per far capire questa verità banale e di sinistra: la vittima è più importante dell’assassino. E Battisti non è mai stato, neppure alla lontana, un difensore  del popolo.

Di più: adesso che è libero, questo inganno culturale lo rende  peggiore di quando stava in galera. Perché ormai la sua pena è la pena che  ci fa. Delle altre pene, quelle dei tribunali normali,  ben quattro ergastoli per quattro omicidi, è stato liberato con una violazione del Diritto, del buon senso e degli accordi internazionali.  Ci rimane il suo ghigno. Guardatelo bene nelle foto:  è il sorriso della morte.

Cesare Battisti sarà anche orgoglioso e contento di sé perché, uscendo di galera, è stato accolto con  grida di giubilo. Tornerà a scrivere i suoi romanzi, potrà andare in giro e muoversi per le strade del mondo, e se vuole potrà pure tornare ad aggirarsi tra i banconi di un’armeria, che fu la sua specialità e la sua passione, come per gli intellettuali è la libreria e per i bambini è il lego. Ma di sicuro la nostra pena lo accompagnerà come un’ombra e la morte che ha dato lo rivestirà per sempre come un sudario. Lo ripetiamo: le astuzie giudiziarie, le giustificazioni politiche e l’inganno internazionale lo rendono peggiore.

E’ infatti vero che non godiamo mai di un uomo in galera. Ma ancor meno godiamo di un omicida libero, di un assassino che è diventato più spavaldo di prima,  che non si è mai pentito, che non è uscito da quella prigione nascondendosi la faccia.  E lo si capisce subito che Battisti non ha nemmeno la dignità dei duri. Allora fondò la sua forza sulle armi e sull’agguato e ora fonda la sua libertà sul più sfacciato degli imbrogli, su una solidarietà fondata su un’ enorme bugia militante che offende innanzitutto  proprio quell’idea che il Brasile pensa di dovere e di sapere garantire. Il Brasile in buona fede ha premiato la malafede di Battisti che anche per questo è peggiore adesso che è stato liberato: dopo avere  messo nel carniere le vittime ora ha messo nel sacco l’intero Brasile.

Dunque, qualunque cosa faccia, Cesare Battisti  è diventato uno scandalo, è  il dolore dei parenti delle sue vittime, è l’attenzione degli italiani che ormai sanno esattamente quale ferocia ha commesso, di quali colpe si è macchiato, conoscono il trucco e hanno smascherato la menzogna nel quale ha trascinato la storia del paese.

Quando ancora era latitante, Battisti godeva infatti della distrazione generale, era un problema di diritto, di giudici e di avvocati, poco più di  una cinquantina di persone compresi i parenti e i complici politici. Adesso, dispiace dirlo, ma quell’uomo libero prima di essere un uomo è un oltraggio: ai parenti, all’Italia, al nostro presidente della repubblica che pure ha conosciuto le asprezze della lotta politica e dunque sa valutarne la ferocia e gli eccessi.  Il dolore di Napolitano è il nostro, perché non è un dolore politico. Anche il nostro, come il suo, è un malessere umano, pienamente e solamente umano.  Attiene infatti ai dati elementari di una comunità che è fatta di  affetti familiari, materni, filiali, fraterni, coniugali. Insomma i figli, i nipoti, i fratelli delle vittime di Battisti non sono una congrega  politica  ma sono un’ umanità straziata dall’incomprensibile politica che lo ha messo fuori.

9 thoughts on “BATTISTI / La grande menzogna

  1. raffaele

    Aggiungo : la grande vergogna . Di questo governo che ben poco ha fatto per riportare nelle patrie galere questo assassino delinquente.

      1. raffaele

        Una mia conoscente brasiliana , pur in disaccordo con le scelte del suo paese , si dichiarava stupita di come il governo italiano in realtà poco si prodigasse fattivamente , al di là delle dichiarazioni di facciata.
        Inoltre la delegittimazione continua operata da Berlusconi nei confronti della magistratura , minandone la credibilità , ha sicuramente giocato sfavorevolmente , contribuendo a far ritenere il Battisti un perseguitato.
        Più che di “goffaggini” , mi permetta, responsabilità imperdonabili del nostro governo.
        Solo il Presidente Napolitano mi è sembrato credibilmente indignato e incisivo nelle argomentazioni.
        La saluto cordialmente

        1. Francesco Merlo

          E’ vero, ma l’inganno culturale dentro il quale Battisti nasconde i suoi omicidi e si consente le sue vacanze da assassino e’ da smascherare a sinistra e da sinistra perché offende innanzitutto la sinistra. Legga il grande Magris oggi sul Corriere. Grazie.

  2. Mario Imbruniti

    E comunque caro Merlo l’Italia è una repubblica basata sulle lobbies.
    Quanti anni sono che una parte della stampa cerca di dipingere un delinquente come una vittima. Mi piacerebbe che anche Carla Bruni prendesse esplicitamente le distanze… Ma so già che non lo farà. Mi sembra demagogia parlare di ritiro della squadra azzurra per i Mondiali in Brasile. Le persone per bene del Brasile ci vogliono bene. E di sicuro vogliono bene anche alle vittime della crudeltà di Cesare Battisti. E della sua follia. Non folle…

  3. Nicolò Napolitano

    Amarezza. È il solo sentimento per questa incomprensibile ingiustizia. Caro Merlo, ma cosa ha spinto veramente il Brasile a fare questa scelta? Calcoli politici interni? La voglia di mostrarsi indipendenti dalla Vecchia Europa? Sfiducia nella nostra Magistratura? Ci aiuti a capire.
    Un pensiero di vicinanza ai parenti delle vittime; oggi siamo tutti fratelli, cugini, figli di un caduto.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>