/// LO STREGATTO Al QUIRINALE /// Con il karaoke Berlusconi ruba la scena a Salvini mentre gliela cede

E’ il Berlusconi magico che ruba la scena a Salvini proprio mentre gliela cede:”ora il nostro leader vi leggerà un comunicato” annuncia. E sembra   il gatto di Alice questo Berlusconi quando curva il corpo come per sparire, ma sul tavolo lascia le mani a dirigere l’orchestra. E’ lo Stregatto che, appunto, sparisce – via gli occhi,via il corpo – ma lascia lì il suo sorriso: “Ne ho visti di gatti senza sogghigno, ma  un sogghigno senza gatto mai!”

Dopo l’incontro con Mattarella, davanti alle telecamere, ai fotografi e ai giornalisti che hanno occhi solo per lui, il consumato maestro di teatro si mette di sghimbescio proprio mentre l’altro comincia a leggere pronunziando parole che, aveva pre-ammonito con solennità lo stesso Berlusconi, “abbiamo tanto discusso insieme”. E attacca il repertorio delle birichinate che hanno reso famosa la sua simpatia pittoresca. Insomma, Berlusconi ricorre alla stessa tecnica delle gaffe, delle corna e  delle facezie che usava o per sdrammatizzare la domanda di un giornalista malizioso o per disarmare il sindacato, o solo per farsi accettare dalla Merkel, da Sarkozy e da Obama. Adesso per smontare il protagonismo del ragazzotto padano  qui al Quirinale agita le mani, e per un momento le mette in tasca, prima l’una e dopo l’altra, ruota i pollici, mostra i palmi,stringe la cravatta  e intanto muove le labbra e con naturalezza pronuncia senza voce – “sui soffiati” si dice a teatro – le frasi che Salvini invece recita con timbro da oratore, è il karaoke del comunicato. E  la gestualità eccessiva diventa foné quando le labbra di Berlusconi mimano la parola “unitariamente”. Poi conta con le dita le sette promesse agli italiani: Salvini canta e Berlusconi gli dà il tempo, a me gli occhi, please . Ed è un peccato che Paolo Sorrentino abbia finito di girare il suo film perché è un numero da gran finale questo Berlusconi che si esibisce nella regia dell’incoronazione di un delfino che non ha scelto, dirige una supremazia che subisce, benedice un figlio che probabilmente avrebbe voluto non avere. E mai così forte come oggi  abbiamo tutti avuto il sospetto che, per erede, avrebbe preferito l’altro Matteo, quello che ora tiene in ostaggio il Pd.

Davvero l’esibizione diventa un saggio sul linguaggio delle mani che si rapiscono l’un l’altra quando Salvini e Berlusconi si ritrovano pacifisti filorussi, e forse perché l’uno da Putin è stato finanziato e l’altro perché ne è il compare da quando gli regalò  il famoso letto che fu “lettone di Putin”  non solo per la dismisura dell’ autocrate orientale e macho,che torna adesso come protettore e complice di Assad. Fu lettone anche perché in Russia scrisse Gogol “tutto ama presentarsi in grandi proporzioni, tutto quello che c’è: montagne e foreste, e steppe, e visi, e labbra e piedi”. Bolshoi, il celebre teatro, significa “grande”. E  il lettone tradizionalmente  in Russia non è per il riposo, ma per il suo contrario. “Per dormire è meglio il divano”, dice Karamazov. “Per dormire e per morire”. Su un divano morì  Dostoevskij. E  anche Stalin, secondo Molotov, è morto sul divano.

Dunque prima dell’uscita di scena, il centrodestra anticipa la sua politica estera da lettone: l’Italia dovrà riproporre “quella diplomazia che  già a Pratica di Mare riappacifico la Russia e gli Stati Uniti.” La diplomazia lodata nel comunicato  fu  quella di Berlusconi che  a questo punto alza la mano al cielo e poi la lascia cadere  e penzolare, mano morta si dice, ridotta a cencio, vale a dire finalmente soddisfatta e muta.

Infine il passo d’uscita  è da marcetta: Berlusconi cinge le spalle di Giorgia Meloni per attrarla a sé e così allontanarla dalla tentazione di parlare, ed è come se le ponesse una mano sulla bocca per impedirle di svelare la sua vera identità di simpatica “reginetta di Coattonia”. A poco a poco nella Sala della Vetrata si libera e si diffonde un’allegria da Amici miei, un’aria scanzonata da commedia: sorride  Giovanni Grasso che di Mattarella è il portavoce, ed è un sorriso protetto dalla barba istituzionale, i giornalisti si danno di gomito, a fatica si trattengono  i corazzieri che sono maestri di contegno, tutti sono rapiti da quelle mani che parlano per lui che tace non perché non ha nulla da dire, ma perché ha troppo da dire.

Prima di andar via Berlusconi si impadronisce del microfono e raccomanda ai giornalisti di precisare “chi è il vero democratico e chi invece della democrazia non conosce neppure l’Abc”. E  dunque dice un “fate i bravi” che è forse destinato a diventare linguaggio d’epoca, come già  fu per  “cribbio”, per “mi consenta”,e per “la patonza deve girare”.

5 thoughts on “/// LO STREGATTO Al QUIRINALE /// Con il karaoke Berlusconi ruba la scena a Salvini mentre gliela cede

  1. giacomo

    gli italiani che continuano a dar corda e supporto a una persona di questo genere ,non “dovrebbero”, ma devono seriamente vergognarsi .

    1. antigrullo

      Dopo cotal personaggio, “gli italiani” subiscono i cotali grillo&casalercio e seguaci-grullioti. Esiste una fine o si è già all’inferno?

  2. Angelo Libranti

    Mettetela come vi pare. ma un istrione così non esiste in politica e sono 24 anni che sta sulla scena, gestendo la sua fetta di potere. Ora che è stato riabilitato, la sua potenza aumenta e conferma ancor più che i suoi guai giudiziari sono di natura politica. Le accuse a ripetizione lo hanno corroborato facendone di lui una vittima. Così il puttaniere, lungi dal cadere in disgrazia, alza la testa ed emerge in questo mare di sciamannati della politica.

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