La Sicilia laboratorio di indecenze. Quattro franchi soccorritori della “sinistra per male” in aiuto della “destra per male” di Micciché

Nuovi inquietanti segnali all’Italia arrivano dalla Sicilia, laboratorio politico e gabinetto di indecenze. Il leader del centrodestra Gianfranco Miccichè è stato promosso da 4 ‘franchi soccorritori’ del Pd dopo essere stato bocciato da 4 ‘franchi tiratori’ della destra. Il paradosso è che la destra lo ha impallinato perché Miccichè vuole abolire l’antimafia e proteggere gli sprechi, e la sinistra degli amici lo ha votato proprio perché si fa garante  della “munita manza” ( del danaro facile)  e della politica sicilianista di panza e di mezzamafia. Dunque in Sicilia si realizza il paradosso del ‘franco tiratore’ che diventa l’eroe (nascosto) della destra per bene, e del franco soccorritore che diventa il brigante (nascosto) della sinistra per male.

E non è inciucio, non è la prova generale di un nuovo Nazareno, ma molto di più: è la conferma che il maligno non ha tessera né casacca.

Due destre, per cominciare, si fronteggiano: quella di Nello Musumeci che governa, e quella di Micciché che presiede. La prima, retorica e nostalgica del ritorno di fiamma, è “legge e ordine” e vanta come radice  Paolo Borsellino: Musumeci tiene nel portafoglio, con quella del suo figliolo morto troppo presto, la famosa foto del giudice a Siracusa tra i ragazzi del Msi. Ed è per questo che un pezzo di sinistra siciliana un mese fa tra il populismo e Musumeci scelse – pensate – di votare il “male minore” di questo “fascista per bene”.

L’altra destra è quella  che esibisce Dell’Utri. “Su di lui – ha raccontato Micciché  –  sono stato zitto, perché mi hanno detto che dovevo essere votato. Ma ora parlo. Contro di lui è stata esercitata un’infinita cattiveria da qualcuno che si arroga il diritto di essere Dio e che ora lo lascia in carcere. E’ una cosa insopportabile, non umanamente ma istituzionalmente”.

Dell’Utri è malato e ci dispiace, ma è stato condannato a 7 anni dalla giustizia (che non applica le leggi di Dio) per concorso esterno, il reato penale di cui a volte si macchia la mezza mafia, che è un’antropologia fatta di mafiosità (diversa dalla mafia), di narcisismo e di spavalderia. La mezza mafia  pensa di prendere a servizio la mafia senza mettersene a servizio, crede insomma di avere più corna del diavolo (ricordate la pretesa di ridurre il boss Mangano  a corpo scelto di Silvio per poi dirgli al telefono: “guarda che Berlusconi non suda, non sgancia”?) . Anche nel Pd siciliano (ricordate Crisafulli?) c’è che pensa che i giudici vogliano sostituirsi a Dio quando emettono sentenze. E infatti Micciché, nel suo discorso da “predatore alfa” che a Palermo si chiama “scrusciu di carrettu”, ha annunziato: “modificherò la commissione antimafia perché la vera lotta alla mafia non la fa il Parlamento”. Ed è vero che in tanti anni abbiamo visto all’opera anche i trafficanti di valori, i delinquenti che militano nelle virtù e dunque i mafiosi antimafia  che sono come le guardie forestali (regionali) che nei boschi accendono i fuochi che fingono di spegnere, ma Micciché non  sogna di ripulire l’antimafia,  la vuole cancellare: “La mafia e una brutta parola, meglio nasconderla”.  E quando  proposero di dedicare l’aeroporto a Falcone e Borsellino: “Io lo intitolerei ad Archimede”.  E ora, in difesa della politica siciliana,  sfida Claudio Fava ad un confronto  perché ” non possiamo parlare di mafia in generale, non ne abbiamo titolo.  La commissione si dovrebbe chiamare Anticorruzione e dovrebbe indagare dentro la macchina regionale”. Anticorruzione dunque, ma in nome della specialità di quella casta che, già molti anni fa, chiamammo “la casta con le sarde”, vale a dire statuto speciale, clientele, sprechi: “il taglia taglia non mi appartiene”. E sui franchi soccorritori Micciché ha rivelato che “l’esito della votazione è stato quello che più o meno sapevamo”. E voleva dire che, se i voti mancanti fossero stati di più, lui ne avrebbe trovati di più.

Trattandosi di una carica istituzionale, sarebbe stato corretto, come volevano gli uomini di Musumeci, che la presidenza dell’Ars andasse all’opposizione dei Cinque stelle, che saranno pure strampalati – e in Sicilia più che altrove – ma sono, numericamente, il primo partito della Regione. Tanto più che nella scorsa legislatura (quella di Crocetta) questi grillini avevano votato Musumeci alla presidenza di quella Commissione Antimafia che ora Miccichè vuole abolire.

Musumeci aveva però siglato un accordo (notarile?) di coalizione con Berlusconi che considera Micciché il suo stregone da quando, nel 2001, lo fece vincere 61 a 0: “È la mia Salomè. A lui darei qualsiasi testa, ma nessuno può chiedermi la sua testa”. Ecco perché Musumeci ha votato Micciché ma non ha fermato le mani di suoi disobbedienti.

I franchi tiratori, si sa,  sono i “fucilatori” che impallinano il proprio candidato (ricordate i 101 di Prodi?).  E’ vero che agiscono  nell’ombra ma non sempre per traffici e interessi illegittimi. A volte sono ribelli, dissenzienti  in nome di quella libertà di coscienza che, una volta invocata, “nasconde più verità di quanta lana copre una pecora” ha scritto Ceronetti.  I franchi soccorritori invece sono complici, amici trasversali, le risorse nascoste di un misterioso sottosuolo comune.

Ebbene, frequentando gli uomini del sottosuolo, Micciché si è annesso territorio, voti e famiglie anche del Pd, e pensate a Genovese che lui ha trattato come un Dreyfus-Dell’Utri … E’ un’umanità che si riunisce nella palafitta che Micciché si è fatta costruire a Sant’Ambrogio sulle Madonie: “Per me quella palafitta – raccontò a Carmelo Caruso su repubblica di Palermo – è ciò che per Van Gogh è stata la stanza gialla”. E’ la zona franca appunto, la Franciacorta dei selvaggi, il franchising delle connivenze, l’affrancarsi della politica da tutto anche  dall’antimafia,  la franchigia per le relazioni pericolose. E’ l’ultima astuzia del diavolo in Sicilia: il partito segreto dei franchi soccorritori.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>