IL 20 NOVEMBRE I 70 ANNI DI MATRIMONIO DI ELISABETTA E FILIPPO D’INGHILTERRA Ma in Italia l’uomo monogamo è di sinistra, come mai?

Da D-LUI
Fra un mese, il 20 novembre, con una grande festa che sarà popolare, più di strada che di protocollo, l’Inghilterra, più forte della paura del terrorismo e tuttavia blindata dal più imponente apparato di sicurezza d’Europa, celebrerà i settant’anni di matrimonio di Elisabetta (91 anni) e Filippo (96), e dunque la monogamia come mito fondativo della civiltà occidentale. E’ vero infatti che il 2 agosto scorso il principe consorte è andato in pensione, ma solo come principe e non certo come consorte. Tra i simboli dismessi “perché non mi reggono più le gambe” non c’è insomma l’amore coniugale: soltanto marito e perciò sempre più marito, Filippo è l’amore maschile “finché morte non ci separi”.
E Londra, che è la città delle mille civiltà, la capitale della laicità governata da un sindaco musulmano, laico e laburista, sposato con una musulmana che non porta il velo, metterà in mostra abiti bianchi e torte nuziali, regali di nozze e lettere d’amore “finché morte non ci separi” appunto. Ed è signficativo che proprio Filippo ed Elisabetta, che non si tengono mai per mano e non sono mai stati visti né tanto meno fotografati in atteggiamento vagamente affettuoso, incarnino il mito della coppia eterna, del matrimonio indissolubile, realizzino la monogamia più solida e più lunga della storia. La coppia piu visibile è quella meno visibile.
In Inghilterrra il 42 per cento dei matrimoni si conclude con un divorzio e la durata media di un matrimonio è di 11 anni. In Italia i divorzi scendono al 30 oer cento e la durata media del matrimonio sale a 18 anni. Ma diciamo la verità: tutti noi occidentali guardiamo con rispetto, con ammirazione e con compiacimento le coppie che non si separano, le coppie dove per l’intera vita ciascuno riempie l’ altro di sé ma non lo ingombra mai. E’ vero che monarchia e monogamia hanno in comune l’ assolutezza e l’ esclusività: uno solo che comanda nel monos arcòs; un solo coniuge nel monos gamos, ma in Italia gli amori finché morte non vi separi – vi ricordate Franca e Carlo Azeglio Ciampi, che per sette anni incarnarono la Repubblica? – non fanno pensare ai re innamorati raccontati da Shakespeare, ma a Montale che, pur disordinato nella vita sentimentale, ha scritto la più bella delle odi all’ amore coniugale, più forte persino della morte che separa: “Ho sceso dandoti il braccio almeno un milione di scale / e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino”. Con Elisabetta e Filippo d’Inghilterra si può tornare indietro sino ad Ulisse che si fa legare per non cedere al canto delle sirene, e a Penelope corteggiata per più di dieci anni e mai sedotta dai Proci, ma anche a Maria e Giuseppe. E però ci sono anche amori omosessuali, ci sono frammenti amorosi che sono un inno e un monumento alla coppia, all’ amore di coppia, alla monogamia che rimane “finché morte non ci separi” anche se non è benedetta dalla Chiesa perché è appunto monogamia omosessuale, e dunque, contro natura, come se Dio fosse natura e come se fosse naturale camminare sulle acque e trasformare l’acqua in vino.
La verità è che la monogamia non è (più) di genere. Sono eterni amori quello di Nichi Vendola con Ed Testa, e quello di Elton John con David Furnish: “La mia seconda vita, se mai mi fosse concessa, vorrei di nuovo viverla con David”.
E certo largomento è pieno di suggestioni, storiche e sociali, ma ce n’è una che riguarda l’Italia, dove la monogamia – pensateci – è diventato un valore di sinistra. Eppure si sa che, per tradizione, a sinistra ci si sposa con mille riserve sul matrimonio e che il valore “finché morte non vi separi” a sinistra assorbe femminismi, aperture, tolleranze… Facciamo un gioco: provate a trovate un leader della sinistra che non sia monogamico. Da Prodi a Veltroni, e poi D’Alema e Renzi, Landini e Bertinotti, Bersani, Fassino, Rutelli, Pisapia, e allarghiamo a Pietro Grasso, Leoluca Orlando, alla coppia Benigni Braschi. E invece, a destra: Berlusconi “una dieci cento”, Fini si imbroglia di mogli, e poi Casini, Salvini è separato, Bossi è risposato, Grillo è risposato… Tornando a sinistra, c’è Mattarella, vedovo dal 2012 della signora Marisa Chiazzese, ma come nella poesia di Montale: “Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio / non già perché con quattr’ occhi forse si vede di più. / Con te le ho scese perché sapevo che di noi due / le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate / erano le tue”.

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