EMMA, BENE RIFUGIO

TORINO – Ha detto cose di sinistra, finalmente non posticce. Ha parlato come una volta si parlava nel Pd. E da caldo-ruffiano il suono dell’applauso è cambiato ed è diventato musica; una vampa di cuore quando Emma ha finito la sua apologia dell’immigrazione con lo slogan: “ Tutto quello che sai sugli immigrati è falso!”.
Dunque non erano i soliti appalusi alla radicale appassionata, alla carriera della Marianna d’Italia, con il corpo offeso ma non vinto. C’era anche una fame disperata di sinistra, di “solidarietà”, di” valori che sono anche interessi” , di “stomaco che si chiude davanti all’orrore”. E, a conferma e a contrasto, un ministro che mi stava vicino ha sibilato: “Se passasse questa linea, il Pd crollerebbe al 3 per cento”. E temo che abbia ragione.
Infatti Nicola La Torre ha sentito il bisogno di andare al microfono e di replicare così: “Cara Emma, alla paura bisogna dare una risposta” .
Ecco: finalmente questa è politica, è dialettica: Emma è dunque la sinistra che, applaudita, ha spaventato la destra. E dovrebbe essere naturale in un partito che governa gli umori del territorio e intanto profila orizzonti di speranza, da un lato le ossessioni e dall’altro le utopie. Infatti Emma ha svegliato anche il ras di Salerno, Vincenzo De Luca. L’ex impresentabile ( ma l’impresentabilità può essere a tempo?) non si è tenuto: “La parola che mancava tra quelle, straordinarie, di Emma Bonino è ‘sicurezza’. La gente ha paura, e di fronte a chi non vuole rispettare la legge ci vuole la repressione da parte dello Stato. E questo è un problema che riguarda la povera gente, non i miliardari”.
E’ vero che ci sono i workshop, i 12 tavoli tematici , in realtà non tutti frequentati ma tutti vietati ai giornalisti, dove si sciorinano le classiche litanie – il mezzogiorno, lo stato, la scuola – della politica che si imbelletta per farsi prendere sul serio, ma il brivido intellettuale, l’unico conflitto vitale, lo ha provocato Emma Bonino, l’ospite.
Piccola, curva, col turbante in testa, e, a pendant, una spilla sul petto; senza più la smorfia da monella, Emma è stata accolta come un bene rifugio dal partito che pasticcia con la propria antichità di sinistra, richiama in servizio Gramsci, che è come richiamare Bakunin o Proudhon (e perché non Mi chelangelo Buonarroti?), e consente ai vecchi professori stralunati di soffiarsi via la polvere di dosso come ha fatto Biagio De Giovanni che dal palco ha ammesso: “chi me lo doveva dire che a 85 anni, dopo venti anni, avrei sentito il bisogno di tornare a dare un contributo?” .
La Bonino, invece, in pensione non è andata mai, la sua anima radicale non permetterebbe al suo corpo di rottamarla ma neppure di ‘ingiovanilirla’, non fa la vittima ma non finge l’allegria dei nonni. E anche questo è di sinistra, se sinistra è un modo di stare al mondo e non di nascondersi al mondo riverniciando i miti del Lingotto metalmeccanico.
E certo, Emma si portava dietro, come una nuvoletta, anche Marco, soprattutto quando, per ringraziare dell’ospitalità “inattesa”, ha rifiutato gli applausi: “Riprendetevene qualcuno perché le cose che dirò non vi piaceranno”.
E’ di sinistra lo slogan di Renzi “torniamo a casa per ripartire “? La sinistra, per Emma, è nomade senza casa, apolide e postmoderna e dunque ospite sempre pericolosa, anche in questo recinto del Lingotto, dove ieri c’era molto mondo di governo e di sottogoverno. E dunque ciascuno ha svolto il proprio compitino, e ordinati e ordinari erano quasi sempre gli applausi, spesso di ammiccamento.
Emma è stata invece applaudita perché la sua prosa suonava di famiglia, confermando che l’ospite era davvero pericolosa come vuole il campo semantico che maternamente comprende in sé la coppia gemella di hospes e di hostis, ospite e nemico, con la superbia di trasformare il nemico in amico e di farlo esplodere nell’applauso.
E giù con le sintesi hegeliane e con l’aritmetica sociale “per cambiare il racconto sugli immigrati, per smascherare la grande bugia: sono l’8 per cento della popolazione italiana; il 60 per cento delle domande di asilo sono respinte; gli immigrati producono ricchezza per 100 miliardi l’anno. E sono 500mila gli irregolari, e 80mila le badanti irregolari alle quali affidiamo quel che abbiamo di più caro: i nostri vecchi”.
Impastato di umori e di sofferenza, l’immigrazione è un tema terribile che Emma considera una risorsa. Probabilmente ci vuole un grande patto di civiltà perché diventi storia. E sicuramente non può esserci partito democratico che non ospiti, come tutti i partiti riformisti del mondo, la sinistra che dà voce agli interessi più deboli, ai diritti sociali più “clandestini”, ai diritti individuali negati. L’applauso a Emma si opponeva proprio a questo, all’idea di sinistra come antiquariato, come divertimento intellettuale di qualche professore che crede ancora nella famosa “egemonia ”.
E però a guardarla uscire tutta sola dal Lingotto fa venire malinconia perché anche lei è dentro una brutta scissione, quella che tormenta i radicali. La scissione è la nevrosi di tutti i partiti di questa legislatura, compresi i grillini che hanno perso una cinquantina di parlamentari. Per i radicali l’offesa è indecente.
Alle 8 di sera, quando il Lingotto è quasi vuoto è pure entrato un pipistrello. Svolazzava, spaventava, forse era il fantasma della proporzionale: l’ombra di Gava, Gaspari, Cariglia, Altissimo… , il futuro come memoria.
Francesco Merlo

One thought on “EMMA, BENE RIFUGIO

  1. v.d.q.

    emma, bene riciclo

    radicali orfani dell’impero che fu
    pro-bombaroli, a difesa della donna là
    declinavan il loro guerrafondaio menu
    oggi a difesa dei bombardati che son venuti quà

    il futuro come memoria
    obliando la scoria della storia

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>