Non solo Matteo Salvini con i dopo sci GLI SCIACALLI D’ITALIA

Subito dopo il terremoto, come primo atto di decenza, il Viceré di Sicilia Giovan Francesco Paceco, duca di Uzeda, esibiva i corpi penzolanti degli sciacalli che faceva impiccare. A quei tempi gli sciacalli rovistavano tra le rovine e tagliavano le dita dei cadaveri per rubare le fedi d’oro. Oggi vanno in televisione in dopo sci, come nel programma di Lilli Gruber ha fatto Matteo Salvini che però dei tanti sciacalli d’Italia è solo il più volgare e dunque anche il più visibile, è il Bertoldo della politica che contrappone le disgrazie dei terremotati ai presunti agi e conforti degli infelici extracomunitari: Amatrice contro il Nord Africa, l’Abruzzo contro il Senegal.

Proprio come ai tempi dei Vicerè, oggi gli sciacalli d’Italia di nuovo si avventano sulle vittime. Non più per strappare vestiti e gioielli, ma per fare di quei poveri corpi il podio e la cattedra della peggiore demagogia nazionale. Dunque lucrano consenso facile approfittando del malessere e dello smarrimento di tutti. Indicano ogni giorno un qualche responsabile nuovo. Espongono alla rabbia collettiva un capro espiatorio. E gridano contro gli untori manzoniani che non hanno spalato in tempo o non sono riusciti a fare alzare gli elicotteri. Ci sono gli untori che hanno speculato sui terreni, quelli che hanno venduto licenze, o gonfiato gli appalti. E c’è il super untore che è lo Stato, cattivo per definizione. La colpa vera è sempre sua, come nella psicanalisi è sempre di Edipo e di Laio.

In Italia lo sciacallaggio è una banalità, diventata ormai automatica, che accresce il malessere e lo cambia, deforma l’ottica dei sopravvissuti, mette gli occhiali al dolore cieco, ma per farlo stravedere. E infatti sono sciacalli anche quelli che sanno sempre cosa bisognava fare, e come e quanto prevedere. Se fosse dipeso da loro, i lungimiranti sciacalli non avrebbero perso tempo con non si sa quale burocrazia, e sicuramente gli ingegneri di Beppe Grillo avrebbero approntato un rimedio preventivo anche alla legge di gravità, in modo da stare tutti in aria mentre la terra tremava.

Ho letto che Giampiero Mughini se ne è accorto prima di tutti, e infatti già ieri li ha definiti cialtroni e imbecilli, e non solo perché, come me, è nato in uno dei posti più terremotati d’Italia, un posto che ha come origine del calendario non la nascita di Cristo ma la rinascita dal terremoto del 1693 che distrusse la Sicilia orientale. Ebbene, io credo che il termine giusto non sia cialtroni, ma quello che la storia ci ha insegnato. Appunto, sciacalli (che peraltro non confligge con cialtroni).

Il viceré Uzeda che, prima ancora della ricostruzione e delle indagini sugli errori umani, faceva montare quelle forche di cui dicevamo all’inizio, sapeva bene che la sciagura produce altra sciagura, che lo sciacallaggio allarga la tragedia, e che le responsabilità vanno cercate con sobrietà e soprattutto dopo avere salvato il salvabile.

Lo sciacallaggio è infatti l’antagonista della solidarietà, il suo esatto contrario. Ambedue stanno sulla vittima, lo sciacallaggio per mangiarsela, per divorarla – come fa la iena – e la solidarietà per confortarla, rianimarla e curarla. Ma in Italia, dove tutto è raffinato, scatta pure automatico lo sciacallaggio sulla solidarietà, la cui onestà è sempre messa in dubbio, come sta avvenendo in queste ore confuse, con l’idea che, gratta gratta, dietro ogni raccolta di fondi c’è una banda Bassotti, e anche gli sms sono controllati da Al Capone. Riemerge, come si vede, l’eterna teoria del complotto, con il risultato di rendere sospetta e dunque rallentare anche la generosità che ha bisogno di freddezza e di lucidità e non di essere distolta e indebolita dalla denunzia contro i soliti ignoti che forse fanno la cresta sugli aiuti, contro quelli che forse transennano troppo per ottenere più finanziamenti, contro quelli che forse seppelliranno i fondi nella palude, nella morta gora dantesca…

Io non dico che dovremmo fare come il viceré Uzeda che li impiccava . Ma forse di ognuno che straparla e sciacalleggia bisognerebbe almeno svelarne la cinica intenzione, la lingua biforcuta da serpente diabolico, da nemico dell’ umanità sofferente.

Hemingway, che prima di essere un grande scrittore fu un formidabile giornalista, metteva in guardia la professione quando doveva confrontarsi con le catastrofi. Nulla sapeva dei titoli di alcuni giornali italiani che in questi giorni hanno imbruttito il brutto, hanno aumentato il numero delle vittime, hanno contato i dispersi come morti; e la valanga di neve è diventata valanga di colpe, e le attese sono sempre abbandoni e allarmi ignorati. Sui giornali degli sciacalli passa l’idea che i competenti siano sprovveduti e che la Protezione civile – che non è più quella vanitosa di capitan Bertolaso – sia comunque troppo lenta, impreparata non alla neve ma a tutto, e colpevole a prescindere, anche a dispetto dell’evidenza che oggi emoziona l’Italia senza bisogno di parole, perché ieri dieci persone sono state salvate dopo due giorni passati sotto le macerie. E c’è quel video che non è prodigio, non è fenomeno: il buco dal quale viene tirato fuori prima il figlio e poi la madre che lo aveva spinto, i vigili del fuoco che gridano di gioia e, con le mani guantate, accarezzano la testa del bimbo e poi anche quella della madre che sorride e stringe quelle mani.

Come al solito lo sciacallaggio si nutre di retorica, non sempre con l’intelligenza di approfittarne, ma a volte solo come risorsa di noi giornalisti in crisi. Nel settembre del 1923 il Toronto Daily Star, inviando appunto Hemingway a raccontare il terremoto di Yokoama, gli fornì un prontuario, un manuale di antiretorica per scrivere di sciagure: mai speculare sui morti (non diceva di non usare i dopo sci), mai usare iperboli per raccontare il dolore, rimanere freddi, rivolgere ai sopravvissuti solo domande secche, scrivere con frasi brevi, non violare la privacy né dei vivi né dei morti… Hemingway cominciò il suo articolo così: “Questa è una storia senza nomi”.

21 thoughts on “Non solo Matteo Salvini con i dopo sci GLI SCIACALLI D’ITALIA

  1. Donatella Frasconi

    Grazie. Lo stavo pensando da giorni.

    Anche stamattina hanno dato i nomi di quelli con cui i soccorritori sono in contatto… e la speranza per gli altri … si affievolisce e il cuore delle persone che aspettano fiventa ostaggio delle notizie…

  2. Un Terremotato

    Merlo, tutte le previsioni meteo, già da mercoledì scorso, parlavano di nevicata storica a quote collinari. La protezione civile l’allerta meteo l’ha diramata solo il lunedì. Ma le strade non sono stati in grado di pulirle anche perchè a seguito della mezza abolizione delle province le competenze per le provinciali sono passate all’Anas che alla prima occasione non è stata organizzata a farlo, e le strade sono rimaste sepolte sotto a un metro di neve, rimanendo completamente bloccate, cosa che in altre nevicate simili (l’ultima nel 2012) non era mai accaduta. Quindi non difendiamo l’indifendibile. Noi terremotati protestiamo, ma non per il gusto di protestare. Se all’Aquila Bertolaso è stato in grado di fornire case per 20.000 persone dopo 100 giorni e qua ci stanno già dicendo chiaramente che arriveranno dopo ottobre, ovvero dopo oltre un anno, e neanche tutte, dopo aver promesso ben altre tempistiche sulla base delle quali persone che hanno perso tutto avevano programmato le proprie scelte di vita (perchè altrimenti sarebbero state diverse queste scelte) allora il diritto di protestare c’è tutto. Se non sono state portate via le macerie dopo 5 mesi, e quelle che sono state portate via le hanno portate a Roma per impedimenti burocratici messi dall’Anac e dalle regioni, nonostante tutte le aree disponibili ed individuate dai sindaci, macerie sotto alle quali le persone volevano provare a recuperare i propri effetti personali. Se l’appalto delle casette è stato dato a peso d’oro, con una gara molto discussa, ad un’unica azienda che non è in grado di produrne abbastanza, e di migliaia che ne devono fare ne hanno costruite appena 100 in 5 mesi, quando in Italia ci sarebbero centinaia di aziende in grado di costruirne. Se i pochissimi container forniti sono senza bagno interno, quando nel ’97 avevano bagno e cucina, e arrivarono dopo 3 mesi. Se le regioni hanno completamente vietato ai cittadini di acquistare casette in proprio da installare nei propri giardini, con la minaccia dell’abbattimento per abusivismo. Se sono diminuite le squadre di vigili del fuoco dislocate sui territori, le uniche autorizzate alla messa in sicurezza degli edifici. Se nella gestione dei sopralluoghi per l’agibilità delle abitazioni vige il caos più totale, con ordinanze e controordinanze che hanno portato a cambiamenti continui per cui gli ingegneri non ci stanno capendo più nulla e stanno giustamente protestando. Se sono stati stanziati dei soldi da ottobre per aiutare i commercianti rimasti senza lavoro e con la merce da pagare, ma non sono ancora uscite le modalità per fare la domanda ed accedere a quei soldi. Se sono state promesse fin da subito stalle temporanee per gli allevatori, vietandogli di farsele in proprio, ma non sono arrivate e gli animali sono morti al gelo, e solo ora a scandalo scoppiato e danni avvenuti li hanno autorizzati a farsele da soli con un rimborso postumo. Se accadono tutte queste cose, abbiamo tutto il diritto di protestare. E le sue insulse accuse di populismo e demagogia sono solo l’estrema difesa, per futili motivi ideologici e politici, di un sistema che non sta funzionando.

    1. v.d.q.

      La trovo un po’ troppo sofisticato per un genuino terremotato.

      La sua “… in grado di fornire case per 20.000 persone dopo 100 giorni … ” odora di vago professionismo. Se mi dice qualcosa di più preciso sarò pronto a sottoscrivere il suo seppure prevenuto commento (prevenuto perché va fuori merito). Qualcosa sul dove erano prima tutte quelle case, se erano quelle allargate (sembravano più larghe/grandi per “problemi tecnici”) dalla tv. Qualcosa sul costo di quelle e di altre case, ecc ecc.

      Legittimo protestare. Meno legittimo (intellettualmente) scambiare la difesa degli sciacalli per protesta, visto che qui nessuno aveva accusato di sciacallaggio la protesta dei diretti interessati. Le sarà sfuggito, probabilmente perché troppo stressato, da diretto interessato.

  3. Paolo Mantovan

    Non condivido affatto l’articolo di Merlo, anche se mi sento affine alla categoria degli sciacalli/cani rognosi.

    Dopo un po’ uno si stufa di sentire la solita lagna dei “poveri morti”.
    Oggettivamente si sono verificati problemi di comunicazione. Cosa facciamo piangiamo o ci tiriamo su le maniche. Qui nessuno sta contestando l’abnegazione e il senso empatico degli attori che in questo momento ci stanno mettendo molto del loro. Qui si critica la mancanza di una visione progettuale politica che tenga conto delle peculiarità geologiche del nostro territorio. Cosa facciamo, aspettiamo la prossima tragedia per tirare in ballo di nuovo il destino cinico e baro?
    Il nostro è un territorio ad altissimo rischio idrogeologico, le montagne e le colline per loro natura si svangano a valle. Aspettiamo il prossimo terremoto per ripetere e ascoltare lo stesso sermone dei soliti spadaccini datati?

    1. v.d.q.

      «« Oggettivamente si sono verificati problemi di comunicazione. »»

      Quali? Quelli documentati dagli addetti alla comunicazione? Oppure quelli denunciati dal circo mediatico?

      «« Cosa facciamo piangiamo o ci tiriamo su le maniche. »»

      Magari, per dar una mano, alla serenità e alla progettualità, tiriamo giù le controproducenti linguacce?

      «« Qui si critica la mancanza di una visione progettuale politica che tenga conto delle peculiarità geologiche del nostro territorio. »»

      Qui dove, scusi? Qui nel blog? Qui nello speciale “Governo Ladro”?

      «« Cosa facciamo, aspettiamo la prossima tragedia per tirare in ballo di nuovo il destino cinico e baro? »»

      Meglio stoicamente attendere la prossima tragedia che consegnarsi alla lagna qualunquista.

      «« Aspettiamo il prossimo terremoto per ripetere e ascoltare lo stesso sermone dei soliti spadaccini datati? »»

      Veramente non si capisce con chi sta polemizzando lei qui. Con lo stato? Con il comandos anti-sismici?

      p.s. sono un semplice lettore

      1. Paolo Mantovan

        “Quali? Quelli documentati dagli addetti alla comunicazione? Oppure quelli denunciati dal circo mediatico?”

        Per quel che se ne sa, gli ospiti dell’albergo sapevano che stava arrivando uno sgombraneve

        ———

        “Magari, per dar una mano, alla serenità e alla progettualità, tiriamo giù le controproducenti linguacce?”

        Ognuno fa vedere la prima cosa che gli passa per la mente. Questo è il suo pensiero. Non il mio.

        ———

        “Qui dove, scusi? Qui nel blog? Qui nello speciale “Governo Ladro”?”

        Al Parlamento, gnugnu!

        ———

        “Meglio stoicamente attendere la prossima tragedia che consegnarsi alla lagna qualunquista.”

        Stia attaccato al manico dell’ombrellone che se no il vento la porta via.

        ———

        “Veramente non si capisce con chi sta polemizzando lei qui. Con lo stato? Con il comandos anti-sismici?”

        Con quelli che stanno attaccati al manico dell’ombrellone!

        1. v.d.q.


          «« Per quel che se ne sa, gli ospiti dell’albergo sapevano che stava arrivando uno sgombraneve »»

          Mi perdoni, sarò tardo, ma non arrivo a capire cosa c’entra il mancato arrivo dello promesso sgombraneve.
          Si sarebbero salvati nel caso non fosse loro promesso questo sgombraneve?
          In ogni caso non la si può classificare sotto “problemi di comunicazione” per il semplice fatto che la comunicazione c’è stata, e che l’eventuale mancata correzione (ed ammesso fosse possibile) della comunicazione precedente è da classificarsi sotto “mancato aggiornamento”.

          «« Ognuno fa vedere la prima cosa che gli passa per la mente. Questo è il suo pensiero. Non il mio. »»

          La mia mente aveva prodotto solo una risposta a quel che passò per la mente a lei. A lei era passato per la mente « … ci tiriamo su le maniche» in difesa dei parolai che si tirano la lingua. Al che a me erano passate per la mente appunto le lingue.

          «« Al Parlamento, gnugnu! »»

          Mi perdoni ma qui, in questo articolo, non erano messi in discussione i diritti di critica, risposte e proposte parlamentari. Qui (ripeto Qui) sono state messe in discussione i propositi dei saggi a posteriori da osteria dei qualunquisti.

          «« Stia attaccato al manico dell’ombrellone che se no il vento la porta via. »»

          Ripeto: lagna qualunquista e difesa della stessa scambiata per protesta.

          «« Con quelli che stanno attaccati al manico dell’ombrellone! »»

          Non ha risposto.
          Con chi stava polemizzando?
          Di che stava parlando?

          Libero di parlare di quello che vuole, ma almeno premetta che non parla dell’articolo bensì dei “problemi comunicativi”.

  4. FRANCESCO

    Leggi “Merlo”, e già sorridi…. poi pensi chi sta difendendo a spada tratta, costringe da giorni/mesi/anni i tuoi cari a vivere in casa semi distrutte, e il sorriso svanisce lasciando il posto solo a la rabbia…. poi lo guardi e ti rattristi… ricordando Lombroso, ma infine sei ottimista: in fondo, mi ha innalzato l’autostima.

  5. v.d.q.

    Di solito non mi piacciono i commenti-complimenti, perché gran parte di loro sono spesso troppo insulsi.

    Oggi non mi piacciono le detrazioni fuori merito. Qui Merlo non sostiene che la macchina dello stato funziona bene (e figuriamoci alla perfezione). Qui Merlo sta dicendo che gli sciacalli, che dispensano stupore e saggezza a posteriori, sono più dannosi della inefficienza stessa. Che non c’è niente di più inefficiente, quindi dannoso, dello spararle, a posteriori, da coraggiosi incompetenti qualunquisti. Chi è capace propone e/o progetta, prima. I demagoghi invece si limitano al troppo facile giochino del parlare della sofferenza dei sofferenti, al troppo comodo denigrare l’operato degli stressati, dopo.

    L’unico passaggio che non condivido è quello sui fondi solidarietà, perché secondo sono proprio la freddezza e la lucidità che fanno venire i dubbi. Ma anche qui vale quanto detto sopra: regole di trasparenza, prima, onde togliere quel “forse”, onde togliere l’ossigeno al dubbio dopo. La quasi-regola non può essere mai reinterpretata come complotto. «Tutto, tutto, tutto, sarà rendicontato online, a disposizione del pubblico e degli addetti» — un esempio di antidoto contro gli sciacalli delle ruberie e della solidarietà nello stesso tempo.

  6. Massimo casali

    Lei è’ proprio una brutta persona, povera Italia con “giornalisti” del genere siamo messi mali, ma per fortuna ci sono anche tante brave persone. Massimo Casali Reggio Emilia

    1. v.d.q.

      Qualche argomento in più, a supporto della sua tesi, no?
      ‘mazza quant’è brutto dare del brutto senza dire perché brutto

  7. v.d.q.

    «« Per quel che se ne sa, gli ospiti dell’albergo sapevano che stava arrivando uno sgombraneve »»

    Mi perdoni, sarò tardo, ma non arrivo a capire cosa c’entra il mancato arrivo dello promesso sgombraneve.
    Si sarebbero salvati nel caso non fosse loro promesso questo sgombraneve?
    In ogni caso non la si può classificare sotto “problemi di comunicazione” per il semplice fatto che la comunicazione c’è stata, e che l’eventuale mancata correzione (ed ammesso fosse possibile) della comunicazione precedente è da classificarsi sotto “mancato aggiornamento”.

    «« Ognuno fa vedere la prima cosa che gli passa per la mente. Questo è il suo pensiero. Non il mio. »»

    La mia mente aveva prodotto solo una risposta a quel che passò per la mente a lei. A lei era passato per la mente « … ci tiriamo su le maniche» in difesa dei parolai che si tirano la lingua. Al che a me erano passate per la mente appunto le lingue.

    «« Al Parlamento, gnugnu! »»

    Mi perdoni ma qui, in questo articolo, non erano messi in discussione i diritti di critica, risposte e proposte parlamentari. Qui (ripeto Qui) sono state messe in discussione i propositi dei saggi a posteriori da osteria dei qualunquisti.

    «« Stia attaccato al manico dell’ombrellone che se no il vento la porta via. »»

    Ripeto: lagna qualunquista e difesa della stessa scambiata per protesta.

    «« Con quelli che stanno attaccati al manico dell’ombrellone! »»

    Non ha risposto.
    Con chi stava polemizzando?
    Di che stava parlando?

    Libero di parlare di quello che vuole, ma almeno premetta che non parla dell’articolo bensì dei “problemi comunicativi”.

  8. salvo

    Leggo sempre con piacere i suoi articoli per l’onestà intellettuale che traspare. In merito agli sciacalli col doposci mi viene di farle una domanda: i giornalisti che invitano gli sciacalli (con e senza doposci) per un piccolo punto di share in più sono altrettanto sciacalli? Quante stupide trasmissioni di “giornalisti” timidi, molli o conniventi che invitano gli urlatori senza volere o sapere porre domande da veri giornalisti. “scamiciati” (ricorderà certamente la trasmissione su La7 a cui mi riferisco) che processano con veemenza l’ex sindaco Marino senza dargli occasione di ribattere, tanti dei media che si beano nel rappresentare il peggio della pancia italiana, che volutamente (o inconsapevolmente ?) sponsorizzano uno stupido populismo solo perchè è di moda . Poi qualcuno si accorge “ma questi sono fascisti”. Ma va. Questo giornalismo sono in grado di farlo anche io. Registro tutte le imprecazioni, bestemmie e vaffa… del mio vicino, del barbiere, del barista, del macellaio ecc… Poi ci faccio un libro. Garantito che venderà bene. Buona serata . Fortunatamente lei è ancora un giornalista.

  9. v.d.q.

    arriva la politica salvezza
    decolla garbotrasportato Rinascimento
    ci (ri)porterà tanta bellezza
    non ci saran né sciacalli né lamento

    sarà come il postino d’una volta
    con gli elicotteri sotto pioggia, neve e bufera
    ci recapiterà capolavori dell’arte dissepolta
    farà rinascere la tricolorita bandiera

    la bellezza come efficienza
    è bello quel che dice lui
    placebo per la senno-deficienza
    magnanimo d’arte, costui

    e non mi si dica grazie
    per cobasse arguzie

  10. Luciano

    “esibiva non i corpi penzolanti”. Qui c’é un non di troppo, oppure va messo prima di “esibiva”. Francesco, fai luce e correggi, ti prego.

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