Il bimbo di Cerignola va protetto dal padre non dal sindaco che l’ha strigliato

A 11 anni Michele, il bimbo bocciato di Cerignola, va protetto non dal suo pittoresco sindaco che lo ha strigliato ma dal suo amorevolissimo papà che, annunciando con toni dolenti e gravi la denunzia penale, vorrebbe trasformare il “somarello” in una vertenza in sindacalese: risarcimenti, perizie sul “profondo turbamento provocato dal rimprovero pubblico”, scartoffie, avvocati, vittimismo, eroismo al contrario, la fierezza per le bocciature della vita garantita da un certificato di dignità e magari pure da una sentenza: somarello a vita per volontà del popolo italiano. Il politicamente corretto, direbbero sia il vero sindacalista Giuseppe Di Vittorio sia il grande italianista Nicola Zingarelli (entrambi di Cerignola) cerca così di rubare il trono alla Madonna di Ripalta che è invece la Madonna del buon senso e del dialetto come lingua madre.
E cominciamo da questo dialetto :” trimone” (che sta per somarello e mezza sega) e “strunz” sono le parole incriminate che il sindaco Franco Metta ha rivolto al piccolo Michele. Gli dice pure i ‘corna che tien’ e finisce con la raccomandazione di non farsi ancora bocciare “se no – impasta in un slang affettuoso e al tempo stesso aggressivo – vengo e t’ spezz’ i gambi”. Due video, comprensbilmente molto cliccati, ne danno testimonianza.
Purtroppo, però, traducendo la strigliata dal dialetto, l’eccesso peggiorativo è assicurato, e la deformazione è profonda. Il codice del sindaco infatti non è sicuramente criminale. E’ un’ enfatica paternale che recitata in pugliese suona pittoresca e persino selvaggia, quasi non fosse il dialetto la lingua che circola nelle vene del Paese, la resistenza all’omologazione da parte della provincia, che è la cuccia del sentimento italiano, la particella di dio non solo della politica ( da Einaudi sino a Renzi) ma anche della cultura (da Croce a Pasolini, a Calvino, a Fellini.). Il dialetto è la lingua dell’initmità associativa e fisiologica della gran parte degli italiani, come spiegano Camilleri e De Mauro nel densissimo “La lingua batte dove il dente duole”, libro edito dal pugliese Laterza. Ebbene Camilleri dice che il dialetto è la lingua degli affetti, è confidenziale e intimo appunto, è familiare “perché il dialetto di una cosa esprime il sentimento mentre la lingua di quella stessa cosa esprime il concetto”. In nessuno dei due video c’è traccia del lungo abbraccio poi rivendicato dal sindaco sotto accusa né delle lacrime di cui qualche cronista ha scritto. Anche abbracci e lacrime sono dialetto che sempre disarma e stempera proprio mentre eccede e colora. Dunque in dialetto uno schiaffo arriva come un buffetto, una manata come una carezza d’amore, un insulto come un elogio. Solo il giornalismo ideologico purtroppo in Italia non è più facilmente decodificabile. Va invece detto con forza e chiarezza che, in quel che è avvenuto a Cerignola, sicuramente non c’è violenza.
Ma perché il sindaco era stato così aggressivo? Com’è noto il bimbo, durante una cerimonia, arrivato il suo turno, aveva dichiarato a Metta che lo ascoltava con tanto di fascia tricolore, di essere stato bocciato, ma esibendo quell’aria tutta contenta che in genere ha chi è stato promosso. E dico in genere pensando non tanto al piccolo Michele quanto al padre che evidentemente non riconosce il diritto-dovere alla punizione del proprio figlio bocciato. E qui sullo sfondo c’è un altro paesaggio degradato dagli eccessi del politicamente corretto: non a solo a Cerignola, ma in tutto il Paese le istanze familistiche – la difesa del figlio nostro, figghij meij in ceriognolano, el me fieu in milanese, el mi bimbo in livornese e poi u figghiu miu, a creatura, il piccinin, er pischello, il toso, il mio sbarbato… – hanno ormai il sopravvento sulle prerogative istituzionali, sulla formazione del cittadino. Sono davvero troppi i genitori che, dinanzi alla punizione del figlio, reagiscono da bulli offesi, invece di arretrare, cedere il passo, consegnare il figlio all’insegnante e allo Stato. 
In più qui c’è un altro sospetto ideologico, un’altra minaccia del politicamente corretto: il padre del bimbo è infatti un bracciante purtroppo disoccupato mentre il sindaco è un affermato avvocato ex missino, ex rautiano per giunta, un Tatarella (altro cerignolano) ma di minoranza. Questo Metta è una di quelle figure meridionali che sono a metà tra lo sceriffo e il notabile, spaccone come De Luca e come De Magistris che però si dicono di sinistra, un tipico prodotto del plebeismo carismatico meridionale che è il meglio e il peggio del sud mischiati in una ganga compattissima. Sono infatti riformatori che restituiscono dignità a un territorio desertificato ma anche sceriffi guappi che sottomettono le città alla loro legge, padroni e al tempo stesso amministratori capaci e coraggiosi. E si capisce con estrema chiarezza che Metta, con quel dialetto esibito e quella strigliata troppo prolungata, pensi dinanzi a quel bimbo del popolo di incarnare appunto la piccola Italia di buon senso. Guardatelo, è il sindaco che si mette addosso gli abiti del professore, del padre, del bidello, dello zio burbero, della fata di Pinocchio, del carabiniere in alta uniforme di Lucignolo…. Insomma si fa carico di tutte le parti in quel Presepe che è il paese d’Italia, che è l’Italia di paese, il nostro polmone, la sola verità che ci rimane e che ha resistito alla Lega e ai forconi, al fascismo e alla Dc, al comunismo e a Grillo ma rischia di morire sotto il peso del politicamente corretto. Nessun italiano ci crede sino in fondo, ma tutti abbiamo un figghiu miu.

14 thoughts on “Il bimbo di Cerignola va protetto dal padre non dal sindaco che l’ha strigliato

  1. Patrizia

    ma che va cercando?
    che va facendo?
    -ancora non l’ha capito che lei è l’esatto prolungamento della scuola delle pedate di suo padre contro i presunti e potenziali corruttori del figgiu suo ?
    -ancora non l’ha capito che non bisognerebbe strumentalizzare ogni notizia per piccole e meschine rivendicazioni personali?
    E’ proprio un peccato che lei sia nato quadrato, da padre quadrato e sia ancora irrimediabilmente, inequivocabilmente e immotivatamente…quadrato.
    Quando avrà voglia di sapere cosa si cela -anche, a volte- dietro una bocciatura, mi scriva, prego.
    Metta da parte il protagonismo e la cattiveria ereditata dal suo ceppo e si apra a questo cambiamento. Sempre che le stiano a cuore le Notizie.

  2. nerone 50

    il bimbo di cerignola va protetto anche da patrizia, che o non ha capito il senso del bellissimo articolo, o
    reappresenta proprio il vezzo tutto italiano di trovare sempre una giustificazione alla bocciatura del mi fiol.
    povera Italia in mano a certi italiani
    franco

  3. Patrizia

    Come può una persona che passa il suo tempo a dileggiare il prossimo – mica il suo di prossimo poi, sempre quello degli altri – cercare di far comprendere la vera natura dei fatti?

    Eppure..te lo qui il Merlo! Ricresce sempre, come le erbacce (e pur coi suoi fiancheggiatori..)
    Sarà che sta vivendo di rendita delle palate di letame con cui è stato spesso ricambiato in passato prima che arrivasse Calabresi a imporgli un po’ di moderazione. Comunque sia lo stampo di certo giornalismo è ancora quello, poichè non è chiaro cosa sia per certuni comunicare con chiarezza, non è ancora loro ben chiara la differenza fra complicità su cose basse e verità, e quindi le loro personali sciocchezze ce le annunciano in prima pagina attraverso gente come il Merlo (così le questioni sconvenienti, se appaiono, son giusto due righe in penultima pagina, di fianco ai necrologi).

    Per finire, che dire poi sulla specialità della casa del “chi ha prurito si gratti” suggerito alla mancina anche da costui?
    Beh, sarebbe bene che quell’eventual ‘qualcuno’ non si grattasse affatto, anzi iniziasse a denunciare con che metodo vengono gestite le notizie della stampa nostrana.
    Chè se può parlare il Merlo, figlio della mediocrità e della sua propria corruzione, può parlare chicchessia. Perfino il più ignorante dei padri di Cerignola.

  4. Patrizia

    A chi ci si deve rivolgere per denunciare un comportamento ritenuto scorretto da parte di un giornalista?
    30/05/2008 –

    Deontologia

    Compete all’Ordine dei giornalisti far osservare la deontologia della professione ai propri iscritti. Nel caso di un comportamento ritenuto scorretto da parte di un giornalista, potrà essere presentato un esposto all’ Ordine regionale presso il quale risulta iscritto il giornalista che, tramite il Consiglio di disciplina territoriale, valuterà la sussistenza o meno della violazione del codice professionale.

  5. Patrizia

    Oltre a dare spazio ai suoi fiancheggiatori, Merlo da bravo narcisista ti “spegne”,cancella i commenti di replica, da bravo bullo digitale.

    Non è chiaro cosa significhi per certuni comunicare con chiarezza, non è ancora loro ben chiara la differenza fra complicità su cose basse e verità, e quindi le novelle Repubblica e non solo, ce le annuncia attraverso gente come il Merlo, esperto nel prendere a pedate il malcapitato di turno, come è nello stile delle sue radici, come gl’insegnò, “buon’anima”, il padre suo con tutti i suoi demoni appresso.
    Ma non è mica detto che fra le righe non si nasconda altro, perchè non si capisce il perchè abbia “misteriosamente” fatto sparire la mia replica…
    La politica del Merlo, del ‘chi ha prurito si gratti’ come diceva il detto remoto ed evidentemente fatto proprio da certi sedicenti giornalisti con la logica dello specchietto è ormai diventata cosa muffa.
    Comunque sarebbe bene che quell’eventual ‘qualcuno’ non si grattasse affatto, chè se può parlare il Merlo, figlio della mediocrità e della sua propria corruzione, può parlare e DENUNCIARE questo modo di gestire le notizie chicchessia, foss’anche il più ignorante dei padri di Cerignola.

  6. Patrizia

    Toh, è “ricomparso” il messaggio “misteriosamente” sparito delle ore 22,09 dell’ 11 luglio.
    Questo è un segno di progresso.

  7. Giampiero

    Il livore della sig.ra Patrizia nei confronti di merlo e di repubblica è davvero sorprendente anche per il linguaggio (involuto e convoluto) con cui lo esprime. Mi ricorda tanto certi telepredicatori di Tv locali che si scagliano contro tutto e tutti, con mille sottintesi senza mai arrivare a chiarire alcunchè.
    Alla fine: sig.ra Patrizia lei difende chi e perchè? Difende il bambino vittima del sistema scolastico che l’ha bocciato ingiustamente ? ha lei prove di tutto ciò?
    Chiunque abbia conoscenza della scuola italiana sa che negli ultimi venti anni si è assistito al cambiamento del rapporto tra genitori e insegnanti: dal rispetto (e in taluni casi dalla subordinazione eccessiva) per l’istituzione si è passati ad un atteggiamento aggressivo e indisponente basato sull’assunto che gli insegnanti sono tutti dei lavativi ai quali sono per giunta garantiti tre mesi di vacanza all’anno!. E’ qui che fallisce il progetto educativo: la scuola non potrà mai sconfiggere l’ambiente familiare in cui i modelli di comportamento sono esattamente opposti a quelli proposti in classe. La scuola è ormai vista solo come parcheggio dei propri pargoli, non contando più cosa e come devono apprendere. Ammesso che la parola studio abbia ancora un significato nella società dei tronisti e delle veline. Lo studio e l’impegno che ne consegue è venuto a noia, è ormai un disvalore: meglio le scorciatoie percorse dalle olgettine (e sono le mamme che le avviano volentieri su queste strade). Tempi passati quelli in cui lo studio poteva essere considerato si noioso ma strumento necessario per la promozione umana e di classe (Gramsci).

    1. Patrizia

      Nessun livore, solo diritto di replica all’autore dello sfacelo della vita degli altri, visto che siamo in democrazia.
      O NO?
      O possono parlare solo i bauscia che hanno frequentato i licei classici più scadenti e i loro fiancheggiatori che han solo voglia di vincere anzichè di capirne qualcosa?
      E’ che rappresentare in prima pagina in modo fantozziano gente che non ha strumenti per difendersi, bullizzare un bambino di 11 anni, seppur bocciato, giusto per far pesare la sua cultura provinciale ereditata dalle ‘prestigiose’ buone scuole che ha frequentato a Catania…che lo hanno privato definitivamente di quella intelligenza emotiva già inceppata dai tristissimi insegnamenti a lui impartiti fin dalla tenera età e di cui va fiero, è deprecabile.
      ECCO COSA DIFENDO.
      Ma soprattutto non mi sembra per niente corretto parlare dal pulpito come il papa e non lasciare diritto di replica sul suo blog, perchè poi bisogna bombardare di messaggi la redazione di repubblica.
      Poi vorrei tanto che certi temi tipo quelli della nostra “buona scuola” vengano trattati con più raziocinio che si gestiscano le notizie senza utilizzare metodi simil-mafiosi e che fosse finita coi pulpiti alla savonarola. FI-NI-TA.
      Ce ne sarebbe da dire sulla mafia di certe scuole, tutti sanno, eppur si tace e di quello si scrive poco poco…
      Allora benvenga la gente che denuncia un presunto sopruso in un paese che ormai è anestetizzato dalle presenza della chiesa. In un paese che è abituato a dire solo SI’ e AMEN, rinunciare a questo infantilismo dell’accettar tutto, non guasterebbe.
      Rispetto al mio linguaggio, non mi sognerei ma di rubare il mestiere di certi famosi parolai, che stravolgono le notizie, che han la passione per le beffe più che per l’informazione, sempre promossi però dai loro vari dirigenti…
      Per quel che riguarda il discorso olgettine eccetera, eventualmente sia più chiaro, non venga a rigurgitarmi addosso le sue personali schifezze: lei è l’espessione vivente insieme a merlo e ai suoi sodali dell’attentato alla pacifica convivenza degli uomini nella libertà e nel bene. E visto che le sta così a cuore la moralità del paese potrebbe suggerire a Merlo di far vestire le presentatrici che si sbiottano alla Rai visto che adesso fa parte anche di quella cricca.
      Così si fa qualcosa contro la prostituzione! A partire dalle piccole cose, per arrivare a quelle grandi.
      Capito, “grande” Merlo?

  8. Domenico

    Ignoro i motivi che alimentano l’incontenibile rancore della Signora Patrizia nei confronti di Francesco Merlo, né francamente penso possano interessare a chicchessia. Lavoro nella scuola da tanti anni, forse troppi, da dieci anni sono Preside, anzi Dirigente scolastico come si dice oggi. Quello che volevo dire, che mi fa solidarizzare con Merlo, è che dal mio punto di osservazione, in tanti anni di mestiere della Scuola, “ho visto cose che voi umani non potete immaginare”……. Siamo passati senza accortecene da un tempo in cui i genitori si schieravano “a prescindere” dalla parte della scuola e degli insegnanti che rispettavano, ad un oggi in cui alla terza insufficienza consecutiva la Scuola viene inondata di certificati di illustri Psicologi e Neuropsichiatri e che quando si boccia un ragazzo con sei / sette voti insufficienti il preside deve attrezzarsi preventivamente per fronteggiare un assai probabile contenzioso legale.
    Vi racconto l’ultima che mi è capitata poco più di un mese fa. Nel corso di un’importante compito in classe di fine anno una signorina della mia Scuola è stata beccata col cellulare, l’insegnante glielo sequestra e me lo porta e mi fa vedere che conteneva decine e decine di foto di pagine di appunti relative all’argomento del compito. Io tengo il cellulare e chiamo la famiglia chiedendo di venirselo a ritirare pensando che alla ragazza sarebbe bastato il severo rimprovero che si sarebbe beccata dai suoi. Bene, il giorno dopo si presenta a Scuola il padre accompagnato da un Avvocato, ritirano il cellulare e mi annunciano l’intenzione di denunciare me e l’insegnante per appropriazione indebita di un bene privato e violazione della privacy (avevamo osato guardare nel cellulare).
    Ho provato a far ragionare questo padre, non so se ci sono riuscito.
    Questo è quanto.

  9. Domenico

    Mi sono accorto di due refusi, si legga:
    accorgecene anziché accortecene
    un importante, anziché un’importante
    Verso la fine c’è una congiunzione di troppo, meglio sarebbe stata una virgola .
    Chiedo scusa, avrei dovuto rileggere prima di pubblicare.

  10. Patrizia

    Guardi non si preoccupi così della forma… i contenuti li abbiamo capiti…
    Veda però in generale di limitarsi a limitare gli altr quando sono nel giusto, quel che vale per lei e il suo caso particolare non vale per tutti. Purtroppo quando si è dominati dall’arroganza per via del potere che si ha a disposizione può accadere che non si riesca a veicolarlo con umiltà..

  11. Tarantintino

    La passionaria Patrizia, sopra le righe e fuori dal merito, è come Diogene al contrario – colei è alla ricerca dei Dorian Gray di noantri, attrezzata pure con un bilancino pesa-anima (persa, giammai), tinge di nomi la sua lista di proscrizione umana. Umana, troppa umana, mi sembra. Quando il troppo umano incontro il poco umano si arriva ad un buon equilibrio. Un augurio….

    Non conoscendo io nessuno dei due, non ho altro da aggiungere.
    Attn che tengo troppa anima, eh!

    1. Patrizia

      Grazie.
      Vedo che non manca mai di trolleggiare da queste parti…
      Le critiche dei giudicatori seriali come lei mi fan solo un gran piacere!

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