La Regina e Papa Francesco come in Star Wars invocano la luce (malata) ELOGIO DEL BUIO

Con una luminosa coincidenza, sia la Regina d’Inghilterra sia il Papa hanno invocato, nei loro discorsi di Natale, “il trionfo della luce”, quasi fossero lei la Principessa e lui lo Jedi del Light Side, the Good Side: la forte Leia-Elisabetta e il mistico Luke-Francesco della saga dell’ Universo guastato dalle tenebre, Star Wars. Sono invece, la Regina e il Papa, i due capi spirituali di un mondo malato e abbagliato che mai la luce aveva tanto illuminato e riscaldato, un mondo senza più il sano buio dell’inverno, senza l’ombra amica dei cieli coperti e piovosi, senza la preziosa oscurità delle stagioni fredde e bagnate, un mondo dove sotto attacco è l’Occidente, l’Abendland, la terra della sera.
La verità è che il capovolgimento climatico del Pianeta, avvelenato dagli uomini e dal ciclo astrale, è destinato a cambiare anche il paesaggio e la spettroscopia della morale, al punto che presto non conicideranno più il bene con la luce e il male con il buio. E prende così senso anche la geografia del terrorismo, non metafora ma fisicità appunto del sottosopra morale denunziato sia dal Papa sia dalla Regina. I macellai islamici, quelli del Dark Side di Star Wars, vengono in realtà da un mondo inondato di luce: ex Oriente lux. Oggi gli avamposti dell’ Isis stanno nei Paesi della luce bianca, Libia, Siria, Iraq, dove il turbante e la kefia, più dei nostri occhiali scuri, proteggono gli occhi (e i polmoni) dal sole. La luce della sabbia è tanto intensa quanto arida. E’ l’humus dei miraggi e delle visioni contro cui già lottavano i padri del deserto: erano luccicanti le tentazioni di Sant’Antonio. Insomma la luce mortale da cui vengono i tagliagola è quella dei demoni, degli scorpioni e dei serpenti raccontati nella Bibbia, nei Vangeli, e anche nel Corano.
La novità è che a patire di tropppa luce oggi è tutta la Terra: i ghiri non vanno più in letargo e le foglie degli alberi, sazie di clorofilla, cercano il buio. Come ha denunziato Angelo Gaja, che è il Mozart dei produttori di vino, la luce e il calore, figli pasciuti del Sole, “minacciano di morte l’agricoltura”. Anche l’arma modernissima di Star Wars, che si chiama starkiller base, si nutre di sole per uccidere. E noi, che pure ancora chiamiamo “bel tempo” la sofferenza di questo Natale lucido di febbre, dinanzi ai 20 gradi di New York a poco a poco scopriamo e rimpiangiamo la civiltà del freddo e dell’ombra. E finalmente capiamo che le mille luci di New York e la Grande Lumière di Parigi erano buio bucherellato, il merletto dell’oscurità: solo il freddo è addobbato di luce, il caldo ne è ammorbato.
E ci piacciono i tunnel neri delle metropolitane che sono la faccia evoluta del sottosuolo urbano, mentre sopra la luce che ci soffoca ha sete di pioggia. Lo smog che avvelena Milano e Roma non è più, come ai tempi di Italo Calvino, la nuvola della modernità e del lavoro, il grigio del Nord industriale. Oggi lo smog è l’estate del Sud che si mangia l’inverno, è la linea della palma, la luce guasta della desertificazione che corrode i nervi, è l’aridità che a Messina è già siccità, è il bagliore della polvere come nel deserto dei tagliagola. Lo smog di Milano e Roma è come l’Ipersapzio di Star Wars, con le luci che si allungano e si muovono, e poi le distorsioni, i cerchi luminescenti, i neri dei veleni sottili più visibili dei bianchi.
Già Dostoevskij aveva descritto l’incubo e la pazzia delle Notti Bianche e Virgilio invita Dante a non guardare l’abbaglio del maligno: “Vexilla regis prodeunt inferni, i vessilli del re degli inferi si protendono verso di noi”. I superstiti di Hiroshima mi raccontarono di aver visto alcuni “il lampo blu e la luce che prese forma di polipo o di medusa”, altri “un vulcano di luce che ribolliva verso l’alto”, altri ancora ” un mostro abbagliante di mille colori che emetteva scrosci di luce nera”. Tutti concordavano su “una luce che più orribilmente bella non si può”. Oggi nel Museo della Pace di Hiroshima sono esposte le ombre – ombre vere – degli uomini uccisi dalla luce: “Luce e calore furono tali che sparirono i corpi e rimasero le ombre: questa è l’ombra di una mano su un vetro, questi sono il bacino e le gambe di un uomo che stava seduto…”.
Tra le tante suggestioni del sottotesto di Star Wars c’è anche il trionfo della luce nucleare, non solo come arma, ma anche come mezzo di trasporto. Tutti i guerrieri parlano esplicitamente del main reactor che è il cuore di tutte le centrali nucleari ed è l’energia delle astronavi di Star Wars: la luce di Hiroshima per esplorare e conquistare l’universo. Dicono che la fisica nucleare, quella vera, preveda la costruzione dei reattori di Star Wars nei prossimi trecento anni.
Che la luce sia arte e religione è una banalità: la luce del Vangelo e quella di Caravaggio hanno rifatto il nostro mondo. E’ però sorprendente che in una famosa chiesa luterana di Berlino, domenica scorsa, due preti abbiano celebrato la messa impugnando le spade di luce dei guerrieri di Star Wars mentre i fedeli pregavano indossando gli abiti e le maschere del film. Ha detto la regina Elisabetta: “È vero che il mondo ha dovuto affrontare momenti di tenebre quest’anno”. Poi ha citato il Vangelo secondo Giovanni: “La luce splende nelle tenebre e le tenebre non prevalgono”. Ha detto il Papa: ” In questa notte riplende una grande luce”. L’otto dicembre scorso, Francesco aveva aperto il Giubileo con tante stellari proiezioni di luci su San Pietro sul tema della natura, della misericordia e dei cambiamenti climatici: “Fiat Lux” era il titolo. Ecco, sommessamente aggiungiamo noi che forse, nel mondo vero, oggi le ombre non sono le anime imprigionate, le anime in pena , le anime maligne di Star Wars. Forse l’ombra è il contrario della luce che uccide, della luce malata del nostro tempo. Solo l’ombra dà forza allo spirito. Si racconta che, mentre moriva, Goethe disse di vedere più luce: “Mehr Licht”. Anche se qualcuno giurò di avere sentito: “Mehr Nicht”. Più luce o più niente?

One thought on “La Regina e Papa Francesco come in Star Wars invocano la luce (malata) ELOGIO DEL BUIO

  1. loretta marsilli

    carissimo collega, ti voglio ringraziare per la tua splendida riflessione uscita oggi (27.12.15) su repubblica. le tue parole hanno dato voce al profondissimo disagio emotivo (psichico?) che mi pervade confrontandomi con le realtà del mondo che ci circonda. grazie davvero, sei stato una lettura che mi ha “risolto” la giornata! loretta marsilli

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