Marino perde il posto senza perderlo IL POLIZIOTTO-BALIA E IL MEZZO SINDACO, LA STRANA COPPIA PER SALVARE ROMA

IGNAZIO Marino è stato messo a balia. Gli mancano solo il ciucciotto e il bavaglino con su scritto Spqr. È infatti contento come un bambino, batte le mani a Renzi ed a Alfano che lo hanno avvolto in fasce e lo hanno affidato a Franco Gabrielli che sarà la sua matrigna, la sua badante, il suo tutore, il suo insegnante di sostegno.

Prefetto di ferro, poliziotto, ex capo dei servizi segreti e della protezione civile Franco Gabrielli è già più sindaco del sindaco. E in questa coppia formata dalla balia e dal bambino somiglia più a Mangiafuoco che alla fata turchina. È l’orco burbero e severo che lo aiuterà davvero a non farsi male e a non fare dell’altro male a Roma. Al punto che il partner potenzialmente in conflitto con questo superprefetto non è il fragile Marino, ma l’assessore Alfonso Sabella, l’ex magistrato che gira con la pistola alla cintola, un altro duro, un altro supereroe per la povera Roma.

E infatti Gabrielli e Sabella già si disputano gli amabili resti di Marino. Dietro le quinte, ieri sera hanno subito chiesto una chiarificazione sui poteri, entrambi difendendo il sindaco sino a identificarsi con lui. Gabrielli è “felice di lavorare con Ignazio”. E Sabella, che da Marino fu nominato: “Il governo ha riconosciuto il nostro lavoro”.

Davvero questo è il caso di commissariamento più clamoroso e più strano della storia d’Italia con un’ombra di tristezza per un uomo per bene ma pittorescamente inadeguato, un onesto tontolone in mezzo ai lupi più furbi, più affamati e più feroci. E bisogna anche riconoscere che Marino è il primo cittadino di una capitale che somiglia alla Napoli ’44 raccontata da Lewis, una città da dopoguerra e da Satyricon, una Roma degradata che lo ha capito ma che Marino non capisce.

Ed è un continuo passaggio dal dramma alla commedia, con il ministro Alfano che ieri sembrava persino uno statista, ma era solo la maschera che accompagnava gli spettatori in platea. Alfano infatti è il servo di scena. Anche lui ombra di un’ombra si è solo intestato le decisioni di Renzi. Dunque un ministro sotto tutela ha messo sotto tutela il sindaco esibendo un’impudenza politica che Marino non ha. Alfano, come si sa, è titolare di un potere di interdizione che in Italia significa deputati, senatori e luogotenenti sparsi nel territorio.

Marino è solo. Gli rimane una piccola corte di impiegati comunali, una guardia imperiale che ricorda i centurioni da Colosseo, pagati per assecondarlo. E nell’ora del tramonto sembrano inventate dai cattivi tutte quelle sue famose gaffes che da due anni sfidano la proverbiale ironia dei romani. Persino la sua innocenza risulta purtroppo irritante perché è inutile, non gli basta per governare ma basta per non cacciarlo, lo protegge da chi vuole mandarlo via, ma non lo assolve dall’incompetenza.

Perciò verrebbe voglia di difendere Marino dai soliti bulletti scatenati di Twitter che lo motteggiano in tutte le maniere, anche le più volgari. E su Facebook ora girano le immagini di Marino alle Bahamas con fotomontaggi di ogni genere, compreso il confronto tra la trasparenza delle acque dei Caraibi “dove nuota er cazzaro vero” e la languida sporcizia di Ostia lido dove nuota “er cozzaro nero”. E tutti capiscono che Ostia è stata commissariata per mafia perché non si chiama Roma ma è Roma fuori Roma.

Dev’essere dura sentirsi commissariati da Alfano. E invece Ignazio Marino sembra ancora non capire: “Sono soddisfatto” ha dichiarato dal suo esilio americano, “con il prefetto Gabrielli lavoreremo insieme” . Perciò su Twitter lo paragonano al famoso pugile suonato impersonato da Vittorio Gassman che più le prende e più dice “sò contento” E ancora lo immaginano come quello che, nella barzelletta, cade dal trentesimo piano e, arrivato al ventesimo, alla signora che, affacciata alla finestra, gli chiede “come va?” risponde: “benissimo grazie”.

Marino neppure si accorge del linguaggio untuoso che traveste la retrocessione: “adozione comune di atti di indirizzo” , “cabina di regia” , “raccordo operativo tra istituzioni “. Come si vede, Alfano ha usato il tipico lessico della finzione politica, con una durezza impietosa che non ha neppure la dignità dell’onore delle armi. Il commissariamento all’italiana, lo svuotamento dall’interno non è infatti una cerimonia di passaggio, non ci sono consegne, campanellini, non c’è la grandezza delle dimissioni, non si intonano requiem, non si sente lo sbatter di tacchi, perché Marino perde il posto senza perderlo, viene reso superfluo e sempre più caraibico, non gli si permette di entrare nell’aristocrazia dei perdenti che non ci hanno saputo fare con il potere.

Accompagnato da due superpoliziotti che non somigliano ai carabinieri di Pinocchio ma a Boldi e De Sica, il mezzo sindaco sarà libero soltanto di scrivere il suo attesissimo libro di memorie alle Bahamas: “C’è una luce accesa / dall’altra parte del mare blu” canta Sergio Caputo: Italiani, Mambo.

5 thoughts on “Marino perde il posto senza perderlo IL POLIZIOTTO-BALIA E IL MEZZO SINDACO, LA STRANA COPPIA PER SALVARE ROMA

  1. rosario spinello

    Al mio giornalista preferito…una scrittura che visualizza in una sequenza di foto che formano un quadro reale…dalla stanza 707 ….cordiali saluti

  2. Sergio Moitre

    Leggo oggi questo articolo dell’ottimo F.M. di cui avevo sentito mirabilia.
    Devo dire che supera ogni aspettativa, maturata anche dalla conoscenza di Merlo dei tempi del Corrierone.
    Congratulazioni vivissime a F. Merlo, siciliano.

    Sergio Moitre

  3. Angelo Libranti

    Continuare a scrivere su Marino è come fucilare un uomo morto per consunzione.
    Il bello è che prima di morire, per consunzione, l’uomo (si fa per dire) ha starnazzato come un’oca presa al cappio e si è agitato come un tonno nella tonnara piena di sangue.
    A Napoli dicono: “non tiene vergogna” e lui ride, ride, e poi se l’è presa con i fascisti.
    Quelli del 1945.

Rispondi a rosario spinello Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>