MARINO, L’UOMO CHE NON C’ERA

E’ così irrilevante che ormai anche le sue dimissioni sarebbero insignificanti. Si è perciò nascosto ai Caraibi per scrivere le sue memorie, libro dei sogni e canto del pastore errante. Ignazio Marino potrebbe rubare il titolo al film dei Fratelli Cohen: L’uomo che non c’era. E’ infatti il loser che mai sta dentro la sua vita, “quella vita – dice il Marino del film – che mi ha servito delle carte perdenti o forse non le ho sapute giocare, chissà”.
Dunque è drammaticamente ovvio che il sindaco-scrittore non sarà presente neppure giovedì prossimo quando il Consiglio dei ministri parlerà di lui ed esaminerà la monumentale relazione del prefetto Gabrielli, la cartografia e la sinossi di mafia capitale, il caso Roma insomma che, purtroppo, non ha la leggerezza fatua e struggente del caso Marino. Ha detto Renzi ad Orfini: “Il sindaco è l’assente che non si può cacciare”. Speriamo che questa scrittura gli serva almeno come terapia perché davvero somiglia al barbiere di quel film che “non c’era soprattutto quando c’era “.
Almeno adesso nel non esserci Marino ha la scusa dei Caraibi “dove il sole è più sole che qua…”. Sempre l’altrove di Marino è quello delle canzoni e della commedia all’italiana, esotismo e fusi orari. Quando a Roma è mezzogiono di fuoco lui dorme, come Paperino ad Honolulu che Paperone non poteva raggiungere perché l’uno si alzava quando l’altro si coricava. Dunque, dopodomani mattina quando di giorno a Roma il consiglio dei ministri parlerà di lui, Marino scriverà di sé nella notte del Golfo del Messico, “mio diletto amore / non tramonta il sole / al Thaiti Bar”.
Marino scrive. Da quando è sindaco ogni sera ha preso appunti su quadernetti di colore diverso: il nero per la mafia che non ha visto, il rosso per la rivoluzione che ha promesso, il giallo per i viaggi e per le fughe, il grigio per i giornalisti caativi, l’arcobaleno per gli incoraggiamenti che ha ricevuto all’estero “dove – mi confidò – mi capiscono e mi applaudono per le stesse ragioni per cui a Roma mi fischiano”.
Per la verità nel novembre del 2014, quando scoppiò la rivolta della periferia di Tor Sapienza contro gli immigrati, il primo cittadino, che nei comizi elettorali aveva promesso di “trasformare Roma nella città dell’accoglienza”, non si accorse di nulla e addirittura l’indomani mattina, mentre infuriava lo scontro, sempre più sconnesso con la realtà volò a Londra. Andò per parlare di car sharing, di quelle auto che erano diventate la sua ossessione dopo la gaffe della Panda rossa, la sua utilitaria multata nove volte dal sistema automatico che registra gli ingressi delle auto nel centro storico.
E ritirava una laurea ad honorem a Philadelfia nei lunghi giorni di ordinaria follia quando l’intera Roma inseguiva i tre rom che a Primavalle, su un’ auto pirata, avevano travolto sette persone e ucciso sul colpo una povera donna.
E quando i vigili urbani si diedero tutti insieme malati e scoppiò la rivolta dei certificati falsi, Marino era e rimase a Boston.
Anche adesso è negli Stati Uniti,di nuovo a indignarsi attraverso Facebook: “sono solo contro la mafia”. E ha polemizzato con la prefettura e con la questura con post, telefonate, messaggi in bottiglia e lettere dall’esilio.
Anche di quel crimine estetico che è stato il funerale dello zio Casamonica ovviamente Marino non ha nessuna responsabilità. Certo, ha mancato gli aerei di ritorno, ha dimenticato che giovedì la sua Roma entrerà in sala operatoria per un intervento a cuore aperto, ma di nuovo è innocente, proprio come il barbiere dei fratelli Cohen che diceva di sé: , “sono un fantasma, non vedo nessuno e nessuno vede me”.
Diciamo la verità, nella storia politica di Roma non c’era mai stata una vacanza di governo, un vuoto, un vacuo, un’assenza così candida come quella di Marino, marziano con la bici al posto dell’astronave, mai perseguito per qualche delitto ma sempre deriso per tutte le goffaggini, americano a Roma, sindaco delle buche, della sporcizia e del degrado epocale della capitale e ora anche scrittore autoenciclopedico, una nuova e inaspettata maschera romana, un incrocio tra Pierrot e Meo Patacca. “Se rimane Marino in tre anni se magnamo Roma” aveva profeticamete detto Buzzi, che de Roma è er capomafia.
Marino non s’era accorto che la Roma che lui non risuciva a governare era diventata “a mucca che amo munto tanto” né che i consigli comunali e le giunte “devono stare ai nostri ordini perché li pago e vaffanculo” . Non vedeva nulla ma intanto per scappare dalle Iene televisive cadeva dalla bici e mentre gridava ai giornalisti che aveva “cose ben più importanti di cui occuparsi” sbatteva la testa sullo stipite. Certo, non c’entra con quel funerale ma l’estetica dei Casamonica è la stessa di er Batman e delle famose feste con le teste di maiale. La volgarità pacchiana e funeraria del clan degli estertori e degli usurai è parente stretta di quella esibita nelle feste private e celebrata com un cult dal Cafonal di Dagospia… E come dimenticare la foto dei porci che grufolavano felici tra i cassonetti nel rione semiperiferico di Boccea?
Lo stile di Roma è quello documenato da www.romafaschifo, con i ratti che hanno invaso il quartiere Prati, con le foto delle persone che defecano a cielo aperto dentro la stazione Termini… Casamonica più che zingarismo è neo romanesco, lo stile greve da cui gli italiani vorrebbero ormai allontanarsi, quello stesso che domina nei programmi televisivi.
Marino colpevole? No, assente. Al punto che in Texas potrebbe restarci sino a Natale e nessuno se ne accorgerebbe a parte i vignettisti e gli autori di satira che, comunque, sono anch’essi in difficolta perché Marino è oltre l’ironia di Longanesi sul non esserci, sul non accorgersi e sull’arrivare tardi: “spiacenti, il nostro inviato speciale si è perduto per causa pioggia”.
Perciò è insignifcante chiedere che Marino si dimetta. Più chiaramente: la campagna per le sue dimisioni che la destra, al di là della demagogia , conduce con molte ragioni, è senza senso politico. Roma infatti è già senza governo, la città è esausta e non può certo permettersi le elezioni durante il Giubileo. E l’idea del commissariamento per mafia, con qualsiasi formula venisse mascherato, è improponibile per la capitale d’Italia.Non può arrivare a tanto il lungo oltraggio che la politica ha commesso contro la città più bella del mondo, rendendola via via corrotta, infetta, ladrona e da ultimo anche mafiosa.
Scavalcato, messo tra parentesi, trattato con alzate di spalle e sguardi al cielo, Marino è commissariato sì, ma all’italiana: svuotato, reso superfluo e caraibico, espatriato in patria. Dunque Matteo Orfini gli fa da tutore poltico.Franco Gabrielli ,al suo posto, si occuperà del Giubileo. Malagò presidia la chimera delle Olimpiadi. La fiaccola dell passione civile, di cui Marino fu tribuno di Roma,è passata nelle mani del Papa. E si sa che su Roma il consigliere all’orecchio di Renzi è Francesco Rutelli. Certo, l’ideale sarebbe stata quella legge speciale che proponemmo già nello scorso giugno per sottrarre Roma al Campdolgio e affidarla allo Stato, come Berlino e come Washington. Il commissariamento all’italiana invece è l’ultima stravaganza andreottiana, è la poltica fatta di nascosto, è il gioco delle ombre: The Man Who Wasn’t There.

8 thoughts on “MARINO, L’UOMO CHE NON C’ERA

  1. Lucia Pulignano

    Uno dei migliori articoli di questi ultimi anni, ironico, pungente e terribilmente vero sul sindaco Marino!!da diffondere e far leggere a quanti hanno a cuore il destino di questa città’. bravissimo!!

  2. Fabio Massimo Pallucca

    Un grande giornalista; un grande articolo che stringe il cuore e taglia l’anima. Amo Roma, stringo la mano a Francesco Merlo e lo ringrazio. E dico che c’è speranza finché qualcuno ne scrive come lui.

  3. Duccio Piovani

    Articolo fazioso e qualunquista.
    Repubblica assomiglia sempre di più ad una copia anti-marinio di libero o il giornale. Addirittura la citazione di un sito fascista e populista come romafaschifo.com. Forse Roma fa schifo a causa dell’utlimo vento’ennio e non per gli ultiim 2 anni ? Forse Roma fa schifo perchè finalmente c’e’ un sindaco che prova a rompere i rapporti inquinati consolidati da tempo e che perciò viene punito ? O forse Roma fa schifo anche perchè esistono gionalisti allineati e pericolosi come Francesco Merlo che scrivono su giornali in declino come Repubblica, e perche esistono degli stronzi come me che ancora si abbonano. Siete il miglior spot per i cinque stelle, e voi si che mi fate schifo.

  4. piero filotico

    Esageratamente e ingiustificatamente acido. E pure impreciso: solo il 17 giugno il blog Roma fa schifo (che viene citato a riprova delle proprie tesi), scriveva :

    “Insomma ci risiamo. Marino è incontrollabile. Marino sta cambiando determinate cose. Ergo Marino deve saltare. “Dimostri di saper governare”, dice Renzi facendo capire di volerne le dimissioni al più presto. Chissà cosa significa per il Premier “governare”. Magari per lui governare è adeguarsi alle richieste delle lobby che per 40 anni si sono divorate questa città? In quel caso Marino, che non si è adeguato (e non perché sia chissà quale grande statista, semplicemente perché è estraneo a certe dinamiche raccapriccianti non avendole vissute, non essendoci cresciuto), deve togliersi dalle scatole.

    Ma cosa ha fatto Marino di così strano per meritarsi una campagna stampa strabiliante per alcune multe (dovute solo ad un errore di database della targa) e per farsi recapitare una lettera di sfratto e di ultimatum da parte del Primo Ministro? Una lista delle grandi discontinuità di questo sindaco la facemmo in quel famoso articolo di novembre, ma la lista va aggiornata. Rimoduliamo l’elenco nella maniera più schematica possibile.

    1. MALAGROTTA

    Discarica mostruosa presente da decenni. Erano trent’anni che si parlava di chiuderla. C’erano le multe dell’Europa. Con Marino è stata chiusa e una parte dello sporco che si vede in città (il resto, la maggioranza, è la cialtronaggine di Ama o l’inciviltà dei cittadini) è lì per rappresaglia da parte dei ras che sovraintendevano il settore fino ad oggi. Un tempo a comandare erano dei pessimi imprenditori privati, oggi è il Comune.

    2. AMA

    Cresce la raccolta differenziata. Un nuovo management finalmente civile. E in questi giorni la prima gara vera (una gara vera a Roma!) per il servizio, con procedure vere, con aziende partecipanti vere e con il migliore e il più economico che vincerà. Risparmio, solo qui, di 10 milioni di euro. 10 milioni di meno nelle tasche dei soliti. E sono briciole se si pensa che i ras dei rifiuti che sono stati lasciati fare, indisturbati, da tutti i sindaci avevano chiesto 900 milioni: un lodo che Ama ha vinto, 900 milioni non li otterranno. Cosa bisognerebbe fare qui per far star tranquillo il Primo Ministro? Andare con Cerroni a mangiare “a coda aaa vaccinara” come facevano i collaboratori dei precedenti sindaci e dei precedenti governatori del Lazio?

    (Poi – non dimentichiamolo – la città fa vomitare da quanto è zozza, questo è evidente a tutti)

    3. ATAC

    Un nuovo management credibile (ma con l’ombra del licenziamento del direttore Carlo Scoppola) e il licenziamento di tanti dirigenti. Non basta, sono discontinuità piccole piccole ma si è smesso di andare nella direzione sbagliata sterzando (sebbene poi restando piuttosto fermi).

    Il servizio è non solo da quarto mondo, ma in costante peggioramento, su questo siamo in continuità purtroppo.

    4. VENDITA DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE DEL COMUNE

    Importante rivoluzione: basta negozi in centro affittati a 80 euro al mese, no?

    5. TEATRO DELL’OPERA

    Azienda rivoltata come un pedalino.

    6. AUDITORIUM – MUSICA PER ROMA

    Amministratore Delegato scelto previo bando internazionale. Sono arrivate 141 richieste, sono state vagliate, è stato scelto uno spagnolo. Semplicemente una rivoluzione.

    7. RESIDENCE

    Uno scandalo. Tu hai una struttura. Che non vale un ciufolo. La proponi al Comune perché hai amicizie dove conta e il comune te la affitta a prezzo maggiorato per metterci extracomunitari o persone a disagio. Risultato: il comune spende per tenere la gente in catapecchie 4000 euro al mese a famiglia. Si fa prima a affittargli casa a Piazza Navona. Uno scandalo che ora sta finendo.

    8. SILVIA SCOZZESE

    Una anomalia di per se l’assessore al bilancio per come sta operando sui costi della città. Tagliare i costi significa tagliare le clientele e togliere ossigeno a chi sull’inefficienza della città ci campava.

    9. AMBULANTI

    Saltata la Festa di Piazza Navona gestita per decine di anni dai soliti noti del racket ambulante romano. Erano decine e decine di anni che gli altri sindaci lasciavano fare. Il 22 giugno si sposteranno i camion bar e gli urtisti dall’area del Colosseo. Se ne parlava da non si sa quanto, ora a quanto pare si farà: sarebbe una svolta epocale.

    10. PEDONALIZZAZIONI

    Tridente, Fori. Se ne parlava dagli anni Ottanta. Sono state fatte o comunque decisamente instradate smettendo di far solo chiacchiere. Facciamo saltare il sindaco, e magari riapriamo anche i Fori al traffico privato: questo è “governare” per il Capo del Governo?

    11. SPIAGGE

    Del Lungomuro di Ostia si parlava da decine di anni. Ora sono arrivate le prime ruspe, per l’estate 2016 Alfonso Sabella, delegato al Municipio lidense, promette grosse rivoluzioni. Che saranno tutte fermate in caso di dimissioni.

    12. APPALTI

    E’ stato nominato un magistrato come assessore alla Legalità. Un magistrato del calibro di Alfonso Sabella che sta facendo capire a tutti che sul Comune di Roma sarà più difficile rubare. Un codice degli appalti è stato già approvato, tutto viene controllato. Cose che il sistema non ti perdona.

    13. CARTELLONI

    Marta Leonori, assessore al Commercio, sta portando avanti la grande riforma dei cartelloni. Una partita enorme riguardante un grumo di criminalità e banditismo imprenditoriale di caratura dieci volte più grande di quanto emerso fino ad oggi in Mafia Capitale. Erano venti anni che la città doveva dotarsi per legge di un Piano Regolatore dei cartelloni, Alemanno è riuscito a rimandare con scuse risibili per 5 anni, Marino ha portato a casa il provvedimento dopo un anno di amministrazione. Ora le 400 dittuncole che hanno distrutto anche questo settore economico a Roma tremano perché stanno per arrivare i bandi di gara internazionali e finalmente il settore potrà finire in mano di società serie e strutturate, come avviene in tutte le grandi città del mondo. Fai saltare il Comune e avrai centinaia di cartellonari ad esultare per le strade: salvi anche questa volta all’ultimo tuffo.

    14. MANOVRA D’AULA

    Vergognosa manfrina che permetteva ai consiglieri comunali di disporre di denari da distribuire nei loro “collegi” elettorali nel nome del più squallido clientelismo. E’ stata soppressa grazie al consigliere Riccardo Magi.

    15. URBANISTICA

    Caudo è assessore in gamba e onesto, ma non basta: è pure assessore capace che sta infilando risultati e facendo partire cantieri nella maniera in cui si fanno partire in tutta Europa. L’operazione Stadio della Roma è esemplare. Come è esemplare il concorso per l’area di fronte al Maxxi (Città della Scienza).

    16. POLIZIA MUNICIPALE (E PERSONALE IN GENERALE)

    Il servizio continua ad essere riprovevole, tuttavia si sta provando a cambiare la rotta. La nomina di Raffaele Clemente è una rivoluzione; i vigili assenteisti di Capodanno saranno puniti. Con qualsiasi altro sindaco si sarebbe lasciato correre. Le multe via Twitter hanno cambiato la mentalità di molti romani e ora il servizio “io segnalo” può fare il resto. Intanto si è proceduto a far ruotare i funzionari nei municipi: un’altra rivoluzione. Certo non sono cose che ti fanno amare. Bisogna farsi amare? Allora l’unico modo è lasciare la città nello schifo in cui è…

    E che dire del personale? Da decenni i dipendenti comunali percepivano un salario accessorio illegale. Il Governo insisteva per toglierlo ma per non essere impopolare, per non perdere consenso come vorrebbe Renzi, nessun Sindaco rispondeva alle sollecitazioni: Marino questa cosa l’ha affrontata e sistemata e la città si è tolta anche questo pezzettino di illegalità. A Roma, tuttavia, sistemare le illegalità non porta voti, ma li fa perdere. Ciò non toglie che quello è il percorso corretto da intraprendere.

    17. REGISTRO UNIONI CIVILI

    Altra svolta non da poco. Un salto in avanti di 20 anni da città arretrata a città normale.

    18. PIANO ANTI CORRUZIONE

    Approvato: rotazione del personale partita. Gli stanno facendo la guerra senza quartiere anche su questo, ma lo ha detto Raffaele Cantone in persone che far ruotare i dirigenti e gli impiegati pubblici è un antidoto alla corruzione. A Roma si è iniziato a farlo ed è una svolta notevolissima.

    19. PGTU

    A noi il Piano Generale del Traffico e dei Trasporti Urbani non ci affascina. Lo consideriamo timido e dunque inutile. Un fatto è però che è stato approvato, lo si aspettava dal 1999: 16 anni. A livello di contenuti ha aumento delle strisce blu e congestion charge per entrare in centro. Tutte cosette che non ti rendono di certo simpatico, ma che sono giuste e corrette da fare. Cosa bisogna fare, secondo Renzi, fare le cose per il bene della città o fare le cose che rendano felici dei cittadini che si sono assuefatti a vivere in un posto fuori dal mondo e dalla logica? Bisogna fare come fece lui quando divenne sindaco di Firenze e decise di diminuire le multe che, giustamente, il suo predecessore comminava agli incivili?

    20. BILANCIO

    La città non approvava il suo bilancio di previsione in maniera regolamentare da 24 anni. Quest’anno per la prima volta Roma ha approvato il bilancio 2015 alla fine del 2014, come si deve fare. Approvare un bilancio regolarmente non lascia spazi ad operazioni fuori bilancio ed erano tutte operazioni fuori bilancio quelle che ingrassavano la mucca di Mafia Capitale. Da oltre vent’anni nessun sindaco si era mai preoccupato di approvare un bilancio nei tempi prestabiliti. Alemanno approvava il bilancio di previsione (di previsione!) alla fine dell’anno. Così tutto l’anno era scoperto e ci si poteva aggiustare mese per mese coi risultati che abbiamo visto…

    Il sindaco Ignazio Marino è odiato da tutta Roma? Benone! Se in una città che ha calato le braghe per trent’anni alla mafia, all’inciviltà, alla prepotenza ed al pressappochismo sei amato c’è qualcosa che non va, significa che stai lisciando un pelo che non devi lisciare. Qui è il tempo di essere molto, ma molto impopolari. Dunque il non essere apprezzato non è misura corretta per valutare un sindaco in questa fase. Certo, la città è in condizioni disperate, su questo non ci piove, ma si può risolvere in due modi: valorizzare il patrimonio di rivoluzioni effettuate in 2 anni partendo da queste e incrementandole e aggiungendovi ciò che manca (e manca molto, anzi moltissimo, perché la città appare allo stremo e oltre a queste 20 ci vorrebbero altre 200 discontinuità), oppure annullare tutto e interrompere questi 20 cambiamenti insabbiandoli sine die.

    Cacciare via Marino non è sbagliato solo perché è ciò che chiede e che vuole Mafia Capitale, è sbagliato perché è ciò che chiede il PD Romano, ovvero quella che con le dovute e ovvie eccezioni è stata in questi anni l’organizzazione criminale più temibile operante in città. Ed è sbagliato, è durissima dirlo, anche perché a cacciarlo lo chiede la maggior parte di una popolazione che ha l’illegalità nel proprio DNA e che vede di malanimo chi cerca di cambiare questo genere di impostazione mentale. Ma Renzi dice che bisogna dimostrare di saper governare… Non ha capito che la città vive in questi mesi l’unica occasione di reale cambiamento e riscatto e che questa occasione va aiutata e spalleggiata con ogni forza e non ostacolata.”

    http://www.romafaschifo.com/2015/06/20-cambi-di-rotta-sterzate-e-sgarri.html

  5. discounts definition

    Cuestionables formulaciones morfológicas al margen… Más propio de alguien nuevezolano-brulificado sería colgar un artículo del Salto del Ángel, pero se ve q el “verde” capitalista se antoja incompatible con las nacionalizaciones de hidrocarburos; para acabar dejando de carburar las más básicas capacidades cognitivas asociadas a lo éticamente correcto, no sin acabar convulsionando las tendencias contabilísticas dels jornaleros aeroportuarios (aéreo por aquello dels aires de grandeza).

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