A pranzo con… GIUSEPPE CRUCIANI VI SPIEGO IL FENOMENO LA ZANZARA E LA NOBILTA’ DELLA SCOREGGIA

Dal mensile GQ, maggio 2015
Ammetto che la Zanzara è irripetibile anche perché il contesto è autorevole”. La radio della Confindustria nobilita la scoreggia? “ Evidenzia ed esalta la trasgressione”. Come la Settimana Enigmistica però siete copiati: la Giungla, lo Zoo, le Belve. Hai incendiato il sottosuolo. “Ma la Zanzara è una comunità”. Siete la sola destra viva che c’è in Italia. “Bum!”. Vediamo: Adinolfi annuncia che la donna deve essere sottomessa, poi arriva Borghezio e celebra Breivik, Squitieri elogia la pedofilia, Vattimo viene a dire che Israele è peggio di Hitler,… e se la pornostar filosofeggia Cacciari fa la mossa. “E la gente ride e pensa”. Al di là della risata, c’è il ceffo del razzismo italiano, Calderoli è il Bombolo della Lega: “E’vero che la cattiveria in Italia ha sempre avuto una faccia comica, ma .…”. Non sarebbe meglio togliere la parola a chi dice che ‘i rom sono cibo per maiali’ e che ‘ogni detenuto suicida è uno in meno da mantenere’? “Togliere la parola non è il nostro stile. Alla Zanzara ognuno dice quel che vuole. Sono arrivato a difendere il diritto dell’avvocato Taormina ad essere omofobo”.
Giuseppe Cruciani non somiglia alla Zanzara. Non hai – gli dico – il fisico allegro e dispettoso della tua trasmissione: più che uno scocciatore sembri uno scocciato, non disturbatore ma disturbato. “E’ vero che io sono un introverso e ho scatti d’umore. Ma la Zanzara non è solo canzonatura E’ anche stizzosa, umorale come me, scarica collere. Non è vero che non mi somiglia.”. La Zanzara sei tu, come Flaubert era Madame Bovary?. “La Zanzara non è un libro. E’ radio, è un’opera collettiva. Quelli che telefonano contano più di me. Sono io che mi adeguo a loro. La Zanzara è l’Italia scanzonata, certo, ma è anche la disperazione italiana”. Sei un depresso? “Mai in senso patologico. Soffro di depressione di creatività. Quando mi sento vuoto divento preda del cattivo umore”. Hai l’ossessione di doverla sparare sempre più grossa? “Puoi metterla cosi, se vuoi”.
La Zanzara è ancora giornalismo? “Non so se è giornalismo. So che ci ascoltano, intervengono, si divertono e ragionano. E’ Radio”. La bestemmia? “No. Ma per il resto tutto si può dire, anche coglione, pagliaccio, ma che cazzo dici? e palle lesse …” Anche: ‘la Boccassini andrebbe cacciata a pedate nel culo’ oppure ‘il papa è una specie di clown’. Tua madre ti ascolta? “Poco”. E cosa ti dice? “Di non esagerare con le parolacce”. E tu esageri? “No. O forse ogni tanto. Ma non faccio una trasmissione per mia madre”. Le piace il tuo successo? “Non si lascia sedurre dalla vanità”. E Papà? “E’ morto nel 2007. Lavorava alla Perfetti, direttore commerciale”. Qualcuno ha ereditato il suo lavoro? “Mia sorella. Mio fratello invece fa il regista”. Sei romano? “Sì, ma la mia città è Milano. A Roma non potrei più vivere”. Famiglia ricca? “Papà viveva di stipendio e per fortuna mia madre ha qualche bene. Pensa che da studente universitario stavo da solo in una grande casa in via del Governo Vecchio. Non funzionava nulla, ma era bella. Non c’era neppure l’acqua calda, e forse per questo non mi piace tanto farmi la doccia. Sai, in radio dico spesso che lavarsi troppo fa male”.
La Zanzara è anche la radio degli odori forti, non solo di zolfo: eccita la plebe italiana in cerca d’autore “C’è un anche un mondo ‘alto’ che ci ascolta”. Nel mondo ‘alto’ il turpiloquio e i pensieri in libertà si chiamano ‘flussi di coscienza’. “ Ecco. Quando stavo a Radio Radicale la chiamammo Radio Parolaccia”. L’insolenza radicale, la febbre lessicale di Pannella, la radio postmoderna e sradicata di Bordin sono l’origine ‘alta’ della tua Zanzara? “Sicuramente è lì che ho cominciato. Ma oggi, per la verità, io non so se stia più in alto la scoreggia o la politica. E penso che parlare di sesso valga quanto discutere di opere d’arte o di una crisi di governo. Solo le paranoie perbeniste possono relegare il sesso alla sfera intima e insuperabile del pudore”. Beh, voi discutete di iniezioni per ingrossare il pene. E’ vero che si può parlare di tutto, ma poi il linguaggio fa la differenza. “ Io preferisco il vaffanculo diretto e liberatorio a quello aulico. Se dici ‘cazzo’ non pensi a quante volte lo dice Joyce”. Il più pulito è David Parenzo: ha raccontato che per liberarsi si chiude in bagno e apre il rubinetto per coprire il rumore. “Forse Parenzo è il lato snob della Zanzara”. Voi discutete sulla lunghezza del pisello, e i camionisti telefonano per raccontarti che nelle piazzuole di sosta ricevono proposte indecenti. “Vuoi dire che sono argomenti tabù? Che non dovremmo violarli?”. Al contrario, voglio dire che i riferimenti alti sono infiniti. Per esempio: nell’ Ulisse si esalta la pipì in compagnia. E verso la fine Stephen Dedalus e Leopold Bloom se ne concedono una. Ma la Zanzara non è l’Ulisse. E’ la radio della rabbia, è lo stomaco d’Italia. “Noi non siamo volgari, siamo autentici. E ti ricordo che anche l’Ulisse fu processato per oscenità. La Zanzara è la reazione alla finzione, alla dissimulazione”. E le telefonate degli imitatori? A Margherita Hack, a Fabrizio Barca, a Valerio Onida…? “L’imitatore finge ma loro sono veri e dunque le cose che dicono sono verissime. Sono meglio le interviste tutte finte e concordate che pubblicano i giornali? E Guido Barilla non lo abbiamo mica raggirato. E’ voluto venire lui a dire che non avrebbe mai fatto uno spot con una famiglia gay. Se n’ è occupato tutto il mondo. Io lo chiamo ‘scoop’. Non mi pare che succeda spesso a Repubblica o al Corriere”.
Il direttore del Sole 24 ore non ti dice mai niente? “Abbiamo una bella dialettica”. Dunque Napoletano ti rimprovera? “Mi consiglia di non esagerare con il sesso”. Come tua madre. Hai raccontato i tuoi fantasmi feticisti, voyeuristici, l’amore per le donne più grandi.”Queste cose scandalizzano più della scoreggia. Ma io che entro nell’intimità degli ospiti e degli ascoltatori devo per forza parlare di me, delle mie perversioni. E’ la naturale conseguenza di un modo di condurre e intervistare”.
Chi sono i tuoi maestri? “Non ne ho. Mi piacciono quelli che hanno i fatto soldi con il lavoro, come Giuliano Ferrara, Vittorio Feltri, anche Eugenio Scalfari, ma non somiglio a loro e non ho modelli tranne forse Howard Stern, ma quello degli inizi, quello che stupiva l’America. Pensa che arrivò a provocare un orgasmo in diretta. E rimangono esemplari le sue incursioni nei programmi delle radio cristiane per irriderle. Però la sua vita privata era molto diversa dalla mia. E il suo obiettivo era stupire a tutti i costi, anche quando non ci credeva. Io non sono così”.
Sai di rischiare molto? “So bene che un giorno la Zanzara finirà. Mi piacerebbe produrre programmi per la radio. Ho qualche progetto che non è la parolaccia. Non farmi peggiore di quel che sono”. Nient’affatto: il tuo talento mi è chiaro ed evidente. Dico che corri dei rischi: la furia o diventa politica o diventa macchiettismo.
Finirai con la Lega? “Non sono tentato dalla politica. Ma sugli immigrati, per esempio, hanno ragione. Trovo che la demagogia buonista sia peggio del razzismo”. Sei amico di Salvini?”Ci siamo conosciuti al parco. Eravamo lì con i nostri figli”. La tua come si chiama? “Viola”. E la mamma? “Francesca. Siamo separati, ma in ottimi rapporti. Pensa che mia madre quando viene a Milano va a dormire da lei”. Chi porta Viola a scuola? “Io. Ogni mattina”.
Hai votato il vaffanculo di Grillo? “Sì, ma ho votato tante volte per Berlusconi”. Mai per il Pd? “Sono stato tentato da Renzi. Poi ho preferito la Lega”. Su Dagospia, che della Zanzara mi sembra un fratello maggiore, insieme ai gossip e alle peggiori volgarità trovi raffinate rarità d’arte. Ricordo che fu Dagospia a parlare per la prima volta di Tracey Emin, considerata la ‘migliore artista della sua generazione’, e la cui opera più famosa è “My Bed”: un letto sfatto, lenzuola zozze, preservativi, robaccia. “Come noi della Zanzara. L’immondizia, in Italia, è la cosa più pulita che c’è”.

2 thoughts on “A pranzo con… GIUSEPPE CRUCIANI VI SPIEGO IL FENOMENO LA ZANZARA E LA NOBILTA’ DELLA SCOREGGIA

  1. carlo II

    ora capisco, ha cominciato da radio radicale ……
    essì in Italia sei non sei di sinistra o, appunto, al massimo radicale, non hai spazii !!

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