Genova in strada e Genova da Santoro E’ FUGGITO ANCHE TRAVAGLIO, MA SENZA LO SCOOTER DI GRILLO

Mancava solo lo scooter per illuminare la fuga di Marco Travaglio dallo studio di ‘Servizio Pubblico’ con il lampo del déjà vu. E’ infatti scappato dalla trasmissione di Michele Santoro non uno dei tanti giornalisti che perdono lettori e spettatori, ma quel genere, quel mondo e quella lingua che erano già stati smascherati e cacciati a Genova. E davvero si sovrappongono immagini e suoni. Dunque il nerboruto Grillo che in strada urla “in Parlamento c’è la merda” ora si confonde con l’esile Travaglio che in tv urla “Burlando fa porcate”. E il Grillo che impreca “andate tutti affanculo” si affievolisce nel Travaglio che, agitando la mano sul viso, a sua volta impreca “siete tutti matti”. Anche quel “non capisco la contrapposizione con me” che Travaglio ha gridato al suo angelo del fango – Stefano si chiama – era solo l’eco impoverita del “ma perché ce l’avete con me? noi siamo dalla stessa parte” che Grillo aveva già gridato ai suoi angeli del fango. E giovedì sera persino i ragazzi di studio sembravano uguali ai ragazzi di strada, al punto che, chissà, forse l’ angelo qui è uno solo, quello che appunto “trova il senso alle cose” . Di sicuro Travaglio, che ai ragazzi aveva vociato “prendetevela con chi governa”, se l’è filata in preda allo stesso malore dell’anima che avevamo visto sul viso di Grillo il quale, a sua volta svignandosela, aveva allo stesso modo replicato: “Mandate a spalare Renzi”.
E che si tratti di un altro piccolo segno dello stesso passaggio d’epoca lo si capisce dal fallimento di share del ‘mi alzo e me ne vado’ che una volta in tv drogava gli ascolti, era il coniglio dal cappello di Sgarbi, della Santanché, di Berlusconi , di La Russa, un trucco di spettacolo come un altro, un “a me gli occhi, please”. Giovedì invece non ha evitato l’ennesimo flop di un programma ormai ridotto al 5 per cento, e forse ha spostato solo lo zero virgola proprio perché è stato un momento di verità, non una furbata , non un comparaggio come nella pantomima della sedia spolverata quando, scritturati dallo stesso impresario, Santoro e Berlusconi arrivarono a nove milioni di spettatori, come per la partita Germania- Italia.
E difatti l’uscita di scena non è stata né sgargiante né pittoresca. Travaglio era visibilmente sconfitto e mortificato, aveva subito per tutta la sera le sapienti esortazioni del padrone di casa: “Marco, ascolta, tutti abbiamo qualcosa da imparare”. Ma l’altro si illividiva, da maramaldo, in cattiverie biografiche contro Burlando: “Non ho nulla da imparare da uno che prende l’autostrada contro mano”. Nella squillante storia del pulp giornalismo, ridotto ormai a una vita sempre più oscura e umiliata nella Gabbia di Paragone, nella Quinta colonna di Del Debbio, nel Virus di Porro, nell’Aria che tira di Mirta Merlino, solo gli eccessi di Travaglio hanno permesso al tribuno della plebe, all’inventore della tv come patacca populista di vestirsi, nientemeno, da giornalista liberale: “ Marco, fallo rispondere. Non è giusto. Marco, non è giusto. Ha appena ricevuto delle critiche ed è giusto che possa replicare”. Ma nel lungo elenco delle coppie che si sono divise, Santoro e Travaglio non sono Mogol e Battisti e neppure D’Alema e Veltroni. Il loro rapporto non è mai stato alla pari, non cadrà Bibò dove è caduto Bibì, non sono due protagonisti inseparabili. E infatti Santoro ha caricato sulle spalle di Travaglio l’intera storia della tv dell’insulto e si è tirato fuori con una lezioncina crociana, da maestro di verità, sintesi dei padri del giornalismo, da Montanelli a Scalfari: “Ora basta. Non si insultano le persone. Sono trent’anni che faccio questo mestiere e finché vivrò ci sarà la possibilità per tutti di parlare … questo è un luogo di discussione”. E ad ogni capitolo della lezione Travaglio diventava sempre più intollerante, sempre più vociante, contro il povero Burlando “cementificatore”, “la faccia di tutte le porcate”, mentre Santoro si ingrandiva, lui sempre più Norberto Bobbio e Travaglio sempre più “Caio Gregorio, er fusto der pretorio “.
Ma Travaglio è il capolavoro di Santoro, televisivamente inventato da lui come Sgarbi fu inventato da Maurizio Costanzo, come Lorella Cuccarini da Pippo Baudo. E ha funzionato benissimo finché Santoro lo ha diretto nel ruolo di attor giovane, gli ha permesso di leggere la sua pungente letterina senza contraddittorio, senza esporlo mai, senza risposte da dare e senza domande da fare, e infatti non ne fece neppure a Berlusconi quando finalmente se lo trovò davanti. Chiuso e dunque protetto nel recinto del monologo sprezzante, Travaglio era il momento militare, l’esibizione per sadici in panciolle del campione di batteria, un grande spettacolo di ferocia “il cui core business”, gli disse Berlusconi, “sono io”, non corrida ma rodeo, il combattimento del Selvaggio West ma sotto il tendone da circo. Ogni tanto il padre padrone Santoro gli muoveva qualche dolce rimprovero paterno, “buono, stai buono”, che era anche il segnale del viatico dal padrino al figlioccio, dal professore all’allievo, dal vecchio al giovane, dall’uomo al cucciolo.
Come sappiamo, quella narrazione e quell’epica sono finite. E senza più il nemico – dicono gli esperti – sta morendo il talk show come spettacolo. Santoro ha già annunziato che questa sarà l’ ultima stagione di Servizio pubblico, ma intanto ha ‘liberato’ Travaglio, lo ha spostato d’orario e lui l’ha presa come un castigo. Ma il vero salto nel cerchio di fuoco è stato per lui il contraddittorio, il confronto, la dialettica. Travaglio infatti non controlla i suoi nervi e lo si era già visto con Alessandro Sallusti e con Clemente Mastella. Più volte Santoro era riuscito a calmarlo: “Buono, stai buono”. Finché, giovedì sera, Travaglio ha deciso di andarsene. E’ vero che la sua crisi è quella del populismo grillino di cui è un surrogato culturale. Ma c’è anche la crisi dell’attor giovane che più si arrabbia e più diventa simile al personaggio inventato da Santoro, più se ne allontana e più gli si avvicina. Scappando si è consegnato al suo autore.

27 thoughts on “Genova in strada e Genova da Santoro E’ FUGGITO ANCHE TRAVAGLIO, MA SENZA LO SCOOTER DI GRILLO

  1. Alisea

    Grazie Francesco Merlo, le sue analisi sono implacabili e di una tale onestà di pensiero che alla fine della lettura uno si sente il cervello che, letteralmente, si rivolta.
    Alla prossima!

  2. natalino gangemi

    Mi dispiace leggere dei commenti cosi incivili ma come dice il grande Francesco Merlo è lo specchio dei tempi.Provo disgusto per certi poveretti,senza arte ne parte,che si divertono per ignoranza e mancanza di buone letture a sporcare articoli come questo o come gli articoli di Scalfari la domenica.Se io fossi in Mauro eviterie di aprire i commenti su articoli di grandi giornalisti che meritano rispetto..Gli scritti di Merlo e di Scalfari sono capolavori da leggere in religioso silenzio,Le opere d’ arte si ammirano e non si commentano.Chi siamo noi per giudicare?

  3. Frank

    Merlo , il classico giornalista italiano insignificante tipico dell’ventennio berlusconiano , che se la prende con un vero giornalista come Travaglio invece di attaccare Burlando e le schifezze che ha fatto . Fai schifo !

  4. osanna donati

    Complimenti ! Un’analisi , a mio parere , perfetta . Peccato che certi commenti , sciocchi , del tutto fuori luogo , probabilmente di persone che neppure hanno letto l’articolo ,” sporcano”, come qualcuno scrive prima di me , questo piccolo capolavoro di giornalismo . Grazie F. Merlo !

  5. Gemma De Pasquale

    Lucidità, acume, grande capacità di cogliere i punti salienti e la verità delle cose, ironia… Grazie Francesco Merlo

  6. Occitano

    Hi smesso di leggere quando ho notato che dal “pulp giornalismo” (ma anche pulpito giornalismo) erano esclusi Floris e Giannini. Articolo poco credibile (l’intento è chiaramente altro rispetto all’apparenza) e lo si scopre alla fine, con un incredibile “confusione” (probabilmente consapevole perché nonostante certi articoli Merlo non è un fesso) tra surrogato culturale e sua matrice (che travalica il “povero” Travaglio). Quando vi prenderete le vostre responsabilità (inclusa l’ascesa del “grillismo”) sarà troppo tardi.

  7. Angelo Piras

    Merlo sei grande, riesci a scrivere tante cose senza però dire niente. Questo mi induce a pensare che tu sia un merlo di nome e di fatto. Purtroppo l’Italia va in rovina grazie ai “giornalisti” come te, amanti della bella vita e dei soldi facili, che per accumulare maggiori ricchezze si vendono, difendendo e proteggendo con i loro articoli i politici corrotti e disonesti.

    1. natalino gangemi

      l’ITALIA VA IN ROVINA PERCHè GENTE COME TE ED ALTRI COMPAGNUCCI DI MERENDA NON RIESCONO A DISTINGURE LA LUCE DAL BUIO.UN PICCOLO CONSIGLIO STUDIATE DI PIù, MENO ALCOL E ROBA STRANA E PIù LIBRI.

  8. salvatore

    A me quest’uomo, che ho conosciuto al massimo 1 anno fa, inizia a fare un po’ pena. Quì c’è un signor nessuno ,Merlo, un uomo di insuccesso, che se la prende con il giornalista più famoso e di successo d’Italia, Travaglio. Il suo astio fegatoso, reale, insopprimibile . Un odio atavico nei confronti di chi nella vita ha venduto milioni di libri ,che è riconosciuto e riconoscibile, perché è. Uno che quando appare nel programma di Santoro raddoppia gli ascolti , dal 5.50 al 10%, verificabile persino da un nullafacente come Merlo. A ogni sua apparizione, in qualsiasi programma, gli ascolti raddoppiano. Poi che stia antipatico anche a me, questo è un altro discorso, ma i fatti sono fatti. Poi vabeh, Merlo critica Santoro, lo accusa di non fare ascolti, di essere finito. Ok, non sono più gli ascolti che ha fatto per 20 anni, 20 anni al 20% e più , ma pur essenso bassi è il talk show più visto, anche se si trova a la7, roba irraggiungibile per un mediocre come Merlo. Il suo Giannini ha preso un programma che faceva il 14-15% e lo ha portato al 5%. Se la prenda con gli uomini di insuccesso, suoi simili. Adesso lo saluto e lo lascio nel suo anonimato.

  9. sabina croce

    Caro Merlo,

    non smette di stupirmi la frequenza con cui i commenti più volgari e offensivi siano sempre accompagnati da svarioni grammaticali che già alle scuole elementari sono considerati tipici solo degli allievi più somari.

    Lei è un giornalista brillante. Negli ultimi anni invece la mia stima per Travaglio è andata diminuendo quanto più ha preso a trasudare l’amarezza tipica di chi non si sente compreso e stimato come meriterebbe, non comprendendo che è sempre un problema di autostima che occorre curare. Lo dimostra il fatto che Travaglio è sempre sull’orlo di un pianto isterico, soffre di sindrome d’assedio, il suo sistema nervoso è logoro. Non c’è traccia di ironia in lui, solo acido sarcasmo. Uomini del genere alla fine sono di scarsa utilità per sé e per gli altri, perché anche le battaglie giuste che intraprendono suonano inautentiche e strumentali a un rafforzo dell’ego sulla loro bocca.

    Frankie

  10. cacciatore

    Povero merlo, senza il becchime di regime, non passerebbe un altro inverno, bisogna compatirlo, tiene famiglia, qualche cosa deve pur dirla, se vuol tenersi calda la poltroncina repubblichina…sul suo capo che ha avcelenato la liguria per trent’anni con la centrale tossica di vado ligure, intestata tirrenia e che si scrive cdb, ora carica di debiti accollati alle banche, cosa ha da dire questo esempio. di giornalismo monnezza,
    eh? PdM fosti !!!

  11. Michele Pesce

    Prosa efficace, fluida, accostamenti bizzarri, da effetti speciali. Opinioni personali e uscite a sensazione date per scontate, come fossero evidenze …
    Ma qual è il senso di questo scritto? E dove sono i fatti?
    Dall’inizio alla fine si percepisce un livore pesante (come quello in foto) e l’avversione per i fatti e per chiunque i fatti osa porli alla base del suo pensiero critico, alla ricerca di una opinione personale ma non per questo sprezzante, anzi aperta al confronto perchè fondata su elementi condivisbili.

  12. Andrea

    Un articolo sul nulla a commentare un giornalista che fa del fact checking il suo punto di forza e che non é mai controvertibile per questo. Un’analisi fatta da Merlo che non é mai stato invitato da nessuna parte a fare un contraddittorio perché di fatto a nessuno interessa il suo pensiero tanto che, nei sondaggi di Repubblica, Merlo era sempre all’ultimo posto delle firme gradite. Un articolo fatto su 20 secondi di trasmissione al posto che sul ben piú importante contenuto: le ruberie e la mal gestione. Di chi é Repubblica? De Benedetti giusto? Il partito di Se Benedetti? Pd giusto? Quello che ha mandato lobbisti per ottenere 22 milioni di sconti vari per Sorgenia giusto? Come mai non volge la sua pesante analisi su questo? O come mai non la volge sui motivi per cui é la firma meno apprezzata di Repubblica? Un articolo intero di fatto su un’uscita da uno studio? Povera stella….

  13. Alessandro

    ok, ma una critica ai fatti a cui Travaglio fa menzione?

    giusto una nota… se non sapete l’inglese non lo usate che fate piú bella figura.
    Mi riferisco al “il cor business”, “cor” ???
    Core é il “Nucleo”, quindi core business diventa principale attività aziendale. Ed anche qui errore di forma, che per un giornalista é grave.
    Non é una persona il core business ma al massimo le attivitá intorno come parlare di, investigare su, etc…

  14. monty

    Bravo Merlo gliele hai contate allo squallidone, ma dimmi un po’ come mai non dici niente sulla pagliacciata di ieri nel salotto radical chic di madame Vajassa? scappando ti sei mica consegnato (ancora e per l’ennesima volta) al tuo editore?

  15. Vincenzo C.

    Facile attaccare Travaglio per tentar di demolirlo dopo una reazione istintiva, discutibile ma pacifica…più difficile attaccare e criticare un politico in maniera indipendente. Peraltro dovrebbe essere il suo lavoro! Buon lavoro!?

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