A Perugia la prova che vanno abolite le prefetture COM’ E’ POSSIBILE CHE UN PREFETTO INVITI AL SUICIDIO LE MAMME DEI DROGATI

Chi ancora cerca delle buone ragioni per abolire prefetti e prefetture le trova tutte concentrate a Perugia, nell’agghiacciante esibizione, trasmessa ieri da ‘Umbria 24’, di S.E. Antonio Reppucci, drammatica paglietta napoletana che ha degradato lo Stato. Renzi ovviamente lo ha rimosso, ma solo come prologo alla rottamazione di una Istituzione che già Luigi Einaudi voleva abolire e che oggi da “funzione puramente decorativa” è diventata “un Mostro che sragiona”, “la burokrazia ottusa e nera” dello Stato in disfacimento di Jospeh Roth, i detriti marci dell’antica “prefettocrazia” di Salvemini.
Nel suo sfarzoso salotto il signor prefetto Reppucci sembrava il Caccamo di Teocoli, ma in piena ebbrezza tossica, mentre invitava le mamme dei drogati a suicidarsi e spiegava che la droga leggera “nun è ‘na strunzata”. E scompostamente addossava il fallimento suo e dello Stato alle famiglie, alla scuola, al volontariato, alla parrocchia: “Mica le forze di polizia possono fare da badante perché la famiglia arretra. Se ‘na madre non s’accorge che ‘o figlio suo si droga è ‘na madre f-a-l-l-i-t-a. Si deve solo suicidare”. Dunque, se a Perugia spadroneggiano gli spacciatori, se la città è diventata una capitale del narcotraffico, se i giovani bevono e si drogano, se c’è la morte nelle strade… la colpa non è di chi deve prevenire, lottare e fronteggiare la criminalità, ma delle mamme: “E’ lì il vero cancro”. Ecco: nessuno rida.
L’errore più grave che si potrebbe commettere è di ridurre questo prefetto a una macchietta d’avanspettacolo e appunto di ridere invece di intristirsi ascoltando il suo sproloquio come un discorso di fine epoca, il requiem d’addio di quella burocrazia italiana operosa ma molliccia, scivolosa ma inesorabile, provinciale e ciceroniana, educativa e fastosa, che è stata preunitaria, fascista, democristiana e postdemocristiana .
Se poi si mette questo documento accanto a quell’altro video dove il prefetto di Napoli – rieccola, la città mortificata! – Andrea De Martino dava in escandescenze e umiliava don Patriciello perché si era permesso di chiamare signora e non ‘sua eccellenza’ il prefetto di Caserta, sembra davvero di sfogliare il ‘dossier rottamazione’ di Matteo Renzi che, “furioso” scrivono le agenzie di stampa “ha convocato Alfano”.
E tutti capiscono che in altri tempi Reppucci non sarebbe stato rimosso, ma mandato in ferie per poi sbucare in un altro incarico più prestigioso anche se appartato. Non più dunque ‘promoveatur ut amoveatur’ che era lo stigma della Prefettura italiana, i titoli e i gradi dell’insolente immunità, l’alchimia rubata all’ eternità della Chiesa. Nel corpo a corpo di questo governo con la macchina dello Stato, la scena di Perugia è l’argomento ultimo e risolutivo, la pistola fumante che il premier stava cercando e che gli arriva come un dono preziosissimo: in latino maccheronico amoveatur ut rottameatur.
C’è infatti la morte del servitore meridionale dello Stato, magnificamente raccontato da ‘L’ultima Provincia’ di Luisa Adorno, in quel gesticolare parodistico di sua eccellenza Reppucci. C’è la fine del blasone estetico dell’alto funzionario nell’abito nero con cravatta che sembra uno dei costumi di scena di ‘Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto ’ con la musica epica di Ennio Morricone. C’è la degradazione dell’ autorità che diventa nomenklatura nei titoli e nelle divise che in silenzio annuendo fanno corona al prefetto: il procuratore generale, il questore, il colonnello dei Carabinieri e il colonnello della Guardia di Finanza. E c’è la profanazione finale dei luoghi maestosi che hanno glorificato la nazione nel turpiloquio protocollare tra ai ritratti del Perugino e del giovane Raffaello,il soffitto del Cherubini e le volte del Piervittori. Anche il decisionismo da prefetto di ferro, la tradizione che si rifà a Cesare Mori, si spegne nel ‘facimmo a faccia feroce’alle mamme di Perugia. Addio infine anche al forbito burocratese in carta bollata: Reppucci non usa più “gratissima”, “eccellentissima” e “ benigna attenzione”. Sostituisce l’eloquio del prefetto Marascianno di Camilleri (“La concessione del telefono”) con la parola “strunzata”. E nelle tombe non si agitano ma soltanto si rannuvolano i grandi prefetti d’antan, come La Marmora per esempio, il marchese di Rudini, e Luigi Prezzolini che il figlio Giuseppe descriveva così: “Era un prefetto e un uomo di cultura umanistica che portava con sé, di residenza in residenza, solo un’enorme biblioteca”.

7 thoughts on “A Perugia la prova che vanno abolite le prefetture COM’ E’ POSSIBILE CHE UN PREFETTO INVITI AL SUICIDIO LE MAMME DEI DROGATI

  1. roberta trucco

    ho letto il suo articolo intelligente e interessante nella prima parte, mentre ho trovato incomprensibile la seconda parte. sono una donna in primis e anche madre di 4 figli e davvero trovo lo sproloquio del prefetto inaccettabile e grave; così grave che trovo assolutamente coerente la sua sospensione. come donna, cittadina da tempo mi batto perché le normali regole che ci siamo dati come collettività vengano rispettate. come madre mi accorgo ogni giorno di più quanto sia impossibile chiedere il rispetto di alcune regole elementari ai propri figli quando queste sono palesemente trasgredite da chi rappresenta l’autorità( e non penso certo ai soli genitori). in particolare penso alla polizia municipale e alla autorità politica che ha competenza su questo. piccolissimo esempio locale. nel quartiere dove abito, è stata spostata una fermata auotbus in curvalasciando relativa pensilina nella precedente posizione) per potere tracciare uno scarico merci ad hoc per un supermercato della zona. peccato che fosse stata richiesta la rimozione sia della fermata che dell’odierno scarico merci , in quanto a valle di un’attraversamento pedonale molto usato dai bambini( in zona ci sono numerose scuole e vicino una scuola elementare) che a causa prima delle fermata e ora dello scarico merci ha una visuale cieca per il pedone che si accinge ad attraversare. la commissione viabilità del municipio aveva accolto questa richiesta ma il comune ha realizzato il progetto lo stesso e nonostante diverse mozioni che chiedono il ripensamento di tale fermata e scarico il comune resta indifferente e non fa nulla. essendo piuttosto cocciuta mando periodicamente foto della situazione dell’attraversamento , scarico merci selvaggio , diventato persino parcheggio dei clienti del supermercato , sosta in doppia file e anche limitrofa fermata autobus utilizzata come scarico merci… nell’indifferenza della polizia municipale che non multa nessuno. ho poi scritto all’assessora legalità e diritti per chiedere se tale fermata , posizionata in curva e scarico merci è corretto e se si sente di dirmi che ha preso tutti i provvedimenti possibili al riguardo… dopo un mese ricevo risposta direttamente dal comandante della polizia in cui si dice nero su bianco ” che è tollerato lo scarico merci anche sulla fermata dell’autobus” ho chiesto all’assessora se considera tale risposta accettabile e non ho mai ricevuto risposta…. le dico dunque che ammiro la presa di posizione chiara del nostro Premier, che non condivido per nulla la sua frase ..” la pistola fumante che il premier stava cercando e che gli arriva come un dono preziosissimo…” e aggiungo che il quadro che emerge da quanto detto dal prefetto è proprio il quadro della nostalgia di una società patriarcale che vuole distinti i luoghi di azione di padre e madre, che non accetta la straordinaria trasformazione epocale che stiamo vivendo proprio riguardo a nuovi immaginari femminile e maschili e sembra anche che questa nostalgia vi appartenga e vi lasci incapaci di fare quanto fatto tempestivamente da Renzi . il mio non è un elogio al solo uomo Renzi ma al contrario alla sua squadra che mi pare abbia finalmente trovato il nuovo alfabeto per comunicare, che con coerenza smontano le parole truccate che in tutti questi anni ci confondevano .
    cordiali saluti roberta trucco

  2. Aurelio

    Perfettamente d’accordo con il contenuto dell’articolo. Se l’eccellenza che lo stato sa esprimere in una provincia è S.E. Antonio Reppucci, tanto vale abolire la figura del Prefetto. Aggiungo che i prefetti, in generale, sono persone che si occupano (o dovrebbero occuparsi) di una materia talmente vasta, dai problemi dell’occupazione, all’ordine pubblico, alle calamità naturali e protezione civile, che finiscono col seguire in maniera superficiale tutto o quasi tutto.

  3. enrica gambelunghe

    Ho letto e riletto il suo articolo scritto in merito alla rimozione del Prefetto di Perugia da parte del governo Renzi, a seguito delle dichiarazioni rese dallo stesso in merito alla situazione della mia città che ormai, devo dire grazie anche ai servizi del vostro giornale, che leggo da venti anni ultimamente chiedendomi il perché, è famosa al mondo intero come capitale del narcotraffico , luogo di perdizione e malaffare.
    Posso condividere la riprovazione nei confronti dei toni e nei confronti degli scivoloni linguistici e concettuali del Prefetto, ma c’è un però..
    Credo che il discorso meriti un’analisi più approfondita e non un dito puntato solo ed esclusivamente contro le istituzioni e contro la società, questo mostro informe e senza identità colpevole di tutto ciò che ci accade e che accade ai nostri figli.
    Sono madre di due bambine di otto e undici anni e la mia posizione di genitore mi offre il privilegio di osservare la realtà anche da un altro punto di vista , quello dei figli.
    Vedo genitori ciechi, sordi di fronte alle mancanze dei propri figli, pronti a difenderli anche quando sono indifendibili, sempre pronti ad addossare le colpe a qualcun altro, al compagno, meglio se extracomunitario, alla maestra che non apprezza il “valore “ del bambino, alla società che non è presente a colmare le assenze di noi genitori.
    Vedo parrocchie che hanno perso il loro ruolo di collettori di ideali e principi, modernizzate a tutti i costi, dove si canta e si balla, dove i bambini non vengono più abituati ad ascoltare se stessi e gli altri, ma a scotomizzare le paure , gli aspetti meno piacevoli della vita con un balletto o una canzoncina.
    Vedo una scuola che spesso si appoggia sulla buona volontà dei singoli, con programmi spesso superficiali, che non abituano i bambini al sacrificio , all’impegno, alla conoscenza, alla meritocrazia.
    Che adulti saranno questi bambini? Canne al vento, pronti a cadere nelle mani del primo venditore di morte che incontreranno, se non avranno la fortuna di avere alle loro spalle una famiglia forte, solida , che li aiuti a crescere.
    Ora, francamente, mi sfugge il ruolo del Prefetto o della Polizia in tutto questo. Spetta forse a loro l’educazione dei nostri figli? Spetta a loro capire se un giovane vive un disagio, se non è capito e se non è stato così forte da formarsi gli anticorpi nei confronti della vita?
    Lavoro nella zona di Perugia con più alto tasso di spacciatori,la zona della stazione, vedo i poliziotti fare arresti, ma il giorno dopo vedo le stesse facce di nuovo in giro; vorrei ricordare che le leggi sulla pubblica sicurezza non le fa il Prefetto e nemmeno il Sindaco, le dovrebbe fare il Governo, ma in questi ultimi anni era forse troppo impegnato a fare leggi ad personam che comprendevano anche indulti e depenalizzazioni.
    Mi stupisce anche l’indignazione del nostro Presidente del Consiglio, scandalizzato da affermazioni sicuramente colorite e fuori luogo rese da un rappresentante delle Istituzioni che mi risulta però aver sempre servito lo Stato, con una fedina penale pulita; non ho notato lo stesso livello di indignazione quando si trattava di ricevere un pluripregiudicato a Palazzo Chigi.
    Ma tutte le considerazioni precedenti portano ad un vizio antico del popolo italiano, la completa assenza di autocritica, il voler cercare un capro espiatorio sempre e comunque, l’essere privi di ogni responsabilità nei confronti delle cose che ci accadono.
    Venendo alla mia città, tanto vituperata dagli stessi perugini che magari affittano le loro case in nero ai pusher e consumano la droga che gli stessi vendono , La invito a farci una bella gita, lo ospito volentieri a casa mia. Scoprirà una città bellissima, austera ed elegante, con nessun richiamo a Medellin o a Gotham City.

  4. Germana Villetti

    A proposito di prefetti, vorrei sottolineare la grande umanità e competenza del Prefetto di Roma Mosca che contrastò le indicazioni del Ministro Maroni, rifiutandosi di prendere le impronte ai bambini rom.

  5. Angelo Libranti

    Non ci volevo credere. Ho ascoltato lo sproloquio di Sua Eccellenza per radio a discorso iniziato. Alla fine sono rimasto interdetto se, per sbaglio, mi fossi sintonizzato su radio Nuova Vomero.
    Invece la radio era quella giusta, colta nel momento sbagliato.
    A prescindere che possa aver detto anche cose giuste, ma un Prefetto così come “è arrivato” a fare il Prefetto?
    Incredibile!

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