E’ LA RAI IL BUNKER DEL POTERE MALANDRINO :LO SCIOPERO CONTRO RENZI E’ IL PIU’ GRANDE SUCCESSO DI RENZI

Non poteva trovarsi nemico migliore. Dopo il successo alle europee, ad incoronare Matteo Renzi sarà nientemeno la Rai che l’11 giugno scenderà compattamente in piazza per non tagliare di 150 milioni di euro i suoi mirabolanti sprechi. Va dunque in scena, anzi in onda, la sedizione del mezzobusto che rivuole un padrone, il Vespro della casta catodica,la sommossa del ‘panino’
Credendo di scioperare contro Renzi, i 13.000 dipendenti , le 21 sedi regionali, i 1700 giornalisti, i 3000 collaboratori, i 110 parrucchieri, i 70 camerinisti, i 61 falegnami e poi i meccanici, i consulenti musicali, gli arredatori, i costumisti, le orchestre di almeno 16 elementi, le mille segreterie più affollate dei ministeri, gli aiuto registi, i programmisti, i 48 direttori e i 70 vicedirettori, i tecnici e tutti i ‘dottor Marsala’ (Alto Gradimento), in realtà lo rafforzano e lo legittimano con il più geniale degli spot: la rivolta di strada del funzionario dell’informazione servile più pagata e pletorica d’Europa, il tumulto dell’intrattenimento indecente e del varietà più volgare. Perciò Matteo Renzi, in privato, gongola: . E anche la solidarietà dei grillini, per bocca di Roberto Fico, presidente della Commissione di Viglianza, è un sottosopra bislacco, più paradossale dell’esibizione di Grillo a ‘Porta a Porta’. La Rai grillina è l’ultimo ossimoro italiano, un incrocio tra mostri: il Masaniello e il mezzobusto, Grillo e Vespa uniti nella lotta.
Insomma l’11 giugno questo sciopero diventerà una storica marcia trionfale filogovernativa, come se scioperassero i banchieri o le feluche o i top manager. Per la prima volta infatti il governo avvelena il pozzo dove si annida da sempre il potere italiano, tramortisce la madre di tutte le raccomandazioni, si rifiuta di trattare con la casamatta del consenso, rinunzia alla torta per eccellenza di tutte le spartizioni che nella prima repubblica furono gestite con un manuale persino più scientifico del Cencelli e poi, nel ventennio berlusconiano, divennero ‘premi fedeltà’, prebende, regali d’alcova, e concussioni sessuali persino.
Non solo la Rai non ha scioperato ma non ha neppure protestato quando fu degradata a foresteria degli scarti di Mediaset: star in disuso, vedette invecchiate, politici trombati e giornalisti di ‘serie c’ promossi a inviati, a direttori, conduttori, persino opinionisti nella ‘fascia’ che era stata di Enzo Biagi. Mai i giornalisti dei Tg lottizzati, gli artisti e le orgogliose maestranze alzarono la testa con uno sciopero bianco, un video oscurato, un minuto di silenzio o un post-it sulle labbra cucite: né Floris, né Fazio, né Vespa, né Conti, né Giletti, né tanto meno le star della scuderia di Lucio Presta, quando Berlusconi fece della Rai la bottega del suo più sfacciato mercimonio, perdendo ascolti e pubblicità sempre a vantaggio della sua azienda privata. Persino le artiste in Rai sono state tutte trasformate in veline (nel senso deteriore che ha preso la parola a dispetto delle originali veline di Striscia). Ricordate le intercettazioni: ?
Tutti lo sanno: è con ‘l’esame Rai’ che si misura ogni nuovo governo, tutti si aspettano lo spoil system, il cambio di stagione della simonia. La Rai è infatti sempre stata gestita da funzionari di palazzo Chigi, emissari governativi travestiti da giornalisti con l’invidiatissimo privilegio di entrare nella camera del re prima di impaginare l’Italia. Ebbene , Renzi, fosse pure per furbizia cinica, non ha mai voluto incontrare nessuno, a partire dal direttore generale Luigi Gubitosi, e ha rivendicato questa sua “distanza” da tutto l’universo Rai nel duello televisivo con Giovanni Floris facendo schizzare audience e battimani, a riprova che per gli italiani non c’è nulla di più esecrabile della Rai, con tutto il suo cortile, il suo odiatissimo canone, i dibattiti addomesticati, i pollai, i varietà di bambini e padelle, le salaci sconcezze, le pessime fiction ideologizzate: faziosità commissionata, educazione zero.
Ebbene, questo (non) rapporto tra i direttori della Rai che lo cercano e Renzi che risponde sta diventando una strisca comica. Per esempio Gubitosi, certo senza malizia, il mese scorso ha promosso Luigi De Siervo, che era un ordinario direttore commerciale – un micro direttore si poteva dire senza offesa – nientemeno che a “macrodirettore” (non è uno scherzo linguistico) e chissà se sapeva che la sorella Lucia De Siervo aveva fatto parte della segreteria personale di Renzi sindaco. Nel mese di maggio, comunque- raccontano in Rai- questo neo-macro o ex micro è diventato l’uomo più ricercato, adulato e invitato: ‘Er Più’.
Ma come sempre la comicità in Italia nasconde il dramma. Hanno infatti le facce dei suicidi di massa questi dipendenti della Rai che forse avrebbero potuto anche raddoppiare la cifra di 150 milioni chiesta da Renzi su indicazione del commissario per la spending review Carlo Cottarelli. Basterebbe infatti chiedere in cambio al governo un’idea di servizio pubblico da discutere tutti insieme in vista del 2016 quando scadrà la concessione in esclusiva del canone.
E’ inutile ricordare che Renato Brunetta non ci piace, ma l’11 giugno a scioperare non sarà Mamma Rai, che è morta con i varietà di Falqui, gli sceneggiati di Bolchi, il garbo di Baudo e le invenzioni di Arbore. Si suicida in piazza la Rai svelata dai dossier di Brunetta, quella delle spese pazze e dei supercontratti furbi delle star dell’informazione lottizzata che hanno i benefici del libero professionista ma con la clausola del rientro, del paracadute: lavoratori autonomi con la garanzia del posto sicuro. Tra tutte le lotte annunziate da Renzi, vere o demagogiche che siano, ai burokrati, agli enti inutili, alla giungla legislativa, ai privilegi spacciati per conquiste sindacali, alla Provincie, al Senato … questa alla Rai svela il bunker del potere malandrino. E’ la Rai il comitato centrale dell’Arcitalia.

34 thoughts on “E’ LA RAI IL BUNKER DEL POTERE MALANDRINO :LO SCIOPERO CONTRO RENZI E’ IL PIU’ GRANDE SUCCESSO DI RENZI

  1. Renzo Conte

    Le rispondo da dipendente RAI dell’ufficio RAI canone che da 18 anni combatte senz’armi contro l’imposta più evasa da tutti gli italiani, prendendosi in “prima linea” insulti e auguri di morte precoce per (dopo 18 anni) Euro 1.400 al mese.
    Come molti altri, come Renzi in primis, Lei ha generalizzato talmente tanto bene da confondere la maggior parte dei lavoratori RAI, che sono nelle mie stesse condizioni, con l’elite aziendale e con gli sprechi (appalti esterni, segreterie abnormi etc etc) che noi lavoratori cerchiamo di combattere da sempre (magari non nella maniera più adeguata, ammetto).
    Io ho fatto un concorso per entrare in RAI dove han partecipato circa 12.000 persone nel 1994. sono entrato nel gradino più basso (anzi nei primi due anni il più basso “ridotto”) della carriera impiegatizia nel 1996. NON sono mai stato “cagionevole” di salute (lo dica pure a Brunetta).
    Sono beneficiario degli 80 euro di Renzi e mi faccio un “mazzo” così giornalmente. Prima di insultare tutti i dipendenti RAI (me compreso) si informi meglio e cerchi di capire che, se si sciopera, non è per difendere la casta ricca e intoccabile ma per “riformare” la RAI degli sprechi (dei pochi) senza farla distruggere (rischio alto) da ci, come Lei e Renzi, di RAI dice di sapere senza saper nulla o “quasi”. Renzi e Lei aiutateci in questo se siete in così buona fede.
    Altrimenti, almeno Lei, taccia.

  2. Stefania

    Trovo quantomeno curioso che Lei non abbia fatto mai riferimento a RaiWay in questo articolo. Qui non si tratta solo di chiedere soldi alla Rai, che, se lei non lo sa, vanta un credito pregresso di quote del canone mai onorato. Il fatto che Renzi continui a battere sulla vendita di RaiWay é sospetto, molto sospetto. Lo sciopero è contro la vendita del gioiello di famiglia, si informi. Quel gioiello che fa tanto gola anche al suo editore.

  3. Alessandro

    I dipendenti Rai e RaiWay non sono contro l’idea di dare un contributo, ma con il metodo.
    A nostro parere vendere RaiWay è un’offesa all’intelligenza, privarsi di un simile gioiello aziendale che senso ha? Raiway produce utili da quando è nata nel 2000 (sempre in utile per un totale di 132 milioni di euro), ha effettuato le operazioni di passaggio al digitale terrestre con sole risorse interne risparmiando così circa 10 milioni di euro, ha un numero irrisorio di dirigenti rispetto all’organico totale (Ei Towers ne ha quasi il doppio con pressochè le stesse unità totali), controlla da remoto e con specifiche squadre di manutenzione e pronto intervento circa 2300 impianti sparsi sul territorio nazionale, di cui quasi 400 cosiddetti fuori convenzione Rai-Stato a servire paesini di decine di abitanti (per una precisa coscienza di servizio pubblico e dei quali presumibilmente i privati sarebbero totalmente disinteressati).

    Certo pretendere a metà anno con i budget già stanziati un simile contributo lascia poco spazio all’immaginazione del CDA.

    Siamo d’accordo con l’azzerare gli onerosi appalti. Siamo d’accordo con il combattere l’evasione fiscale del canone (a danno dello Stato, ricordiamoci questo dettaglio) per recuperare almeno la metà dei 600 milioni con cui ogni anno potremmo pagare il contributo voluto dal DL Spending rewiev e forse anche abbassare l’importo del canone per i meno abbienti. Siamo d’accordo che la Rai vada spoliticizzata, a partire dalle attuali regole di nomina del CDA. Siamo d’accordo che vadano ridotti gli sprechi. Siamo d’accordo che vada salvaguardato il servizio pubblico.

    Non siamo d’accordo con chi come Lei fa di tutta l’erba un fascio. Le sembrerà strano ma anche in questa Azienda ci sono lavoratrici e lavoratori che sostengono famiglie lavorando quasi sempre in trasferta ed h24 compresi sabati, domeniche e festivi, penalizzando la propria vita. E di questi parecchi tempi determinati e tanti che non arrivano a 1000 euri al mese. Sarebbe interessante che si potesse sapere quanti dei 13000 dipendenti che Lei cita con una sorta di deprecabile disprezzo hanno usufruito dei famosi 80 euri, credo che sarebbe stupito da un numero così consistente.

    E’ davvero un peccato che una testata giornalistica storica e importante come la Sua non abbia fatto un’analisi più completa e dettagliata del mondo Rai, a beneficio di un’informazione completa a favore dei tanti Suoi lettori.

  4. Marcello Machelli

    Mi permetta di dissentire con quanto ha scritto e di farle notare che fare la rivoluzione a colpi di pietre sul popolo non è affatto sinonimo di essere rivoluzionari o nel giusto. Questo è quanto lei sta facendo, sposando un pensiero per cui è troppo tardi o non si ha titolo per fare o rappresentare qualcosa. Una delegittimazione dal sapore antico, retaggio di una sinistra oramai rancida ed astiosa che non ha mai raggiunto nulla se non il ritenersi superiore e in diritto di giudicare tutti. Peccato, perché quella sua sinistra, che ha perso da tempo immemore il rapporto con la base, oggi ha consegnato lo scettro nelle mani di un neo-liberista, che come vedo, lei tanto apprezza. Spero per lei sia cosciente che quanto dice ha molte più affinità elettive con Fanfani che Berlinguer.
    Mi sono permesso di fare una piccola digressione vista la morale che ha fatto a tutti noi lavoratori.
    La invito a leggere meglio le cronache di questi giorni, prima di puntare la sua falange ideologizzata giudicando tutti quelli che lavorano in un azienda.

    Lo sciopero, la protesta, arrivano successivi ad una condizione lavorativa dei molti, che porta, umanamente a chinare la testa, ad andare avanti, magari affidandosi alle garanzie sociali, sperando in un cambiamento, che puntuale non arriva.
    La protesta è figlia di tutto questo. Delle amarezze, subite ogni giorno da quelli che lei indica come i carnefici, ma che finisce per santificare come vincitori, aggiungendosi alla fila di chi non solo maltratta ed umilia, ma che con i suoi articoli deride.

    La invito, visto il suo interesse, a polarizzare l’attenzione verso un taglio del costo esterno che in Rai totalizza la cifra di 1.3 miliardi di euro. Oppure alla lotta contro l’evasione di circa 500 milioni per quest’anno, senza dimenticare che la Rai non ha un canone, ma usufruisce, da contratto di servizio, di una quota parte della tassa dello Stato, che la gira trimestralmente alla Rai e della quale lo Stato è evasore a sua volta per 2.3 miliardi di euro.
    Che dice dott. Merlo, quanto dico cambia la sua valutazione?
    Ma c’è di più. Il Governo ha imposto un taglio di 150 milioni annui (non una tantum ma una cifra a regime) alla Rai, motivandolo con una tassa di solidarietà.
    Già, quei famosi ottanta euro che faranno ripartire il Paese, daranno una spinta a chi ha poco e faranno da volano per l’occupazione. Mi dica chi non sarebbe a favore di contata giustizia sociale ? Lei pensa che noi dipendenti Rai scendiamo in piazza, scioperando contro questi valori ? Non la faccio cosi ingenuo. Nella realtà, ci è stato chiesto di vendere le infrastrutture di Raiway (non tutte per ora) per l’emissione del segnale, cosa di cui una tv non può fare a meno e su cui passano anche i segnali delle forze dell’ordine, ospedali, protezione civile, banca d’Italia. Senza parlare della chiusura delle sedi regionali, che in un ottica di servizio pubblico sono le piu vicine al cittadino e raccontano un Italia nel dettaglio. Forse dott. Merlo le dovrei ricordare, vista l’omissione nel suo lungo articolo, che sia Raiway che le sedi regionali, son elementi necessari per il rinnovo del contratto di servizio, altrimenti i circa 12.000 addetti andranno ad ingrossare le fila dei disoccupati.
    Se non bastasse, ci è stato detto che “ il perimetro aziendale si riduce e con lui l’occupazione”
    Mi dica, sono indicazioni sufficienti per uno sciopero o secondo lei dovremmo attendere la benevolenza di Maria Antonietta e le fragranti brioche?

  5. Andrea Marini

    Il pienone di frasi fatte e cose scontate come gli sprechi indecorosi, creati per gli amici dei politici di governo che lei difende, mi fa pensare che lei sia in malafede. Il compito di un giornalista è informare e non fare sermoni sul nulla. Esistono anche i dipendenti rai e non solo i vip viziati raccomandati e i giornalisti braccio della politica. Quei dipendenti sarebbero felicissimi di tagliare gli sprechi ma il sistema adottato dal capo del governo è quantomai sospetto (nel senso che sembra che ci sia un piano più grande). Tagliare in corso 150 milioni e suggerire di vendere parte di rayway è diabolico per un’azienda che viaggia a stento su pareggi di bilancio. Avrei pensato alla buona fede del premier se si fosse solo limitato a tagliare soldi (tra ll’altro penso che sia anche anticostituzionale) senza suggerire di vendersi i pezzi pregiati di famiglia (raiway) e le strutture caratteristiche del servizio pubblico (sedi regionali). A chi servono questi pezzi? Chi si avvantaggerrà di questa dispersione? Entrando privati in rai la concessione di servizio pubblico andrà all’asta, chi ci guadagnerà? Scioperiamo e con tanta convinzione.

  6. Raffaele Palma

    Sono deluso: un’analisi così superficiale da una testata giornalistica come la sua non me l’aspettavo. Se il suo datore di lavoro le imponesse, al quinto mese contabile, una riduzione di budget di 150 milioni (art.21) a cui aggiungere 48 milioni (art.20 riduzione budget 2,5% entro 2014), la sua testata giornalistica cosa farebbe? Peccato che nel caso RAI il datore di lavoro dovrebbe essere il Parlamento e non il Governo (per una testata che ha sempre difeso i valori della Costituzione non dovrebbe essere considerato un sofismo). Che, stranamente per un Decreto finanziario, si modifichi in modo maldestro la legge per individuare la società di Servizio Pubblico, rivedendo al ribasso le specifiche: non è più necessario avere sedi regionali e nazionali, ma solo presidi giornalistici, mandando in fumo le centinaia di milioni di euro che la RAI è “costretta” a spendere ogni anno. Peccato che per trovare questi soldi il CdA della RAI è stata “invitata” a vendere l’asse portante dell’Azienda in quota minoritaria ma, guarda caso, nel DL è considerata anche la possibilità della totale perdita di possesso. Sommi tutte queste imposizioni e scoprirà che dietro il DL 66/2014 per la RAI c’è ben più del contributo al difficile momento del Paese. Il Direttore Generale Gubitosi ha affermato in Commissione di Vigilanza che, ottemperare al DL, non consente alla RAI di mantenere gli attuali livelli occupazionali.
    Mi perdoni, ma in tutto quello che Le ho scritto non riesco a vedere la difesa della casta. L’unico privilegio che mi sento di difendere strenuamente è il diritto al posto di lavoro e alla dignità che questo comporta. Dove sono i proclami del Sig. Renzi di ridare un futuro alle nuove generazioni? Dove sono i posti di lavoro per far rientrare i giovani nelle loro terre, se neppure la RAI riesce a garantire gli attuali livelli occupazionali?
    Perchè, invece di gloriarsi di non aver mai parlato con il Direttore Gubitosi, il Sig. Renzi non prova a chiedere all’establishment della RAI perchè sono sempre 5 le società che ricevono gli appalti più grossi? E perchè in queste società ci sono velati conflitti di interesse?
    Perchè un’Azienda che la televisione la ha sperimentata contribuendo con il suo Centro Ricerche di Torino a svilupparla, debba acquistare trasmissioni “chiavi in mano” comprese le maestranze?
    E come fa a dire che solo ora ci svegliamo facendo uno sciopero generale? Nel 2010 si ricorda che tutta la RAI fece manifestazione sotto Viale Mazzini?
    E’ facile sparare sulla RAI per via del canone: 113 euro l’anno per 15 canali televisivi, 5 canali radiofanici, web, teca …. Per acquistare il suo giornale si devono spendere 1,20 euro per 365 giorni fanno 438 euro. E 113 euro Le sembrano tanto …
    Mi dispiace, ma questo suo articolo si aggiunge ai molti motivi che mi hanno fatto decidere di non acquistare il giornale su cui è pubblicato.

  7. NATALINO GANGEMI

    Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Mi riferisco a quei lettori,o presunti tali,che in qualita’ di dipendenti Rai attaccano l’artico di Merlo un capolavoro di scrittura(come lo sono sempre gli articoli di Merlo) e di amara verita’.Cari signori che contestate o non siete in grado di leggere e capire cosa scrive Merlo o siete in mala fede continua.Le vostre lamentale dovete rivolgerle ai dirigenti Rai che vi hanno assunto e che in questo 40 anni hanno fatto il bello e il cattivo tempo,Siete una corporazione che prima si scioglie è meglio è per tutti qugli italiani che seriamente non ne possono più di avere una Rai al servizio del potere politico e al servizio delle famiglie di chi ci lavora.Un sindacato inutile che si sveglia adesso dopo avere partecitato e contribuito allo sfascio di quella che una volta era definita azienda culturale e che per”merito” di molti che coii lavorano è diventata l’azienda del magna magna.Smettela di criticare Merlo e fate un bell’esame di coscienza.Cari dsignori e cari sindacati siete ridicoli.

    1. renzo conte

      Lo dicevo che al popolo “ignorante” (nel senso che “ignora”) un articolo brutale nella sua generalizzante ignoranza, come quello di merlo, sarebbe piaciuto. È scritto così appositamente del resto.

      1. NATALINO GANGEMI

        Egregio signore qui se c’è un ignorante(nel senso che ignora) è proprio lei CHE SI OSTINA A DIFENDERE L’INDIFENDIBILE. Vedere e non voler capire quale buco nero è diventata la Rai grazie alla maggior parte degli addetti, con pochissime eccezzioni,che si sono sempre occupati dei loro stipendi e non dell’interesse generale.Vogliamo parlare dei tanti,tantissimi dirigenti delle tre reti principali e delle reti minori?Vogliamno parlare dello spreco delle sedi regionali?Vogliamo parlare dei costi di rappresentanza degli inviati soprattutto all’estero?Vogliamo parlare di quanto ci costa la SIGNORA MAGGIONI e l’intera rai news?Vogliamo parlare dei tanti Klaus Davi(esperti del nulla) che albergano nelle trasmissioni televisive?Meglio essere popolino ed essere intellettualmente onesti ,che professoroni della menzogna e dell’imbroglio.Chiudo con Totò: ma mi faccia il piacere…………………………………………………

        1. Marcello Machelli

          Guardi, sono d’accordo con lei quando parla di ingiustizie, e lo sarei anche sui programmi che devono essere migliorati ma vedo che lei è partito alla carica andando fuori tema… Il tema non è dare il voto in pagella alla Rai, ma evitare di far vendere qualcosa che anche lei ha pagato, e torri su cui passa il segnale. Pensi un pò, stiamo pensando a noi e a lei…La Rai è di tutti noi e ci dovrebbe stare più a cuore e no in viso come dice.
          Iltema passato in secondo paino questi giorni, ci vede protagonisti per via di una richiesta economica “di solidarietà” che porta a vendere strutture pagate dai cittadini che andrannoa ia privati. Sa che le dico, nel suo e nel nostro intersse? Riduciamo le spese esterne della Ri che ammontano a 1.3 miliardi di euro…le piace? A noi lavoratori molto di più e la troviamo la cosa giusta da fare.
          Mi creda, non non imbrogliamo nessuno, cosami pensi a dove ha letto la notizia diq uello che sta succedendo, perchè io in Rai ci lavoro e meglio di me è difficile sapere le cose, le passo suolla mia pelle.

  8. MOVIMENTO INDIGNERAI

    Caro Merlo, siamo un movimento di dipendenti RAI che da diversi anni denuncia lquella RAI infettata dai partiti, dalle lobby e dal conflitto di interesse. Sono tre anni che scriviamo alla dirigenza e ai giornali quello che lei presenta nell’articolo come “vaso di pandora”.
    E’ un terreno scivoloso la RAI in quanto offre la sensazione che tutti ne posson parlare credendo di dire sempre qualcosa di giusto rischiando poi di dire molte cose sbagliate.
    Il suo articolo sbaglia i presupposti e poi sbanda nel qualunquismo RENZIANO. I motivi dello sciopero sono, come altri commenti hanno spiegato, i provvedimenti governativi che sono tesi a svendere pezzi d’azienda senza migliorare i profili di governance e limitare la dissipazione di soldi pubblici che interi archi parlamentari hanno perpretato nei confronti di quello che doveva essere un servizio pubblico e che invece negli ultimi 40 anni si e trasformato nel SERVIZIETTO PRIVATO.
    Caro Merlo, ci duole leggere dell’astio nei confronti di un’azienda che può produrre posti di lavoro se fatta funzionare bene ( e questo lo si fa svincolando dirigenza e informazione dal controllo politico), il suo attuale partito di riferimento lo dovrebbe intuire che rottamando aziende si mettono per strada professionalitaà-e le assicuriamo che tra i 13.000 ce ne sono moltissimi-.
    Se ha la possibilità di leggere le mail che arrivano a repubblica scoprirà quante mail IL MOVIMENTO INDIGNERAI ha mandato al suo giornale per raccontare quello che non va bene in RAI e quello che vorremmo si facesse per migliorarla…ma evidentemente a lei e il suo “onesto” giornale, che ha la presunzione di portare un nome importante come REPUBBLICA, non interessava la propulsione di onesti lavoratori che vogliono restituire il servizio pubblico ai cittadini.
    Caro Merlo, insieme al MOVE ON ITALIA LA RAI AI CITTADINI, abbiamo fatto numerose manifestazioni per promuovere una riforma della governance RAI, abbiamo parlato con politici, svolto conferenze stampa, provato a parlare anche con gli organi di stampa e dunque con voi giornalisti della carta stampata che ora state massacrando la RAI e le tante persone che ci lavorano onestamente, dove eravate ‘o voi bravi giornalisti? Cosa c’è di più esaltante per voi giornalisti nel descrivere l’impegno di dipendenti-cittadini? Sarebbe vostro compito dare risalto ai buoni esempi…e invece avete recitato sempre la solita scena: “non c’ero e se non c’ero dormivo”.
    La colpa di una RAI ridotta in queste condizione è dunque anche la sua caro Merlo che non ha voluto dare spazio a chi la RAI la ha sempre voluta cambiare per rendere un buon servizio al cittadino, ora potrebbe essere troppo tardi ma si potrebbe lo stesso tentare, pertanto, per amore di cronaca (se ancora lo ha…) la invitiamo a contattarci, le spiegheremo come funziona la nostra azienda e come vorremmo che funzionasse da quì e per tanto altro tempo ancora al fine di tornare a raccontare il paese anche con sedi regionali tecnologicamente all’avanguardia e ottimizzate.

    MOVIMENTO INDIGNERAI

    indignerai@gmail.com

    Cordiali saluti.

    1. Marco

      A questa gente non interessa sapere come funziona la Rai. Interessa solo regalare ciò che c’è di buono ai loro amici. Quando poi potranno parlare solo i loro “amici”, detentori di tutti i mezzi di informazione, vedremo che fine faranno le buone intenzioni. Io aspetto e poi vi vengo a cercare (sulla rete si intende).

  9. Enrico Iachello

    Caro Francesco
    il tuo ariticolo è, come spesso i tuoi, un pezzo di bravura letteraria, ma anche un grande racconto di verità. Sinora mi sono astenuto dall’esprimerti la mia stima, ma qui entri in guerra contro i tuoi ‘colleghi’ giornalisti, anche se del video, e quindi rompi una solidarietà di corporazione. Anche questo è un segno, credo, non per quel che ti riguarda personalmente (non sei un ‘renziano’), dei tempi che mutano, e stavolta forse e finalmente in positivo per un paese troppo a lungo ingessato. Insomma apprezzo il tuo articolo, e te le lo vlevo dire. Enrico Iachello

  10. AGOSTINO

    Sì, è vero sono anch’io un “ignorante” come scrive il sig. Conte. Un ignorante anche, come lui lascia intendere, che “non so” e non solo perchè”non conosco”, però come diceva un famoso filosofo nei secoli passati ragiono ed “ergo sum!”. Possibile, mi chiedo, da cittadino qualunque, che tutti i santi giorni debba vedere nei vari programmi RAI le solite facce che da decenni che vengono in trasmissione a discettare oggi di Dio, domani del sesso degli Angeli, di campionato di calcio, di ciclismo, della pace nel mondo…. e chi più ne ha più ne metta. Non credo che queste esimie signore oltre alle parentele, alle raccomandazioni di destra e/di sinistra e centro vadano lì in trasmissione a discettare GRATIS. Possibile che questi direttori, super manager RAI non siano mai arrivati a porsi questo banale dubbio a cui la maggior parte di cittadini “ignoranti” ci arrivano con estrema facilità? E’ anche da lì che bisogna iniziare a tagliare, forse queste persone possono anche fare audience, ma che elargiscano tanto “SAPERE”, questo proprio no!; e poi basta con queste trasmissioni di gossip: ci bastano gli articoli sui giornali ed i rotocalchi. Oppure, mi domando, se la RAI vuole rinunciare al compito di “EDUCARE” e vuol competere con i gossipisti, abbia il buon senso di non più imporre il balzello del canone anche a chi dei 100 Euro ne ha bisogno per vivere più del pane quotidiano

  11. marco frittella

    Penso che i dipendenti RAI ti abbiano già ricordato che per un giornalista è più importante verificare le informazioni che si danno che preoccuparsi di essere brillante o sarcastico, nel tuo caso anche inutilmente offensivo. Ma evidentemente il tuo pezzo sulla RAI “doveva” uscire così: questo ci è molto chiaro.
    Marco Frittella

  12. Francesca

    Caro Merlo,
    questo articolo é il tripudio della disinformazione generalizzata. La Rai nel 2013 ha chiuso il bilancio, per la prima volta dopo diversi anni, in attivo di 5 milioni di euro. La gestione Gubitosi ne ha risparmiato 194 (sempre milioni) rispetto al 2012, con una serie di razionalizzazioni che hanno interessato la distribuzione delle risorse, anche quelle interne. Il bilancio parla chiaro e tutti lo possono leggere. Sorprende che il governo non abbia fatto cenno a questo trend positivo quando ha manifestato la decisione di incidere sul canone. Canone che é un´imposta di scopo, e quindi soggetta a vincolo. Inoltre la maggior parte degli italiani forse non sa che il canone viene predeterminato l´anno precedente. Giá questa considerazione dovrebbe mettere in allarme gli italiani. Quando poi per ottenere risorse si indica la vendita di una societá (anch´essa in attivo) che gestisce un bene strumentale ed essenziale, Raiway (il famoso asset strategico che trasmette il segnale tv ma non solo) per la prosecuzione del servizio, il campanello d´allarme inizia a suonare. Forse suona a morto, perché invece di raccomandare ulteriori risparmi (ripeto, il bilancio 2013 che mi auguro lei non abbia letto giá indicava che il trend positivo della Rai era iniziato) il governo indica in sostanza altri tagli. Tagli tra il demagogico e lo strumentale. Nessuna linea guida da Palazzo Chigi (non un decreto, una linea guida) sulle revisioni e sugli sprechi, ma un colpo di mazza. Renzi non ha chiesto a Gubitosi una mappa delle diseconomie. Sarebbe stato un gesto costruttivo e che forse tutti si aspettano. Corre veloce, la voce, che Raiway faccia molta gola al suo editore. Le torri di trasmissione che la Rai utilizza sono in grado di inviare anche il wifi, potrebbero essere una gallina dalle uova d´oro per chi volesse mettere in piedi il grande polo del 4G. Valgono miliardi, ma cosí verrebbero vendute a quattro soldi, perché sussisterebbe la necessitá, importa dal governo, di vendere. Infatti ancora non si comprende come mai lei e i suoi colleghi vi diate tutto questo gran da fare per dimostrare (ad onta del bilancio 2013) che l´emittente pubblica é da cancellare, che le torri devono essere vendute e che gli italiani sono stati truffati. Sono stati scritti chilogrammi di articoli da Repubblica su come la Rai sia tutto uno spreco, quando sappiamo benissimo, detto per inciso, che con tutta probabilitá il suo giornale senza il contributo pubblico per l´editoria non potrebbe sopravvivere. Ma nessuno va a controllare, risulta, gli sprechi del giornale diretto da Ezio Mauro. Tra l´altro. Insomma il dubbio corrode le menti e i cuori. Certo che lo sciopero sarebbe un boomerang. Forse invece di scioperare bisognerebbe raccontare la RAI. Ci sono ancora molti problemi e situazioni poco chiare, é fuor di dubbio, ma anche molte professionalitá che faticano per raccontare il territorio e le persone. Ci saranno ancora tanti vecchi marpioni ma anche molti giovani giornalisti seriamente appassionati del loro lavoro. Forse i cittadini dovrebbero capire che la RAI, quella stessa azienda Rai conosciuta come lottizzata e politicizzata, sta cambiando. Ma non si cambia svendendo ai privati il patrimonio di tutti.

  13. Marco Padula

    Egregio sig. Merlo, non si offenda se le si da dell’ignorante perché nel suo caso non può essere un offesa visto che ignora (casualmente o di proposito?) tante cose a partire dai numeri che snocciola. E lei sa benissimo che i guai della Rai vengono solo e unicamente dalla politica che in questi anni ha fatto il bello e cattivo tempo mettendo alla guida gente che non aveva altro scopo che far mangiare i propri amici e distruggere la prima Azienda culturale del paese. Meocci chi l’ha messo nonostante tutti i pareri fossero contrari alla sua nomina? Chi ha pagato la multa?? La Rai, e lo sa quanto? 14 milioni e lei lo sa che con 14 milioni ci si paga un rinnovo triennale del contratto?? Lo sa che le nostre buste paga – impiegati, tecnici e operai – in 10 anni hanno perso quasi il 20% del potere d’acquisto? Lo sa che ci sono colleghi che dopo 20 anni di lavoro guadagnano 1200-1300 euro al mese? Lei lo sa che i provvedimenti gestionali per gli impiegati son bloccati da quattro anni (grazie a quel gentiluomo di Masi) mentre fra i giornalisti fioccano le promozioni?? Lei lo sa che negli ultimi venti anni tutte le direzioni strategiche della Rai sono state in mano a gente fedele a mister B.?Perché non va a fondo della questione e non spiega alla gente che 3000 (si 3000) giornalisti e 630 dirigenti costano molto di più di 10000 dipendenti?? Ah no che scemo sono suoi colleghi non sia mai che vi osteggiate l’un con l’altro….e poi non sia mai che si faccia uno sgarbo ai politici che li hanno sistemati. Poi, vendere Raiway?? Ma lei comprerebbe una macchina senza motore?? Certo lei fa gli interessi di chi se le vuole comprare le torri perché sono un business molto appetitoso… ma perché non spiega ai suoi lettori che sulle torri Rai ci sono i ripetitori di molte istituzioni e che non pagano un centesimo??? Comodo dire solo la propria verità e non quella vera.

  14. Davide Di Pietro

    Sig. Merlo il suo articolo, come altri che in questi giorni popolano la carta stampata, non è altro che disinformazione populista che non come effetto non ha altro che contribuire a causare nuovi disastri occupazionali come già accaduto in Telecom e Alitalia. Invece di fare ampio distinguo tra i lavoratori della tv di stato parla a tutti nella stessa maniera come se non sapesse dove si è annidata e sedimentata la politica in Rai , ovvero tra i suoi colleghi giornalisti e i dirigenti. Quelli che le stanno scrivendo sono invece la maggioranza dei dipendenti che sono impiegati tecnici e operai e che di certo non possono essere tacciati di essere privilegiati solo perché hanno un impiego arrivato in molti casi dopo decenni di precariato. I tagli di cui tanto si parla in questi giorni per 150 milioni in realtà sono ben altra cosa e basterebbe leggere il decreto legge 66 per rendersene conto. …dove non si chiedono risparmi ma si tolgono alla Rai gli asset fondamentali per concorrere al rinnovo del contratto di servizio pubblico nel 2016, ovvero raiway e le sedi regionali. A chi serve questo favore? Come mai non ne parla nel suo articolo? Come mai non parla neanche del fatto che i tralicci di trasmissione di raiway possono essere utilizzati per il wi-fi gratuito per tutti i cittadini e invece privatizzando cio che ora è pubblico poi saranno costretti a pagarlo caro a qualche privato? Perché non dice anche che dopo l’uscita del decreto legge Mediaset ha dato mandato alla sua società Hei Towers di fare mambassa di qualsiasi quota di azioni sul mercato riguardo i ponti di trasmissione? Nel suo articolo da piccolo uccellino tutte queste domande non ci sono, c’è invece solamente il via libera agli avvoltoi per spolpare l’ennesima azienda pubblica che i cittadini pagheranno di loro tasca.

  15. Guglielmo Troina

    Francesco, che tristezza vedere un giornalista della tua bravura trasformarsi in un “renziano” di complemento!

  16. Adriano

    Manderei tutti a fare un corso di aggiornamento alla BBC per apprendere dal vivo il significato di servizio pubblico. E’ ora di smantellare la Rai e riformarla.
    A quelli che si lagnano “io lavoro duramente per 1200 euro al mese”: sì, immagino lavoriate duramente, ma non si è capito bene per fare cosa, visto che il piattume stilistico e contenutistico del servizio pubblico (italiano) ha eguali solo nelle tv periferiche del sudamerica. Ed è un complimento.
    Rinnovatevi, o andate a casa!

  17. ALESSANDRA

    AL SIGNOR ADRIANO CONSIGLIEREI DI VENIRE A VEDERE COSA FACCIAMO NELLA SEDE REGIONALE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA E POI SI PERMETTERA’ DI POTER GIUDICARE…E’ QUI CHE SI FA IL VERO SERVIZIO PUBBLICO FATTO DI SCENEGGIATI RADIOFONICI, DI PROGRAMMI IN LINGUA ITALIANA, SLOVENA E FRIULANA, DI PROGRAMMI TELEVISIVI IN SINERGIA CON LA VICINA SLOVENIA, SENZA CONTARE CHE ABBIAMO FATTO E FACCIAMO TUTT’ORA DA SERVICE PER LE TESTATE NAZIONALI…QUINDI LA PREGO DI INFORMARSI MOLTO BENE DELLA NOSTRA SECONDO LEI “INUTILITA'” PERCHE’ QUI SI TRATTA DI PERSONALE CHE E’ ENTRATO A MONTE DI CONCORSI O CONTRATTI A TERMINE ANCHE VENTENNALI PRIMA DI ESSERE ASSUNTI…IO HO FATTO PRECARIATO PER ANNI PRIMA DI ENTARE NEL 1993 IN QUESTA AZIENDA E HO COMINCIATO DALLO SCALINO PIU’ IN BASSO…ORA PRENDO UN BUON STIPENDIO E PER AVERE INNALZAMENTI CATEGORIALI HO GIRATO QUASI TUTTI GLI UFFICI DELLA SEDE REGIONALE DOVE OGNI GIORNO PRESTO SERVIZIO…QUINDI MI DUOLE PENSARE CHE TANTI CITTADINI PENSINO CHE NOI QUI NON SERVIAMO A NULLA MENTRE LAVORIAMO CON PC OBSOLETI, REGIE VECCHIE DI 20 ANNI E PERSONALE RIDOTTO ALL’OSSO…PRIMA DI PARLARE SCIAQUARSI LA BOCCA ED INFORMARSI MOLTO BENE DI COME FUNZIONA UN AZIENDA DI CUI SI CONOSCE SOLO SPRECO E INUTILITA’ …UNA PUBBLICITA’ VOLUTA DA CHI SAPPIAMO PER DISTRUGGERCI…BUONA GIORNATA…

  18. Marco

    Se un giornalista non conosce gli argomenti che tratta farebbe bene a stare zitto.
    Sostenendo certe affermazioni (false) su chi, pur lavorando in Rai, è vittima del sistema di potere, si confondono solo le idee ai lettori. Il PD (Renzi no, è appena arrivato e fa parte del partito delle banche) ha riempito la Rai di gente inutile e costosa da sempre.
    Nessuno è vergine! E il PD meno di tutti.

  19. Alessandro Loppi

    “Gentile” Merlo,
    sabato scorso scrissi ad Augias e al Direttore la mail che Le inoltro. Ho provato a correggere alcuni refusi dovuti al micidiale T9 che sotto al sole di una delle mie innumerevoli ville da dipendente Rai mi tirarono più di un brutto scherzo grammaticale.

    Dispiace che Merlo accomuni tutti noi dipendenti Rai a una livorosa e offensiva idea di massa informe e senza cervello di dipendenti pentastellati e/o filoberlusconiani.
    Evidentemente, ci crede tutti ricconi, privilegiati o raccomandati, oltretutto dimenticando le numerose iniziative di protesta e di disagio espresse nel passato – in anni oscuri e difficili – da centinaia di dipendenti, che Repubblica pubblicizzava o dimenticava a seconda delle convenienze politiche.
    Disagio espresso anche dentro/durante trasmissioni che si piegavano a questo o quel politico.
    Rai occupata politicamente anche da dotte figure che alberga(va)no anche dentro Repubblica e che imposero/impongono costosi professionisti esterni, dimenticando che di interni ce n’erano/sono, e di qualità.
    Merlo dimentica che anche dentro Repubblica scrivono personaggi che senza pudore sputa(va)no sentenze di moralità, scrivendo però – e contemporaneamente – per le aziende del Berlusconi tanto odiato, regalandogli col proprio talento soldi e colti paravento.
    Merlo dimentica che tutt’oggi alcune penne di Repubblica collaborano con la Rai, senza mai essersi prese la responsabilità perlomeno morale di flop preannunciati (Sanremo, per dire).
    Merlo, insomma, si è svegliato e ha deciso di offendere tutti i dipendenti Rai mettendoli in un solo calderone, senza porsi la domanda principale: a chi giova la scelta di Renzi?
    Mascherandola con i pessimi problemi che la Rai DEVE comunque emendare – le cui soluzioni da anni vengono proposte soprattutto da noi dipendenti, Renzi sta regalando di fatto la Rai alla concorrenza in maniera marchiana e plateale.
    Se una cosa del genere, con questa modalità così boriosa, l’avesse prospettata Berlusconi, Repubblica per prima avrebbe cavalcato il nostro disagio con girotondi e appelli col bel timer sul sito… per poi dimenticarci qualche giorno dopo, s’intende.
    Io non sono grillino, né tantomeno di destra.
    Sorprenderò Merlo nel vantarmi di non essere un raccomandato, né tantomeno di percepire gli stipendi che la massa ci attribuisce, e ho anche rifiutato di lavorare per due aziende di Berlusconi.
    Se Merlo desse un’occhiata ai nostri social, la Rai riceve ogni giorno minacce, insulti, offese e ingiurie, identiche a quelle che lo fanno sdegnare a comando quando arrivano ad altri singoli più famosi.
    Se Merlo desse un’occhiata al nostro contratto di lavoro, scoprirebbe quanto guadagna la stragrande maggioranza dei dipendenti Rai.
    Se Merlo ha problemi con alcuni componenti la dirigenza Rai, che li chiami privatamente anziché scrivere testi così insultanti.
    Merlo faccia il giornalista, e scoprirà che dietro il rimedio di Renzi contro gli abnormi problemi che affogano il nostro talento, c’è ben altro.
    Se poi Renzi gongola a colpire alle spalle anche la parte buona della Rai, complice il silenzio dei merli, non mi meraviglia: colpire alle spalle le persone è la cifra di Renzi. L’unica che gli riesce bene.
    E complimenti a voi di Repubblica che continuate ad insultarci senza comprendere cosa è veramente in gioco.
    Ovviamente parlo a titolo personale.
    Certo è che se avessi soldi e possibilità, sporgerei una querela contro le ingiurie di Merlo.
    Ma non sono nessuno, neanche il “funzionario dell’informazione servile più pagata e servile d’Europa”, biascicato da Merlo.
    Alessandro Loppi

  20. francesca scatozza

    Qualcuno scrive che bisognerebbe “raccontare la Rai” invece di scioperare, probabilemte sull’onda del dubbio imperante in queste ore che lo sciopero sia un boomerang data l’asprezza dell’opinione pubblica nei nostri confronti. Una banda di spreconi e nullafacenti che si permettono pure di protestare se lo Stato chiede un “contributo”, tutti donano l’oro alla Patria e noi scioperiamo! Ecco facciamo un esame di coscienza e magari un mea culpa: abbiamo seguito e raccontato gli scioperi e le tristi vicende delle aziende di tutta Italia in questi decenni e mai una parola sulle nostre. Ricordo al Dott Merlo e a tutti noi che sono almeno quattordici anni che il politico di turno vuole svendere Raiway all’imprenditore di riferimento e che sono almeno quattordici anni che scioperiamo per questo. L’opinione pubblica è completamente all’oscuro dell’esistenza stessa di Raiway, del lavoro ciclopico svolto per il digitale terrestre (sulla cui necessità e utilità ad personam potrebbe aprirsi un dibattito infinito), sui ricatti rispetto al rinnovo del contratto che tutti noi abbiamo subito in nome della conservazione di Raiway, del potere e dell’interesse economico che le torri di trasmissione rappresentano, della vergognosa condizione logistica ed economica in cui versa la maggior parte di noi lavoratori che possiamo dirci privilegiati esclusivamente per avere un lavoro. L’opinione pubblica sa che Rai spreca denaro pubblico e che tutti i suoi dipendenti sono complici e gaudenti tra gli sprechi. E’ un paradosso dell’informazione: noi facciamo informazione su tutti tranne che su noi stessi. Noi siamo un paradosso vivente perchè chi ci amministra e detta la linea editoriale è nella maggior parte dei casi contro la sopravvivenza stessa di questa azienda. Certo che appare uno sciopero modello Tafazi! E’ un’azienda modello Tafazi! Con buona pace di tutti quelli che ci lavorano per mille euro al mese che sono – udite udite – il 99%. Ma che resti tra noi, mi raccomando…

  21. mauro

    Le ricordo che in rai da 20 anni c’è una GRANDE ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE dove si entra per Concorso Internazionale e non per tessere politiche.
    LO TENGA BEN PRESENTE questo Servizio Pubblico.
    Cordiali Saluti

  22. mauro

    Le ricordo che in rai da 20 anni c’è una GRANDE ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE dove si entra per Concorso Internazionale e non per tessere politiche.
    LO TENGA BEN PRESENTE questo Servizio Pubblico.
    Cordiali Saluti

    Mauro Monguzzi

  23. Angelo Libranti

    Che disastro….. c’era da aspettarselo che l’articolo avrebbe destato l’ira dei dipendenti RAI più aziendali.
    Non sapevo che in RAI si entra per concorso e che c’è chi guadagna dai 1000 ai 1300 euro; c’è sempre qualcosa da imparare nella vita.
    Resta il fatto che Mediaset, per fare un esempio, fa lo stesso servizio della RAI, anzi meglio, con la metà dei dipendenti e senza canone.
    Chi mi risponde?

  24. Domenico

    Quelli che si lamentano non sono gli aziendalisti ma quelli che rischiano il posto di lavoro.
    Guarda caso quelli che tu definisci aziendalisti appena hanno avuto la certezza che le sedi non sarebbero saltate (vedi USIGRAI) hanno dato forfait.
    Quello che dici del canone è falso.
    Innanzi tutto e sbagliato parlare di canone RAI (anche se è colpa nostra perchè lo reclamizziamo così). Tu la tassa la paghi (se la paghi) allo stato che poi (quando ci pensa) dovrebbe dare il 60% alla RAI. Dico dovrebbe perchè è da parecchi anni che i governi non danno il 60% ma una percentuale minore che varia secondo le necessità di cassa dicendo che poi il resto sarà pagato.
    Ad oggi lo stato deve alla RAI 2 miliardi e 300 milioni di euro.
    Renzi non è venuto a dire che per necessità del paese riduceva questa cifra (probabilmente neanche lo sa e fa solo propaganda per imbonirsi quelli come te).
    Si è comportato come Equitalia che dice:
    – Tu devi avere dallo stato tot ma non ha importanza, a me devi dare questo e il resto non importa.
    Poi quando si parla di Mediaset che non riceve canone è falso anche questo.
    Mediaset è sovvenzionata in modo occulto più della RAI. Guarda questa pagina e capirai la falsità di cui sei convinto.
    http://www.stradeonline.it/19-slide/86-abolire-il-canone-rai-che-sussidia-anche-mediaset
    Quello che è più daccordo per il canone alla RAI è Berlusconi. Si leva un concorrente dai piedi.

  25. Sandro

    Caro Merlo.
    una buona parte delle cose che scrivi purtroppo non sono vere, sono verissime.
    Ma il problema del tuo pezzo, e di certi interventi sbrigativi, è proprio fermarsi all’aver ragione.
    La Rai è stata sventrata e massacrata da un’ingerenza dei politici, perfino peggiore nella Seconda Repubblica rispetto alla Prima, che ha eguali solo nelle dittature (ma lì, almeno, non c’è la pretesa di fingere che sia democrazia).
    Per decenni i giornali hanno riportato la cronaca dello scempio, ad ogni passaggio politico accompagnato dal cambio dei proconsoli in Azienda, senza che nessuno intervenisse. Anzi! Sembrava normale, parte del teatrino (i “silurati”, tra l’altro, restavano in momentanei isolamenti dorati, fino a nuovo cambio politico o spudorato riciclaggio).
    Ne hanno fatto le spese: i cittadini e il sistema Paese, migliaia di dipendenti onesti, decine di imprese che si vedevano sottrarre gli appalti da altre.
    Ma intervenire a mano bassa senza cambiare prima questa situazione di fatto, quelle che furono deprecabili regole lottizzatorie sottoscritte da tutti i partiti negli anni Settanta (al momento di passare il Servizio Pubblico dal controllo del Governo a quello del Parlamento, in base a un giusto principio democratico di rappresentanza degli interessi) e poi degenerate in mercimonio puro, equivale a colpire proprio chi è già stato massacrato.
    Immagina un po’ chi deciderà se si taglia questo o quel ramo di Azienda, se si manda a casa questo o quel dipendente. Non saranno forse gli stessi proconsoli?
    Il buon giorno si vede dal mattino…Non credo sfugga ai più cosa significhi cominciare da Rai Way…Rai azzoppata.
    E a che serve una Rai azzoppata, come può svolgere il proprio ruolo?
    Credo che il nostro Servizio Pubblico sia chiamato nell’attuale situazione italiana a contribuire da subito con molto più di 150 milioni. Quanti milioni vale, in termini sociali ed economici, l’apporto di programmi che aiutino a vivere e sopravvivere milioni di italiani, esasperati e impoveriti, e milioni di immigrati in cerca dei riferimenti minimi.
    Sappiamo tutti che la Rai ha gli uomini e le risorse etico-culturali per farlo. Per aiutare a ricostruire l’Italia di oggi come quella del Dopoguerra. Basta liberarla dall’abbraccio mortale dei politici arroganti.
    Non mi sembra che stia accadendo questo.
    Spero di sbagliarmi. Per gli italiani, che ho giurato di servire quando ho scelto il mestiere dell’informazione nel Servizio Pubblico, e per i miei figli.
    Sandro

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