ROMA, CHE MAGNIFICO FALLIMENTO Dal balcone di Verdone. Passeggiata nella grande bruttezza. Dentro il sito “Romafaschifo. com”

Carlo Verdone mi dice che dal suo balcone al Gianicolo vede già “il buio del magnifico fallimento della mia città, una nuvola di depressione”. E’ la stessa che io respiro a Termini già alle 6 del mattino con il puzzo d’orina che si sprigiona dall’ultima uscita della metropolitana e si diffonde, unica fragranza in mancanza di ponentino, sul piazzale dove si staglia l’orrenda statua di Papa Wojtyla che è romanissima arte per amicizia e non per valore estetico.
Verdone nota con dolore che “mentre a Los Angeles si celebra la Roma metafisica di Sorrentino, qui fallisce quella fisica”. E prevede che, alla fine, “quando saranno finiti anche i 750 milioni che sono stati stanziati adesso, venderanno Roma ai cinesi come hanno fatto in Kenya. Roma agli asiatici e Pompei ai tedeschi. Quelli sanno come intervenire. Noi facciamo solo eventi e niente interventi”.
Dunque leggiamo, io e Verdone, il tempo dello stesso fallimento di Roma ognuno nel suo spazio. Girando a piedi tutte le mattine io ho imparato a riconoscere i borseggiatori fissi di Termini, che si nascondono tra le auto posteggiate, “finti poveri che ogni tanto picchiano i veri poveri” mi spiegano i carabinieri e io penso che somigliano ai furfanti organizzati che ho visto a Calcutta. Verdone invece, che ha lavorato in periferia, è come entrato dentro la canzone di Renato Zero (“C’è chi fin là non giunge mai / è lì che muore il mondo”) e perciò dice che li Roma è strafallita molto tempo fa”. Io invece a Termini ho visto all’opera la banda delle baby scippatrici: una decina di bambine che ‘lavorano’sotto, sulle banchine in direzione Laurentina, e sopra, nei treni dei pendolari. Tra i portoghesi che regolarmente non pagano il biglietto, ne riconosco sempre uno che salta i tornelli come un atleta. E ho pure notato che i vigili urbani si voltano dall’altra parte. Li ho invece visti multare un giovane dall’aria per bene che diceva di avere smarrito il biglietto. Ha versato 50 euro ripetendo con l’aria umiliata: “Ma ho la faccia di uno che non paga il biglietto, io?”.
Racconto a Verdone che oggi, a Termini, sulla parete di un’edicola ho annotato un nuovo orribile scarabocchio decifrabile come ‘Marino sei un fallito’, firmato dal graffitaro’ Lash Dirty Ink’, che ha persino un sito Internet dove esibisce i tatuaggi. Commenta Verdone: “Ne prendessero uno, almeno una volta. Certo, questi sono dei gran maleducati, ma gli educatori, a Roma, dove stanno?” .
Ne parlo con Massimiliano Tonelli che dirige il giornale on line “Romafaschifo.it” ed è un grido d’ amore così esasperato da capovolgersi in dannazione. Il sito è la modernizzazione della statua di Pasquino dove venivano postati, come i file di oggi, i pizzini di denunzia che allora si chiamavano cartigli. E le divinazioni di un tempo oggi sono i video. Ebbene, Tonelli riceve minacce di morte – “ti faremo fuori” – perché riesce ogni tanto a beccare in azione i graffitari che dice “sono peggio della mafia dei cartellonisti, dei caldarrostai che dominano il mercato dei camion-ristoro e dei bulli travestiti da antichi romani. Il graffitaro più distruttivo è quello che si firma Reps perché non usa il solito spray ma l’acido con cui ha sfasciato, per esempio, tutte le nuove pensiline”.
Non so quante siano, ma di sicuro sono molte centinaia queste pensiline dell’Atac in cristallo chiaro e in metallo. Ne racconto una per tutte, quella di via Manzoni: il sedile è stato asportato (vengono riciclati nei mercatini selvaggi) e le scritte sono indelebili e trasversali: “merda a Berlusconi” e “comunisti di merda”. Quelli dell’impresa Clear Channel, che forniscono gratis le pensiline sperando di recuperare e guadagnare con la pubblicità, sono disperati e progettano la fuga. Dice Verdone:” In tutta Europa hanno eliminato i graffiti tranne a Roma dove sono tutti artisti imbrattatori, tanto restano impunti”.
Dunque Verdone la guarda dal Gianicolo e la vede “spenta nonostante il tramonto meraviglioso” ma la malinconia estetica non è nulla in confronto al dolore fisico: “La deformano sino alla bruttezza e la sformano sino al pericolo “ . E racconta Verdone: “Per ben due volte ho rischiato di morire cadendo, anzi precipitando con la moto in una buca”. Ed è un’immagine da fallimento di guerra questa città sventrata, con la terra che si sbriciola, “e ogni tanto ci buttano una balla di catrame ma, dopo una settimana, la buca è di nuovo là, più profonda di prima”. E mi dice che per andare a casa “percorro ogni giorno una bella strada larga, ma a sinistra, come in Inghilterra, perché è meglio rischiare di sbattere con le auto che ti vengono incontro piuttosto che finire dentro le buche”.
Chiedo a Tonelli se il suo sito ha mai tentato una mappa, una carta geografica di queste famose buche, un indirizzario, una topografia sovversiva del fallimento, da mostrare magari al sindaco che, tarantolato come il vecchio Ciccio Franco di Reggio Calabria, crede che il default dipenda davvero dalla contabilità, dai soldi che, mannaggia, lo stato non gli voleva dare. E invece la diagnosi del tempo è già nella descrizione dello spazio: “il fallimento – dice Verdone – comincia dalla mancanza di manutenzione”. Tonelli sostiene che è impossibile disegnare la topografia del terrore “ma stiamo lavorando al contrario, faremo la mappa della Roma senza buche, e sarebbe bello presentarla al sindaco, come il curriculum vitae – ah, la lingua batte dove il dente duole – del fallimento”. Anche Verdone , per esempio, potrebbe disegnare il suo curriculum, ma nel senso in cui lo sognava Walter Benjamin, il diagramma di una vita perennemente con l’acqua alla gola: “dal balcone del Gianicolo sino all’ultima buca evitata”.
Quali sono i suoi palcoscenici del fallimento di Roma, caro Verdone?” Beh, cominciamo con corso Vittorio Emanuele, il rione Monti, e poi via Cavour, in mezzo a gelati che sanno di sapone, panini precotti, pizze a taglio e gente che ti vuol far mangiare a tutti i costi porcherie. E dove c’era una libreria ora ci sta una saracinesca chiusa con la scritta ‘vendesi’. E in via Giulia, che era la più bella strada del mondo, non ci si può andare né in macchina né a piedi. E dappertutto vendono la stessa fregnaccia, la solita statuetta di Giulio Cesare fabbricata in Cina. E i Fori imperiali, che sono una pedonalizzazione sbagliata e pure finta … e la nuova Metropolitana che sono sicuro che io muoio e manco la vedo, capolavoro di un nuovo stile architettonico: l’incompiuto romano. E ancora quel raccordo anulare da terzo mondo. E’ come nel film di Fellini. Quello era cosi visionario che aveva già filmato anche il fallimento della città di Marino”.
Dico: c’è anche la pista ciclabile del Tevere che umiliando l’idea stessa di passeggiata, con i tronchi d’albero, la spazzatura, il fango e i pavimenti divelti, sbugiarda persino la bici del sindaco. “Io – dice Verdone- so che questa città, negli anni scorsi, ha sopportato menzogne di ogni genere, e subìto tanti e tali scandali che capisco bene quelli che non volevano dare soldi a Roma. Pensano: tanto se li rubano”.
L’idea di fallimento è quindi la traccia di un’epoca, e ogni mattina, in piazza Santa Maria maggiore, dove la Basilica è sempre transennata per impedire ai clochard di sistemarsi sui gradini di Dio, c’è una signora che esce dalla sua stabile tana di stracci , plastica e cartoni, dove vive rasoterra. Ingenuamente mi stupisco che si svesta e si rivesta senza neppure guardarsi intorno. Ci sono giacigli dappertutto sui marciapiedi, e rimasugli di cibo sui cartoni. E’questo che chiamano “desocializzazione estrema” ed è difficile immaginare come Roma, ora che ha avuto i sui 750 milioni, possa assicurare a questa umanità dannata non dico la fraternité del 14 luglio ma almeno un po’ di decenza.
E vedo il fallimento anche nel palazzo dell’ Opera dove il sindaco Marino si è esibito in una delle sue peggiori perfomance minacciando la chiusura e – rieccolo – il default, ma anche domandando preoccupato: “Quanto dura questa Manon Lescaut?”.
Sulla via Nazionale passo davanti al piccolo Eliseo e all’Eliseo. I teatri a Roma sono luoghi di ricreazione per la terza età, quando va bene. E il teatro Valle è diventato il ‘centro sociale’ degli artisti che lo hanno requisito. In alto c’è il Viminale, so che lì c’è Angelino Alfano e che la nostra sicurezza è nelle mani del ministro del Kazakistan. Verdone, affacciato dal suo balcone come da un palco di anfiteatro, ha una vista che toglie il fiato sul magnifico fallimento. Al punto che legge anche i segni che non vede: “Lo so che sembra un’ingenuità ma non c’è nessuno che dia il buon esempio, forse a Roma tutti meriterebbero di fallire”.
Vado avanti e c’è il Palazzo delle esposizioni, un’istituzione antica e ancora efficiente che parla di un’altra Roma. Poi una curva a gomito prepara la sorpresa dei fori imperiale e di Palazzo Venezia con l’altare della patria, e nessuno ormai sa di quel foro dove poggiando l’occhio vedi in linea retta l’obelisco di piazza del Popolo, una prova della potenza della geometria e dell’ordine massonico .
Infine c’è la Roma cartolina dei provinciali, con la casa di Berlusconi che è diventata folklore, come le orribili bancarelle del centro storico che è “il vero fallimento di Roma” secondo Verdone.
Nella bellissima piazza Lovatelli, dove ha sede la Sovrintendenza, si può scoprire persino che è vero quel che mi dice Tonelli e cioè che “è stato divelto il palo che segnalava l’isola pedonale, è stata rotta la catena e ora beatamente parcheggiano le auto tutti quelli della Sovrintendenza”. E per me è questo il segno più romano del fallimento di Roma. Conclude Verdone: “E’ una città tutta sbagliata, biglietto da visita di un Paese tutto sbagliato. Sorrentino è stato bravo perché ha rimosso tutti i segni del fallimento mostrando che sotto c’è sepolta la grande bellezza”.

18 thoughts on “ROMA, CHE MAGNIFICO FALLIMENTO Dal balcone di Verdone. Passeggiata nella grande bruttezza. Dentro il sito “Romafaschifo. com”

  1. Robdif

    Caro Merlo,
    ho letto con molta atenzione il suo recente articolo su Roma, comparso anche su Repubblica. Concordo con la sua analisi spietata e tristemente realistica della situazione romana. E’ da molto tempo che si notava un declino della città, anzi uno sfascio. L’assenza della manutenzione, l’eccessivo espandersi delle periferie senza alcuna programmazione dei servizi e della mobilità, la sottomissione continua della “cosa comune” all’interesse di pochi privati (costruttori, gestori di servizi, dirigenti senza scrupoli).
    Personalmente, ritengo che una persona sola (o il ristretto gruppo di persone che la coadiuva) possa fare ben poco nella gestione di una città tanto complessa, per lo meno nel breve tempo di un incarico da sindaco. A tutti piacerebbe avere la bacchetta magica e mettere al bando i malfattori che vincono gli appalti della asfaltatura delle strade e che sono moralmente responsabili delle morti e delle invalidità di tanti giovani che cadono con il motorino in buche o avvallamenti. Ma poi qualcuno ci potrebbe dire che gli appalti si possono vincere solo abbassando i costi e risparmiando sui materiali perchè non ci sono finanziamenti sufficienti. A tutti piacerebbe avere la bacchetta magica per stanare i “graffitari” che imbrattano la nostra città, ma qualcuno potrebbe dirci che non abbiamo un personale di polizia cittadina nemmeno sufficiente per controllare la circolazione delle strade. A tutti noi piacerebbe potere risolvere con semplicità i problemi relativi alla mobilità e al decoro di una città che sta lentamente implodendo per carenza di servizi. Ho -ma è una mia opinione- la sensazione che nessun sindaco per quanto motivato possa riuscire – se non marginalmente- a modificare la mentalità, le consuetudini, la attitudine al rispetto di tante persone che lavorano da anni nei servizi di Roma e che per anni non hanno avuto il minimo rispetto per questa città. Mi auguro che il sindaco riesca almeno a iniziare un percorso, anche se -come lei e Verdone- io stesso sono molto scettico.
    Pur contunuando a trovarmi le tasche piene di carte, nel tentativo un po’ infantile di non contribuire ulteriormente allo scempio della sporcizia di questa città, anche io -con rammarico-credo che Roma non sarà mai una città con servizi adeguati.
    La ringrazio per la lucidità del suo articolo che parla di Roma in modo chiaro e senza ipocrisie.

    Robdif

  2. deluso per sempre

    sono d’accordo con quanto scritto sopra. ormai è tardi per correre ai ripari.Roma è nel degrado più completo. La polizia non è sufficiente, i vigili se ne infischiano, anzi se possono approfittano anche loro senza vergogna, si può vederli girare nei mercati con le buste della spesa senza assolutamente guardare i furgoni degli abusivi in doppia fila che rallentano il traffico, o uscire dal bar dopo aver preso il caffè senza pagare. Naturalmente non tutti, qualcuno si salverà, almeno spero. Gli extracomunitari hanno trovato la pacchia, sono venuti qui per vivere in mezzo ai rifiuti come a casa loro, ma…non dimentichiamo i romani! anche loro si comportano malissimo: lasciano i sacchetti dei rifiuti dove capita (spesso lanciandoli dalla macchina in corsa), gettano in terra i biglietti dell’autobus, gli scontrini, i mozziconi di sigarette e chi più ne ha più ne metta. Ci sono adesivi attaccati dovunque con numeri di telefono di muratori, imbianchini, trasporti, ecc. Basterebbe prenderne nota e cominciare a fare le multe. Non c’è speranza. Mi vergogno di essere romano!

  3. Mauro

    Bell’articolo che fotografa non solo lo sfascio fisico, ma soprattutto morale della città. Un’altra considerazione che mi permetto di suggerire è il contorno di auto-indulgenza che tradizionalmente inquina un dibattito onesto su Roma. Anche nel commento che mi ha preceduto ne traspare innocentemente un accenno: la polizia non sarebbe sufficiente. 6400 vigili per 2 milioni e mezzo di persone sono un vigile ogni 400 persone. Senza contare tutte le altre forze dell’ordine. Ciò che manca a Roma non è la dotazione organica o economica. Manca la volontà, l’ambizione di essere una città responsabile. Responsabile. Si accetta ormai come normale ciò che normale non è. Senza guardare in faccia le cause di questo stato Roma è condannata a poter solo peggiorare.

  4. moreno ceccucci

    volevo manifestare tutto il mio sdegno per l’articolo del dottor Merlo riferito a Roma. Oltre che demagogico e qualunquista, brilla anche per due “perle” clamorose: la prima, l’intervista al “direttore” “padrone” “ras” della pagina “Roma fa schifo” che oltre ad essere stranamente apparsa non appena Alemanno ha levato le tende, è anche palesemente razzista, come avrà avuto opportunità di valutare chi ha avuto la “sventura” di frequentarla da vicino, e la seconda l’operazione tecnicamente definibile “stronza” di paragonare il sindaco Marino (che non ho votato e che non mi fa impazzire come politico) a Ciccio Franco.

    1. Piero Costantini

      Caro Moreno,
      intanto la pagina di RFS esiste da ben prima che Alemanno si insediasse. Si informi. Seconda cosa, è comune sentire additare la pagina come razzista, il qualunquismo in questo caso lo fa lei assieme ad alcune altre persone che non accettano che un blog di denuncia sia così libero da criticare anche le minoranze, vedi parte della comunità Rom che gestisce diversi racket in città.
      Caro Moreno lei, come purtroppo molti altri romani, mi pare viva nel mondo dei balocchi, abituato, goccia a goccia al degrado e, talmente obnubilato dal suo (finto) amore per Roma, che è in grado di accettare che questa città è andata in malora. Lei sicuramente è uno di quelli che, di fronte alla pagina di RFS dice: “Beh, i probbblemi so arti”. Infatti i problemi sono quelli come lei.

      1. moreno.ceccucci

        Per quell’affermazione SBAGLIATA mi ero già scusato, come poteva tranquillamente leggere immediatamente dopo questo post. E anche se non concordo con nulla della pagina, con i suoi contenuti e con certi tipi di commento che vengono lasciati in bacheca, sono pronto a scusarmi quando sbaglio. Posso essere io il problema di roma? È una diversa questione di opinione e di stile. Ognuno mantiene il proprio.

  5. moreno ceccucci

    scusate, non nel mio commento precedente ho inserito una frase sbagliata, ovvero “palesemente razzista”. avrei dovuto scrivere “che ospita commenti anche palesemente razzisti” e di questo me ne scuso con tutti gli interessati.

  6. Derviscio Persiano

    Credo che questo articolo sia di un qualunquismo preoccupante, il vero male che attanaglia Roma da anni. Questa scalcagnata ammucchiata di intellettuali, professionisti e opinionisti vari che, senza sporcarsi nè rimboccarsi le maniche, giudica l’universo mondo assemblandolo per le sue comodità digestive, è la causa della condizione di Roma. Ci sono energie in questa città che ogni giorno si sprigionano in assenza di indirizzi, di interventi, di onestà politica e che mandano avanti – non solo moralmente – questa capitale malgrado i politici e le oligarchie lobbistiche che la governano.
    Purtroppo ala mal assortita ammucchiata mi tocca iscrivere da oggi -assumendone tutte le responsabilità – anche gli ‘affacciati ai balconi’ di questo articolo..
    La mia finestra di semplice lavoratore dà sulla periferia della città, dove ogni mattina registro un dormitorio chiamato piano edilizio, un centro commerciale inutile e delle strade orribili costruite dal Comune per raggiungerli, e non c’è rispetto della memoria storica, del paesaggio, del verde pubblico, dell’armonia sociale e psichica di chi li abita.
    Serve ad accontentare palazzinari ed editori che alimentano la produzione dei contenuti espressi dai due signori dell’articolo, i quali, a loro volta, non hanno pudore a puntare l’indice del fallimento sulla nuova povertà, su un arte di protesta che sfoga rabbia in creatività anzichè in violenza cieca, su una esperienza – il Teatro Valle – presa a modello di paragone e guardata con rispetto e ammirazione da tutto il mondo culturale europeo e ignorata, definita ‘centro sociale’ da questa amministrazione e dai suoi ‘amichevoli’ detrattori/beneficiari. Anche questo togliere la mano ‘dopo il danno e prima della catastrofe’ è quella grande ipocrisia che come la grande bellezza qualcuno dovrebbe saper raccontare cinematograficamente, giornalisticamente, umanamente a questa città.
    Non sento mai dire da costoro: ‘è stata anche colpa mia’. Ebbene io l’ho fatto e sono dentro le lotte di cittadinanza attiva che questa città sta moltiplicando. Lasciate i balconi, i pulpiti, le torri e scendete a darci una mano. C’è chi lavora ogni giorno per cambiare tutto questo da degli avamposti recuperati al degrado, all’ignoranza, all’afasia politica e all’inutile lamento. E, caro Carlo Verdone, tu puoi saperlo ed accertartene, il teatro valle occupato è questo. Grazie

  7. CoB

    Articolo tragicamente veritiero, Roma è una città ormai fuori controllo, neanche lontanamente paragonabile a qualsiasi altra capitale europea. Spiace dirlo, ma rispetto ai contenuti dell’articolo si può essere in disaccordo solo per due motivi: o non si vive a Roma, o non si ha nemmeno la più vaga idea di cosa siano il rispetto, la civiltà, l’educazione e il decoro. Dubito ci siano margini di recupero.

  8. Antonio Signorini

    I segnali della decadenza di Roma sono evidenti da almeno dieci anni. Dalla fine della giunta Rutelli. Peccato che tutti se ne accorgano oggi. La soluzione è evidente: spostare la spesa pubblica monstre della Capitale dagli stipendi dei 65 mila dipendenti del comune e delle partecipate a servizi pubblici, al decoro e a infrastrutture vere. Peccato che nessuno lo dica. La politica romana, di tutti i colori, si regge sulla promessa di stipendi. Basterebbe iniziare licenziando chi prende le mazzette per permettere ai finti poveri di taglieggiare turisti e romani, a chi lascia dietro elargizione di stecca, che i nomadi trasformino le periferie della città in fonderie di recupero del metallo rubato.

  9. il nome della rosa

    L’articolo è pertinente e veritiero, mi è capitato di entrare in metro da quell’ingresso e avere avuto i conati di vomito. di avere visto più volte su una piazzola di piazza dei cinquecento vicina a palazzo Massimo due donne anziane accampate con stracci e carrello, orinare, senza nessuna cura dei passanti. e il mio stupore era duplice: come mai nessun vigile si fosse occupato della cosa, x segnalare ai servizi sociali le due persone e offrir loro una qualche migliore condizione, e al contempo come era possibile che si offrisse di Roma quell’immagine così degradata.. mai viaggiando all’estero mi è capitata una esperienza simile! certo le responsabilità sono tante e diffuse, troppi gli abusi e le irresponsabilità dei politici e di tutto il macro cosmo che rotea intorno a loro, vigili, dipendenti comunali, regionali, delle aziende ad essi ( politici ) collegate, ama, atac, cotral, ecc, ecc.. poi ci sono i romani,non tutti naturalmente, al centro, come in periferia, che non amano la città, se ne fregano. ma come si dice,se i maiali vengono curati e si tiene pulito il luogo in cui si fanno crescere, anche il maiale è pulito!mi ricordo nel 1987 andai a Parigi e vidi il lavaggio delle strade, non so quanti anni sono passati, più di 10, perchè fosse fatto anche da noi.e comunque le responsabilità maggiori restano quelle di chi ha permesso in cambio delle cosiddette, per altro, ridicole, compensazioni, di cementificare le periferie e consegnare le case, senza i promessi servizi di collegamento pubblico e di utilità collettiva, scuole, uffici postali, ecc. comunque, non si può stare a guardare al balcone, anch’io mi sto impegnando,( e l’ho fatto anche nel passato ), a proposito della dismissione di due caserme nel territorio; ci siamo organizzati in comitato perchè non finiscano nelle solite mani della speculazione, ma diventino uno studentato x universitari ,palestre x giovani, bambini, housing e servizi x la collettività. se ognuno di noi facesse qualcosa di concreto, altro che fallimento, Roma rinascerebbe!

  10. antonio

    Gent.dott. Merlo, tutto vero, ma per quel che scrive sembra che Roma non si estenda oltre il I Municipio. Sono vere le cose che dice, ma è quel che non dice che è ancora più grave. Perché non dice che Verdone, da buon radical chic, sostiene occupazioni di interi palazzi o Teatri in pieno centro. Perché non dice che il suo quotidiano La Repubblica ha per fini elettorali fatto scappare investimenti a Villa Borghese con Piazza di Siena. Perché non dice che una persona come Marino che se la prende esclusivamente con i cittadini non merita di restare al suo posto. Perché non dice che è ignobile che il Medico di base ha il capo comunicazione stipendiato 130000euro l’anno. Perché non dixe che il Sindaco paga 1000 euro al mese una traduttrice di francese? Perché non dice che Tonelli è pagato in alcuni progetti da chi ha fatto costruire quell’incompiuta strana opera di Fuksas all’Eur. Perché non dice che chi ha lasciato con i mondiali di nuoto uno scheletro dello sperpero a Tor Vergata è stato promosso a capo del Coni. Perché non dice che Roma è il regno dei Rom, che possono anche uccidere poiché difesi da Sant’Egidio. Si Sant’Egidio che si permette di dare roulotte posteggiate a casaccio a gente che uccide un povero giovane studente di Teramo a due passi dal gianicolo.
    Per il resto tutto ineccepibile, ma prima dica di questa gente.

  11. Carlo Bertana

    Caro Merlo, sarei molto felice che alla voce da Lei usata se ne associassero altre a lamentare il degrado civico, umano e funzionale della nostra citta’. Non c’è giorno che non ne rimanga rammaricato e umiliato. Sono costretto anche io a girare la testa dall’altra parte per sopravvivere.
    Dalla sporcizia delle strade, venga qualcuno a vedere le condizioni igieniche ed estetiche delle strade vicino a Piazza Scotti, quartiere Monteverde nuovo, all’incivilta’ del parcheggio e della circolazione ovunque, l’inefficienza e corruzione dei vigili, gli ambulanti ovunque, i rom a rovistare nei cassonetti ogni 5 minuti, i questuanti raddoppiati ogni sei mesi, le strade ridotte a carrareccie.
    Ma non avevamo tolto i lavavetri dai semafori? Non era un reato? Sono quasi dovunque.
    Spesso mia moglie frequenta la stazione Termini e le descrizioni sono le stesse identiche da Lei fatte, i borseggiatori dominano padroni e a niente serve lamentarsi con i poliziotti.
    E oltre tutto il crescente livello di aggressività e menefreghismo sociale che porta anche donne e anziani, categorie fino a poco fa più educate o rispettose, a fermarsi ovunque, fare conversioni impossibili, etc etc indifferenti a ogni critica, anzi pronti mandarti a quel paese anche se metti una freccia e rallentando ti tieni a destra per parcheggiare. Ognuno bada solo al proprio piccolo egoistico obiettivo. La cortesia come forma di civismo e eleganza sociale è un ricordo.
    Eppure la nostra è una città unica. Non credevo di diventare cosi’ amareggiato e reazionario !

  12. Mara Malda

    Il buon Merlo nomina le periferie ma non esce dal “salotto buono”, il centro di Roma gentrificato che è stato sottratto a Roma e ai romani e si affida a Tonelli e a Verdone per pontificare. Sperano di risolvere i problemi di Roma con l’esercito, le telecamere, restituendo il Valle al baraccone dell’ETI? Perché Merlo non ha parlato del connubio tra speculatori edilizi e politica? Perché non parla dei 200.000 appartamenti vuoti e dell’emergenza casa? Perché non cerca le responsabilità di questo e di tanto altro tra quelli che ne sono responsabili invece di accollare il degrado a qualche writer? Scendano dal suo pulpito Merlo, e Verdone dal suo attico! Anche loro hanno contribuito ad ammazzarla ‘sta città. Nel loro piccolo, piccolo piccolo

  13. bruna

    Ebbene si, Roma, la mia città che ho sempre amato, sta peggiorando di giorno in giorno!! Lo vedo anche io, non dal Gianicolo, ma da un balcone che dà su una strada poco fuori le Mura Aureliane , anche quelle in stato di abbandono. Un luogo, Porta Metronia, che , come diceva qualcuno in una delle lettere, in mano ai tedeschi diventerebbe un gioiello, come d’altronde tanti altri luoghi di Roma completamente abbandonati. Roma è anche sporca: è un dato di fatto. Ma perché è sporca ? Forse perché alle nuove generazioni e alle vecchie generazioni non è stato insegnato che Roma, essendo la tua città, la devi amare e contribuire a tenerla pulita come tieni pulita la tua casa e che quindi, come non lo faresti mai in casa tua, non devi buttare le carte per terra o le gomme da masticare, o gli scontrini dei negozi e non devi lasciare le cacche dei cani sui marciapiedi. Io ai miei figli ho insegnato tutto questo, perché a me era stato insegnato e perlomeno due giovani e due vecchi genitori non contribuiscono alla sporcizia di Roma. E tanti altri genitori l’hanno fatto. Ma molti no. Vedo bambini e non più bambini che davanti ai loro genitori buttano tutto ciò che non gli serve per terra nell’indifferenza assoluta dei genitori e se gentilmente fai notare la cosa, vieni subito aggredita. A questi genitori non è stato insegnato il rispetto, e non l’hanno potuto insegnare a loro volta, altrimenti ora Roma sarebbe, perlomeno dal lato sporcizia, in uno stato migliore. E’ tutta una catena!! E’ vero ci sono tante persone che, come quella persona di Cittadinanza Attiva, stanno lottando per migliorare questa città, ma sono talmente tante le cose che non funzionano, che ho, da parte mia, una grande ammirazione per loro, per il loro coraggio e abnegazione e soprattutto per la speranza per una Roma migliore. Io, come tanti romani, mi sento come quando hai una persona cara che sta male, che nessuno riesce a guarire e stai li al capezzale guardando impotente il suo peggioramento mentre ti sale dallo stomaco un misto di rabbia e dolore. Io e mio marito nel nostro piccolo abbiamo sempre fatto qualcosa per cercare di contrastare il degrado, ma molte volte, per non dire quasi sempre , ci siamo trovati davanti un muro di egoismi, di interessi personali, di corruzione di menefreghismo, ecc. ecc. ecc.
    Ora che ho una certa età, mi rendo conto che tutto ciò non è servito a niente, e allora mi domando dov’è il “bandolo della matassa” da dove si può iniziare a sbrogliare il pasticcio e ad avvolgere ordinatamente il filo?
    La delusione in persona!

  14. Cappuccetto Rosso

    VIA
    di Ardengo Soffici

    Palazzeschi, eravamo tre,
    Noi due e l’amica ironia,
    A braccetto per quella via
    Così nostra alle ventitré.

    Il nome, chi lo ricorda?
    Dalle parti di San Gervasio;
    Silvio Pellico o Metastasio;
    C’era sull’angolo in blu.

    Mi ricordo però del resto:
    L’ombra d’oro sulle facciate,
    Qualche raggio nelle vetrate;
    Agiatezza e onorabilità.

    Tutto nuovo, le lastre azzurre
    Del marciapiede annaffiato,
    Le persiane verdi, il selciato,
    I lampioni color caffè;

    Giardinetti disinfettati,
    Canarini ai secondi piani,
    Droghieri, barbieri, ortolani,
    Un signore che guardava in su;

    Un altro seduto al balcone,
    Calvo, che leggeva il giornale,
    Tra i gerani del davanzale
    Una bambinaia col bebè;

    Un fiacchere fermo a una porta
    Col fiaccheraio assopito,
    Un can barbone fiorito
    Di seta, che ci annusò;

    Un sottotenente lucente,
    Bello sulla bicicletta,
    Monocolo e sigaretta,
    Due preti, una vecchia, un lacchè.

    – Che bella vita – dicesti –
    Ammogliati, una decorazione,
    Qui tra queste brave persone,
    I modelli della città.

    Che bella vita, fratello! –
    E io sarei stato d’accordo;
    Ma un organetto un po’ sordo
    Si mise a cantare: “Ohi Marì…”

    E fummo quattro oramai
    A braccetto per quella via.
    Peccato! La malinconia
    S’era invitata da sé.

  15. Luciana

    Perché Verdone, Merlo e il PD non hanno mai stigmatizzato l’operato di Alemanno? Alemanno ha ridotto Roma così, ma PD , lo dimostrano gli arresti, rubava insieme al sindaco fascista. Tutti contenti… Marino è onesto, non è poco nell’Italia di oggi. Marino è boicottato dallo stesso suo partito. Chi conosce la storia sa che ci vogliono anni per cambiare le cose, soprattutto i rivoli infiniti della corruzione. Marino sarà fatto fuori, non con la lupara o la dinamite, ma in modo “elegante”, con armi diverse. Ucciso comunque.

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