A pranzo con… 2) Rosario Crocetta L’OMOSESSUALITA’ E’ UNA VIRTU’ ANTIMAFIA

– Dal mensile GQ Numero di NOVEMBRE 2013 –
L’omosessualità è una virtù antimafia? “Sì. Gay, per loro, è peggio di cornuto e sbirro”. Rosario Crocetta è l’ultimo pasticcio (vincente?) del Meridione creativo, la maschera del siciliano gay innanzitutto, un ossimoro antropologico che incanta il mondo perché sbatacchia come un macho la Sicilia dei masculi: “Ci sono intercettazioni spassosissime di mafiosi che parlano di me: ‘proprio da un finocchio ci dobbiamo far mettere i piedi in testa?’ ”. E ricordiamo insieme il De Niro di ‘Terapie e pallottole’ in cura dallo psicanalista: “Dottore, tu puoi dirmi quello che vuoi, ma se mi dici che sono frocio, io t’ammazzo!”.
Per le strade di Roma lo riconoscono : “Minchia, Crocetta c’è”. Lo abbracciano e gli domandano aiuto perché è pur sempre uno zio di Sicilia, ma senza baciamo le mani né voscenza benedica perché è lo zio che si batte contro tutti gli zii. Gli chiedo: è vero che la chiamano re Saro? “Sì, ma io preferirei regina”.
E’ vero che da bambino il nome Rosario non le piaceva perché è troppo femminile? “E’ vero, ma bisogna sempre diffidare dei bravi bambini”. So che scrive poesie ermetiche: “Me le pubblicava Dario Bellezza”. Ecco carta e penna: ne scriva una per GQ. “Ora?”. Ora. (La leggete qui accanto)
Sceglie di pranzare al tavolo di un caffè nella Galleria Colonna che è un palcoscenico strategico : “Almeno duecento siciliani all’ora passano di qua” mi dice il cameriere (di Agrigento). Insalata nizzarda, succo di pompelmo, caffè: è un pasto disinvolto, festoso e veloce, con due messinesi , due ‘mai visti prima’, che lo hanno abbordato e lo fanno sentire a suo agio. “Io sono un berlusconiano” confessa uno. Poi guarda Crocetta negli occhi: “Anzi, lo ero”.
Non ha esagerato un po’ troppo nel ‘fare il gay’? “Sono i giornali che esagerano, soprattutto quelli internazionali”. E non è un po’ troppo dare del mafioso al movimento antimericano di Niscemi contro il radar, il famoso Mous ? “Ma lì si infiltrarono, oltre ai soliti violenti anti-tutto, le imprese mafiose a cui avevo tolto gli appalti. Ho fatto i nomi”. Sul Mouse ha cambiato idea. “L’istituto di Sanità ha stabilito che non c’è rischio. Io non sono ideologico. E non permetto che Niscemi diventi la Val di Susa della mafia”.
Il Magazine del New York Times gli ha dedicato un sontuoso reportage di Marco De Martino e il Washington Post ha scritto che è “un rivoluzionario”. Nella storia della Sicilia è il primo presidente di sinistra, ma Crocetta sta sbranando il Pd che prima lo ha eletto e ora rimpiange gli indecenti Lombardo e Cuffaro: “Io sono contro la mangiugghia e i traccheggi” . Parla come un personaggio di Camilleri? “Parlo come Crocetta”.
Il pasticcio è uomo di popolo: “Odio la macelleria sociale”. E’ il beniamino della curva sud, ma anche della polizia e non appena gli dicono che c’ è una scuola senza tetto o una vittima di un sopruso, lui arriva con quelli del ‘cerchio magico’ che è il porto delle diversità: “Di sicuro non discrimino gli omosessuali. E con me lavorano ragazzi di colore. E otto assessori su dodici sono donne”. E le malelingue? “Lo so, dicono che quella ha una relazione con quell’altro …”. E parlano dello strapotere di un medico-amante: “Combattono con i soli mezzi che hanno, poveretti. Non me ne curo”. Ha nominato assessore la sua segretaria? “Assistente, prego. Bravissima e qualificata”. E’ vero che ha riciclato gli uomini di Lombardo? “No. Mi faccia un solo nome”.
Una volta si è presentato con un hula-hoop rosso ai fianchi: “Per dire in un modo divertente che il cerchio magico, il gay power, non esiste” . Anche il Papa…: “Il Papa ha avuto parole meravigliose sui gay”. Per la verità, Benedetto denunziò la lobby gay: “Forse perché non lo facevano partecipare”.
Il suo consulente Klaus Davì ha fatto di lei la santa delle drug queen: “E’ Klaus che dice di essere il mio consulente”. Non lo è? “E’ un amico, ma se lo seguissi mi metterebbe nei guai. Inventò il mio voto di castità. Figuriamoci”.
Il presidente pasticcia con il cibo come pasticcia con la politica, qualche volta sbrodola, un po’ di rosso d’uovo sul naso e poi di lattuga sul sopracciglio. Mangia come Nenni, Craxi, Tatarella, come il sindaco di Bari Emiliano, come Bossi che afferra dal cartone la pizza, la schiaccia nella mano e la addenta lasciando colare il sugo e la mozzarella: “Sono semplice e vero. E mangio con gli autisti”.
Pur essendo un pranzo leggero è il contrario della mela del manager che è penitenziale mentre questa è ‘agape’, coralità amorosa e fraterna, la condivisione del rancio dei veri comandanti: Rommel , Montgomery e … Crocetta: “In Sicilia sono così abituati a non decidere che io sembro Rommel”.
Parliamo di province che lui solo, in Italia, sta davvero abolendo. E ci sono tanti comuni che Crocetta scioglierebbe per mafia: “Ci vorrebbe ancora Anna Maria Cancellieri che è stata un fantastico ministro degli Interni”.
Crocetta parla dei 21 giornalisti che ha licenziato: “Tre comunicati l’anno. Ora li scrivo da solo e mi hanno denunziato per esercizio abusivo della professione giornalistica”. Gli dispiace aver cacciato Franco Battiato: “Si lasciò andare, disse che le parlamentari sono tutte troie”. Nessun rimpianto invece per Zichichi: “Guardava la Sicilia con il telescopio”. E Ingroia? “Gli ho dato una possibilità. Non mi piacciono quelli che picchiano sugli sconfitti”.
Davvero pensa di cambiare la Sicilia facendo le capriole? “Non lo so. Ma di sicuro dopo di me nessuno potrà essere eletto presidente se non è contro la mafia. E ora dica: le sembro ancora un pasticcio”? Il pasticcio è la metafora della vita estrema e fuori mano, la vita pericolosa non solo della gente per bene ma anche della sinistra che somiglia alla destra e della mafia che somiglia all’antimafia, il pasticcio è l’estrema risorsa della disperata Sicilia. “Ammetta almeno che la mia poesia è intrigante”.

4 thoughts on “A pranzo con… 2) Rosario Crocetta L’OMOSESSUALITA’ E’ UNA VIRTU’ ANTIMAFIA

  1. Angelo Libranti

    Questo personaggio mi incuriosisce, intuisco del buono in lui ma sembra tutto sfumato, impercettibile, non programmato. Ecco, mi sembra che navighi a vista e non sa ancora dove può o vuole arrivare.

  2. vuesse gaudio

    e la poesia di crocetta? la leggiamo qui accanto, che vuol dire? su GQ? e dario bellezza dove gliele pubblicava le poesie? pranzare al tavolo di un caffè nella Galleria Colonna non pensa, Merlo, che possa ingenerare un’assonanza con GQ, non solo per via della “culonna”? e sostanzialmente non pensa che il voto di castità attribuitogli da davì possa essere alla base della cacciata di battiato ?

  3. Emanuele Antonuzzo

    Sono di Gela, quì Crocetta ha fatto il sindaco per sei anni non riuscendo a essere un buon amministratore. Però è stato un buon primo cittadino, la contraddizione è solo apparente. Le scorse elezioni regionali ho votato Crocetta, non per ragioni campanilistiche bensì perchè ho ritenuto che potesse debellare lo strapotere della burograzie regionale, dove si annidano i peggiori interessi siciliani. Dopo più di un anno, non sono sodisfatto, Crocetta avrà fatto forse un tentativo ma con risultati alquanto insufficienti. Per questo spero che a partire del prossimo anno – penso ad esempio alla gestione dei nuovi fondi europei – Crocetta sappia tracciare in modo chiaro la strada di “Sicilia 2017″ (anno della scadenza del suo mandato) specificando obiettivi e tempi della sua azione politica. Insomma, auguro a Saro Crocetta di uscire dal “pasticcio” – Merlo ha ragione a chiamarlo così – in cui sembra agire attualmente. Il punto non è solo l’antimafia: anche perchè la mafia semplicemente non deve esistere, piuttosto è fondamentale che vengano coinvolti i siciliani di valore. Francesco Merlo, siciliano che vive lontano, può dare un grosso aiuto: sia dal suo pulpito un faro che faccia luce sulla politica siciliana.

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