COSA SIGNIFICA FINIRE NELLA GOGNA DI GRILLO

All’inizio l’ho presa a ridere. Leggere “più che un merlo mi sembra una cornacchia”, “merlo di nome e di fatto”, “vai a cinguettare altrove”, mi riportava al ginnasio quando il professore per interrogarmi diceva: “Merlo, ce la fai una cantatina?”. Ma già nel pomeriggio avevo cambiato radicalmente umore.

Dopo una lunga serie di “leccaculo”, “pennivendolo di regime”, “l’uccello di repubblica fa schifo anche al mio uccello e la carta di quel giornale è buona per la merda di cane”, un tipo con un nome che sembra vero, Umberto Vassallo, mi ha mandato nell’occhio (testuale) il suo “sputo elettronico “.

E mi sono chiuso in casa, ho ingoiato tutti gli insulti, uno per uno, e ho persino rivalutato il turpiloquio quando un tal Napoleone mi ha spiegato che “sarà il Popolo a giudicare, questa è una “guerra”, non l’ha scelta né Grillo né chi milita in questo movimento!! L’ha scelta chi ha ridotto il paese in queste condizioni..!”. Quindi mi è tornato agli occhi l’ancheggiare spavaldo di un teppista mafiosetto, che avevo conosciuto quando lavoravo al giornale l’Ora, leggendo Victorio Pezzolla da Milano: “Non si tratta di usare le pallottole, ma ai giornalisti che mentono, come agli stronzi di regime, una qualche rappresaglia un mio amico – non io – dice che la farebbe. Tipo strisciare le loro macchine con la chiave. Non bisogna farlo però. Però però …”.

Io sono vecchio del mestiere, ne ho viste tante e non è la prima volta che mi insolentiscono e mi minacciano, proprio come diceva ieri il solo tweet grillino che mi ha fatto simpatia: “Caro Merlo, per farti insultare non avevi bisogno della lista di Grillo”. Voglio dire che sono un polemista e mi piace pure la faziosità consapevole, onesta e dichiarata, perché accende la critica, turba e frastorna, suscita sentimenti e passioni, mobilita altre leali faziosità. Insomma ho sempre pensato che le polemiche sono il sale della democrazia.

E però non mi pare un polemista ma solo un vigliacco l’uomo (o donna? chi può dirlo?) che nel chiuso della sua stanzetta, più nascosto di un black bloc con il passamontagna, sotto lo pseudonimo di Antonio Augusto pigia i tasti del suo computerino: “Bisognerebbe appostarsi e, appena passa Merlo, lanciargli secchi di merda di porco”. Un tal Giovanni più pulito mi vuole “al rogo!” perché sono “un servo di Letta” e io immagino che parli del nipote. Gio66 invece spera che repubblica mi “epuri quanto prima”. Fabio Giarratana dice che sono “un mangiapane a tradimento”. La firma Lorenzo apre il dibattito sulla pena da infliggermi: “Non che il giornalista debba essere gambizzato o ucciso, ma costretto a zappare la terra in un letamaio” dove, profetizza Giampaolo da Lisbona, rimarrò, “piccolo uccellino, a gracchiare solo e maledetto”. Igor invece leggendomi è stato colto “da improvvisa sciolta intestinale” e perciò “stampa la pagina e …”.

Non ho ovviamente paura di nessuno di questi sporcaccioni che presi uno a uno sono ridicoli e innocui. Mi impressiona però il numero e l’altra sera mi sembrava di sentire marciare i loro tasti, come la tarantella di Morricone nel film “Allonsafan” quando battono i forconi. Solo che quelli erano i contadini poveri e questi sono gli incappucciati digitali.

Dunque ad un certo momento le contumelie, i “caro testa di cazzo…” arrivavano da tutti i lati, e non riuscivo più a seguirne l’origine. Dal blog, dal twitter, dal mio indirizzo mail, dai commenti nel sito dove archivio i miei articoli, le ingiurie crescevano come le coppie di conigli nel famoso rompicapo matematico del Fibonacci. Ma era come se gli insulti stimolassero la mia coscienza. Non cambiavo di umore perché mi offendevo, ma perché capivo il pericolo e capivo che è un pericolo al tempo stesso vecchio e nuovo. A questo punto, con la tecnica dell’estraniamento, mi sono staccato da me stesso. E mi sono chiesto da dove veniva quella pioggia di ingiurie e di oltraggi viscerali.

Dunque era accaduto che il mio articolo in difesa della collega Maria Novella Oppo, finita nella gogna di Grillo, mi aveva guadagnato, a mia volta, un secondo posto in gogna. E però tutto quel diluvio di scaracchi era figlio di una sola nuvola: l’editoriale di Marco Travaglio sul Fatto quotidiano che è purtroppo la casa nobile di cotanta indecenza.

In simbiosi con i picciotti dell’odio, che sono ammaestrati pavlonianamente, Marco Travaglio possiede la tecnica di innesco. E dunque domenica nel suo editoriale, dopo un premessa critica verso Grillo e a favore della Oppo che, non solo ai miei occhi esperti, è subito parsa finta, ha indicato alla truppa dei grillini l’obiettivo da colpire e ha fornito loro anche il lessico. Scrive Travaglio: “Per gli house organ del Pd Formigoni era un corrotto e Alfano un incapace finché stavano con Berlusconi: ora che si sono messi in proprio (così almeno si crede) per sostenere il governo Napoletta diventano le reincarnazioni di Quintino Sella e Camillo Cavour”. Travaglio non osa dire che repubblica è un house organ del pd agli ordini di Alfano ma lo insinua: “la prova sul campo” di questa “parodia di dialettica” è arrivata l’altroieri “con le reazioni smodate all’attacco del blog di Grillo alla Oppo: solidarietà pelose di indignati speciali, tanto smemorati quanto spudorati”.

Ecco: “Chissà dove cinguettava (che ora su Repubblica paragona Grillo ai killer di Walter Tobagi, di Pippo Fava e di Giancarlo Siani) un mesetto fa, quando il neostatista Alfano chiese al padron Silvio la cacciata di Sallusti dal Giornale perché si era permesso di attaccarlo?”.

Come si vede c’è lo spruzzo del lordume che sta per venire fuori. Dall’uso del cinguettio (quello si chiama Merlo, diamogli sotto) al delirio su una mia conversione agli interessi di Alfano, (e qui il ridicolo per un lettore di repubblica è evidente), alla mistificazione sul paragone con i killer, insomma Travaglio ha dato il la a tutto quello che poi sarebbe stato spurgato sul blog. Io non sono interessato alla fenomenologia di Travaglio, non mi importa niente dell’antropologia dei piromani, noto solo che fuoco e lerciume possono far credere di vendere qualche copia in più o di far crescere l’audience. Tutti i padri nobili del giornalismo italiano di ieri e di oggi, da Montanelli sino a Scalfari, inorridiscono.

Dunque alla fine non ridevo più quando gli insulti si moltiplicavano, trecento, quattrocento, cinquecento, seicento …, provocandomi un magone d’impotenza. Ho capito infatti che io non c’entravo nulla, che avevano fatto di me un totem, un bersaglio; che io, per un giorno, ero il giornalismo, e proprio nel senso della fatica dello spirito critico che loro tanto odiano. Non potevo fare niente, neppure quello che ti viene in mente subito, come andare dai carabinieri a denunziare la minaccia, la diffamazione, la violenza privata, reati di varia gravità che sulla rete sono impuniti.

Non sono neppure riuscito a incollerirmi, non c’era nessuno contro cui reagire. Mai però ho avuto così chiaro che Grillo e Casaleggio non sono stati ancora circoscritti e bene identificati. È vero che non sono Alba dorata ma, in un certo senso, sono peggio perché lì almeno funziona la profilassi ideale e culturale, come è sinora accaduto in Francia con Le Pen. Mentre qui c’è una complicità diffusa e una sottovalutazione, come fossero solo troll del web e non teppisti pericolosi, goliardi ingenui e non eversori malati, comici e non drammatici. Grillo non è un nuovo sessantotto, i grillini non sono i figli sulle barricate contro i padri. I capi sono miei coetanei inaciditi che innescano, danno fuoco alle polveri e nella black list dove oggi stanno i giornalisti domani metteranno i manager, gli artisti, le figure pubbliche…, sino a quando non arriveranno al vicino di casa.

Ecco perché di notte, mentre gli insulti continuavano a piovere, io ho sognato che quella marcia di tasti diventava un unico boato, un solo grande insulto che tornava finalmente al mittente, come uno sputo controvento.

55 thoughts on “COSA SIGNIFICA FINIRE NELLA GOGNA DI GRILLO

  1. fabrizio panzieri

    Tutta la mia solidarietà’, per quello che conta.
    Un dispiacere in più’ e’ vedere Dario Fo usato da quei mascalzoni. Che tristezza!.
    Con enorme stima e molto affetto Fabrizio Panzieri

  2. giuseppe severino

    tutta la mia solidarietà.
    il web ci dà grande possibilità e libertà di comunicazione; ma ricordiamo, sempre, che la libertà di ognuno cessa nel momento in cui si impedisce ad un altro di esprimere la propria.
    con molta stima.
    severino

  3. Mariacristina Guadagno

    E’ proprio il Suo spirito critico, la Sua capacità di scavare fino a cogliere l’ essenza delle cose e di crere le suggestioni che toccano l’anima , che suscita in questo sciagurato popolo del web reazioni così oscene ed indegne .
    Continui ad essere come è sempre stato e pensi che esistono – Lei lo sa- tante persone che, in silenzio e con discrezione , l’ammirano e l’apprezzano per il Suo splendido modo di lavorare.
    La saluto con affetto.
    Mariacristina Guadagno

    N. B. : m i è piaciuto il Suo sogno con “sputo controvento” finale !

  4. EZIO DEGRADI

    Caro Merlo
    ovviamente le do tutta la mia solidarieta’.
    Resto pero’ convinto che,a meno di inviti espliciti alla violenza,perseguibili,spero,per legge,la liberta’ di critica(non di insulto)sia sacra,finche’,ripeto,sia verbale,anche pero’nei confrontio dei giornalisti che,spesso, dietro la liberta’ di stampa, mandano messaggi spaventosi.Fin troppo facile pensare a Sallusti e Belpietro ed a certi loro titoli che passano impuniti,o alle analisi sottili ed ambigue,ma non meno devastanti, di signori come Romano ed Ostellino.
    Detto questo, l’incitamento alla violenza è (ripeto)un reato perseguibile e,comunque OGNUNO E’ RESPONSABILE DELLE SUE AZIONI E DI CIO’ CHE SCRIVE,altrimenti torniamo alla logica perniciosa dei CATTIVI MAESTRI per cui si sa da dove si parte ,ma non si sa dove si finisce.
    Buon lavoro,Ezio Degradi

  5. Daniele Pluchino

    Un pezzo che unisce magnificamente la narrazione dei sentimenti personali con l’analisi acuta della gogna grillina. Daniele e Carmelo (un amico) Pluchino

  6. volty

    Qui si continua, prendendo a pretesto attacchi stupidi da parte di una parte di incazzati militanti del M5S, con il disperato tentativo ti rovesciare la logica.

    Qui si continua a cercar di trasformare una semplice denuncia di faziosità in squadrismo, in attacco al giornalismo, in attacco alla libertà. Qui si segue la strada comoda del rispondere agli stupidi onde non rispondere alle obiezioni riportate nei commenti ragionati.

    La Oppo ha scritto
    http://frontedelvideo.com.unita.it/tv/2013/12/06/il-parlamento-e-la-gazzarra-continua-dei-grillini-in-diretta-tv/

    ed il blog di Grillo ha denunciato questa faziosità sovvenzionata, questo modo di elargire sputi scambiandoli per critiche e/o opinioni.

    A questo punto non resta altro che prendere atto che Merlo è solidale con la sua collega a prescindere, che Merlo parla degli accaldati stupidi onde non doversi pronunziare sulla qualità dell’articolo della collega, onde non rispondere alla domanda se quello è giornalismo (foss’anche di polemica … per amor di dio!) degno di una democrazia. Io nell’articolo della Oppo ravviso soltanto offese gratuite e questo pomeriggio mi sono sintonizzato su canale 5 per vedere se lì argomentano un po’ meglio le loro opinioni – infatti…!

    @ M5S Lasciate perdere Merlo e concentratevi sull’articolo della Oppo: individuate (oltre l’evidenza – per i tordi), indicate e ribadite le scorrettezze ivi contenute – perché tutto parte da lì – perché stanno rovesciando la logica accusando Grillo di teppismo quando le cose stanno, casomai, al contrario. Ci vorrebbe una bella esegesi, riga per riga, parola per parola, ed un confronto, ponendo una domanda semplice semplice: Signor Merlo, in quale paese passano come articoli di critica / opinione dei semplici, gratuiti, insulti, in quale democrazia un giornalista, perlopiù sovvenzionato, perlopiù di un giornale organo di stampa di un partito avversario, si può permettere di etichettare, senza argomentare, come «pagliacciate» le azioni degli avversari. Non turbate con gli insulti il Sig. Merlo. Rivolgetevi a lui con gentilezza e chiedetegli di pronunziarsi NEL MERITO DEL SINGOLO (dei singoli, incriminati) articolo della sua collega. Sono certe, ma anche no, che se non lo insultate, si degnerà di rispondervi.

    1. anacondabay

      Ti stai consumando ( azzardo un’ipotesi: il cervello?) per difendere una tesi indifendibile.
      Tanto per usare il linguaggio a te e a voi noto e usato: VA A CAGARE TE E TUTTI I GRULLINI FASCISTI COME TE.

  7. Sandro Solinas

    Lei è molto bravo. La sua scrittura scatena tante invidie. Questa è una delle ragioni di tanto astio. Non so se le è di conforto.

  8. salvo53

    Solidarietà totale. Sono d’accordissimo che lo squadrismo del web non va minimizzato o considerato folklore (anche i leghisti della prima ora furono sottovalutati. I danni morali causati dalla loro incultura li pagheremo ancora per anni).
    Non tutti, ma una grossa fetta dei grillini sono semplicemente degli “sfascisti”; non si possono definire dei fascisti perchè non hanno neanche la base ideologica del fascismo. Puntano allo sfascio totale, assecondando (involontariamente?) i deliri dei loro psicopatici teorici che non sono solo i soliti nomi noti. Anche io, come tantissimi italiani, sono schifato da questa classe dirigente (non solo politica, ma anche imprenditoriale, manageriale, baroni universitari, magistrati insabbiatori, sindacalisti solo per carriera, giornalisti prezzolati e chi più ne ha più ne metta) ma dalle macerie non ho mai visto nascere niente di buono, anzi. E poi spiegatemi che cazzo hanno fatto di significativo in questi mesi e con una così grossa rappresentanza in parlamento. Di rivoluzionario non hanno niente.
    Continua senza tentennamenti, la parte sana del paese , anche del web, è con te.
    Grazie per i tuoi articoli

  9. Giancarlo

    Ogni volta che leggo uno scritto di Francesco Merlo non posso che ammirarne lo stile e la semplicità con cui espone concetti e considerazioni che spesso, anche se non sempre, condivido. Il fatto che sia stato esposto al linciaggio mediatico di quel contenitore che si spaccia per “la rete” lo considero un punto di merito a Suo favore, prescindendo dalla tristezza e dalla drammaticità del contesto.
    Non posso fare altro che esprimere la mia solidarietà nei Suoi confronti e nei confronti di qualsiasi giornalista finisca in quel “palco”, a prescindere dalla mia condivisione o meno di colori, idee e contenuti.
    Con sincera stima!

  10. Bruno Venturi

    Caro Merlo, sono convinto che gli attestati di solidarietà e di simpatia nei suoi confronti saranno sempre superiori al numero delle disapprovazioni provenienti dall’anonimato idiota. Grazie sempre per i suoi scritti! Bruno Venturi (Irgòli, Nuoro)

  11. Giulia Zucchetti

    Reduce dalla lettura delle “critiche obiettive e certamente innoque” sul blog dell’M5S, sento il bisogno di esprimere la mia solidarietà e il mio apprezzamento per le sue capacità. Sono disorientata, incredula davanti a insulti di bassissimo livello, incapace di pensare che quei commenti possano essere stati scritti realmente. Continuerò a leggere i suoi articoli con grande piacere, nonostante i molteplici avvertimenti ad aprire gli occhi, a smascherare le ipocrisie e a rifiutare le aberrazioni di un’informazione serva del potere.
    Confido nello sputo controvento.

  12. Beppe Volpiano

    “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
    e fui contento, perché rubacchiavano.
    Poi vennero a prendere gli ebrei
    e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
    Poi vennero a prendere gli omosessuali,
    e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
    Poi vennero a prendere i comunisti,
    ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
    Un giorno vennero a prendere me,
    e non c’era rimasto nessuno a protestare.”
    (Martin Niemöller)

    Poi, magari, verranno a prendere anche i giornalisti scomodi,
    quelli che osano mettere in discussione il nuovo Unto del Signore
    di turno… Tutta la mia personale stima e solidarietà con l’invito
    (se mai ve ne fosse bisogno) a continuare a scrivere in libertà
    come ha sempre fatto, conscio del fatto che siamo in tanti (molti
    più di loro!) ad amare i suoi scritti con “la faziosità consapevole,
    onesta e dichiarata, (che) accende la critica, turba e frastorna,
    suscita sentimenti e passioni, mobilita altre leali faziosità”. Grazie,
    signor Merlo!
    Beppe V.

  13. Marta Rapezzi

    Caro Merlo,
    innanzitutto la mia solidarietà per gli attacchi fascisti dei quali è stato oggetto.
    C’è una sola cosa che non mi vede d’accordo con lei, quando afferma che sul web non vigono le stesse leggi che vigono “fuori”. Non vedo perché non dovrebbero, non vedo perché gli insulti e le minacce che vengono scagliate via internet non dovrebbero essere perseguiti al pari di quelli rivolti per strada o in uno stadio o ovunque. Sa cosa dovrebbe fare, secondo me, lei che ha la visibilità per trasformare questa azione in una dimostrazione? Scegliere le minacce e gli insulti peggiori che le siano stati rivolti e denunciare gli autori alla polizia postale. Le leggi che regolano il web ci sono, e ci sono le modalità per scoprire chi siano gli autori delle azioni contrarie alle leggi stesse. Li denunci, dimostri che chi minaccia non resta impunito, anche e soprattutto nel web, dove resta memoria registrata di tutto ciò che scriviamo.
    Con rinnovata stima,
    Marta Rapezzi

  14. Angelo Libranti

    Tutta questa solidarietà sarebbe stata più efficace esternarla fra i commenti negativi, come a dire siete delle emerite teste di cazzo, plagiati da un guitto da strada. Qui non vi legge nessuno o, almeno, non vi leggono le teste di cazzo.

  15. Roberto

    Massimo rispetto e solidareità per il suo lavoro. Le offese superficiali e patetiche di anonimi sono irrilevanti. Non è irrilevante il comportamento di Grillo, per me recentemente ha oltrepassato il segno, dal diritto di critica è passato all’istigazione di reato.

  16. Jimmy Bigstone

    Non essendo una gara non ci sono vincitori. Non c’è ragione da una parte e torto dall’altra. Ripugno gli attacchi ad personam; quei grillini ed il loro leader dovrebbero studiare anche diritto, a fondo ed a lungo. Studiare anche la storia dovrebbe aiutarli a rispettare l’altro e le sue idee. Si faccia forza, inutile che glielo dica. Rispetto il suo pensiero e la sua nobiltà. …capisco anche quel sentimento di pancia di quel popolo. …avrei voluto fosse un sentimento istruito e costruttivo e non ignorante e distruttivo quale purtroppo è diventato. Amavo quel Grillo ecologico che raccoglieva quelle idee di altri nei suoi spettacoli… detesto il santone assolutista che oggi impersona. …provo compassione per l’esercito dei suoi legionari

  17. Gianni

    Urka: piatto ricco mi ci ficco. Si preanuncia l’o.k. corral se non dell’anno, sicuramente di fine anno. Due penne fra le più appettitose della stampa nostrana stanno inforcano il cinturone e, a la guerre comme a la guerre, si prospetta un duello appassionato e appassionante. C’è da scommettere: dopo questa chiamata a correo di Francesco, domani Marco risponderà per le rime. E poi, di sicuro, ci sarà il ritocco di Francesco e il film crescerà di botteghino e di critica. Che fra i due non corresse buon sangue era nell’aria. Con il primo, Marco, che ogni tanto provocava, maneggiava, senza lanciarlo, il guanto di sfida (giornalista, riferendosi a Francesco, una volta spiritoso, anche se dallo stile barocco, ombreggiando peraltro invidia sui ditirambi di Francesco). E Francesco che, senza lasciare traccia scritta, rimandava oralmente alle sguscianti fratulenze niente meno che di Amintore Fanfani. Tentativi forse di sottrarsi, avvertimenti per non svegliare il can che dorme. Ora, finalmente, il cane si è svegliato e, di sicuro, sarà appunto o.k. corral. Mi preparo a un posticino dietro il saloon per sbirciarne avidamente l’andamento.

  18. volty

    Vabbeh, ma qui siamo, con tutta questa solidarietà prostrata in fila indiana, alle comiche – pare di assistere ad una parodia del tifo educato della curva della tv del salotto di casa – morbido, morbido, sdraiato, cuscinato. Oppure ad una parodia sui sistemi uni-partitici – mi ricorda «Un giorno particolare» dove, per nascondere le goffaggini, si osannava, ad alta voce, la guida, suprema… :)

    Sembra una guerra, appunto, tra conigli aggressivi di Fibonacci e finto-pacifici carapaci.

    —<quote> «« In simbiosi con i picciotti dell’odio, che sono ammaestrati pavlonianamente, »»—</quote>

    Io però, da amante di polemiche e contraddittori, apprezzerei di più la vivacità di questi «picciotti dell’odio», con qualunque cazzata/minaccia decorino la loro rabbia, di quanto potrò mai apprezzare la solidarietà invertebrata – ossia amo di più un nemico vivace che un amico seguace.
    (e gli ammaestramenti pavloviani funzionano assai meno da quando c’è internet)

    —<quote> «« Marco Travaglio possiede la tecnica di innesco. »»—</quote>

    Si, vabbeh, ma tutti voi avete una qualche specialità — c’è chi è specializzato in inneschi e c’è chi è specializzato in «preparazione psicologica» (polarizzazione) delle truppe, in bombe finte, ecce ccc.

    —<quote> «« con le reazioni smodate all’attacco del blog di Grillo alla Oppo:»»—</quote>

    Secondo me Marco Travaglio è stato smodato in questo suo usare eufemismi («reazioni smodate») per descrivere reazioni apparentemente isteriche, messe in piedi per difendere (e sviare la attenzione) l’indifendibile — l’articolo della Oppo è indifendibile – Grillo può essere anche il diavolo in persona ma l’articolo della Oppa rimane indifendibile, ed il M5S & Grillo avevano IL DOVERE, ancor prima che il diritto, di far presente le scorrettezze — dopodiché gli si è urlato ed inveito contro – tanto per sviare l’attenzione. Potevano dirlo con un altro linguaggio? — Si, ma temo che vi sareste, ugualmente, «attaccati» alle maniere. Portate pazienza, nel mondo si parlano diversi linguaggi (linguaggi e non lingue). È la libertà, bellezza.

    Non c’è gara.
    imho

    1. beppegrullo

      Insomma stai cominciando a vergognarti di de stesso!
      Auguri!
      Però una pernakkia e un vaffa te li sei strameritati.
      Prendi impacca e porta a casa.
      Fa anche un fioretto a san grullino ligure, datti una calmati e curati il fegato e il cervello se per caso tu ne sia provvisto.

  19. carlo

    che iniziando a scrivere il mio idirizzo e-mail sia apparso quello della mia giovane figlia mi fan ben sperarare che siamo tornati al medio evo ma abbiamo con noi moltissimi giovani che vogliono democraticamente reagire a queste schegge impazzite della nostra ammalata democrazia che consente il turpiloquio a chi non ha altre idee di quelle di critica feroce – molte – e pochissime di concrete proposte per uscire democraticamente da questa nostra crisi senza ledere la libertà, la democrazia e soprattutto lo vieta a coloro che lo seguono e addirittura sono stati eletti da molti cittadini a rappresentarli in parlamento con il loro apporto di democratica giovinezza,

  20. giovanni fabbri

    Caro Francesco,infine che dire?
    che forse a turbamenti sopiti si potranno utilizzare categorie di interpretazione della realtà nelle quali lei è effettivamente maestro,come la antropologia,in questo caso del “popolo”,e la fenomenologia dei vari aspetti di personalità,sociologiche quindi ma non solo,anche psicologiche ,molto più inquietanti come la proiezione,che inevitabilmente porta con amara rassegnazione lungo la via dei ricorsi storici..
    immagino anche a turbamenti sopiti ,come tutto ciò si cristallizzi in indifferenza e poi in coraggio,quello che si radica profondamente modificando infine atteggiamenti e comportanmenti,in poche parole quello di essere un cittadino decente.
    con stima

  21. Ulisse Siracusano

    Caro Merlo,
    purtroppo lei è vittima di un sistema che lei stesso ha un poco contribuito a creare. Lo dico con estrema solidarietà nei suoi confronti. Ahimè Grillo e Casaleggio hanno messo in piedi un movimento che affascina le masse impreparate dei nostri giovani e si lascia manipolare nell’illusione della democrazia del web, che non è democratico per nulla, visto che è esso stesso un business guidato da poche, pochissime aziende. Ci sono riusciti perché la stampa, giustamente affamata sempre di notizie, meglio se di forte impatto mediatico, ha dato peso, troppo peso, alle sparate populiste di un comico e di un markettaro, peraltro manco tanto quotato.
    Comunque stia sereno. Questa gente che scrive su internet si sente libera di dire quello che pensa, che è mediamente molto modesto, e di usare qualunque aggressività verbale sia possibile, semplicemente perché come giustamente lei ha sottolineato stanno chiusi in una stanzetta davanti a un computer. Non hanno nemmeno lontanamente la capacità di immaginare un dibattito serio e intelligente, frontale, con un loro prossimo. Dove erano prima di Grillo? Sempre nelle loro stanzette. Ora hanno trovato Grillo e lui li manipola come meglio crede, sostiene di dare voce alla gente e invece dice solo quello che lui pensa, che non è detto sia sempre sbagliato, ma è il SUO pensiero, in barba alla democrazia. E loro stanno nelle stanzette ad abbaiare come cani ammaestrati appena innescati dal loro padrone virtuale.
    Dorma sereno, tanti nemici tanto onore, nella peggiore delle ipotesi.

  22. Rosario Spinello

    Carissimo Signor Francesco…l’importante è non perdere il sorriso…La sua scrittura è la massima espressione della libertà di stampa…ironica e pungente, vera e genuina espressione del giornalismo che fa riflettere….Utile alla democrazia…Io penso, perchè la seguo, rilanciando i suoi pezzi nel mio account su facebook: che senza la sua ironia molte cose sarebbero insopportabili… La mia, massima solidarietà, e se mi permette amicizia…Saro

  23. angelovendicatore

    Ci farà ancora schiantare dal ridere l’excomico quando racconterà le sue barzellette da San Vittore? Ai grulligrulleschi l’ardua risposta.

    Beppe Grillo rischia di finire nel registro degli indagati di una serie di procure italiane per il post sul suo blog nel quale ha invitato le forze dell’ordine a non difendere più i politici. Non è un’indiscrezione, ma un dato di fatto. Perché una serie di cittadini si stanno recando oggi in vari commissariati in tutto il paese per sporgere denuncia formale. La prima è stata presentata questa mattina a Roma, da parte di Luca De Vecchi e Piercamillo Falasca, che alle ultime elezioni sono stati candidati (non eletti) con Scelta Civica, insieme a Giovanni Susta, figlio di Gianluca, attuale capogruppo dei montiani in Senato.

    “Abbiamo denunciato Beppe Grillo per istigazione di militari a disobbedire alle leggi, reato previsto dall’articolo 266 del Codice Penale”, spiegano gli autori, sottolineando che in particolar modo l’appello ai comandanti in capo di Esercito e Carabinieri abbia profili eversivi. Un reato per il quale sono previste pene fino a un massimo di 5 anni di reclusione. Secondo gli estensori della denuncia, il leader del Movimento 5 stelle si è reso autore di parole che “istigano i militari a disobbedire alle leggi, a violare il giuramento dato e a disattendere i doveri inerenti al loro stato”, e, dunque, violano la legge.

    I tre si sono recati ieri sera al commissariato di San Lorenzo in Lucina, adiacente alla nuova sede di Forza Italia, a due passi dal Parlamento, e hanno presentato i due documenti visionabili in fondo all’articolo. Nei quali si riportano le seguenti parole dell’ex comico: “Vi chiedo – ha scritto Grillo – di non proteggere più questa classe politica che ha portato l’Italia allo sfacelo, di non scortarli con le loro macchine blu o al supermercato, di non schierarsi davanti ai palazzi del potere infangati dalla corruzione e dal malaffare. Le forze dell’Ordine non meritano un ruolo così degradante

  24. volty

    LA STRATEGIA DELLA CAGNARA

    Non ci può essere una democrazia, di fatto, laddove mancano i presupposti per un dialogo civile. Non ci può essere dialogo civile laddove si accusano (velatamente o meno) e/o si etichetta l’altro di fascismo, di squadrismo, di vuoto cerebrale. Non ci può essere uno scambio di pensieri laddove non si pensa e ci si limita, da soldatini della propria squadra, a esprimere solidarietà onde nascondere la non-volontà di capire e approfondire.

    I solidali, accodati in questo post, stanno dando prova di faziosità disarmante – a nessuno interessa chi ha ragione e chi a meno – tutti si spostano, come branca-finti-tont, dal merito dello «scontro» (cioè gli articoli della Oppo, sul recital pro-maestro, sul recital dello scandalizzarsi.

    Aggredire, dopodiché parlare d’altro, lagnarsi, pure!, prendendo a pretesto delle reazioni ben selezionate — esattamente come illustrato dal Grande Maestro Guzzanti figlio: http://www.youtube.com/watch?v=0yQ4gkN9uh4

    1. gurùcontrogurù

      Caro amico (posso chiamarti così?) io sono uno di quelli che ha cercato, senza peraltro riuscirci – devi ammettere che per essere offensivi e diffamatori come grillo bisogna proprio essere vocati – di imitare il linguaggio violento, rabbioso, incanaglito, insultante, volgare…..( trova te tutte le variazioni aggettivali sul tema) che il movimento 5stelle, il suo guru e i suoi trinariciuti seguaci usano, non abitaualmente ma sempre, contro avversari politici e comunque contro chi, ahilui, pensa in modo diverso.
      Tu ti scandalizzi se stai ricevendo in minima parte quegli insulti, che tu e i tuoi amici avete sparso per anni su tutti, urbi et orbi.
      Rifletti e medita: è appena appena iniziata l’operazione “controvento”.
      Ai voglia a raccattare merda.

      ricevere sui vostri bei volti

      1. volty

        Caro amico, io la vedo così:
        da una parte abbiamo un linguaggio (che taluni percepiscono come) volgare ecc, ma dall’altra parte c’è solo il codazzo conformista dietro i professori della pedanteria a supporto del magna-magna.

        Il vaffanculo (e qualsiasi altra offesa / invettiva) di Grillo sono, sempre, degli epiloghi, delle firme vocali (o scritte) in calce alle abbondanti argomentazioni e motivazioni (sui costi, sprechi, ruberie, inganni, tradimenti, ecc ecc) – ma a voi, pedantoni e moralisti delle maniere d’antan, fa comodo parlare soltanto della parte finale.

        1. gurùcontrogurù

          Gradirei un commento da tutti gli squadristi 5stelle che si adontano se vengono apostrofati come fascisti qualunquisti.
          LETTERA DELLA MOGLIE DI FARAONE AL COSIDETTO onorevole nuti (GRULLESCO D.O.C.) CHE HA PUBBLICATO INDIRIZZO PRIVATO E NUMERO DI TARGA DELLA MACCHINA DELLA SIGNORA. DOMANDINA FACIL FACILE: METODO NAZISTA, FASCISTA O MAFIOSO?

          Gentile signor Nuti, è tra le righe che trovo il coraggio di rompere il rumore del silenzio, che circonda frastornante queste ultime ore, catapultata, mio malgrado in una violenza pubblica che fa rimbombare il mio nome, la mia data di nascita, la mia targa ed il mio indirizzo della casa in cui vivo con la mia bambina; ho cercato comunque di lavorare oggi, di andare avanti, di immaginare che le questioni di fango e opportunismo mediatico, su vicende che nulla hanno a che fare con la realtà dei fatti riferiti al padre di mia figlia, passassero per le vie della politica, delle sedi opportune, delle giuste querele….ma poi , tornata a casa, avevo paura di far stare la mia piccola in giardino, controllavo continuamente porte e finestre e guardavo le auto che rallentavano con il cuore in gola…non si può avere paura di stare a casa propria, di non si può avere paura per l’incolumità dei propri cari, perché, qualcuno che siede nei banchi del parlamento, pubblica a tua insaputa i tuoi dati personali dentro una vicenda, inverosimile, solo per farsi quella pubblicità che diversamente non sarebbe in grado di farsi, mentre si occupa dei bisogni del paese e degli italiani.

          Non voglio dilungarmi, anticipo che, nelle sedi opportune sporgerò denuncia, sentire violentata la propria intimità, per una persona che, come me, ha chiuso sempre nel silenzio, dolori, vicende e vita personale è davvero devastante.

          Sono cresciuta all’interno di un percorso politico che mi ha vista condurre battaglie importanti al fianco dei bisogni e delle lotte per la legalità portate avanti nel quartiere in cui sono nata, che amo e che ho dovuto abbandonare, insieme al mio impegno, per via di dolorose vicende intime e personali.

          Sono figlia dello Zen di palermo, e non intendo neppure discutere su quanto, lei signor Nuti asserisce in merito a sedicenti rapporti con la malavita, ma sono cresciuta anche studiando per coltivare la mia passione politica, studiando attraverso i sacrifici di mio padre, operaio, un solo stipendio, quattro figli, con il sogno di vederci dottori, e studiando ho maturato la convinzione che la politica è una cosa seria, che le istituzioni, la prassi, le modalità, le regole e il rispetto delle persone in quanto tali, contribuiscono a rendere più grande questo nostro paese, io purtroppo, non appartengo come lei, al popolo che crede che la democrazia vada delegata ad un tweet oppure ad internet, io, signor Nuti, mi scusi, vengo dalle Frattocchie, ho studiato politica lì.

          Non voglio stare a casa mia ed avere paura, non voglio vivere nella paura per la mia bambina, ne negarle di stare sola in giardino, esigo intanto, le sue scuse pubbliche ed immediate, per aver violentato la nostra privacy senza nessun titolo e nessuna giustificazione, esponendo me e la mia famiglia alla mercé di chi può farci del male, intanto da uomo delle istituzioni, nel pieno titolo dei miei diritti di cittadina libera e onesta le chiedo questo, per il resto, convinta come sono, che esistano luoghi opportuni per denunciare e fare giustizia andrò avanti, per le vie in cui credo, per dimostrare che , un cittadino può e deve avvalersi dei propri diritti credendo nelle istituzioni, non delegandole a facebook , ne trasformando il Parlamento Italiano in un circo.

          Le sue scuse, signor Nuti, sono un gesto morale che lei ha come obbligo nei riguardi del pericolo a cui ci ha esposti e nel rispetto della nostra privacy violentata, le sue scuse alla mia famiglia, sarebbero , forse, il primo atto istituzionale che lei compierebbe da uomo delle istituzioni…non basta aver oscurato un link, lei ci deve le sue scuse per la paura che avrò negli occhi nei giorni a venire da mamma angosciata e per quella che trasmetterò alla mia bambina..le sue scuse, signor Nuti alla nostra famiglia per aver oltrepassato il limite della superficialità, credendo di aver il diritto di violentare la nostra intimità.

  25. Merlo

    Caro signor Merlo. Purtroppo io non sono un affezionato lettore di Repubblica, nè di qualsiasi altro giornale. Tuttavia quando mi consigliano di leggere un articolo lo faccio volentieri, e in questo caso ho voluto leggere il suo nonostante di solito cerchi di evitare qualsiasi pezzo riguardante Grillo e il suo movimento perchè sono allergico alla stupidità e vederne tanta tutta insieme mi fa male. Infatti dopo aver letto questo articolo mi stanno venendo virtuali istinti omicidi. Per non abbassarmi al livello della… …gente (diciamo così) che usa ricoprire di insulti altre persone nel modo che traspare dal suo articolo (e che ho appena verificato mio malgrado su beppegrillo.it), mi limito a esprimere la mia solidarietà di Merlo a lei che porta questo nobile cognome. A differenza sua io non mi sono sempre chiamato così, il mio è un soprannome che mi è stato dato 7 anni fa, ed ora tutte le persone che mi vogliono bene mi conoscono in questo modo. Non me ne sono MAI dispiaciuto. Il merlo non è l’avvoltoio, signor Francesco, non usa nutrirsi di è invece un animale che conosce bene il mondo visto dall’alto ma che allo stesso tempo sa cosa vuol dire becchettare in mezzo al fango, conosce cose che all’aquila sono nascoste. Migliaia di Grilli possono frinire contro il Merlo, ma sarà sempre lui a mangiarseli a colazione. Certo, la sua vita d’inverno è piena di Travagli, ma a primavera sarà sempre lì a cinguettare contento. Quindi non si abbatta signor Merlo, lei che ha la fortuna di portare il nome di questo nobile animale, tra un paio di tempeste di grilli non ne resteranno più e il loro lordume sarà dimenticato, mentre leisarà già pronto per quella dopo.

  26. andrea

    lei non merità nessuna solidarietà.Guardi che anche travaglio riceve molti insulti sul web poi lei ha definito il suo editoriale casa nobile di indecenza e afferma pure che la sua difesa verso la Oppa era pure finta .Solo x queste affermazioni si capisce che tipo di giornalista lei è.Fermo restando che insulti personali a singoli giornalisti come succeso sul blog di Grillo sono sbagliati le consiglierei di non arrabbiarsi se il vicedirettore del Fatto Quotidiano è più preparato di lei.Oggi le ha pure risposto in un articolo molto puntuale…

  27. Giovanni Maria

    Per l’immortale legge del contrappasso anche tutti i vaffa sono destinati a tornare al mittente che, nella sempre più disperata necessità di suscitare scalpore e attenzione è ormai preda di quotidiani deliri.
    È l’uomo che morde il cane per far notizia.
    Il destino è già scritto e segnato, fors’anche cercato e voluto: l’inettitudine di questo comico, ancora sul palcoscenico, seppur in declino e disarmo, è destinata a produrre un sicuro ritiro sdegnato dalla politica, per coprire l’incapacità a costruire, al di là del desiderio distruttivo che non trova adeguato pubblico e uditorio.

  28. Victorio Pezzolla

    Egr. sig. Francesco Merlo,

    ho visto che nell’ articolo di cui sopra, pubblicato anche su Repubblica, ho avuto l’ “onore” di essere da lei citato con nome e cognome. Gacche’ non mi pare di conoscerla, ne’ di averla mai incontrata e ne’, tantomeno, posso assomigliare ad un “teppista mafiosetto” come lei mi descrive, data la mia veneranda eta’ ( 61 ) , e’ certo che lei abbia sbagliato persona e vorrei perciò avere da lei delucidazioni, poiche’ non ho mai scritto e neppure MAI detto ( ne’ pensato ) quello che lei mi attribuisce tra virgolette:

    “Non si tratta di usare le pallottole, ma ai giornalisti che mentono, come agli stronzi di regime, una qualche rappresaglia un mio amico – non io – dice che la farebbe. Tipo strisciare le loro macchine con la chiave. Non bisogna farlo però. Però però …”.

    E’ sicuro che lei si stia sbagliando e puo’ facilmente comprendere che cio’ che ha scritto su di me e diffamante, dato che come lei, ho una reputazione ed una carriera ( di musicista ) da difendere.

    Di certo mi avra’ scambiato per un’ altra persona poiche’, ripeto, non ho mai ne’ scritto ne’ detto ciò che lei mi attribuisce nel suo articolo su Repubblica, che e’ lo stesso che ha pubblicato qui sopra.

    Attendo quindi cortesemente una sua smentita, e nel frattempo la saluto cordialmente.
    Victorio Pezzolla

  29. fernanda lampugnani

    voglio farle arrivare tutta la mia immutevole stima ed ammirazione.leggere i suoi scritti aiuta ,ciascuno di noi, a pensare e ragionare con la propria testa.
    il grido “bruciate i libri”, rivolto ad una libreria di savona,mi preoccupa moltissimo.è per me il segno della fine di tutto.
    offenderla e minacciarla ha lo stesso significato di quel grido.
    un abbraccio sincero da una sua assidua lettrice.
    fernanda lampugnani

  30. gurùcontrogurù

    METODO FASCISTA, METODO MAFIOSO O METODO MAFIOSO-FASCISTA
    (complimenti ai pentagrulluti)

    Gentile signor Nuti, è tra le righe che trovo il coraggio di rompere il rumore del silenzio, che circonda frastornante queste ultime ore, catapultata, mio malgrado in una violenza pubblica che fa rimbombare il mio nome, la mia data di nascita, la mia targa ed il mio indirizzo della casa in cui vivo con la mia bambina; ho cercato comunque di lavorare oggi, di andare avanti, di immaginare che le questioni di fango e opportunismo mediatico, su vicende che nulla hanno a che fare con la realtà dei fatti riferiti al padre di mia figlia, passassero per le vie della politica, delle sedi opportune, delle giuste querele….ma poi , tornata a casa, avevo paura di far stare la mia piccola in giardino, controllavo continuamente porte e finestre e guardavo le auto che rallentavano con il cuore in gola…non si può avere paura di stare a casa propria, di non si può avere paura per l’incolumità dei propri cari, perché, qualcuno che siede nei banchi del parlamento, pubblica a tua insaputa i tuoi dati personali dentro una vicenda, inverosimile, solo per farsi quella pubblicità che diversamente non sarebbe in grado di farsi, mentre si occupa dei bisogni del paese e degli italiani.

    Non voglio dilungarmi, anticipo che, nelle sedi opportune sporgerò denuncia, sentire violentata la propria intimità, per una persona che, come me, ha chiuso sempre nel silenzio, dolori, vicende e vita personale è davvero devastante.

    Sono cresciuta all’interno di un percorso politico che mi ha vista condurre battaglie importanti al fianco dei bisogni e delle lotte per la legalità portate avanti nel quartiere in cui sono nata, che amo e che ho dovuto abbandonare, insieme al mio impegno, per via di dolorose vicende intime e personali.

    Sono figlia dello Zen di palermo, e non intendo neppure discutere su quanto, lei signor Nuti asserisce in merito a sedicenti rapporti con la malavita, ma sono cresciuta anche studiando per coltivare la mia passione politica, studiando attraverso i sacrifici di mio padre, operaio, un solo stipendio, quattro figli, con il sogno di vederci dottori, e studiando ho maturato la convinzione che la politica è una cosa seria, che le istituzioni, la prassi, le modalità, le regole e il rispetto delle persone in quanto tali, contribuiscono a rendere più grande questo nostro paese, io purtroppo, non appartengo come lei, al popolo che crede che la democrazia vada delegata ad un tweet oppure ad internet, io, signor Nuti, mi scusi, vengo dalle Frattocchie, ho studiato politica lì.

    Non voglio stare a casa mia ed avere paura, non voglio vivere nella paura per la mia bambina, ne negarle di stare sola in giardino, esigo intanto, le sue scuse pubbliche ed immediate, per aver violentato la nostra privacy senza nessun titolo e nessuna giustificazione, esponendo me e la mia famiglia alla mercé di chi può farci del male, intanto da uomo delle istituzioni, nel pieno titolo dei miei diritti di cittadina libera e onesta le chiedo questo, per il resto, convinta come sono, che esistano luoghi opportuni per denunciare e fare giustizia andrò avanti, per le vie in cui credo, per dimostrare che , un cittadino può e deve avvalersi dei propri diritti credendo nelle istituzioni, non delegandole a facebook , ne trasformando il Parlamento Italiano in un circo.

    Le sue scuse, signor Nuti, sono un gesto morale che lei ha come obbligo nei riguardi del pericolo a cui ci ha esposti e nel rispetto della nostra privacy violentata, le sue scuse alla mia famiglia, sarebbero , forse, il primo atto istituzionale che lei compierebbe da uomo delle istituzioni…non basta aver oscurato un link, lei ci deve le sue scuse per la paura che avrò negli occhi nei giorni a venire da mamma angosciata e per quella che trasmetterò alla mia bambina..le sue scuse, signor Nuti alla nostra famiglia per aver oltrepassato il limite della superficialità, credendo di aver il diritto di violentare la nostra intimità.

  31. Marco Sostegni

    Caro Merlo,
    tutta la mia solidarietà; il “bello” di questo forte rumore di tastiera per gli insulti di solito passa alla svelta. Non passa però la “moda” di giudicare un giornalista da parte di un altro giornalista quando i giornalisti sono noti. E a questo punto non si capisce (da semplice lettore) dove il giornalista 1 voglia arrivare e se il giornalista 2 deve rispondere o lasciar cadere tutto nel silenzio. Chi sa se anche all’estero succede così; dubito assai.
    Buon Natale

  32. gurùcontrogurù

    Oggi il capocomico genovese è stato condannato per diffamazione.
    Sarà la prima di una lunga lista di condanne?
    Spero e credo di si.
    Il tirchione soffrirà e urlerà come un maiale quando viene castrato: dovrà scucire oltre venticinquemila euri.
    Auguri di tante altre condanne sia penali che civili.
    AD MAIORA

  33. Emanuele Antonuzzo

    Sono un suo lettore e anche un suo estimatore, mi permetta però alcune note critiche. Marco Travaglio sarà pure un provocatore però non ha torto quando dice che non è tanto normale che un giornalista venga difeso in Parlamento dal Presidente del Consiglio. I giornalisti devono essere anzitutto liberi – lei secondo me lo è – devrebbero essere poi le sentinelle degli interessi diffusi e rappresentare “una pistola alla tempia” per il potere. Spero caro Merlo che lei abbia un’opinione precisa su tanti suoi colleghi, non mi rifersico solo ai noti prezzolati della scuderia berlusconiana, continuamente presenti nelle troppe trasmissioni televisive, che quando fanno domande ai politici sembra quasi che dicano:scusa se mi permetto. Mi creda Merlo, io ne sento tanti e quasi sempre cambio canale perchè la voglio di insultarli viene facile. Un cordiale saluto dalla sua Sicilia.

  34. marietta

    Auguro all’Italia di cominciare a marciare meglio cosi’ Grillo e Travaglio rimarranno por fin disoccupati.Una parola per i frustati che nascondono la loro violenza dietro un computer………andate a scuola vi fara’ bene!Al giornalista Merlo, che stimo per i suoi bellissimi pezzi ,dico se siamo qui a commentare una ragione ci sara’!Buen trabajo,hasta pronto!

  35. francesco dal pane

    Ci riprovo: si vede che i 5 stelle hanno censurato il mio precedente messaggio che era da intendersi come un’ode al Merlo

    SIAMO COSTERNATI E ADDOLORATISSIMI PER L’ORRENDA GOGNA MEDIATICA CUI è SOTTOPOSTO IL PROFESSOR DOTTOR MERLO, ANCHE SE IN REALTà A LEGGERE I MESSAGGI DEI TRINARICIUTI GUARESCHIANI E DEI NOTARBARTOLI PARE CHE LA GOGNA SIA RISERVATA AI 5 STELLE.
    Vietato criticare il letterato di repubblica perchè come scrivono i mariani “è il nostro giornalista preferito” , per cui ci limiteremo a elogiare il partitocrate, ossia fautore dei partiti, ricordando IL MERLO NEL CINEMA, certi di far piacere a quelle suorine cosi scandalizzate per l’incolumità dell’uccello
    IL MERLO MASCHIO : capolavoro buzzanchiano dove il virile si crede perseguitato e passa nella gabbia di scalfari con i suoi fedelissimi, mostrando virtu amatorie straordinarie
    C’ERA UNA VOLTA UN MERLO CANTERINO che cinguetava lunga vita al governo Letta
    GLI UCCELLI Tra corvi, storni e merli un volgare, mediatico, gognatico attacco alla stabilità del paese
    I FILM DI MAURIZIO MERLI ecco loro potrebbero mettere a tacere il grillo e lasciar cantare il merlo
    Saluti ai merluzzi trinariciuti e in bocca al lupo a i non merliani per i concorsi pubblici STAMPEL

  36. stefano

    Chi ha regalato in passato la morte ad una giovane donna su una strada fredda conosce la pazzia dell intelletto. A sua inutile difesa vomita ora sul mondo e solo di rado e sempre senza coraggio sa che l unica soluzione é l estinzone di se.. prima che il passato ritorni. Sta tornando.

  37. Angelo Libranti

    E’ meglio scriverlo subito: Piena solidarietà a “gurùcontrogurù”.
    Si evidenzia, nell’accorato scritto, l’orgoglio di aver studiato politica alle Frattocchie.
    Perbacco, si tratta del massimo della verità storica e dell’equilibrio di giudizio.

  38. Alessandro

    Ritengo che Merlo sia una delle firme più prestigiose del nostro giornalismo. Io la ritengo la migliore. Possibile che, a prescindere dall’appartenenza ad una testata giornalistica, per altro da sempre pluralista e comunque oggettivamente di valore, non si possa escludere dal proprio argomentare uno scadimento lessicale, un’acredine volgare e improduttiva? E riconoscere a Merlo, al di là delle idee di ciascuno, un giornalismo illuminato e magistrale?

  39. Victorio Pezzolla

    Mi aspettavo una spiegazione, almeno, se non proprio una smentita. Invece no. Come un rullo compressore lei usa le persone e i loro nomi senza curarsi delle conseguenze possono avere, nel caso lei si fosse sbagliato. Lei si E’ sbagliato. Noi non ci conosciamo e non ci siamo mai conosciuti. Con che diritto dunque lei parla di me e mi cita affiancandomi ad un ” teppista mafiosetto “, senza curarsi di quello che hanno potuto pensare le persone che mi conoscono od anche le persone che ascoltano la mia musica leggendo quest’ articolo. Io NON sono colui che lei descrive piu’ sopra. Lei invece, chi e’ ? Si ritiene un professionista ?

  40. Giuliana

    Sa cosa succede, a distanza di quasi sette anni? Che è accaduto l’impensabile, che neanche tutti i romanzi distopici avrebbero mai potuto ipotizzare. Semplicemente quella strategia è uscita dagli schermi ed è dilagata nella realtà
    Il peggio, perchè il bello di internet è che è un’arma a doppio taglio, del web è dilagato nella realtà
    Peggio, si è concretizzato, togliendogli il doppio taglio.
    Le pandemie di virus a cui eravamo abituati erano quelle in internet. Ma prima anche concretizzare gli insulti era diventato realtà
    Fake news, cyberbullying, cyberstalking, gogne, hate speech fino agli abissi da dark web erano già diventati ferite e danni concreti, traumi irreversibili e privazione di libertà da innocenti
    Per qualcuno, come me. Possiamo chiamarli “esperimenti”? sì. Non mi aspetto che lei mi creda, del resto chi avrebbe mai creduto a qualcuno che avesse preconizzato questa strana pandemia che sta traumatizzando un’intera civiltà mondiale?
    E’ accaduto, però, perchè molti, soprattutto quelli che pensavo fossero garanti dei più basilari diritti umani, ciò in cui credevo fermamente anch’io, sono stati zitti quando avrebbero dovuto parlare. Credere. O almeno informarsi, indagare, non è forse compito del giornalista?
    Anzi, qualcuno ha anche appoggiato in pieno queste “strategie” di controllo psicologico. Forse pensavano che fossero “scherzi” fatti a qualcuno che meritasse delle spedizioni punitive. Chissà che delinquenti. Facciamogliela pagare.
    Non è un mistero che dalle parti di Casaleggio & Co. si auspicassero scenari distopici, uso di pesante condizionamento dei cervelli e tecnologie usate come forme di controllo. Oltre all’insulto e al disprezzo, vere tecniche per azzerare la dignità di un qualche nemico. I “due minuti d’odio” di orwelliana memoria, dilatati all’infinito, parole destrutturate per diventare gogne, doppi sensi, allusioni oscene hanno un preciso obiettivo, non sono messe lì a caso.
    Ma le do una notizia anche peggiore: tutti sono diventati Casaleggio (Grillo ha soltanto fornito faccia e soldi), non esiste altro che un unico partito che adopera gli stessi mezzi
    Salvini, Berlusconi, Renzi, Meloni hanno tutti un unico corpo e seicentotrenta teste.
    E migliaia di troll prezzolati a scannarsi nel web
    Le crollerà un mito, ma ricordo che a mia madre un operaio disse che quando andò a fare una riparazione a casa di Tina Anselmi questa gli disse:”Noi in parlamento recitiamo, dobbiamo fingere di essere gli uni contro gli altri, in realtà abbiamo gli stessi interessi. Ci scanniamo per finta e poi ci prendiamo il caffè insieme”
    Roba di tanti anni fa. Che trova piena conferma adesso. Soltanto che scannati e scannatori il caffè assieme non lo prendono.
    Decrescita infelice: paura rabbia odio stress ansia tristezza rinuncia da sfogarsi addosso.

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