ANGELINO IL DIMEZZATO E L’IMPREVEDIBILE COMPLICITA’ DELLA BONINO

Resta, ma dimezzato. E non solo come ministro. Ridono infatti di lui i mezzi amici che l’hanno difeso e lo disprezzano i mezzi nemici che l’hanno salvato. E per la polizia è come il generale Cadorna che, dopo Caporetto, scaricò le responsabilità del suo tragico comando sui poveri soldati (morti): “La viltà dei nostri reparti ha permesso al nemico …”. Pure i kazaki lo considerano ormai un dilettante incapace di gestire le conseguenze delle proprie azioni. Anche per loro Angelino Alfano ha fatto il lavoro a metà. Il dimezzamento è il suo destino.
“Alfano salvato, Alfano cucinato” dicevano dunque, ieri mattina, i berlusconiani, e non solo i falchi. La mascella serrata, le grandi mani che ancora più del solito non sapeva dove mettere, il ministro dimezzato ha ascoltato il dibattito con i nervi infiammati, impasticcandosi di quelle caramelle alla menta prescritte da Berlusconi, il quale generosamente gli ha già perdonato la calvizie: “Il mio povero Angelino ci ha provato, ma in lui il trapianto attecchisce solo a metà” racconta il cavaliere, per metà tenero e per metà malizioso. La storia del loro rapporto ancillare riempie gli archivi dei giornali: l’innamoramento catodico di Alfano, la sua prima investitura con una telefonata, “finalmente ho trovato chi mi sostituirà in tv”, e poi l’incarico di segretario tuttofare di Bonaiuti sino al rovesciamento dei ruoli, il ministero della giustizia, il famigerato “lodo Alfano”…. Schifani lo battezzò: ‘l’alfan prodige’.
Nel Pdl con lui sono spietati e al giudizio di Previti, “se gli mozzi un’orecchia, lui ti porge l’altra”, un ministro in carica aggiunge il seguente certificato di dabbenaggine politica : “La cosa più drammatica è che ha visto il turbinio di kazaki attorno al suo tavolo, ma non ha capito. Non è come Scajola, lui davvero non sapeva, perché non sa mai nulla”.
E così ieri mattina il ministro dimezzato pativa le finte difese più dell’ elemosina del voto nemico. Insomma ha vissuto molto male la mezza vittoria che è stata anche un mezzo funerale politico. Ma come può capitare solo nella paradossale, attuale politica italiana, gli è arrivata addosso la calda solidarietà sincera di Emma Bonino, il ministro degli Esteri che, ieri mattina in aula, quando Alfano è stato finalmente assolto, si è alzata e gli ha stretto la mano e i miei occhi hanno faticato a credere che davvero fosse lei a guidare quella mano piccola e magra che, solitamente contratta come per effetto di una sostanza morale restringente, ieri mattina si espandeva nella realpolitik come per effetto di una sostanza amorale ampliante. La donna-maremoto della politica italiana, quella fiera signora che diceva un giorno “ho imparato da Marco a fare e a pagare di persona le cose che si pretendono dagli altri”, ieri metteva la sua mano nella mano di Alfano e non nella mano di quella donna deportata, Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente Ablyazov. La Bonino non è insorta prima e non è volata ad Astana dopo, e non ha neppure mandato lì qualcuno di sua fiducia, non ha chiesto pubblicamente all’amico di Putin e del dittatore kazako Nazarbaev, a Berlusconi che tornava dalla Russia, di passare a prendere quella donna e riportarla nel Paese che non l’aveva protetta … Certo non ha la stesse responsabilità politiche di Alfano, ma in quella stretta di mano ha messo in gioco molto di più. Alfano è li grazie al padrinato di Berlusconi, la Bonino c’è per la sua bella radicalità, perche è stata la nostra coscienza civile, la passione e la tensione dei nervi d’Italia, la voce che faceva ballare le magnifiche parole radicali. Se a qualcuno interessasse studiare l’ evoluzione più moderna del teatro dell’ assurdo, se esistesse un premio teatral-politico intitolato a Ionesco, bisognerebbe certamente assegnarlo a quella stretta di mano che non era di solidarietà, ma di complicità.
E forse l’amore della Bonino risarcisce Alfano degli scherni del suo Pld. Come ha spiegato il falco Verdini a Berlusconi: “Se il Pd non l’ avesse salvato sarebbe stato meglio perché sarebbe caduto questo governo che ti vuole accompagnare in cella tendendoti per mano”. Ma poi ha completato il pensiero la pitonessa Santanché : “E però, se gli avessero imposto le dimissioni, saremmo stati costretti a difenderlo davvero. E Alfano sarebbe diventato il nostro santo martire”.
La storia italiana è piena di ministri dimezzati, la Dc li proteggeva costringendoli a dimissioni che diventavano immissioni a nuovo incarico. Così fu per Cossiga, per Lattanzi, per Andreotti… Sempre i dimezzati diventano infatti uomini senza pace, fuori posto anche quando, troppo tardi, lasceranno il posto, come Scajola che, proprio com’è ora accaduto ad Alfano, fu blindato dal governo Berlusconi e salvato da una mozione individuale che voleva sfiduciarlo perché aveva detto che Marco Biagi, ucciso dalle Br, era “un rompicoglioni”. E fu un insulto che, pronunziato da Scajola, faceva onore alla memoria del professore assassinato dai terroristi, perché “il rompi”, nel vocabolario di Scajola, indicava l’ intellettuale di tenace concetto, il competente che non cedeva, il tecnico che non attaccava l’ asino dove voleva il padrone, che rivoleva le consulenze che gli spettavano e pretendeva d’ essere protetto da una scorta che Scajola gli negava, e mai si stancava di spiegare, di scrivere, di mandare mail. Scajola fu salvato e dimezzato. Ma non durò.
E invece dalla prima nomina di coordinatore in Sicilia, all’ultima di ministro degli Interni, Alfano si è abituato al gusto e all’ideologia delle mezze porzioni politiche che rinvia alle mezze maniche, alla mezze calzette, ai mezzi uomini di Sciascia. Come se fosse ingombrato dalla propria interezza, Alfano raddoppia le cariche ma ne dimezza la funzione. Resta infatti coordinatore anche se in Sicilia perse le elezioni. E’ ancora delfino, ma Berlusconi gli ha tolto il quid. E’ segretario, ma la Santanché gli ha sfilato il partito, al punto che non c’è quasi mai alle riunioni ristrette convocate da Berlusconi. Verdini, la pitonessa e Capezzone sì. Il mezzo segretario no: “Alfano fa tutto per non fare nulla”.
E al Viminale, per spiegarmi la differenza tra l’ autorità di un ministro e il potere di un mezzo ministro, ora mi raccontano sprezzanti quanta polizia e quanti prefetti vennero coinvolti a fine giugno quando un ragazzino fregò la bicicletta di Alfano, a San Leone, la bella spiaggia di Agrigento. Beffando la scorta e le auto blu, il povero ragazzo era riuscito a fuggire, persino con più destrezza dei suoi antesignani ‘ladri di biciclette’ celebrati da De Sica. “Vale più di tremila euro” aveva dichiarato Alfano, affranto e ferito nei suoi affetti più cari (più delle famose scarpe di D’Alema ma un po’ meno della bici del neosindaco di Roma Ignazio Marino). Secondo le agenzie di stampa, Alfano si “è subito trasformato in un perfetto detective” e in mezza giornata “ha ritrovato la bicicletta”. In realtà, ha coinvolto l’Intelligence di Agrigento, i Ros, la capitaneria, i Nocs, i confidenti e forse persino gli uomini di panza. E il ladruncolo scappava e quelli urlavano. Il ragazzo ovviamente è stato preso. Ebbene, questa ‘smorfia’ della legalità, questa parodia della polizia che arresta il pericoloso delinquente ( e speriamo che qualcuno gli paghi un avvocato) fa il paio con il blitz kazako, è la stessa arroganza rovesciata, la stessa ferocia, lo stesso Alfano riflesso nello specchio di Alice.

14 thoughts on “ANGELINO IL DIMEZZATO E L’IMPREVEDIBILE COMPLICITA’ DELLA BONINO

  1. raffaele

    niente da aggiungere all’ articolo se non che è stata aggiunta una brutta pagina alla violazione dei diritti civili dopo il G8 di Genova. Triste !

  2. enrico

    Siete sicuri che il cosiddetto ministro si chiami Alfano?
    Ho scoperto che il suo nome è un refuso dell’impiegato all’anagrafe del comune ove il suddetto ministro ebbe gli onorati natali.
    Infatti il suo vero nome era ed è Half-ano. Proprio cosi col trattino dopo la metà.
    Se la tragedia del nomen omen riguarda tutti, la farsa è la taglia del suo essere.

  3. livia

    Le faccio i miei piu’ sinceri complimenti. Col suo articolo, lei e’ riuscito a farmi indignare ancora di piu’, e le assicuro che non era per niente facile.

    Cordiali saluti

  4. Angelo Libranti

    Indignati pure cara Livia, però non esaurirla tutta l’indignazione, lasciane un pò anche per altri personaggi dei quali è piena l’Italia.
    Bersani, per esempio, liquidatore di un partito storico a causa della sua insulsaggine, lascialo da parte, lui è un caso (pietoso) a parte.
    L’articolo, come al solito, è scritto con una punta di cattiveria, naturalmente con l’occhio destro.
    Meraviglia (mica tanto) la mancata descrizione dell’azione di un Governo evanescente, che ha fatto del T.A.C. la sua ragione d’essere.
    Ci sono proprio tutti della vecchia repubblica e la Bonino rappresenta la classica ciliegina su una torta marcia.
    Altro che Al Fano.

  5. volty

    Spassoso, divertente, pungente, sferzante, informativo….
    Nonché disarmante — a corto di fianchi sui quali lanciare la polemica (da strapazzo).
    Nonché assenza di pianto — da deridere — intorno alle due Cosette, dei deboli.
    ===============

    L’IMPREVEDIBILE COMPLICITA’ DELLA BONINO

    la Bonin che fu a stelle e strisce
    sente ‘l freddo e l’urlo dell’orso
    e intuisce la storia del nuovo corso
    la fame bonina per niente mi stupisce

  6. Salvo

    pezzo di autentica bravura…solo aulla Bonino scivoli sui fatti: ad astana inviati due diplomatici ita a far firmare le procure alla Slalabajeva…peccato

    1. volty

      Mr. Redundant ate his dish completely (less the plate itself – we suppose) — having found there was a pleasant maccherone.
      Afterward he was favorably favoring the favor of what he perceived to be an openness of the maker of maccherones’ holes.

      p.s.
      all the same
      by the very same
      with a different name
      playing redundancy game

      I know it’s for me
      for fun, by, and for, thee

      like the pepper that brought progress
      like tearing cipolla, I guess

      as long as lasts the fun
      we are all different under the sun

  7. Aegis Abogados

    I don’t even know how I stopped up here, but I believed this publish was great. I do not recognise who you are however certainly you are going to a famous blogger in the event you are not already. Cheers!

Rispondi a volty Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>