IL BUONO, IL BRUTTO E IL PACHINO

L’Eden non era in Persia né a Damasco, ma a Pachino. E non era un giardino, ma una serra con 4 frutti proibiti. Il più buono è il ‘costoluto’, un duro che, aspro al contatto, si rivela poi dolce, maschio ma non macho, come Clint Eastwood: è la prova che il pomo d’Adamo è d’oro. Il ‘grappolo’ invece è morbido ma non molle, ha il colletto scuro come un seno e va accarezzato con la mano prima di metterlo in bocca: è la tentazione di Eva. Il ‘tondo liscio’ cambia colore e dal verde al rosso seduce con tutte le sfumature del demonio: fu la lussuria di Eva, lo scandalo al sole. Il più famoso è il ‘ciliegino’: rosso, piccolo e rotondo, è il delitto più sensuale. Ha la pelle di Eva e una tenera solidità della polpa misurata in ‘brix’, che a Pachino pronunziano ‘brixy’, indiavolata variazione di ‘sexy’: fu il peccato originale.
Gli studiosi (e quasi ci sono più storici del pomodoro che pomodori) raccontano che a pummarola ‘ncoppa fu la nostra prima coca-cola, l’occidente di importazione. Ma per americani e conquistadores era velenoso (proibito, appunto), dunque solo ornamentale. Gli italiani e i francesi osarono invece addentarlo, noi perché famelici e loro perché cacciatori di afrodisiaci: a Parigi fu “pomme d’amour” e da noi “mala (mela) aurea” o pomodoro. Per gli altri è ancora il velenoso “tomatl” azteco. I disperati siciliani infine, con pali e plastica, eressero sulle dune sabbiose del litorale ragusano le chiese del frutto proibito : le serre. E oggi solo nei templi di Pachino il pomodoro, ‘putenza della pruvvidenza!’, sa di pomodoro. Difatti Neruda, per rendere sapido il suo pomodoro cileno, ha dovuto usare cipolla, olio, pepe, sale, prezzemolo, patate, arrosto, sugo … Da quelle parti “l’ abbondanza senza ossa, senza corazza, senza squame né spine” non sa di niente. A Pachino è nostalgia di paradiso.

2 thoughts on “IL BUONO, IL BRUTTO E IL PACHINO

  1. Beppe Volpiano

    Una bella, doverosa ode al meraviglioso pomodoro di Pachino che convintamente condivido. Non concordo però sull’affermazione che “…solo nei templi di Pachino il pomodoro, ‘putenza della pruvvidenza!’, sa di pomodoro”. Il “Pachino” è un frutto splendido ma, mi creda, anche da altre parti si coltivano pomodori che sanno di pomodoro, altrettanto buoni, profumati ed irresistibili! Dovrebbe provare ad assaggiare quelli che coltivo nel mio orto e, di certo, ne rimarrebbe altrettanto estasiato! Con affetto e stima,
    Beppe
    (Acqui Terme – AL)

  2. Angelo Libranti

    Il pomodoro al Nord è come la fonduta a Taranto. Certamente saranno buoni, ma vuoi mettere l’aria salmastra di Pachino e poi al Nord è impossibile ottenere quella salsa cotta al sole di mezzogiorno e quei pomodori seccati, ottimi stuzzichini prima o dopo i pasti.
    Con molto affetto.

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