3) La mia brevissima replica a Ingroia LEI ‘AGGIUSTA’ LE MIE PAROLE. PERCHE’?

Caro Ingroia,

ricostruisca i fatti come le pare, ma eviti di aggiustare le mie parole per la sua comodità polemica.  Nel mio articolo non c’erano né il dileggio né la malevolenza né il mancato riconoscimento della sua biografia antimafia. C’era invece l’esplicito e dolente rammarico che una storia come la sua sia finita nel canovaccio grottesco  della politica politicante. Anche questa lettera, con le precisazioni da tribuna politica, suona triste alle mie orecchie. Infine: io rispetto la  sua buona fede,  lei  impari a rispettare la mia.

23 thoughts on “3) La mia brevissima replica a Ingroia LEI ‘AGGIUSTA’ LE MIE PAROLE. PERCHE’?

  1. Carlo Moriggi

    ..aggiustare le parole è l’esercizio “pratico” di un giornalista … nel tentativo di svolgere quella ricerca di critica il più delle volte in-sana. In questo caso, per modi e tempi scelti nell’approccio… che identificativi di una scarsa propensione, nella re-distribuizione di una varietà di altrettante dinamiche possibili e sortibili… tanto per far trasudare da un art. quel un minimo di onestà intellettuale.

  2. Luciano Pifi

    Il suo pezzo, in armonia con la linea editoriale dei suoi datori di lavoro, in piena sintonia con i vari Sallusti, Feltri, Minzolini e compagnia cantante è ampiamente vomitevole.Dalle colonne de “Il Fatto” le arrivano risposte sicuramente più ammorbidite di questo commento e lo stesso Ingroia, rispondendole, si è dimostrato un campione di eleganza. Ma dov’è la dignità nel pubblicare un tale fritto misto di odio, denigrazione e insolenza? Da lettore accanito della testata sulla quale scrive il mio impegno tradotto in acquisto sta ormai scemando a livelli risibili e se volessi tradurre il mio sdegno potrei riassumere per difetto con un solo termine:VERGOGNA.

  3. Giovanni Grossi

    Come infangare un uomo degno di stima come il sig. Antonio Ingroia. Questa è l’Italia dei giornalisti ignoranti e incompetenti che fanno controinformazione. Gli altri politici adesso sono diventati tutti santi, Ingroia è diventato il nemico pubblico.

  4. Ruggero Albanese

    Caro Merlo, o Sallusti in salsa nuova che dir si voglia, lei chiede un rispetto che non ha minimamente usato e i toni dei commenti, tutti contro di lei, sono il risultato di tanto scadente accanimento. Se ne faccia una ragione: Il rispetto si merita! Lei, come ampiamente comprovato, non ne merita alcuno all’infuori dei suoi padroni.

  5. paolo

    Ho sempre apprezzato la sagacia,la” fine dicitura”dei suoi scritti,ma questa volta ha criticato il comportamento di un uomo da rispettare a prescindere e che anche nella sua esperienza politica ed elettorale si è distinto per la chiarezza nell’esporre il programma, per i toni pacati e rispettosi anche verso gli avversari piu’ ostili e agguerriti.Il mio rammarico è che non avrei mai voluto assistere ad una polemica tra due personaggi di cultura, di finezza intellettiva e di tanto coraggio civico ; si è data la stessa impressione di altro collega editorialista di altrettanto autorevole quotidiano che pur di dare forza alle sue argomentazioni ha definito Franco Battiato mediocre cantante ( questi può anche non far parte dei propri gusti musicali, ma definirlo………….., è spocchia ,alterigia culturale).Grazie dell’ospitalità

  6. francesca

    Caro Merlo,
    isolare e denigrare chi combatte la mafia è sempre pericoloso e potrebbe mettere in pericolo la stessa persona di Ingroia.

  7. Angelo Libranti

    Certo, Ingroia ha preso cappello e si capisce, ma perchè si è “buttato” in politica, e poi in questo momento di discredito generale, dove i politici di professione sono mal visti dalla maggior parte degli italiani?
    Meglio sarebbe stato restare magistrato, conservando dignità ed autorevolezza, invece di “sporcarsi” mendicando alleanze (che non ci sono state) e confondendosi con gente chiacchierata e screditata.
    L’articolo, per chi ha saputo leggerlo, in sostanza questo dice.
    Vale sempre la legge del contrappasso: chi di “servo” ferisce, di “servo” perisce.

  8. marietta

    Che bella ammucchiata di open mind TUTTI d’accordo sui i giudici che combattono le mafie come dei Dio in terra.Quello che ha scritto il poema qua sopra ha trovato il luogo dove pubblicare le sue dissertazioni sociali per poi leggersele da solo.

    1. Giovanni Grossi

      Lei sig Maruetta a quanto pare non e’ capace di argomentare cosi’ bene come Carpentiere e prova solo una grande invidia. Se non abbiamo fede nei giudici a chi dobbiamo credere?? Ai mafiosi?

    2. Ruggero Albanese

      Sei tu che non sai capire cosa ha scritto argomentando chiaramente e diligentemente. Non pigliartela con gli altri se TU NON CAPISCI!

  9. Maurizio

    La presunzione, invocata, di onestà intellettuale non è una “licenza di uccidere” con la penna.
    Lei ha perso un’ottima occasione di rivolgere la sua “arma” verso bersagli ben più degni.
    I maramaldi sono funzionali al potere.
    Maasima stima per Antonio Ingroia e convinzione che il suo progetto continuerà comunque e nonostante denigratori, maramaldi e fratelli coltelli.

  10. Ugo Fornagiari

    Ho smesso di acquistare il quotidiano “La Repubblica” da quando s’è “schierato” (cfr Eugenio Scalfari) con la “manovra quirinalizia” ed il dis-governo Monti… ; l’editoriale del Merlo m’ha confortato d’aver preso la giusta decisione!

  11. Carmela Blandini

    Antonio Ingroia è leader delle PERSONE ONESTE e anche se fossimo soltanto 800mila in tutta Italia la nostra voce continuerà a gridare fino a quando anche gli altri si sveglieranno dal torpore mediatico di una politica da strapazzo INDOTTA da giornalisti mediocri che sputano sentenze dai giornali conniventi e conducono trasmissioni tv…

  12. Ruggero Albanese

    Sinteticamente, in altro post, ho detto le cose che tu hai meravigliosamente approfondito. Su una cosa mi pare siamo tutti d’accordo. Il pezzo di Merlo è una vera, impresentabile SCHIFEZZA!

  13. Marco Corbellari

    Caro Merlo, per la libertà che tutti abbiamo di esprimere il nostro pensiero non mi permetto di entrare nel merito del suo articolo o di criticarne il contenuto, anche se la penso diversamente da lei per la conoscenza che ho di Ingroia e dei recenti fatti che lo riguardano. Quello che mi ha colpito profondamente leggendo il suo articolo è lo stile intimidatorio, il dileggio e la malevolenza che lo pervade; e mi colpisce che lei neghi proprio questi aspetti nella sua contro risposta. Questo “stile” che sfodera e conferma con arroganza è proprio di un giornalismo che ho sempre pensato lontano da Repubblica, se non altro perché integrato nel disegno politico Berlusconiano. Mi addolora molto ritrovarlo sulle pagine di quello che era il “mio” giornale

  14. Maurizio Carpentiere

    Ognuno ha il diritto di condividere o non condividere un’opinione, ma censurare non mi sembra rispondere alle più elementari regole della libertà di opinione! Qualcuno sa che fine ha fatto il mio commento?!

  15. Angelo Libranti

    Mi sfugge il senso di tanta adesione verso un magistrato politicizzato, che ha combattuto la mafia a modo suo incriminando anche pezzi dello Stato come il commissario Contrada, il generale Mori ed il famoso capitano “ultimo” i quali, per esigenze di servizio, erano costretti ad eseguire gli ordini “border line” dei politici di turno.
    PER LEGGE le conversazioni del Presidente della Repubblica NON vanno registrate ed il loro contenuto NON va reso pubblico
    Ingroia fu pure uno dei tre magistrati che interrogarono il giudice Lombardini fuori dalle regole che, subito dopo, si uccise per la vergogna.
    Ricordo infine la considerazione che l’A.N.P.I. ha verso di lui.
    Qui i casi sono due: si tratta di militanti oppure di gente poco informata, con abbondanti fette di culatello
    sulle palpebre.

  16. Nilaya

    Gentile Signor Merlo, a me rattrista moltissimo la sua “brevissima replica” alla risposta del Dottor Ingroia,
    Mi raggela , mi disturba ….
    Mi chiedo come possa essere che esista un editore , qualcuno che di mestiere fa informazione e che vive ( nel senso proprio che mangia : nel senso, alto , del “vissi d’arte..” ) grazie proprio alla libertà di replica e di stampa, possa concepire e pubblicare una “roccia” del genere.
    Egregio Signor Merlo, il dottor Ingroia , magistrato dal passato cristallino e sulla cui brillante e importante carriera non c’è ombra di raccomandazione , GROTTESCO proprio non è ; la prego di voler rispettare la MIA di buona fede , mentre mi permetto di chiamarla PATETICO.
    Spero abbia chiaro il mio insignificante pensiero di donna “plebea “.
    Non entro nel merito ( o demerito) del discutibile contenuto , forse in buona fede e sicuramente fuori luogo , ma del suo oltraggiare la democrazia , il diritto di replica e la libertà di stampa , con quelle pietose , ultime , quattro righe che dipingono il ritratto di un giornalismo da realizzo, di un giornalista alla frutta…
    In buona fede
    Nilaya

  17. Angelo Libranti

    Tutti d’accordo un cazzo!
    Diciamo a maggioranza, in questo spazio. Cosa contano le opinioni contrarie e quale senso avete della democrazia?
    Leggete, leggete più giornali ed informatevi; troverete chicche gustosissime.
    Ricordate: il magistrato non solo DEVE essere imparziale, ma DEVE APPARIRE tale. La militanza politica non è prevista.
    Un caro saluto a tutti.

  18. setras

    Con tutto il rispetto per Ingroia Merlo è un vero fuoriclasse del giornalismo italiano e chi vede quello che non c’è sono sempre gli stessi che sbagliano sempre il voto

  19. Chiara Merlo

    …continua merlo, chi scrive deve saper sopportare l’odio e l’incomprensione (anche la diffamazione per contrasto: non riuscendo a svalutare quel che dici, argomento per argomento, svalutano direttamente la tua persona), continua, così sostenendo anche la tua propria onestà intellettuale (la buona fede e il dolo uno scrittore non li conosce! La buona fede è dei maldestri e il dolo dei criminali). Questo stesso consiglio mi sentirei di darlo anche ad Ingroia: cerca di avere la forza e l’onestà delle tue azioni, così il giudizio (politico) ti sembrerà più lieve, altrimenti continuerai a prendertela come i ragazzini: con Grasso, la Boccassini…e con Merlo!

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