E ORA ABOLIAMO LO STATUTO SPECIALE DELLA REGIONE SICILIANA

Anche la casta a Palermo diventa pittoresca e tragica, la ‘casta con le sarde’, supercasta speciale come lo Statuto che andrebbe finalmente cancellato – se non ora quando? – da un governo che fosse davvero antisprechi. E’ infatti lo Statuto, solo lo Statuto, che ha trasformato il deputato regionale in un grassatore, in un mediatore, in un Batman con i mustazzi unti di ‘stigghiola’.

Esistono Regioni d’Italia in cui lo Statuto speciale è  virtuoso o magari soltanto utile e storicamente giustificato, ma sicuramente in Sicilia l’ autonomia deve essere abolita per bancarotta economica, politica e morale. E bisogna cancellarla dalla Costituzione, come atto d’amore verso una terra meravigliosa, e liberare i siciliani da un baronaggio feudale che dissipa il più grande tesoro del Mediterraneo e non parlo solo del buco di 5,3 miliardi e delle spese che nel 2012 supereranno i 27 miliardi.

L’Autonomia ha prodotto un ceto parassitario senza uguali in Europa che non gestisce risorse locali, se non in minima parte, e che lucra per  se stesso più dei  laziali . Il deputato guadagna tra i 15 e i 20 mila euro netti al mese tra stipendio, diaria, spese per lo svolgimento del mandato e indennità di soggiorno. Il rimborso ai gruppi raggiunge il record di 12 milioni l’anno. E’ una ‘specialità costituzionale’ quella del più ricco Parlamento regionale d’Italia, che costa 170 milioni di euro, due volte più del Lazio e cinque volte più della Lombardia. Lo Statuto speciale  trasforma in liquame infruttuoso questo enorme fiume di danaro statale ed europeo, non Nilo che nutre con il suo limes ma fogna a cielo aperto che sporca anche le buone intenzioni e che periodicamente costringe l’Europa a intervenire: meno di un mese fa sono stati bloccati <perché sprechi> finanziamenti per 90 milioni, e 150 milioni sono stai chiesti indietro <per vizio e irregolarità>,  e già nel luglio scorso l’Europa aveva bloccato altri 600 milioni.  Ebbene, dal 2007 al 20013 l’Europa ha destinato alla Sicilia un totale di sei miliardi e mezzo di euro che la Regione non riesce a spendere, se non in minima parte.

L’Autonomia, con i suoi superpoteri di controllo capillare del territorio, ha modificato, come dicevamo, anche l’antropologia della casta, che qui non è solo prepotenza e satrapia, è anche mafia, anch’essa speciale, con  un eccesso da ultima provincia che ha reso per esempio i presidenti umanamente impresentabili, politicamente  imbarazzanti, tutti penalmente compromessi, e bisognerebbe metterli in fila, …Drago, Provenzano, Cuffaro, Lombardo,  una folla di baffi da cartolina, tutto un frantumarsi di cannoli, respiri da aliti guasti,  panze e nevrosi e una plebe  di questuanti bisognosi, precari, clienti, con uno staff, quello di Lombardo, composto da 1400 fidatissimi giannizzeri, e per tutti ci sono indennità, contributi, diarie, perché il deputato siciliano decide in totale autarchia il costo della propria politica ed è soltanto tenuto a dichiarare di averli spesi bene.

Il presidente Lombardo guadagna di solo stipendio netto 15mila euro. Aggiungendo indennità e diarie, Lombrado supera di gran lunga  Obama.  E non si può dire che le first lady seguano modelli di eleganza, non importa se Michelle o la signora Romney. E basti pensare che lady Lombardo, grazie alla Santa Autonomia, ha persino cercato di sanare con una legge ad personam  una casa abusiva nella riserva naturale di Ispica, nientemeno.

E si capisce che il deputato appena eletto si senta  il re di Palermo come Toni Servillo che nel film di Ciprì  si compra la Mercedes e se ne va in giro – <mi sento il re di Palermo> – mentre gli turbinano attorno gli ottanta cavalli della Regione accuditi da 40 palafrenieri ( due milioni di euro) e i cannoli, i carretti, Monte Pellegrino, santa Rosalia, l’opera dei pupi e tutta la cianfrusaglia della sicilianità e della sicilitudine,  della specialità appunto che è  anche malessere psicologico e blabla letterario, alibi intellettuale del fallimento dell’Autonomia che è, nonostante gli sforzi dell’assessore Massimo Russo, la sanità peggiore d’Europa, nove miliardi (proprio miliardi) di euro l’anno, 50mila dipendenti, e poi le strade più scassate  e più sporche d’Italia, le scuole degradate, i trasporti interurbani radi e inefficienti, i porti interrati  e caotici, le aree industriali abbandonate (le cosiddette Asi), le città coperte di rifiuti, lo scandalo dell’aeroporto di Comiso, pronto e fermo,   dove il sindaco gioca al pallone e si sfoga a correre con le sue auto di lusso, il naufragio del sogno industriale di Termini Imerese, la mancanza di un piano energetico, l’attesa vana di un collegamento autostradale Nord-Sud, la catastrofe dell’agricoltura, lo scempio ambientale di Milazzo, il nanismo turistico …

Il 60 per cento dei beni culturali italiani si trova in Sicilia. Ad ogni passo ci sono siti archeologici, necropoli, cave, anfiteatri, templi, rovine islamiche e resti fenici,  reperti dell’età del bronzo, testimonianze di sicani, saraceni, normanni, borboni e persino enclave dell’impero britannico. Ebbene solo l’Unesco riesce ogni tanto a mitigare gli orrori e gli scempi culturali della Regione che mantiene per esempio 1750 custodi (11 per sito contro i 4 della Toscana)  ma abbandona, degrada e nel pomeriggio chiude i musei e i siti, compresa Selinunte che è il più grande parco archeologico del mondo.

Davvero  non c’è nessuna ragione per tenere in vita questa sterminata ‘casta con le sarde’  che  inchioda la società siciliana ad un’ arretratezza senza speranza. Anche la campagna elettorale, 11 candidati, 12 milioni di euro, somiglia a una lotta di capitribù e di stregoni che solo lo statuto regionale rende potenti, mediatori tra lo Stato e la popolazione come i baroni feudali, come i viceré. Scriveva Sciascia: <’Ncapu a lu re c’è lu viceré. Al di sopra del re c’è il viceré, di fatto più potente. E regredendo di vice in vice (…), uscieri, autisti e camerieri stanno al di sopra di ogni burocratico o politico monarca>. Ecco perché ogni dipendente è inseguito da una plebe affamata di favori. E i dipendenti sono 29mila, più di quanti ne ha la Casa Bianca, pagati come  i funzionari del Senato grazie ad una delibera, una delle prime, che risale infatti al novembre del 1948, tanto per andare alle radici di questa altisonante Autonomia che debutta nel 1947 e anche storicamente nasce male, in difesa dei privilegi degli agrari e dei viceré minacciati dal “vento del nord”,come lo chiamava Pietro Nenni. E si riferiva ai partigiani, alla Resistenza, al social comunismo.

Del resto solo strumentalmente la sinistra divenne autonomista, per dare un orizzonte progressista all’eversione del separatismo e del banditismo, all’esercito di Antonio Canepa e alle lupare di Salvatore Giuliano,  alimentate da pezzi del vecchio stato fascista e monarchico che  non accettavano il 25 luglio, l’8 settembre e il 25 aprile.

Ecco perché l’Autonomia, che nacque dagli egoismi di classe senza progetto, naturaliter finisce oggi nelle clientele rivendicazioniste di Raffaele Lombardo  – <Ulisse fu il primo colonialista del Nord e Polifemo la prima vittima, il primo eroe siciliano!> – e dunque nelle sue consulenze, che sono ben 700, per otto milioni e mezzo di euro, e ci sono, tra loro, persino velisti e pianisti. Lombardo ha  nominato un carcerato,  Eugenio Trafficante,  presidente del collegio dei sindaci di ‘Sicilia Servizi’.

E al cinema Odeon di  Catania ha presentato la candidatura del figlio Toti che gli ha detto: <Papà, porterò avanti  il tuo sogno>. E c’erano la mamma, nonna Saveria e in prima fila direttori sanitari, dirigenti regionali, lo zio Angelo, tanti medici, Gianfranco Micciché: <I giornalisti mi chiedono se sono il trota o un tonno>. Papà: <Un pesce-cane>. E lui: < Io non sono un pesce>.  Così a  Catania Toti Lombardo  è subito diventato ‘u porcu cani’, il porco cane.

Perfettamente il pittoresco e il grottesco si addicono  all’Autonomia che  davvero è un delitto, lo strumento attraverso cui i siciliani vengono asserviti. Ed è scandaloso che il governo Monti abbia ancora una volta pasticciato come tutti i governi di sempre e abbia finanziato con un miliardo di euro, in deroga al patto di stabilità, i soliti industriali del ficodindia, i vice-vicerè e i forestali che in Sicilia sono tanti quanti gli incendi che alimentano. Eppure ci vuol poco a capire che la vera autonomia della Sicilia sarà la liberazione dagli autonomisti.

 

 

76 thoughts on “E ORA ABOLIAMO LO STATUTO SPECIALE DELLA REGIONE SICILIANA

  1. Filomeno MOTTOLA

    Carissimo Merlo,
    le scrivo per un ringraziamento ed un favore.
    Il grazie è per il suo magnifico articolo di oggi sulla nefanda autonomia siciliana.
    Il favore che le chiedo è uno solo: lei scrive di frequente questi articoli in cui ci mostra come meglio non si potrebbe il degrado della nostra patria.
    In questo caso, nel caso di un pezzo importante dell’Italia, la sua Sicilia.
    Ma io le chiedo espressamente di non mollare.
    Ossia di continuare a documentarci sui danni delle autonomie locali.
    Di tutte, se le è possibile.
    Secondo me, ne potrebbe scrivere di cose, anche su quelle di “grande immagine”, come la provincia autonoma di Bolzano……

    1. cannizzaro salvatore

      Condivido il commento di questo lettore.Spero che Merlo continui ad informarci su tutto ciò e che non molli mai.Del testo dell’articolo farei un manifesto nazionale.Perchè contiene la sintesi della storia politica di una delle regione piu’ grande d’Italia. E se la Sicilia non supera questo gap, non uscirà mai dalla miseria morale in cui l’hanno cacciata le classi politiche che hanno governato in questi 60 anni.Grazie di cuore a Merlo per la sua tenacia e il suo coraggio.

    2. Aristide Gargiulo

      Scusa Mottola,

      ma a chi ti stai rivolgendo, al nulla ? Svegliati Filomeno!

      Se questo e’ un giornalista allora io sono il nipote di Einstein

  2. Enzo Rossi -

    Grazie Merlo, continui così finchè la parte sana della Sicilia si convinca che stiamo allevando i nostri carnefici. Una casta di profittatori che hanno depredato la Sicila piangendo sempre vittimismo e sfruttamento del Nord.
    Enzo Rossi

  3. Ugo Giuliani

    Grazie Merlo, innamorato della Sicilia, lui sì…non gli oltre 5 milioni di siciliani che anche alle imminenti elezioni regionali confermeranno di essere sempre proni davanti al potere e ai soliti noti, anzi, ai soliti ceffi. Spero di sbagliarmi, spero…ma non ci credo.

  4. raffaele

    Come si potrebbe , meglio di così , sbertucciare l’ anacronismo osceno di una regione a statuto spesciale … anzi , spescialissimo ?

  5. Valerio Bellone

    Se scrivi “cane”, in italiano significherà l’animale a quattro zampe tanto caro all’uomo, in un’altra lingua non vorrà dire nulla o magari qualcosa di diverso. Se il cane invece lo fotograferai apparirà come tale per ogni abitante del pianeta.
    Quello che ha scritto Francesco Merlo, a prescindere da qualsiasi lingua, trovo sia una delle più limpide “immagini” mai scattate della sicilianità. Il suo articolo dovrebbe entrare di diritto a far parte della storia documentaristica fotografica siciliana, oltre che in quella del giornalismo. L’articolo andrebbe tradotto in ogni lingua.
    Mi rincuora che ci siano ancora giornalisti come lei e mi permetto di condividere l’esaltante articolo su qualche social network.
    Un plauso più che meritato!

  6. Alessandro

    Questo “articolo” è un’accozzaglia di luoghi comuni e cattiva e banale informazione, sia storico-giuridica che socio-economica. Sono d’accordo, ciononostante, su una cosa: la liberazione della Sicilia passa per la liberazione dall’autonomia e dagli autonomisti. Solo che al loro posto bisogna metterci l’indipendenza e gli indipendentisti. Il centralismo la Sicilia lo ha già sperimentato per 80 anni e ha fallito clamorosamente.

  7. Giuseppe

    Il problema dello statuto è che non é mai stato attuato, anzi iniziando dallo Stato italiano non l’ha mai rispettato! Son d’accordo su un taglio sullo sperpero, ma come si é visto ciò che é successo nel Lazio non dipende se una regione abbia o meno uno statuto speciale ma dalla crisi di valori che attraverso l’uomo. Secondo me il siciliano dovrebbe combattere per i suoi diritti, ossia x l’applicazione integrale dello statuto! Il siciliano non deve più votare dando una semplice delega in bianco, si deve informare e partecipare attivamente alla vita politica. solo questa è la via d’uscita. Giuseppe Giannetto un innamorato della propria terra.. Ps domanda Merro: se si applicasse integralmente lo statuto i numeri sarebbero questi o cambierebbero? Art 37 e 38 dello statuto ad esempio. Facciamo informazione e non disinformazione!

    1. salvatore gentile

      Complimenti il Suo commento lo approvo e lo condivido per il giusto equilibrio che ha voluto dare e che esprime sinteticamente il mio pensiero.
      Grazie-.

    2. fabio

      L’articolo 38 dello Statuto e’ il manifesto del sicilianismo vittimista: 1. Lo Stato verserà annualmente alla Regione, a titolo di solidarietà nazionale, una somma da impiegarsi, in base ad un piano economico, nella esecuzione di lavori pubblici.
      2. Questa somma tenderà a bilanciare il minore ammontare dei redditi di lavoro nella Regione in confronto della media nazionale.
      3. Si procederà ad una revisione quinquennale della detta assegnazione con riferimento alle variazioni dei dati assunti per il precedente computo.

  8. Nino Vassallo

    Impeccabile analisi del ceto politico siciliano. Peccato che scambi gli effetti con le cause. Non c’entra niente lo statuto speciale. Basti pensare che in Campania e in Calabria, regioni ordinarie, ci sono gli stessi problemi. Non dici nulla sul rapporto tra il ceto politico siciliano e quello italiano. Non vedi nè consideri che lo Statuto siciliano non è stato applicato in grandissima parte. NON HAI CAPITO CHE IL CETO POLITICO CHE DESCRIVI SI CARATTERIZZA PER L’ASCARISMO E LA SUBALTERNITA’ AGLI INTERESSI FORTI DELLO STATO ITALIANO.

    1. nino

      Bella l’analisi fatta da Merlo ma ha ragione lei nel dire che il politico siciliano è subalterno ai politici “dei piani alti”, in questo modo, indirettamente abbiamo dato a Merlo la risposta del perchè Monti finanzi i forestali e tutti gli altri. Per pure convenienza del marciumo complessivo che governa l’Italia.

  9. FRANCESCO

    IO PENSO CHE IL SIGNOR UCCELLO FACCIA PARTE DELLA CASTA POLITICA CHE NON SA COSA SCRIVERE E COMANDATO DAL SUO PADRONE SCRIVE MINCHIATE IO POSSO CAPIRE LO SPERPERO POSSO CAPIRE CHE LA SICILIA E STATA VENDUTA POSSO CAPIRE CHE LA SICILIA E CONTINUAMENTE DERUBATA MA NON CAPISCO DA CHI; PERCHE DOVE MI GIRO GIRO IN QUAQLSIASI TG VEDO REGIONI COINVOLTE IN SCANDALI DOVE RUBANO A MANI BASSE E LA MAGGIOR PARTE SONO POLITICI CHE POI SI PRESENTANO ALLE POLITICHE CON LA FACCIA DI BRONZO CHE PROMETONO CON PAROLONI CHE CI SALVERANOP CHE CAMBIERANO TUTO MA POI ELETI RITORNANO LE FACCE DA CULO CHE HANNO SIGNO UCCELLO DICA AL SUO PADRONE CHE LE MINCHATE LA SICILIA NON CI CREDE PIU LA SICILIA SI LIBERERA DEI POLITICI E GLI UCCELLI DEL MALAGUGURIO SARANO CACCIATI LIBEREREMO LA CACCIA AGLI UCCELLI

  10. miglena atanass

    Grazie Merlo , alla sua struggente verità,al suo amore per la sicilia,un articolo che fa gridare e denunzia un costume quasi antropologico che va fortemente combattuto con tutti mezzi.la politica in sicilia e come diceva cardinal Martini per la Chiesa, è 200 anni indietro confronto al mondo che ci circonda.siamo nell’ epoca del feudalismo. Basta con la con le “cupole”.

  11. giuseppe bianca

    Merlo è troppo intelligente per non sapere che le sfumature in Sicilia hanno più forma dei colori. Tuttavia da siciliano , accetto il suo lucido punto di vista, ricordando a lui e ad ogni altro attento lettore che ogni transizione necessita dei suoi tempi e spesso purtroppo, dalle nostre parti, è gestita dai gattopardi e dagli sciacalli.

  12. Lucia Pinsone, candidata alla Presidenza della Regione siciliana

    Lo Statuto, egregio dottor Merlo, non è male in se stesso, il male vero sta nella colpevole subalternità dei legislatori siciliani, in azione a Palermo ma anche a Roma, nel corso dei decenni, a cui è convenuto vendere e svendere prerogative e interessi dei Siciliani, e con questi il futuro dei nostri figli.
    La piena applicazione dello Statuto- la stupirò- è il primo punto del mio programma politico, perchè sono convinta che la maggiore risorsa politico-istituzionale di cui la Sicilia attualmente dispone è proprio la forma speciale di Autonomia di cui gode, in funzione dello Statuto .
    Se applicato in ogni sua parte, la Sicilia avrebbe la possibilità di disporre di risorse e di leve operative che, correttamente utilizzate, contribuirebbero a rilanciare l’economia e a ridurre la disoccupazione. Citerò soltanto la possibilità di attivare gli strumenti necessari ad autofinanziarsi, a creare infrastrutture e riequilibrare gli oneri fiscali e infine la possibilità di ottenere tariffe adeguate all’esigenze dei Sicliani in materia di trasporti. Tutte prerogative ampiamente contenute negli articoli dello Statuto.
    Concordo con lei: ci troviamo nel pieno di una bancarotta morale, ma posso assicurarle che la campagna elettorale per il rinnovo dell’Ars e della Presidenza della Regione, per quanto mi riguarda, non è certo una “lotta di capitribù e stregoni”. Nel mio caso, e in quello di molte persone perbene che stanno cercando di cambiare le sorti della nostra Sicilia, si tratta di un lavoro faticoso, affrontato con pochi mezzi personali e tanta buona volontà. Non credo sia necessario rassicurarla sul fatto che non conosciamo l’uso di buoni benzina e buste da supermercato.
    E gli sprechi, esistono eccome ma, piuttosto che lamentarci, pensiamo in maniera propositiva. E allora, per esempio, dai risparmi ottenuti da quei tagli inevitabili agli stipendi e dalla dismissione delle auto blu, propongo di finanziare il rilancio delle periferie degradate e un fondo garanzia per vdonne e mamme sole.
    Dare del “grassatore,” del “mediatore con i mustazzi unti di stigghiola” al deputato regionale-tipo è però un mera ricerca di colori forti, che perde di vista la dignità di non pochi parlamentari che negli anni si sono succeduti a Sala d’Ercole: facile generalizzare a fumetti.
    Forse non ci ha pensato, ma così manca di rispetto a molti tra le decine di candidati che, in tutte le liste, si impegnano per ottenere un seggio all’Ars con il solo intento di offrire un’opportunità alla nostra terra. Ne incontro molti tutti i giorni, da alcuni mi dividono ideali e sigle, ma esigo per loro quel rispetto che ogni impegno autentico merita.
    E’ovvio che a fare campagna elettorale ci sono anche altri, a cui bene si addicono i panni disegnati da lei, come è ovvio che alcuni, se eletti, cercherebbero di retiterare comportamenti sbagliati, ma ad impedire che questo accada basta che i Siciliani scelgano con attenzione a chi affidare le proprie sorti. Basta che ricordino uno degli insegnamenti di Paolo Borsellino, che definiva la matita che usiamo al momento del voto “più forte di qualsiasi arma, più pericolosa di una lupara e più affilata di un coltello”. E che decidano di non disertare le urne.

    1. Angelo Libranti

      Ottimo concione per propaganda elettorale. Quanti ne ho letti in passato alla vigilia delle elezioni. Ricordo quello di Lombardo, alleato del PdL. Sappiamo come è finita.
      Le buone intenzioni cozzano contro una situazione consolidata e immutabile e si finisce per omologarsi, con buona pace della signora Pinsone.

  13. Giovanna

    Grazie Francesco, le sue parole esprimono con chiarezza e grande lucidità il sentimento di molti di coloro che abitano questa terra ormai impossibile. Mi sono commossa leggendo l’articolo, per l’amore che c’è dentro, e che solo chi è privo di qualunque sensibilità può non sentire. Ho sentito lo sconforto e lo sgomento che provo ogni giorno quando esco da casa e devo affrontare situazioni in cui quasi nulla funziona (se non hai “amici” nei posti giusti).
    Ho sentitola mia rabbia impotente, quando vedo l’immenso e meraviglioso patrimonio artistico preda di sciacalli e discariche, e la natura, di bellezza paragonabile a poche, vittima di devastazioni, incendi e cemento. E i nostri figli migliori costretti ad emigrare, con una classe politica strafottente e preoccupata solo di piazzare i propri, di figli, nemmeno a lavorare ma ad imparare gli unici mestieri dei padri: depredare e speculare su ciò che rimane.

    1. luigi battiston

      luigi
      Risponde al vero il fatto che talvolta il Parlamento siciliano
      rimane chiuso per mancanza di leggi o norme da approvare?

  14. Frank

    L’articolo è osceno! ma come si può fare disinformazione per pura propaganda politica! LO STATUTO SICILIANO NON è mai stato applicato integralmente. Ma perchè non aprite un dibattito con il Prof. Massimo Costa invece di fare monologhi sterili e di chiaro stampo politico. Facciamo invece un discorso tecnico storico e culturale. La Sicilia è sempre stato uno Stato indipendente da migliaia di anni e la bandiera giallo e rossa ha 730 anni!! è scritto anche nella costituzione ignoranti!!!

    1. Angelo Libranti

      Ma và, non ci pensavo, la Sicilia è sempre stato uno Stato indipendente da migliaia di anni (si vede, si vede, fanno sempre per conto loro), e i Borboni? Siciliani anche loro? Boh!
      Ascolta il mio consiglio, leggi un pò di storia e, sopratutto, il Gattopardo.
      Scoprirai una Sicilia nuova e attuale.

      1. Siculissimo

        Signor Libranti, forse le sfugge che i Borboni governavano la Sicilia in quanto discendenti di Federico II. E la governavano appunto come stato indipendente fino al 1814, quando fu unità al Regno di Napoli nel nuovo Regno delle Due Sicilie.

  15. Gianni

    L’articolo non mi é piaiuto proprio per niente. Peccato, un’occasione persa. EMrlo è bravo quando scrive di emozioni, quando si cimenta nell’economia, nelle leggi e nella storia..poveri noi!

    Nell’articolo ci sono errori grossolani (i dipendenti della Regione siciliana NON sono equiparati a quelli del Senato..semmai quelli dell’ARS, che superano lo stesso concorso difficilissimo di quelli del Senato), ci sono errori “strutturali” (nell’articolo non vengono citati i collegamenti tra le materie riservate alla Sicilia in virtù dello statuto… e gli sperperi che l’avrebbero rovinata…alla fine risulta un calderone dove c’è di tutto…in grandissima parte, quello che c’è in altre Regioni). Credo che Merlo lo Statuto non l’abbia mai letto (o almeno non l’abbia capito…anche perchè in larga parte INATTUATO).

    L’articolo presuppone che le strutture statali in Sicilia funzionino (e abbiano funzionato), al contrario di quelle regionali (cosa palesemente falsa…basti pensare che la maggior parte, in assoluto e in percentuale, dei soldi “europei” destinati alla Sicilia non spesi sono quelli riservati a strutture statali (vedi, ad esempio, ferrovie dello Stato) e non dalla Regione (basta leggerli approfonditamente i dati).

    LE strade in Sicilia sono tutte brutte e sporche? Perchè non si va a vedere l’ultima autostrada realizzata, quella Catania-Siracusa veramente meravigliosa (una delle gallerie è stata promossa come una delle 5 più sicure in Europa).

    Difetti ce ne sono tanti nela Regione siciliana, come nelle province e nei comuni (e COME NELLE STRUTTURE STATALI UBICATE IN SICILIA)…francamente trovare nello Statuto la causa maggiore (e poi in quale articolo dello Statuto? Ma…non scherzo…ma l’hai letto? Sa di cosa parla?) denota uno spaventevole pressappochismo.

  16. Frank

    e aggiungo: quello che ha rovinato la Sicilia è ormai chiaro a tutti: l’unità d’Italia prima e la repubblica della Democrazia cristiana che oggi si è divisa tra il PD, l’UDC e il PDL. In Sicilia la DC ha governato 52 anni su 66 e gli altri restanti anni lo ha fatto attraverso le varie alleanze… la Casta sono questi signori che sono pagati profumatamente da noi cittadini. Casini 30 anni, Finocchiaro altri 30 D’alema fassino ecc ecc ecc ecc….

  17. Frank

    Francesco Merlo un siciliano venduto ai poteri forti del nord, asservito ai suoi padroni editori-politici che prendono miliardi di euro dallo Stato italiano per scrivere queste falsità, per censurare i candidati, le manifestazioni di popolo…fateci un favore lasciate in pace la Sicilia e non tornate mai più.

  18. Gianni

    …ancora…risulta difficile rispondere in maniera precisa a questo articolo, così poco preciso. Ma tant’é…proviamoci per qualcosina.

    Una differenza tra lo Statuto siciliano e le competenze delle altre Regioni é il controllo regionale sugli enti locali. Se Merlo si andasse a fare un giro in alcuni assessorati regionali, vedrebbe che in diversi casi (forse meno di quello che sarebbe dovuto essere, ma almeno si è provato a farlo) la Regione ha bocciato i piani regolatori dei comuni perchè in contrasto con norme ambientali…o financo col comune buon senso. Intere aree di campagne e boschi sono stati preservati. Bene, se lo Statuto non fosse esistito i piani regolatori “indecenti” sarebebro tutti là (approvati in una notte dai consigli comunali)…e quel qualcosa di “ambientale”…che abbiamo ancora in Sicilia (e che non hanno in Lombardia o in -veneto…ma ormai neanche nel Lazio) lo dobbiamo allo Statuto che ha (ahimè solo in parte) bloccato gli appetiti delinquenziali delle lobby locali.

    LA Regione ha poi tentato di salvare le coste con una legislazione per il tempo avanzatissima (impossibilità di costruire entro i 300 metri dalle coste)…ma se poi le strutture statali preposte (per la stragrande maggioranza) a prevenire gli atti delinquenziali (polizia e magistratura hanno dormito per decenni…nonostante le elggi regionali..così come la polizia municipale a comando dei comuni).

    Poi possiamo anche dire che in SIcilia è nata una delle politiche ambientali migliori in italia, con l’istituzione, nei ’70, grazie all’Assemblea regionale siciliana, di alcuni parchi regionali (quando nel resto d’Italia non sapevano cosa fosse la legislazione sui parchi) e che ha permesso di preservare Madonie, Nebrodi e anche parte dell’Etna. Senza quella legislazione saremmo una distesa di cemento…come in altre Regioni….

    Potrei continuare così..citando migliaia di casi, al contrario, di indecenze commesse in Scilia (che sono un pò quelle che tutti citatano) che non c’entrano assolutamente nulla con lo Statuto…ma sarebbe una perdita di tempo. Non c’è peggior sordo che…

    1. Fabio

      No Gianni, per favore non continuare !
      Descrivi una realta siciliana che esiste solo per te!
      Io – da siciliano – mi immedesimo certamente più nelle critiche di Merlo che nella tua difesa dell’indifendibile!

    2. mariella

      vedo che ci sono Siciliani contenti di come sono stati amministrati finora e ciò non mi meraviglia affatto, evidentemente la classe politica non è che il riflesso del popolo che la sceglie. La Sicilia è evidentemente irrimedibile. se restano ancora in maggioranza queste opinioni. io da Siciliana spero di no, ma è una speranza ormai troppo flebile: grazie a Merlo per avere aperto un dibattito su
      la ormai evidente dannosità dello Statuto per uno sviluppo soprattutto culturale della nostra povera isola.

  19. Roberto

    Il trentino alto Adige fa della propria autonomia una fonte di ricchezza per tutti i cittadini.
    Qui in Sicilia è solo il modo per alimentare “la casta con le sarde#
    Sono ormai passati 3000 anni e dopo tuttee varie dominazioni non si è raggiunti un minimo senso civico di auto gestione.
    Meglio quindi abolire lo statuto Siciliano

  20. Giacomo

    Non conoscevo l’autore; bravo hai descritto perfettamente la realtà.
    Il tuo articolo andrebbe divulgato nelle scuole, nelle parrocchie, negli uffici pubblici ovunque così da far comprendere a tutti i siciliani che andranno a votare quale è’ lo spirito che anima i candidati, diversamente dalle varie minchiate scritte sui manifesti: ad esempio ho letto ” coerenza, impegno, onesta’ etc etc” quando nella realtà’ si candidano per poter campare di rendita tutta la vita senza aver mai lavorato un giorno.
    Bravo Merlo continua così

  21. Andrea Greco

    Verissimo, Merlo! E poi lo Stato Italiano è infinitamente più indebitato e corrotto della Regione Siciliana, perché non abolire anche la Costituzione!? Che genio!

  22. pasqualino

    egr. sig. MERLO lei e un asino e un grandissimo demagogo. Ma cosa più grave è che scrive sul più letto quotidiano in Italia le minchiate che fino a pochi giorni fa erano riservate al corriere

  23. Ruggero Siciliano

    Certo sig. Merlo, come no? Infatti noi siciliani ammiriamo tutti i grandi progressi delle regioni Campania e Calabria, che senza Statuto Speciale sono ricche e progredite, con una sanità che funziona e senza criminalità nelle istituzioni e negli appalti! E ammiriamo anche i conti sanitari in ordine del Lazio (l’unica regione rientrata dal disavanzo, e questo è certificato dall’apposita commissione, è stata la Sicilia) e l’enorme deficit del Piemonte, ed i continui scandali e salvataggi della sanità in Lombardia… O magari Pompei che cade a pezzi, visto che le piace citare il meraviglioso patrimonio di cui per fortuna ancora disponiamo! Ma per caso le hanno commissionato l’articolo i Falk azionisti del suo giornale? Perchè in effetti, se la Regione Siciliana fosse stata senza Statuto, probabilmente sarebbero riusciti ad impiantare i loro megainceneritori, capaci di bruciare i rifiuti di mezza Italia… Ma tanto magari lei neanche ci vive più in Sicilia, i fumi ce li saremmo sorbiti noi!

  24. Nico

    Dott. Merlo,
    dolorose, ma sacrosante parole.
    Voglio essere ottimista nel credere che solo con la denuncia a mezzo stampa di questi scempi, qualcosa potrà cambiare, anche se lento pede. Probabilmente, all’omertà subentrerà l’orgoglio di riscattarsi e distinguersi da queste ruberie e vergogne.
    Grazie

  25. Gianni

    ..ma poi, la cosa “fantastica” di questo articolo é che focalizza e critica, o, gli stipendi e i privilegi dei politici regionali, alti, per colpa, a dire di Merlo, dello Statuto. MA chiunque abbia letto un bignami di diritto sa bene che lo Statuto non c’entra niente!!!! Tutti i consigli regionali e tutte le Regioni hanno autonomia organizzativa e di spesa (tant’é che lo stipendio più alto tra i presidenti delle regioni non è di Lombardo, ma del pugliese Vendola…e chiunque sa che la Puglia non ha nessuno statuto autonomistico).

    Ma dov’è finita la precisione e l’accuratezza degli Alberto Ronchey…dei Sandro Viola…dov’è????

  26. santo

    Il Trentino, la Valle d’Aosta e l’Alto Adige sono fonte di benessere e ricchezza.Da noi sono “sperperi”…consulenze e raccomandazioni. Ma la Regione Sicilia ha mai pensato ai giovani precari e ai dissocupati che per avere un posto di lavoro e vincere un concorso o partecipare ad una selezione di bando devono necessariamente rivolgersi al politico di turno?
    Non ha senso mantenere lo Statuto speciale per favorire la classe politica siciliana e affossare di tasse i cittadini.
    Grazie Merlo per aver scritto e lanciato questa proposta!

  27. Domenico Boiano

    Gent.mo Francesco Merlo
    complimenti, ancora una volta, per l’articolo di ieri sulle nefandezze dell’autonomia siciliana: una meravigliosa “testimonianza di verità”, ancor più preziosa perchè fatta da un siciliano, come è Lei. Un siciliano che – pur amando fortemente la propria regione di origine, per le sue bellezze naturalistiche, per la sua storia pluriculturale e per la ricchezza del suo patrimonio archeologico – non teme di denunciarne la miseria economica, ma soprattutto morale, nella quale essa è sprofondata, soprattutto per colpa di una classe politica locale – salvo rarissime eccezioni – votata, per la maggior parte di essa, al saccheggio delle risorse pubbliche.
    Credo anche, Merlo, che dopo la “denuncia” ( come Lei ha correttamente fatto per il Lazio e la Sicilia ) sia giunto il momento, per il giornalismo migliore – quello che anticamente si definiva “militante” – , di passare dalla denuncia alla “proposta”: come Lei cerca di fare, nell’articolo, proponendo il superamento dell’autonomia regionale siciliana e della revisione dell’articolo V della Costituzione.
    Ebbene, Merlo, ma, secondo me, questo non basta!
    Proprio alla luce dei recenti avvenimenti di cronaca politica regionale ( Lazio, Sicilia, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, ecc.) io ritengo sia giunto il momento, in Italia, per una riforma molto più radicale – anche alla luce di una prossima costruzione di un’ Europa Unita Federale di Stati – dell’ articolazione regionale in otto macro-regioni: ( Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia, Val d’Aosta); ( Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Romagna); ( Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna); ( Marche, Abruzzo, Molise, Puglia ); ( Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia ) con totale abolizione di “speciali” autonomie ed un forte coordinamento dello Stato nazionale centrale ( ancora oggi ) e del nuovo Stato Federale Europeo ( quanto prima).
    Non mi dica, Merlo, che ciò che propongo è compito dei “politici” e non dei giornalisti: è da troppo tempo, purtroppo, che i “politici” hanno smesso di fare proposte e di elaborare idee, lanciando il proprio “cuore” oltre l’ostacolo” ( come soleva fare Altiero Spinelli, nella sua solitudine del confino). Essi, come dimostrano gli avvenimenti di questi giorni, sono troppo affaccendati nelle loro beghe di partito e di prossimi “raccoglitori di voti” ( primarie, regole, leggi elettorali, candidature ) e dall’unico desiderio che li motiva – quello di “autoconservarsi” nel Parlamento nelle assembleee elettive e nei luoghi del “potere” – per trovare il tempo per cimentarsi nelle nostre amenità.
    La ringrazio e La saluto, Merlo, con grande stima
    Domenico Boiano

  28. nellina laganà

    sacca di voti e privilegi.questo è la regione Sicilia.da non sottovalutare l’influenza mafiosa, ça va sans dire…in ogni caso è nel dna dei siciliani,caro Francesco, approfittare,delegare,inciuciare (per usare un termine di moda).Per quello che mi riguarda sono pronta a dire che il male,per così dire,risiede in noi,nel nostro modo di concepire la politica,solo fonte di privilegi, appunto, e clientele. La tante “isole”a nostra isola poi è composta da tante “isole” che nulla hanno a che fare col bene comune e con lo spirito di servizio che un buon politico dovrebbe avere.il tuo articolo è da incorniciare.

  29. Benedetto

    Lei è un grande giornalista, che procede per suggestivi e vividi affreschi.
    Sono convinto come lei che l’autonomia è radice di moltissimi mali, certo dei peggiori. Non concordo però su alcuni giudizi assoluti riguardanti la nostra regione: non si può dire che sia la “peggiore”, quella con le strade più scassate, meno speranza per il futuro e il resto. Ci sono, purtroppo per loro, altre regioni (come la Campania o la Calabria) che fanno disperare ancora di più perché l’onestà, la civiltà e la normalità sono ancora più sommerse, infangate, non tenute in alcun conto o perfino denigrate.
    In Sicilia – nonostante l’Autonomia, i politici vergognosi e la mafia – c’è ancora possibilità di cambiamento perché è un territorio vivace, intelligente, collegato al mondo; penso alla provincia di Ragusa che non può essere considerata peggiore di altre del centro nord, nonostante sia la terra di politici incapaci e non abbia un solo km di autostrada.
    Credo che lei abbia scritto sull’onda di quella rabbia che il siciliano cova quando da lontano si dispera nel vedere come la propria terra venga costantemente violentata e offesa… E anche per questo sono con lei, ma dico che il suo linguaggio parla più ai siciliani – che sanno interpretarla – che agli altri, i quali si fermeranno più probabilmente al dato letterale, alla superficie, e non capiranno del tutto, e penseranno solo merda della Sicilia.

    Continui così, ma scriva pensando di più ai siciliani onesti, che vivono male in certa Sicilia.

  30. paolo

    leggo Francesco Merlo e penso a Sciascia, Consolo, Giuseppe Fava…aspetto ancora qualche giornalista lombardo, piemontese, laziale che scriva della sua terra con lo stesso coraggio e la stessa lucidita’ di Merlo.

  31. calogero

    Sig. Merlo. Condivido pienamente il suo articolo fervida descrizione di come in Sicilia abbiamo utilizzato lo strumento dello statuto speciale solo per arrecare danno a noi stessi, alla nostra civiltà e al futuro dei nostri figli (semprechè resteranno in Sicilia). Sono costernato e mi vergogno di alcuni commenti al suo articolo con il sig. Francesco che già con il suo stile “stampatello” la dice tutta su che persona abbiamo a che fare. Con la sua arroganza questa difesa dello status quo siciliano e della chimera dell’autonomia risponde ad un preciso disegno della corrotta classe politica collusa fino al midollo con la MAFIA. Lo statuto speciale è servito esclusivamente alla MAFIA perchè le ha consentito di infiltrarsi nelle istituzioni con tanto di tappeto rosso al suo passaggio. Chi non si è piegato come Mattarella, Pio La Torre e altri grandi politici hanno trovato la “lupara” nel loro cammino. Sig. Francesco non prendo le difese di nessuno, nemmeno del giornalista che ha scritto l’articolo e che lei in tono disgustoso chiama sig. Uccello, continui a dispiegare i tappeti rossi al passaggio dei vari Totò Reina e Matteo Messina Denaro. Se la Sicilia è in questo pietoso stato lo è grazie ai tanti qualunquisti ipocriti come il sig. Francesco.

  32. Salvo

    Va benissimo denunciare tutti gli sprechi, va bene denunciare tutte le frodi, ecc..
    Ma il SIg. Merlo, prima di scrivere fesserie, lo sa cos’è lo Statuto e perchè ce lo siamo conquistati?

    Chi conosce la storia dello Statuto ed il suo significato mai si permetterebbe di dire simili banalità!

    Il problema non è lo Statuto (anzi sarebbe la soluzione), il problema sono i nostri politici, pertanto il problema siamo NOI che continuiamo a votare le stesse facce e gli stessi partiti(italiani).

  33. mimmo cuticchio

    Gentile Dott. Merlo,

    Proprio mentre finisco di girare, con un regista francese, un film documentario dal titolo “Orlando ferito”, leggo il suo commento critico sul comportamento di politici e amministratori siciliani e sull’opportunità di abolire lo statuto speciale della regione Sicilia.
    Condivido con lei che la politica, forte dell’autonomia e dello statuto speciale, abbia portato l’isola ad un vergognoso disastro economico e culturale, ma sono rimasto di stucco nel vedere elencata l’Opera dei pupi tra cannoli, carretti e tutta la “cianfrusaglia della sicilianità e sicilitudine”. Tanto più mentre finisco di girare un film che già dal titolo denuncia le ferite del paladino Orlando, che metaforicamente rappresenta la mia terra.
    Sono convinto che lei abbia citato l’Opera dei pupi, che mi onoro di rappresentare, senza conoscerne il valore storico e culturale. Mi permetta di dirle che spesso si attraversa un bosco senza avere mai visto un albero da vicino.
    Mimmo Cuticchio

  34. Gaetano Spina

    Ringrazio Francesco Merlo per il quadro serio e veritiero che ha disegnato della regione siciliana.I commenti negativi mi lasciano perplesso e mi inducono a pensare che purtroppo ci sono molte persone che da questa situazione ne traggono vantaggi e privilegi a vario titolo.E’ ovvio che in Sicilia ci siano tante persone per bene,però costoro non hanno voce in capitolo e se in qualche modo vogliono impegnarsi e reagire,le loro energie vengono assorbite e il loro impegno viene vanificato dalla tremenda palude che li circonda e li… ingoia.Anche in Sicilia ci sono dei politici(pochi per la verità!) che non sono compromessi con gli intrallazzi e le ruberie,ma la critica che rivolgo loro è di adeguarsi al sistema perchè tanto niente può cambiare e intanto…si godono tranquillamente i privilegi del loro status.Per essere politici veri bisogna impegnarsi e lottare affinchè la palude venga prosciugata e far si che anche in Sicilia si possa vivere in modo normale.Pertanto invito i partiti a operare scelte coraggiose perchè bisogna mettere gli elettori in condizioni di non votare il meno peggio,ma il meglio del meglio!

  35. Lettore

    Condivido chi ha detto che i vizi e gli sprechi denunciati da Merlo, con lo Statuto autonomistico, non c’entrano ASSOLUTAMENTE nulla.

    Ma dico…ma come si fa a scrivere queste cose? Ma cosa c’entrano gli stipendi dei politici con lo Statuto????? Come se nelle altre regioni, prive di statuto, i politici lavorassero gratis…
    Cosa c’entra l’elezione dei figlio di Lombardo con lo Statuto? Il figlio di Bossi lavorava forse alla Caritas?
    Cosa c’entrano le strade sporche con lo Statuto? A Napoli ci sono forse le strade pulite? E là non c’è nessuno Statuto.

    Insomma….AIUTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  36. Calogero

    Possibile che nessuno si chieda come mai nel dopoguerra pur di non dare l’indipendenza alla Sicilia, l’italia ha preferito sottoscrivere lo Statuto? E possibile che nessuno si chieda COME l’italia ha deciso di attuare lo Statuto?
    Le tesi di questo articolo sono due:
    1) la Sicilia fotte l’italia tramite lo Statuto
    2)i politici siciliani fottono i cittadini siciliani tramite lo Statuto

    La seconda tesi è vera, ma la prima è del tutto FALSA. E la cosa che fa perdere ogni credibilità a questo articolo è che l’autore tutto ciò lo sa bene.
    Quindi, parliamoci chiaro: questo articolo è semplicemente un romanzetto di bassa lega. Ma del resto al pessimo giornalismo il signor Merlo ci aveva già abituati. Basta ricordare il suo penoso articolo sull’alluvione di Giampilieri.
    Complimenti Merlo, vossìa su vusca bbonu u pani!
    ps: chiunque conosca l’eroica figura di Antonio Canepa (professore universitario, antifascista militante, socialista puro ed indipendentista) sa benissimo che la sua figura storica ed il suo impegno per la causa siciliana, non meritano il fango qualunquista che lei gli ha riservato nell’articolo. Che vergogna…..

  37. Carlo Lo Re

    Condivido parola per parola l’analisi di Merlo … Lo statuto speciale è sicuramente da eliminare per poter cominciare a porre mano ai problemi della Sicilia … Anche per simbolicamente seppellire l’indegna stagione dei federalismi/autonomismi, finiti nel fango delle indagini sulla Lega e su Raffaele Lombardo …

  38. Ass. Culturale La Sicilia ai Siciliani

    L’associazione “LA SICILIA AI SICILIANI” in tutti i suoi componenti, dopo un’attenta lettura dell’articolo pubblicato da LA REPUBBLICA scritto da Francesco Merlo “ E ORA ABOLIAMO LO STATUTO SPECIALE DELLA REGIONE SICILIANA”, vuole esprimere la propria opinione.
    Infatti, secondo noi e a differenza del Merlo, l’attuazione integrale dello STATUTO è l’unica salvezza per la SICILIA.
    Merlo, Editorialista de “La Repubblica” dall’ottobre 2003, nato a Catania e iscritto all’ordine dei giornalisti dal 1980 è balzato alla cronaca per avere pubblicato un video su “La Repubblica” evidenziando le differenze che vi erano state tra l’alluvione di Messina e quella di Genova nel 2011.
    Il video citato ha dato luogo ad un ampio dibattito. Pertanto, consiglio a tutti coloro che fossero interessati di effettuare una ricerca accurata sulle pagine di Internet per approfondire tale argomento, poiché, se potessimo dare un giudizio personale, in questo momento, rischierei di essere fazioso.
    Lo stesso giornalista, a distanza di poco tempo, continua a picconare la sua Sicilia addebitando le colpe del suo malfunzionamento allo Statuto Siciliano come se lo sperpero dipendesse solo da esso. Se facciamo una analisi equa ci accorgiamo che anche in altre Regioni a statuto ordinario forse succede anche peggio coi Batman e i Robin della situazione.
    A questo punto, per sgombrare il campo da ogni dubbio e fare chiarezza, desideriamo semplicemente INFORMARE.
    Lo Statuto, per chi non lo sapesse, nasce come patto tra due nazioni, la Sicilia e l’Italia, e dal grande senso di civiltà di grandi uomini quali Andrea Finocchiaro Aprile, Don Luigi Sturzo, il favarese Gaspare Ambrosini e molti altri che trovarono nello Statuto il compromesso per evitare altre guerre e per riscattare l’identità siciliana, l’identità di un popolo che ha uno dei più antichi Parlamenti al mondo e una storia millenaria e particolare alle spalle.
    Il 15 maggio 1946 un decreto reale promulga la legge riguardante l’autonomia siciliana. Il 26 febbraio 1948 (con legge costituzionale n.2) l’Assemblea Costituente converte in legge costituzionale lo Statuto della Sicilia, secondo le disposizioni dell’articolo 116 della Costituzione che ha dotato la nostra SICILIA di un’ ampia autonomia politica, legislativa, amministrativa e finanziaria. Almeno tutto ciò sulla carta.
    Il primo soggetto che non ha adempiuto ai propri doveri e che ha infranto i diritti di noi Siciliani è stato lo Stato Italiano con la presunta “abolizione” dell’Alta Corte. Ma potremmo citare altri esempi, come quello relativo alle provincie che, per Statuto art.15, non dovrebbero esistere; così come l’esempio di quei tributi come l’ IMU che sarebbe incostituzionale. Ci soffermiamo solo su alcuni esempi e non vogliamo entrare nel merito del discorso accise.
    Ma nell’arco di poco tempo organizzeremo una conferenza nella quale si tratterà l’argomento.
    Il malfunzionamento del sistema “Sicilia” e la mancata applicazione del suo Statuto si deve addebitare solo ed esclusivamente a noi siciliani (e non allo Statuto)che ci siamo fatti rappresentare, per troppi anni, da una casta politica scandalosa che ha saputo solo dilapidare risorse nazionali e comunitarie, incorrendo in spese folli e inutili.
    L’associazione “La Sicilia ai Siciliani” concorda con le parole di Merlo quando critica i deputati che percepiscono indennità elevatissime, o quando fa riferimento alle migliaia di impiegati e dirigenti che percepiscono stipendi da nababbi ma che, molto spesso, non adempiono ai loro doveri e, ancora, quando parla di quelle consulenze di professionisti pagati a peso d’oro.
    Ma più che un articolo sull’abolizione dello Statuto ci preme informare i nostri conterranei sull’imprescindibile rivalutazione dei loro diritti e sulla necessaria partecipazione alla vita politica della Regione Siciliana, troppo spesso tralasciata per mancanza di fiducia nelle istituzioni.
    L’Associazione “La Sicilia ai Siciliani” crede sia questa la strada giusta per contribuire alla rinascita dell’isola meravigliosa in cui viviamo e – perché no – magari anche col contributo di personalità di spessore come il nostro conterraneo Francesco Merlo!

    La Sicilia ai Siciliani

  39. libero genovese

    Gentile Francesco Merlo, quando ho finito di leggere tutto d’un fiato il suo splendido articolo sulla nostra derelitta Sicilia mi sono sentito al tempo stesso sollevato e avvilito. Sollevato perchè ho potuto constatare quanto il mio punto di vista radicalmente critico verso tantissimi anacronistici aspetti del nostro modo di vivere e di essere in Sicilia trovi cittadinanza nelle persone avvedute e intellettualmente oneste come lei.
    Avvilito perchè il suo articolo conferma le mie peggiori sensazioni su questa realtà che è la Sicilia moderna (!).
    Sottoscrivo tutto di quello che ha scritto nell’articolo, persino l’inchiostro.

    1. Ass. Culturale La Sicilia ai Siciliani

      L’associazione “LA SICILIA AI SICILIANI” in tutti i suoi componenti, dopo un’attenta lettura dell’articolo pubblicato da LA REPUBBLICA scritto da Francesco Merlo “ E ORA ABOLIAMO LO STATUTO SPECIALE DELLA REGIONE SICILIANA”, vuole esprimere la propria opinione.
      Infatti, secondo noi e a differenza del Merlo, l’attuazione integrale dello STATUTO è l’unica salvezza per la SICILIA.
      Merlo, Editorialista de “La Repubblica” dall’ottobre 2003, nato a Catania e iscritto all’ordine dei giornalisti dal 1980 è balzato alla cronaca per avere pubblicato un video su “La Repubblica” evidenziando le differenze che vi erano state tra l’alluvione di Messina e quella di Genova nel 2011.
      Il video citato ha dato luogo ad un ampio dibattito. Pertanto, consiglio a tutti coloro che fossero interessati di effettuare una ricerca accurata sulle pagine di Internet per approfondire tale argomento, poiché, se potessimo dare un giudizio personale, in questo momento, rischierei di essere fazioso.
      Lo stesso giornalista, a distanza di poco tempo, continua a picconare la sua Sicilia addebitando le colpe del suo malfunzionamento allo Statuto Siciliano come se lo sperpero dipendesse solo da esso. Se facciamo una analisi equa ci accorgiamo che anche in altre Regioni a statuto ordinario forse succede anche peggio coi Batman e i Robin della situazione.
      A questo punto, per sgombrare il campo da ogni dubbio e fare chiarezza, desideriamo semplicemente INFORMARE.
      Lo Statuto, per chi non lo sapesse, nasce come patto tra due nazioni, la Sicilia e l’Italia, e dal grande senso di civiltà di grandi uomini quali Andrea Finocchiaro Aprile, Don Luigi Sturzo, il favarese Gaspare Ambrosini e molti altri che trovarono nello Statuto il compromesso per evitare altre guerre e per riscattare l’identità siciliana, l’identità di un popolo che ha uno dei più antichi Parlamenti al mondo e una storia millenaria e particolare alle spalle.
      Il 15 maggio 1946 un decreto reale promulga la legge riguardante l’autonomia siciliana. Il 26 febbraio 1948 (con legge costituzionale n.2) l’Assemblea Costituente converte in legge costituzionale lo Statuto della Sicilia, secondo le disposizioni dell’articolo 116 della Costituzione che ha dotato la nostra SICILIA di un’ ampia autonomia politica, legislativa, amministrativa e finanziaria. Almeno tutto ciò sulla carta.
      Il primo soggetto che non ha adempiuto ai propri doveri e che ha infranto i diritti di noi Siciliani è stato lo Stato Italiano con la presunta “abolizione” dell’Alta Corte. Ma potremmo citare altri esempi, come quello relativo alle provincie che, per Statuto art.15, non dovrebbero esistere; così come l’esempio di quei tributi come l’ IMU che sarebbe incostituzionale. Ci soffermiamo solo su alcuni esempi e non vogliamo entrare nel merito del discorso accise.
      Ma nell’arco di poco tempo organizzeremo una conferenza nella quale si tratterà l’argomento.
      Il malfunzionamento del sistema “Sicilia” e la mancata applicazione del suo Statuto si deve addebitare solo ed esclusivamente a noi siciliani (e non allo Statuto)che ci siamo fatti rappresentare, per troppi anni, da una casta politica scandalosa che ha saputo solo dilapidare risorse nazionali e comunitarie, incorrendo in spese folli e inutili.
      L’associazione “La Sicilia ai Siciliani” concorda con le parole di Merlo quando critica i deputati che percepiscono indennità elevatissime, o quando fa riferimento alle migliaia di impiegati e dirigenti che percepiscono stipendi da nababbi ma che, molto spesso, non adempiono ai loro doveri e, ancora, quando parla di quelle consulenze di professionisti pagati a peso d’oro.
      Ma più che un articolo sull’abolizione dello Statuto ci preme informare i nostri conterranei sull’imprescindibile rivalutazione dei loro diritti e sulla necessaria partecipazione alla vita politica della Regione Siciliana, troppo spesso tralasciata per mancanza di fiducia nelle istituzioni.
      L’Associazione “La Sicilia ai Siciliani” crede sia questa la strada giusta per contribuire alla rinascita dell’isola meravigliosa in cui viviamo e – perché no – magari anche col contributo di personalità di spessore come il nostro conterraneo Francesco Merlo!

      La Sicilia ai Siciliani

  40. serena

    L’analisi è ineccepibile! Tra gli effetti collaterali di questa folle autonomia, che consente alla regione di dotarsi di una organizzazione della pubblica amministrazione priva di qualunque razionalità, senza sottostare ad alcuna forma di controllo, vi è anche la situazione dei Beni Culturali, su cui la Regione, ahinoi, ha competenza unica. C’è qualcuno che sa che in Sicilia, e solo in Sicilia, è possibile diventare direttore di un Museo Archeologico pur immaginando che un sarcofago col Ratto di Proserpina rappresenti un topo? Che si può essere nominato Direttore di una Galleria regionale senza essere in grado di distinguere un Caravaggio da un Guttuso, responsabile di una unità operativa archeologica senza sapere se attribuire un cratere attico alla preistoria piuttosto che all’età araba? Perché la legge regionale 10/20000, principale lascito della breve stagione dell’unico governo di centrosinistra della storia siciliana, ha istituito una follia che si chiama Ruolo Unico della Dirigenza, cui si attinge per le nomine in tutti gli Assessorati, con l’unico criterio della spartizione politica. Non è necessario essere archeologi per dirigere musei archeologici, non è necessario essere storici dell’arte per dirigere gallerie o unità operative storico artistiche di Soprintendenze, si può diventare responsabili di unità operative di importanti biblioteche regionali da ingegneri, in virtù dell’esperienza acquisita alla Motorizzazione civile o all’Azienda Foreste Demaniali. Il risultato? Lo stato dei Beni Culturali dell’isola, che è sotto gli occhi di tutti. Restituiamo la Sicilia all’Italia, ha scritto Salvatore Settis, e questa sarebbe l’unica speranza per i siciliani, ma anche per l’enorme patrimonio culturale della nostra isola che, ovviamente, non appartiene ai soli siciliani.

  41. Corrado

    Condivido molto il suo articolo, anzi per la verità il problema (non solo siciliano) risiede anche nella mentalità dei suoi cittadini, una mentalità per cui non vale mai la pena combattere, che tanto è così e non si può cambiare….. se non a parole………….
    Però, vede, non si può addossare la responsabilità solo alla classe politica, perché diciamolo pure, un paese come il nostro, formato in buona sostanza da ladri, truffatori e mignotte, altro no può fare che esprimere una classe politica composta in buona sostanza da ladri, truffatori e mignotte.

    Cordialmente

  42. Alfredo Cavarra

    Carissimo Franceso Merlo,io da Siciliano le posso dire che lei troppo è lontano dalla Sicilia per capire realmente tutto il ladrocinio che ci viene giornalmente inflitto sia dal governo e sia dalla regione e (dalla mafia) legga bene tutto lo statuto autonomo,in Sicilia non abbiamo bisogno di niente e di nessuno con quello statuto che lei dice di abolire,abbiamo solo bisogno di una legge per far valere quello statuto,e (che non esiste).che ne dice se le dico di abolire la costituzione italiana? visto che è attualmente e calpestata come lo statuto siciliano,che ne dice degli stipendi dei parlamentari al governo in confronto di quelli siciliani,che ne dice degli sprechi che abbiamo in italia,faccia un confronto e la risposta le verra da sola. Non me ne voglia,ma se non esiste una legge a qui rivolgersi ne lei può ablire lo statuto siciliano,e ne io posso abolire la costituzione italiana,ma nel frattempo ce chi sta riscrivendo la costituzione italiana per i loro sporchi giochi,e chi tiene nel cassetto uno statuto speciale che grazie alla legge non può essere attuato al pieno delle sue potenzialità.la saluto sperando che sia questo un contribbuto a non far parlare male di una terra che da 60 anni e derubata umiliata ed emarginata dall italia,ma sempre tirata in ballo solo per pagare.

  43. Alfredo Cavarra

    E come volevasi dimostrare ora che hanno paura della nostra reazione con il nostro voto ci puniscono,declassando la Sicilia su ordine di qualcuno dei nostri vertici alla politica,il motivo?la Sicilia a troppi debiti e spianano la strada alle banche,e se non si e capito,cominciano le azioni persecutive della Sicilia che osa ribellarsi al potere di coloro che credono di essere i padroni….praticamente stanno dicendo alle banche,comprate la sicilia e in offerta,le imprese siciliane vantano crediti per circa 5 miliardi. Il creditore? lo Stato, e 1,5 mld di euro di credito verso la regione sicilia,il creditore? lo Stato. E lei mi parla di un buco di 5,3 mld di debito,faccia quattro conti e capisca da dove viene il nostro buco,per noi Sicilani avere introiti con il governo Italaino non conviene,e se questo presidente appena eletto metterà sotto il naso al parlamento lo statuto autonomo Sicilia e dirà che da oggi in poi sarà rispettato al cento x cento,molti si ribelleranno e piangeranno al governo,perche finirà tutto quello a qui sono stati abituati per anni,(A DERUBARCI) la prego gentilmente di non ripetere più di abolire uno statuto,almeno per il rispetto di chi a dato la vita e sputato sangue per averlo,non commetta l errore di Monti che sta sputando sopra i portatori di sla,e continuando a tagliare sui pochi euro dei pensionati,e bocciando i tagli utili ai lora mega stipendi e alle mega pesioni e i mega privilegi, che sono quelli il nostro debito pubblico che vi nascondono e ancora non avete capito,tutti quei signori al palazzo non creano reddito,sono un peso ormai ai vertici per il contribuente,colui che crea reddito,colui che lavora e col suo lavoro deve vivere se ci riesce, e pagare chi non crea reddito che sono i politici. Perdoni il mio sfogo,ma se lei e ha motivi validi per dimostrare il contrario di quello che ho detto,sono ben felice di ascoltarla,buona serata.

  44. Claudio Santi

    Molte persone hanno apprezzato il contenuto di questo articolo, alcuni disapprovando hanno parlato di disinformazione e accusato l’autore di essere un “ascaro”. La mia opinione è che bisogna andare oltre alle parole e interpretare, al meglio, quello che l’autore ha voluto esprimere. L’autore parlando dello Statuto siciliano, facendolo passare come realtà operante e vigente in Sicilia, è vero, invece, l’esatto contrario, ha invitato gli autonomisti a una profonda riflessione. Questo articolo contiene un “messaggio in codice” che mi permetto di “interpretare” e “tradurre” nel seguente modo: “ Cari autonomisti è da 65 anni che aspettate l’applicazione integrale dello Statuto e siete veramente convinti che lo Stato italiano rispetterà, un giorno, il patto costituzionale sancito nel 1948 con l’entrata dello Statuto nella Costituzione italiana? Avete dimenticato le parole del primo Presidente della Regione siciliana Giuseppe Alessi a Catania durante una conferenza su mafia e potere politico “ Io ritengo responsabile primario del mondo mafioso lo Stato, quello stesso che in Italia, dai giorni dell’Unità ad oggi, ha dato la dimostrazione legislativa ed amministrativa dello spregio della legge. Se mafia vuol dire extralegalità, rifiuto della legge, sostituzione del fatto imperioso alla norma e al rapporto giuridico, se la mafia vuol dire tutto questo e contemporaneamente si considera la storia della nostra isola dal plebiscito ad oggi, ci accorgiamo che si tratta di una sequela di sopraffazioni in cui lo Stato è il primo ad affermare l’inutilità della legge l’offesa alla legge.” Credete veramente nel ripristino dell’Alta Corte, all’emanazione dei decreti attuativi, alla soppressione delle Province, al ritiro dei Prefetti, al ritorno del Banco di Sicilia a ente pubblico, oggi Spa Unicredit, che può emettere la moneta? Aprite gli occhi, questa è una favola da raccontare ai bambini, oggi dopo ben 65 anni la parola d’ordine è: INDIPENDENZA. La vostra bandiera è gialla e rossa con la triscele al centro, il vostro inno “Suoni la tromba e intrepido” dai Puritani di Vincenzo Bellini, il vostro motto “ Animus Tuus Dominus” del Vespro siciliano e la vostra capitale Palermo.” La chiave di lettura è nell’ultimo rigo dell’articolo “…. la vera autonomia della Sicilia sarà la liberazione dagli autonomisti.” Autonomia senza autonomisti uguale Indipendenza. Se questa è la decodificazione del “messaggio in codice” sono perfettamente in sintonia con l’autore: sono gli autonomisti che ostacolano il riscatto della Sicilia. La Scozia vuole il referendum per l’indipendenza dal Regno Unito e in Sicilia. . . . . SE NON ORA QUANDO? Questo articolo è un invito alla lotta politica per la liberazione della Sicilia. . . . . . o no?

  45. Frank

    Merlo? anzichè fare monologhi sconclusionati perchè non si confronta in un dibattito. Ha parlato dello Statuto siciliano come la persona più ignorante che abbia mai conosciuto. Consiglia di abolirlo.Il classico esempio del marito che si castra per fare dispetto alla moglie. Quindi invece di punire quella gentaglia che ne ha abusato castriamo i cittadini. Noi siamo disposti a rifiutare tutti i finanziamenti statali in cambio di trattenere tutte le entrate maturate in Sicilia. Questa proposta è stata fatta a Monti a Gennaio in un tavolo tecnico (con il Prof. Costa) ma l’Italia ha rifiutato perchè? chieditelo caro Merlo. Chiedilo al prof Costa invece di fare monologhi insensati!!
    Grazie.

  46. Aristide Gargiulo

    Con riferimento all’articolo che hai partorito su beppe grillo:
    “Insulti e nomi storpiati la gogna triste di Grillo”

    Questo sarebbe il tuo senso critico ? (=_=)
    Tuo padre non ti ha mai dato un ceffone quando hai partorito l’idea di “fare” del giornalismo ??

    Forse un adepto-servo della casta avrebbe avuto piu’ rispetto per se stesso scrivendo un finto articolo come il tuo. Non parliamo della responsabilita’ di chi pubblica le corbellerie che scrivi.

    p.s.
    Senza finanziamenti pubblici sareste quasi con le pezze al ku-bip!
    E’ questo che vi fa paura .

  47. Nino

    insopportabile articolo e direi anche offensivo nei confronti dei siciliani. E’ come buttare l’acqua sporca e il bambino! Che i politici siciliani siano degli sciacalli non c’è ombra di dubbio ma non è abolendo uno statuto, che non è mai stato applicato, che si risolvono i problemi siciliani. Direi proprio il contrario!!! E’ come se Lei volesse abolire la Costituzione italiana per andare in contro al malaffare e alla corruzione italiana. Inoltre si informi meglio sulal storia e sulla cultura siciliana prima di scrivere delle sciocchezze!

  48. Francesco Rubino

    In risposta all’articolo ignorante del Sig.Merlo

    Un pò di storia:

    “L’autonomia concessa alla Regione Sicilia era sulla carta talmente ampia che come, giustamente, osservò qualche esponente separatista poteva essere più che l’indipendenza, soltanto se i componenti dell’assemblea regionale avessero avuto il coraggio di rompere, pur restando unitari, i legami di una sudditanza nei confronti dei poteri romani. Nella sostanza invece vennero recepite le posizioni di La Loggia, sancite nell’art.38, che prevedevano la costituzione di un “Fondo di solidarietà nazionale” con il quale lo Stato sarebbe dovuto venire incontro alle esigenze di una regione già danneggiata da ottant’anni di vicende postunitarie. Ci si potrebbe chiedere come mai la Sicilia rivendicasse una tale riparazione, a preferenza per esempio della Campania, della Basilicata o della Calabria. La verità era che le agevolazioni sancite dall’art.38 erano in funzione degli interessi di una classe politica siciliana il cui unico scopo era confermare il proprio ruolo di controllo delle risorse che dal centro fluivano verso la periferia.

    La Sicilia poteva diventare un formidabile laboratorio politico per il riscatto delle genti del Sud. Ma non è stato così. Anzi la sudditanza è diventata sempre più servile.”

    ————-
    Il fatto che adesso alcuni personaggi chiedono l’abolizione dello statuto per via degli sprechi è una messa in scena intuibile
    Con l’aiuto dei giornalisti e con il consenso dei vari governi Regionali Siciliani ascari in questi 70 anni si è fatto di tutto per far abolire questo benedetto Statuto;
    e sappiamo bene (per chi sa) che leggendo gli articoli dello statuto, in origine,
    si nota che ci sono state parecchie modifiche, oltre agli articoli mai attuati.

    Se I parlamentari Siciliani mangiano, non è di certo colpa dello Statuto speciale, ma un riflesso dei vertici, come spesso accade a Roma..

    Un Siciliano

  49. Vito

    Da siciliano da 46 anni, posso solo ringraziare Merlo. I miei dotti conterranei che si sono messi qui a farneticare di effetti, cause, storia, farebbero bene a ricordare che siamo come siamo , solo perché la Sicilia lungi da essere mai stato laboratorio politico di riscatto del sud, è stato il luogo ove si sono consumate stragi di legalità, di uomini, donne e bambini; stragi di coscienza e inni a sperperi, soprusi e clientele. Ai miei conterroni: vergognatevi, vergognatevi, vergognatevi. E se anche sarà vero che se viene rimossa questa cazzata di statuto speciale, di certo l’indomani non vedrò Palermo trasformarsi in Stoccolma ( per dirne una ), è certamente vero che se togliamo questo statuto , rimuovendo un attrezzi dalle mani dei macellai professionisti del ns futuro ( io ormai sono fuori moda, forse) o di quello dei Vs figli.
    Grazie Merlo, grazie 1000.

  50. Giuseppe Salvatore Pappalardo

    Sono favorevolissimo alla abolizione dello Statuto Speciale siciliano.
    Sono certo che si possono trovare tanti attivisti per raccogliere firme.
    So che è difficile perché ci vuole una legge costituzionale. Ma se c’è una forte pressione da parte dei cittadini siciliani, forse potremmo farcela.
    Buona parte delle firme possono ottenersi online ma ci vuole adeguata pubblicità. Io mi propongo per raccogliere firme nelle piazze di Catania e so che potrò mobilitare altre persone.

    Cordiali saluti
    Giuseppe

  51. Impegno Civico per la Sicilia

    Sono un autonomista critico. Come dire, un tifoso sportivo che tifa per la propria squadra ma alla fine della partita non posso che applaudire tutti senza alcuna titubanza. Merlo è un giornalista come altri che ha il diritto di scrivere, da giornalista, ma non di interpretare il pensiero dei Siciliani. Lui racconta fatti, fa cronaca e le notizie che riferisce, nella maggior parte dei casi sono notizie di cronaca. Senza andare indietro a scomodare i padri dell’Autonomia Siciliana, che hanno avuto valide ragioni per elaborare ed approvare e varare lo Statuto Siciliano, credo che questo strumento di riscatto e rilancio economico, sociale e culturale posto nelle mani dei Siciliani, alla luce di oltre 78 anni di distanza, abbia bisogno di un restauro, di una rivisitazione. Il dr. Merlo, lo dico senza polemica, fa esattamente il contrario di quello che faccio io, quando mi trovo oltre lo stretto, offeso e vilipeso da critiche indecenti ad opera di non Siciliani. Mi altero al punto da perdere le staffe perchè non consento a nessuno di parlare male, indiscriminatamente dei Siciliani fuori dalla Sicilia. Come dire, i panni sporchi si lavano in casa. Lui preferisce parlare male di tutto e di tutti, parlando male di se stesso e anche di me. Bene questo atteggiamento non lo condivido. Tuttavia, se il dr, Merlo ne viene a parlare in Sicilia, magari prestandosi a un confronto, democratico e costruttivo, con altri Siciliani parimenti informati e preparati, lo gradirei. Ciò che denuncia è in larga parte vero e condivisibile, ma poi deve continuare a informare i lettori della vera situazione che noi Siciliani viviamo tutti i giorni. Io, come tantissimi bravissimi cittadini di questa bella e svenduta Terra, non mi identifico nel marcio che comunque esiste. Non me ne sono andato dalla Sicilia e combatto tutti i santi giorni perchè qualcosa, anche col mio contributo, anche col mio contributo di sangue, possa cambiare. Pio La Torre, Falcone, Borsellino, Mattarella, Fava, Don Puglisi, e migliaia di altri morti eccellenti, tutti Siciliani, hanno lottato fino alla morte pur di dare una speranza ai Siciliani. Va bene denunciare i fatti (bisognerebbe denunciare anche gli autori, tutti gli autori) ma poi bisogna andare oltre. Lo Statuto Autonomo deve essere rivisto e certamente applicato. Se non è applicabile alla luce di tutto ciò che dopo 78 anni è cambiato, è giusto che si modifichi. Ma liquidarlo senza neanche averlo provato, mi sembra un doppio scandalo e un doppio torto ai danni di tutti i Siciliani, tanto più che è giuridicamente difficilissimo abrogarlo. Un torto imperdonabile ai danni di coloro che avendolo promulgato hanno guardato lontano e hanno intravisto l’opportunità di rilanciare la Sicilia e i Siciliani con l’aiuto insostituibile dello Stato. In Sicilia è mancato e continua a mancare lo Stato. Il nostro Statuto è incastonato nella Costituzione Italiana è parte integrante e fondamentale della Costituzione Italiana. Non applicare lo Statuto è come non applicare la Costituzione. Ma chi è il garante della Costituzione se non lo Stato. E se lo Stato sfugge al proprio dovere noi Siciliani da soli cosa possiamo fare? Io ringrazio il dr. Merlo per averci dato la possibilità di riaprire il confronto su questo spinosissimo tema e lo invito a prendersi cura anche di quei Siciliani che come me credono nelle Istituzioni, nella legalità, nella giustizia, nel buon senso, nel sacrificio, nella bandiera Italiana tricolore, nei valori espressi dalla Costituzione Italiana. Perchè io mi sento Italiano ma per affermare questa appartenenza pretendo che lo Stato mi aiuti nella Terra in cui vivo, a far valere il diritto che mi viene dalla Costituzione e dallo Statuto Speciale. Se da soli noi Siciliani non ce la facciamo, lo Stato sposti qui tutti gli strumenti che mi garantiscano l’esigibilità di questi diritti.
    In questa confusione, tutta studiata a tavolino, oggi si innesta lo spettro di una Autonomia Differenziata che, se non corretta e controllata, affonderà definitivamente, irreversibilmente il meridione e la Sicilia in particolare. Se il dr. Merlo non vuole tutto questo venga a darci una mano. Lo rassicuro che questo è il momento propizio per riprendere il discorso sull’Autonomia Siciliana, prima che la deriva secessionistica divori anche l’ultimo residuo di speranza per la nostra vituperata Sicilia. Rinnovare la classe politica ma anche quella dirigente della nostra Isola è difficile ma non impossibile. Falcone diceva che la mafia è un fenomeno umano che finirà con l’estinguersi, come tutti i fenomeni umani. Sta a noi non farci travolgere da questa illegalità diffusa che fa dell’Italia, non solo della Sicilia, uno dei Paesi più corrotti al mondo.

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