La storia italiana si fa sempre altrove TORNA IL FATTORE K (QUELLO DELLA MERKEL)
(VELVET) «Annego!» grida l’omino in acqua all’omino a terra che somiglia a Mario Monti e con le mani sui fianchi mentre lo guarda annegare lo rimprovera pure: «Kosì impari, spendakione» . E si capisce che la k nella vignetta di Altan è la k della Merkel, il fattore k che torna, come un destino, e forse torna proprio perché nel nostro alfabeto non c’è la k. È un “fattore allogeno”, la prova che la storia d’Italia si fa sempre altrove.
La storia d’Italia, diceva lo storico Luciano Cafagna, purtroppo scomparso nel febbraio scorso, è «una delle meno autosuffcienti, forse la meno autosufficiente fra tutte quelle dei grandi paesi. Frequente, continuo, è il ricorso all’uso di fattori allogeni… Allogeno, letteralmente, è colui che è di nazionalità o di etnia diversa da quella cui ci sta riferendo. Possiamo chiamare allogeni quei fattori o componenti della vicenda politica che vi entrano o vi vengono evocati dal di fuori».
Ebbene, sicuramente allogeno era il fattore k di Alberto Ronchey e cioè la k del Kommunizm russo (e del Kgb) che bloccava il ricambio di governo in Italia perché, in un modo o nell’altro, l’Urss ispirava e finanziava il maggiore partito d’opposizione dell’epoca, il Pci. E allogena fu la k che il movimento del ‘77 incistò come un foruncolo nell’identità di Cossiga trasformato in Kossiga l’Amerikano, che è il titolo del film di Costa Gravas con Yves Montand nel ruolo dell’agente della Cia in Sudamerica. Il film uscì tra il ‘75 e il ‘76. E Kossiga era ministro degli Interni in quel 12 maggio del 1977 quando a Roma, nel corso di violenti scontri tra dimostranti e forze dell’ordine, un proiettile calibro 22 uccise la ventenne radicale Giorgiana Masi. Il giudice D’Angelo scrisse nella sentenza: «È netta sensazione dello scrivente che mistificatori, provocatori e sciacalli (estranei sia alle forze dell’ordine sia alle tradizioni del Partito radicale, che della non-violenza ha sempre fatto il proprio nobile emblema), dopo aver provocato i tutori dell’ordine ferendo il sottufficiale Francesco Ruggero, attesero il momento in cui gli stessi decisero di sbaraccare le costituite barricate e disperdere i dimostranti, per affondare i vili e insensati colpi mortali, sparando indiscriminatamente contro i dimostranti e i tutori dell’ordine».
Kossiga comunque rivendicò a suo modo quella K, che lo identificava come uomo della Cia, quando rivelò di avere diretto Gladio, sezione italiana della Stay Behind, organizzazione segreta dell’Alleanza Atlantica. Era dunque una k segreta, oltre che allogena.
Non ho lo spazio qui per elencare tutti i fattori allogeni della nostra storia, dai soldi inglesi che finanziarono il Risorgimento a quelli americani del piano Marshal… E però, tra tutti, solo la k, che ritorna come un’ossessione, rimanda a un altrove di durezza e mistero, forse perché è già cupa la lettera, come notava Jünger, che pensava alle vocali come struttura molle della lingua e alle consonanti come struttura ossea, con la k nel ruolo d’acciaio della mascella, il mento asburgico, la volontà di potenza.
E Kafka mise sotto processo il signor Joseph che di cognome faceva K.
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