I seni nudi di Kate denudano Berlusconi / IL CAVALIERE E LA REGINA

 “La Regina è nuda”, titola domani il settimanale Chi. Ma la verità è che questa ridicola storia di gossip mette a nudo Berlusconi che, sventolando l’eroica ed erotica bandiera del libero seno in libero sbraco, lascia per sempre la politica. Il padrone della Mondadori infatti ha detto no alla richiesta di Buckingham Palace, vale a dire di uno Stato amico e persino complice, di non pubblicare le foto a seno nudo della principessa Kate, così portando finalmente al suo trionfale esito il famoso conflitto di interessi. È un esito inaspettato, ma pruriginoso e grottesco, perfetto per il vaudeville e soprattutto per il burlesque che è la password che lo stesso Berlusconi ha scelto per il proprio destino.

Addirittura, per meglio lucrare sulla volgarità e sul rumore di questa paparazzata internazionale, il settimanale Chi, vale a dire la testata ammiraglia affidata da Berlusconi al suo consigliere e giornalista più autorevole (e già questo dice tutto), pubblicherà domani 26 pagine specialissime sui seni nudi e sulle creme, e in più aggiungerà pure gli scatti  –  tié  –  che prima dello scandalo la sezione gossip francese aveva scartato. Ovviamente tutti capiscono che la Regina d’Inghilterra, che già lo aveva segnato nel carnet dei buzzurri  –  “perché quello grida così tanto?”  –  lo derubricherà per sempre dalla lista degli uomini di governo accreditati, dall’elenco dei gentiluomini, e più semplicemente dalla politica, che è un mondo di spietatezza ma anche di cavalleria, di cinismo ma anche di picchetti d’onore. Già in passato Berlusconi aveva perso l’amicizia di Sarkozy permettendo che i suoi giornali sbertucciassero Carla Bruni, poi aveva dato della culona alla Merkel… È sempre la misoginia che lo tradisce, la sua e quella dei suoi Signorini che sempre battono sul dente che duole: la donna caricatura, la donna bersaglio, la volgarità sulla donna e contro la donna spacciata per libertà di stampa. Ma ora che tocca alla principessa inglese è chiaro che nessun ambasciatore occidentale gli stringerà di nuovo la mano.

È ovviamente vero che, se l’editore non fosse lui, tutta la vicenda sarebbe solo l’ennesimo caso di morbosità voyeuristica coltivata viziosamente e lucrosamente in quel sottoscala del giornalismo che si chiama gossip. Ed è anche vero che la Casa Reale ha forse la pretesa di incarnare il pudore in un’accezione quasi religiosa, e di pretendere veli da controriforma sulle proprie nudità. In Inghilterra i giornali e i loro fotoreporter, anche quelli più scandalistici, non vanno a caccia dei dettagli anatomici dei Windsor. Probabilmente è una contro morbosità bigotta, una malattia uguale e contraria a quella italiana che va invece a caccia di piselli istituzionali, sederi, farfalle inguinali e topless.

Inoltre l’Inghilterra, che pure è il paese della “Regina bianca” di Graves, di Mary Quant, della donna libera, il luogo dove la sessualità ha perso il suo aspetto peccaminosamente cattolico, è tuttavia puritana in pubblico e in politica, e forse perché il puritanesimo è considerato l’abito elegante della moralità pubblica, la sfera che custodisce entro limiti privati i desideri, i piaceri e tutta la monnezza che noi invece esponiamo come virtù.

Ma non è di questo che si tratta. Qui non gioca il derby della modernità tra Italia e Inghilterra né tra la privacy e la libertà di stampa. E lo dico a chi vuol dare lezioni di pudore a Kate, a chi ritiene che sia un caso di imprudenza ben bastonato dalla forza (virilità) dei teleobiettivi, causa ed effetto, come se la naturalezza di un atteggiamento meritasse la gogna. In fondo questa dell’impudenza che diventa imprudenza è la stessa accusa riservata alle donne vittime di stupri o di molestie.

Qui la verità sta nel doppio scandalo, come nel Doppio sogno di Schnitzler: dietro la maschera dell’editore della monnezza c’è infatti l’uomo di stato. Berlusconi di nuovo non si accorge che la bottega di un gossiparo non è compatibile con lo statista, capo del partito di maggioranza, ex premier ed aspirante premier, sognatore di Quirinale, con quel primo ministro che, proprio in nome della diplomazia internazionale e dell’amicizia con l’Egitto di Mubarak, cercò di sedare lo scandalo Ruby mentendo alla questura.

Qui saltano, con l’eleganza e l’uso di mondo, anche la realpolik e le ambizioni di riacciuffare la leadership perduta. Se fosse stato figlio della politica e non della bottega, erede della tradizione italiana, non dico quella di Machiavelli e di Cavour, ma più modestamente di Gianni Letta e persino di Ciarrapico,
Berlusconi avrebbe fermato e magari ricomprato le foto di Kate, lui che è nella disponibilità di farlo e che, appunto, tante volte lo ha già fatto non per la casa Windsor ma per la Casa Arcore.

Ha infatti ricomprato, per non pubblicarli, i servizi fotografici delle figlie, dell’ex moglie Veronica e di tanti amici e amiche. Ha cercato di bloccare l’intero book di Villa Certosa e il famoso Topolanek che dobbiamo al settimanale Oggi. Il suo ciambellano Signorini e l’intera Mondadori tutto hanno fatto per lui, gli hanno rimesso i capelli in testa, restituirono il candore a Noemi fotografandola con i genitori e il fidanzato, e sempre hanno ridato onore alle Olgettine trafitte dalla volgarità e dalla maldicenza. Berlusconi che per ragion di stato ha regalato centinaia di milioni a Dell’Utri, parure alle signore, smart e farfalline, appartamenti, seggi in parlamento e ministeri alle ragazze, ora vuole lucrare a tutti i costi sui seni della principessa. È la liberta di stampa con la privacy degli altri, con le intercettazioni di Napolitano, con la vacanza di Monti in Svizzera, le foto di Grillo sullo yacht… e ora i seni di Kate. Berlusconi che ieri citava la Bibbia, “c’è un tempo per tacere e un tempo per parlare “, dovrebbe ricordare alla sua Mondadori l’occhio trafitto dalla trave che denunzia la pagliuzza … Comunque la si guardi, questa storia è un finale di partita. Davvero l’ultima grande occasione persa. Sempre restando nell’ideologia italiana, Berlusconi avrebbe potuto infatti inchinarsi alla Regina come un vero Cavaliere e invece di “Maestà vi porto l’Italia di Vittorio Veneto”, avrebbe potuto, con più rubizzo motto, dirle: “Maestà, vi porto le tette di vostra
nipote”.

4 thoughts on “I seni nudi di Kate denudano Berlusconi / IL CAVALIERE E LA REGINA

  1. Luigi Altea

    Caro dr. Merlo, lei è di una bravura esagerata! Io avrei voluto scriverlo a commento di ogni suo articolo, ma mi sono sempre trattenuto, sia per paura di urtarla e sia perché preferisco non esagerare, soprattutto nei complimenti.
    Mi perdoni se, per una volta, mi sono lasciato andare: non capiterà più, promesso!

  2. franco moretti

    Premetto che non nutro alcuna simpatia per il PDL, né per l’uomo SB e la sua dimensione politica. Trovo però di una sfacciata parzialità attribuire a SB il potere di influire le scelte di “Chi” da parte di un giornalista che milita – e non uso la parola a caso – nel gruppo editoriale antagonista e concorrente al gruppo Mondatori.
    Attribuire ad un uomo politico le scelte editoriali di una testata – del cui operato peraltro la stessa risponde ai propri lettori – o viceversa rinfacciare ad un politico di essersi astenuto dall’influenzare scelte editoriali, mi pare operazione altresì estremamente spregiudicata e faziosa. E quindi da un punto di vista giornalistico deteriore. Tanto più quando ci si rivolge al gruppo editoriale concorrente. Forse ogni tanto il sig. Merlo dovrebbe provare a cominciare a darle a se stesso le lezioni morali.

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