LA RIVOLTA FISCALE CONTRO LO STATO / ASSALTO ALLA BASTIGLIA DI EQUITALIA

Il sussulto più inquietante e significativo è quello degli operai di Termini Imerese che, rimasti senza lavoro, non hanno occupato la Prefettura o la Regione, cioè i tradizionali simboli dello Stato in periferia, ma gli uffici delle tasse, cioè <il fortilizio dello Stato reale> come sta scritto in un loro volantino. E se non c’è ancora l’assalto ai forni o  l’incendio dei municipi, sono almeno 270 i ‘fuochi’ di rivolta contro Equitalia. E Dio ci liberi dai presuntuosi dell’ingegneria sociale che, epigoni di Procuste, vi vedono solo evasori da reprimere. Ma Dio ci salvi anche dai catastrofisti  che confondono lo sbracamento e il collasso con gli  orgasmi rivoluzionari di Tony Negri e con il ‘travaglio’ populista di Beppe Grillo.

    Una pulsione arcaica incendia l’Italia e diventa moderna.  Nel gennaio scorso gli hacker rivoluzionari hanno bloccato il sito di Equitalia per 24 ore e lo scorso anno più di ventimila pastori sardi sono sfilati in corteo a Cagliari con lo slogan: <Chiudiamo Equitalia>. Pastori e hacker sono  a prima vista mondi incompatibili, i nomadi dell’Italia sottosopra, i randagi della civiltà itinerante dei boschi alleati con gli errabondi della Rete: è il futuro antico teorizzato da Attali.

    Nel mezzo c’è la protesta introversa dei suicidi insolventi – tre al giorno –  e quella estroversa dei sindaci che, soprattutto nel Nord, vogliono disdire i contratti con l’agenzie delle entrate ed esigere direttamente le imposte con i propri uffici comunali.

Ma c’è pure il terrorismo classico, e infatti l’ennesimo  pacco bomba, polvere pirica senza innesco, è arrivato ieri mattina alla direzione generale di Equitalia a Roma. Da più di due anni, bombe a basso potenziale esplodono  davanti alle sue  sedi in tutto il Paese, a Napoli e a Olbia, a Foggia e a Modena…,   L’episodio più grave  è ancora il pacco bomba che a Roma ferì al volto e a una mano  Marco Cuccagna, direttore generale. Gli attentati sono quasi tutti rivendicati dalla ‘federazione anarchica informale’. E il nome Equitalia è apparso ieri anche nella rivendicazione  dell’agguato ad Adinolfi, amministratore dell’Ansaldo nucleare. Equitalia è nella loro prosa quel che l’imperialismo delle multinazionali era nella prosa dei brigatisti, una banalità come scorciatoia del pensiero. La povertà di linguaggio  di nuovo diventa piombo e nitroglicerina,  e infatti ‘La ballata degli usurari di Stato’ è un inno alla guerra di classe cantato nei ‘fash mob’ organizzati dai ‘digitali creativi’,   vecchi comizi con parole nuove, l’eversione in inglese pop d’avanguardia: <Non  sono suicidi, sono assassini / Banchieri: sfruttatori e strozzini/ Draghi Befera e Monti / con noi indignados farete i conti>.

Come sempre accade nelle rivolte, cambia la maniera di esprimere la rabbia  ma l’antagonista è sempre lo stesso: il fisco. E infatti non c’erano Marx e i Tupamaros ma Charles Bronson e Al Pacino nella testa di quel Martinelli che nel Bergamasco con un  fucile a pompa e due pistole prese in ostaggio 15 persone, sparando in aria verso il soffitto come Tex Willer.  Film americani e fumetti  sono il paesaggio di una guerriglia privata. In casa di Martinelli, ora difeso dalla Lega, trovarono un vero arsenale, simile a quello di De Niro in Taxi Driver.

Eppure Equitalia ha corretto il passo dell’oca dei primi tempi, la tolleranza zero è stata abbandonata, si moltiplicano gli sportelli di consulenza, da ieri  a Modena è in funzione il telefono amico per imprenditori in crisi, ed è stata introdotta la rateizzazione. Ma i metodi brutali, gli espropri, i pignoramenti e le ganasce fiscali  hanno innescato malumori che ormai si diffondono come metastasi. Il centralino nazionale dell’associazione dei consumatori è preso d’assalto 24 ore al giorno. Don Ferdianando Mazzoleni, parroco di Villasanta in Brianza,  ha lanciato un appello: <Non pagate le tasse.> E a Vico Equense, il paese dell’imprenditore che si è ammazzato nel parcheggio del santuario di Pomepi,  il parroco e il sindaco guidano la rivolta che conquista le sacrestie, le pie donne, i  vecchi sacerdoti.

C’è un’affinità con il brigantaggio più che con il far west. La solidarietà con il bandito non è solo compassione per i suicidi. C’è anche l’avidità, il sentimento di fare bottino, l’idea dello Stato ladro come lapsus rivelatore di un’Italia impoverita ma pur sempre truffaldina. Cosi è sbucata fuori la Lega nelle valli del nord, contro le bolle d’accompagnamento e le verifiche fiscali, con i roghi dei libri contabili e dei blocchetti di fatture, parodia della rivolta americana contro le tasse inglesi,  rozza imitazione della nascita degli Stati Uniti.

E sono infatti un brivido i risultati della ricerca delle associazioni studentesche anticamorra diffusi ieri. Il 70 per cento degli studenti di Napoli, Casalnuovo e Giugliano  considera l’esattore di Equitalia <più pericoloso> del capoclan. Siamo in  zone miste e dunque non sarebbe giusto parlare di questi ragazzi come degli studenti di Gomorra, ma la loro idea che la violenza mafiosa è selettiva e mirata mentre quella dello Stato è generalizzata, la loro convinzione che da un mafioso puoi avere  scampo mentre dal fisco non puoi salvarti, echeggia e riproduce  l’invettiva palermitana di Grillo contro lo Stato che strangola mentre la mafia si limiterebbe a taglieggiare. E non si capisce se è Grillo che li ha anticipati o se sono loro che lo hanno copiato.

Certo, se anche gli studenti si mettono sul terreno della jacquerie siamo davvero a un passo  sia dall’assalto ai forni sia dalla caccia alle streghe. E infatti ieri alle porte di Milano, nel centro della ricca Melegnano, due ispettori fiscali sono stati presi a calci e a pugni, dentro l’ufficio di un commercialista, da un imprenditore  tartassato e moroso. E qui il paesaggio non è plebeo, qui la sociologia non è camorrista ma siamo, al contrario, nel cuore italiano dell’Europa tedesca.

E c’è una voglia di impadronirsi di Equitala nella pretesa di imporre agli uffici di Napoli la chiusura per lutto in solidarietà verso i suicidi.  Alcuni mesi fa a Milano un trentina di giovani appartenenti al movimento ‘Corsari’ e alla ‘Rete San Precario’ fecero irruzione nella sede di Equitalia  lanciando fumogeni e insultando dipendenti e funzionari: <Basta con lo strozzinaggio pubblico e con i profitti cumulati sulle spalle dei cittadini>. Analoghi assalti si sono ripetuti a Torino e in altre città.  E  in un’azienda agricola di Lonigo (Vicenza) un esattore è stato sequestrato e malmenato.

Sono i fotogrammi di un film sull’idea che l’Italia ha della politica fiscale. L’agenzia di Napoli, che non ha accettato l’imposizione del lutto risarcitorio, ieri mattina è stata assaltata come una piccola Bastiglia, come la casamatta della linea gotica della Merkel: botte, sassi, cassonetti in fiamme, feriti. Giustamente Befera ha paura che in questa rivolta ci finisca tutto: ciascuno oramai vi porta dentro i conti che deve  regolare con il mondo, e la pancia dell’Italia può diventare la nuova risorsa dei populismi di destra e di sinistra in corto circuito: penzolano gli impiccati di Storace. Dopo quasi quattro secoli ritorna l’archetipo manzoniano degli untori. E gli esattori di Equitalia  diventano i diffusori  delle tasse e della povertà, della peste: <Pigliatelo, pigliatelo; che dev’essere uno di que’ birboni che vanno in giro a unger le porte de’ galantuomini… l’untore, dagli! dagli! Dagli all’untore! >.

8 thoughts on “LA RIVOLTA FISCALE CONTRO LO STATO / ASSALTO ALLA BASTIGLIA DI EQUITALIA

  1. Roberto Rizzardi

    Forse sarò eccessivamente tranchant, ma le tasse sono imprescindibili e vanno pagate. Si, è vero, sono troppo alte, il gettito che ne deriva è utilizzato malamente e Equitalia è stata in passato troppo arrogante e pressapochista.
    Ma questi aspetti attengono al malcostume e non sono da confondersi con il sacrosanto principio.
    Gli evasori, militanti e di lungo corso, cominciano a spaventarsi e montano vergognose campagne. I poveracci che faticano a campare sono stati opportunamente catechizzati su quanto sarà tremenda l’IMU ed ora si ribellano. E’ vero, quella tassa sarà in molti casi una botta insopportabile, ma la colpa non è esclusivamente di chi la impone. Vogliamo parlare un attimo di chi ha portato i nostri “tecnici” (che comunque sono eccessivamente strabici e mirano da una parte sola) a dover confezionare questo scherzetto?
    Invece di far saltare le dita ai dirigenti Equitalia e minacciare gli impiegati, vogliamo identificare i veri colpevoli? Quelli ai quali abbiamo pagato servizi, strade, incentivi alle imprese e pensioni d’oro senza che contribuissero con un centesimo e che magari ululavano contro Stato, Fiamme gialle e fisco?

    1. Angeo Libranti

      Questo commento è stato scritto da chi appartiene ad una “castina”; probabilmente non vive di reddito fisso e sicuramente non è un esodato.
      Giustificare i procedimenti ai quali ricorre Equitalia e ribadire “il sacrosanto principio”, fa di lui un cittadino di fascia medio-alta che non ha alcun problema di solvibilità. Buon per lui.
      Rifletta un attimo su chi deve pagare questo tipo di IMU con uno stipendiuccio
      da quasi 2000 euro e con un mutuo mensile, diciamo intorno ai 6/700 euro. Dimenticavo, ci sono pure moglie e due figli.
      Ci tengo a precisare che non è il mio caso.

      1. Roberto Rizzardi

        Egr. Sig. Libranti, Lei mi sembra una di quelle persone che pensano ci siano solo tre modi per fare le cose, quello giusto, quello sbagliato ed il SUO, che sarà l’unico da prendere in considerazione probabilmente.
        Guarda caso sono proprio un esodato con indennità di accompagnamento (a termine e troppo corta per condurmi alla pensione) di meno di duemila Euro, non pago più un mutuo (grazie a Dio l’ho estinto prima del disastro), mia moglie, a sua volta, è esodata (grosso modo stesse mie condizioni) ed ho una figlia 24enne che per il momento studia (di lavorare, date le condizioni, non se ne parla). Non ho redditi da capitale, non possiedo azioni , obbligazioni, titoli di stato. I miei risparmi sono andati tutti nella casa. La mia liquidazione è ferma su di un conto corrente, poiché non mi fido ad investirla in qualche bufala e, comunque, servirà a mia figlia che, come tutti i giovani odierni, parte con tutte e due le mani legate dietro. O, meglio, andrà a mia figlia quello che rimarrà dopo aver pagato le tasse che ci aspettano e quello che non avrò utilizzato, per campare, nel periodo tra la fine del mio esodo ed il momento in cui potrò percepire una pensione inferiore alle mie aspettative. Non conto, infatti, sulla possibilità di trovare un lavoro a 62 anni per arrivare ai 66.
        Che ne dice? Pur essendo messo un po’ meglio del soggetto da Lei delineato, sono comunque “autorizzato” ad esprimere un’opinione scomoda e controversa? Ritiene ancora corretto accomunarmi alla Maria Antonietta delle proverbiali brioches? Io, mi rilegga più attentamente per cortesia, ho detto semplicemente che i figli di cane che hanno campato sulle nostre spalle e che portano la responsabilità delle nostre pene, presenti e future, si sono accorti che qualcuno comincia a marcarli stretti.
        Quello che sta accadendo ha le stimmate dell’arma di distrazione di massa.
        E comunque dovremmo essere sempre in grado di distinguere la differenza tra la necessaria raccolta fiscale ed il pessimo uso delle tasse.
        Non sarà facile sostenere il peso delle tasse che ci aspettano, ma questo deriva anche dal fatto che siamo stati sempre noi, i soliti noti, a pagarle.
        Pagherò bestemmiando finché ce la farò e poi vedremo che cosa accadrà, ma non voglio fare come quei “paladini” leghisti che strumentalizzavano tutti i numerosi difetti e bestialità del nostro stato per giustificare la loro apriorisitica renitenza. Quelli ululavano contro le Fiamme Gialle perché non volevano pagare per servizi ed infrastrutture. Perché adempiere al proprio dovere visto che c’erano i coglioni come me a farlo al posto loro?
        Io, semplicemente, cerco sempre di ricordarmi l’art. 53 della nostra costituzione: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. Vorrei, semplicemente, che il nostro sistema finalmente aderisse alla sostanza di queste semplici ed incontrovertibili parole.

      2. Roberto Rizzardi

        Dimenticavo, Sig. Libranti. IO NON GIUSTIFICO EQUITALIA. Lei ha ritenuto di mettermi in bocca, per così dire, un concetto che io non ho assolutamente espresso. Al contrario ho scritto che Equitalia è stata arrogante e pressapochista. Io non confondo la funzione con l’agente che la conduce. Mi tolga una curiosità, Lei equivoca i pensieri altrui per troppa foga o per maliziosa prassi dialettica?

        1. Francesco Merlo Post author

          Caro Rizzardi, la ringrazio del suo intervento. Io non so per chi lei vota, non so se ha mai fatto politica, ma penso che lei, quale che sia l’ area politica che sente più vicina, appartiene ad una specie rara in Italia, una specie direi antropologica e politicamente trasversale. Le sue parole forti e a tratti dure, malinconiche e civili mi fanno pensare al laico, al moderato italiano, e ne ho conosciuti di destra e di sinistra, comunisti e socialisti… perché – attenzione – non parlo dello smidollato né del tartufo o dell’ ipocrita manierato. Sempre la moderazione veste le cose con concetti tagliati e parole esatte, dice pane al pane e vino al vino ma non arraffa il primo cencio che capita, sia esso la rivolta plebea o la delinquenza politica. La moderazione è sapere ascoltare e sapersi spiegare, è l’ eleganza con la quale si riesce a sedurre e a imporsi all’ attenzione di un pubblico esagitato, è vigore ma non estremismo, energia ma non isteria, contrasto ma non insulto, mai carezze e mai colpi sotto la cintura… Cancellata, e non solo dai talk show televisivi e dai giornali, ma anche dai convegni, dalle associazioni di categoria, dalle strade e dalle piazze d’ Italia, la figura del laico moderato, vero genio italiano col suo carico di dubbi e di incertezze che non sono ignavia, sbuca fuori nei luoghi più impensati e magari più nascosti come i commenti in un blog, rudimentale e marginale come questo che non è neppure un archivio. Leggendo il suo intervento ho pensato a quel furbo opportunista di Casini e al suo fantomatico e patetico Terzo Polo. Subito dopo le elezioni Casini ha detto: il moderato italiano è sotto le macerie. Le sue parole mostrano che sotto le macerie c’è lui, non il moderato italiano ma il moderato all’italiana. Grazie ancora.

  2. francesco miglino

    LE AZIENDE CHIUDONO, LA DISOCCUPAZIONE AUMENTA, LE MISURE PER LA RIPRESA VENGONO PUNTUALMENTE IGNORATE, NEL PARLAMENTO EUROPEO I FIGLI DELLE NAZIONI NON SI BATTONO PER RENDERE LA BCE PRESTATORE DI ULTIMA ISTANZA, I POLITICI NON VEDONO, NON SENTONO, NON PARLANO ED INVECE DI DIFENDERCI FANNO SPUDORATAMENTE GLI INTERESSI DELLE STESSE BANCHE CHE HANNO FATTO A PEZZI LA GRECIA.
    2 luglio 2012

    Egregio prof. Mario Monti,
    dovrebbe sentirsi offeso per il bailamme adulatorio e scomposto dei soliti ipertrofici “pennidondolo” della carta stampata che La esaltano per una semplice proposta da Lei formulata in Europa che oltretutto ha portato a un nulla di fatto. Perché Lei è perfettamente a conoscenza del baratro verso cui stiamo precipitando per la perversa determinazione di impedire l’ utilizzo degli euro-bond e dei project-bond da parte di noti centri finanziari che temono la ripresa avendo da tempo programmato di distruggere l’ economia europea bloccando il credito alle aziende, creando disoccupazione, gettando le popolazioni nell’ incertezza del domani e nella miseria per poi comperare a prezzi di liquidazione le aziende attive e mettere le mani sui depositi aurei dei vari stati artatamente indebitati con la collaborazione degli assoldati delle varie nazioni, autentici traditori dei loro popoli.

    Alcuni editorialisti, affetti da servilismo sublimato, in quanto la loro testata annovera fra i maggiori azionisti banche ed assicurazioni, si sono spinti al punto di definire l’ euro moneta democratica benché gravata d’ interessi imposti da privati, notoriamente costruita fuori degli stati da gruppi di potere finanziari che nessuno conosce e nessuno ha votato ed attualmente affidata alla gestione di fidelizzati alle strutture della grande finanza, imposti senza alcuna consultazione democratica a gestire questa moneta straniera a debito che ha devastato la vita e l’ economia del popolo greco, erode pesantemente le conquiste sociali della società spagnola ed incombe sulla testa di noi Italiani destinati alla stessa fine se non reagiamo con misure urgenti che ostacolino l’ avvitamento recessivo.
    La invitiamo a dare prova di volere aiutare concretamente la ripresa italiana prendendo urgentemente provvedimenti fattibili ed a costo zero:
    – arginare da subito la moria e il fallimento di piccole e medie aziende, che continua senza sosta privando il paese della ricchezza prodotta da questi virtuosi microcosmi, con il ricorso immediato alla liquidità inutilizzata e giacente presso la Cassa Deposito e Prestiti, per pagare quanto dovuto alle aziende creditrici dello stato. L’ immissione di liquidità farebbe riprendere e rilanciare le produzioni, assumere manodopera, attivare la domanda di beni innestando la ripresa;
    – riformare a costo zero la funzione delle banche, imponendo loro di collocarsi in ruoli speculativi o in ruoli ordinari finalizzati a finanziare le piccole e medie aziende, tessuto portante del nostro paese. Le banche ordinarie debbono svolgere la funzione sociale di fornire crediti per lo sviluppo alle imprese e finanziare le famiglie;
    – interrompere il predominio della Germania e della Francia che non hanno più diritti degli altri paesi europei ed affermare la democrazia convocando le nazioni aderenti a votare per approvare con le maggioranze legali decisioni ed interventi;
    – denunciare i veri motivi per cui il presidente Angela Merkel prima ha lasciato affondare le Grecia ritardando i soccorsi finanziari, danneggiandoci direttamente per decine di miliardi ed oggi impone austerità. Non vi sono motivi nobili ma quelli disumani di calpestare la vita dei Greci per favorire spudoratamente gli interessi delle banche tedesche piene di titoli assicurativi che incassano i premi solo se alla Grecia si farà fare una brutta fine. La denuncia di questa aberrazione è avvenuta per bocca del coraggioso prof. Paolo Savona, che con giovanile vitalismo si batte per indicare soluzioni alternative per evitarci di entrare nel tunnel della recessione e del fallimento;
    – far valere la Sua esperienza affinché la BCE non stampi moneta per prestarla all’ 1% alle banche che a loro volta la prestano agli Stati al 4 o 6 % ed alle aziende ed alle famiglie al 10-12% , ma diventi banca degli stati europei prestatore di ultima istanza per bloccare la recessione che sarà fatale sia per gli incolpevoli popoli europei che per l’ Italia già esposta alla rapacità di coloro che mirano, tramite questi vessatori ed impuniti giochi finanziari, a ridurci in miseria per acquistare a prezzi fallimentari le nostre aziende di cui Lei pare abbia già approntato un elenco apprezzato dai Tedeschi;
    -approvare la legge che preveda la responsabilità diretta e personale dei pubblici amministratori per i danni procurati a chi vuole iniziare un’ attività che produca ricchezza ed occupazione, perseguitati da eccessive richieste certificatorie spesso pretestuose ed offensive perché inutili e demenziali, e per le ingiustificate lungaggini nelle risposte che al coperto dell’ impunità spesso sono frutto di indolenza e protervia. Tali comportamenti scoraggiano soprattutto gli investimenti di imprenditori stranieri che fuggono inorriditi dall’ Italia sapendo che i loro stati invece incoraggiano, agevolano e finanziano le imprese.
    La responsabilità diretta dei pubblici amministratori non è problema secondario ma nodale che solo il governo tecnico può affrontare poiché la classe politica, essendo incapace di formulare regolamenti ed articolati, lascia alla libera fantasia dei Direttori dei vari distretti l’ emanazione di testi applicativi astrusi ed oppressivi.
    Egregio prof. Mario Monti, oggi il confronto fra continenti rende sempre più necessaria la costruzione dell’ Unione Politica dell’ Europa affinchè si possano far valere i postulati della sua profonda civiltà dei diritti che pone l’ uomo al centro della storia e dell’ evoluzione. Questo postulato urge che sia applicato anche alla moneta, strumento per promuovere il progresso e la pacifica convivenza delle comunità e non arma per miserabili e subdole azioni espropriative contro altri popoli.
    Nel Suo attuale percorso di condurre fuori dalla crisi l’ Italia distrutta da una classe politica incolta, corrotta ed inconcludente, Le auguriamo di immergersi nello spirito dei Padri Costituenti che hanno vergato la nostra Carta fondamentale e rivivere la determinazione di coloro che hanno riscattato il nostro paese dall’ abiezione fascista mettendosi in gioco e sacrificando la propria vita.
    Metta a frutto per il bene comune del Suo paese, alla cui Costituzione è vincolato da un giuramento di fedeltà, la Sua esperienza acquisita presso la Trilaterale, il gruppo Bilderberg e la Goldman Sachs ed imponga scelte congrue per la salvifica ripresa che difenda non solo l’ Italia ma l’ Europa da scorribande predatorie di gruppi di potere finanziario di cui nessuno meglio di Lei conosce i volti e le intenzioni.
    Distinti saluti
    Francesco Miglino
    segretario del partito internettiano

  3. francesco miglino

    GLI ISLANDESI HANNO SMASCHERATO, DENUNCIATO E FATTO ARRESTARE I PROPRI TRADITORI CHE TENTAVANO DI FAR PAGARE LORO UN DEBITO CONTRATTO DALLE BANCHE. E NOI ITALIANI DA DECENNI INDEBITATI E DEPREDATI DAI CORROTTI PER 60 MILIARDI ALL’ ANNO ?

    GLI ISLANDESI HANNO FATTO INCARCERARE I LORO TRADITORI DOPO AVERLI SMASCHERATI E DENUNCIATI EVITANDO DI VERSARE PER VENT’ANNI LACRIME E SANGUE PER PAGARE UN DEBITO CONTRATTO DALLE BANCHE PRIVATE.

    IN GERMANIA PRIMA DI APPROVARE IL FISCAL COMPACT , SI ATTENDE IL PARERE DELLA CORTE COSTITUZIONALE.

    IN ITALIA, SENZA CONSULTARE ED INFORMARE ALCUNO, BEN 368 DEPUTATI, PAGATI PER DIFENDERE GLI INTERESSI DEI LORO ELETTORI ITALIANI, HANNO VOTATO IL FISCAL COMPACT CHE CI OBBLIGA A VERSARE 50 MILIARDI ALL’ ANNO PER 20 ANNI PER UN DEBITO CHE NON ABBIAMO FATTO NOI CITTADINI.

    E COME SE NON BASTASSE, E’ STATA DATA L’ ADESIONE AL CONTRATTO MES CHE CI OBBLIGA AD AFFIDARE 125 MILIARDI A SCONOSCIUTI CHE:

    -NON RISPONDONO DI FRONTE A NESSUN GIUDICE DELLE LORO AZIONI;

    -CHE POSSONO CHIEDERE QUALSIASI SOMMA AGLI STATI ADERENTI SENZA CHE ALCUNO POSSA OPPORSI.

    IN POCHE PAROLE, SENZA CONSULTARCI, CONSIDERANDOCI POVERI SUDDITI, 368 DEPUTATI SI SONO PERMESSI DI CONCEDERE A SCONOSCIUTI POTERI DI VITA O DI MORTE CIVILE SULLE NOSTRE ESISTENZE.

    E TUTTO CIO’ MENTRE GLI IMBESUITORI DEI MEDIA ASSERVITI ALL’ ABIEZIONE DELL’ INDUSTRA DISTRATTORIA, INVECE DI ALLERTARE GLI ITALIANI, INFIERIVANO ED INFIERISCONO SUI CULTURALMENTE INDIFESI INONDANDO LA LORO TESTA DI ANIMATE DISSERTAZIONI SUI GOL SEGNATI, SULLE SQUADRE PROMOSSE , SUI TIFOSI PROTAGONISTI PER POI PASSARE AI FRIZZI, CANZONETTE, LAZZI E ALLE TRASMISSIONI VISCERALI CHE AIZZANO CONTRO I PROBABILI NEMICI.

    A QUESTO DEGRADO DOBBIAMO REAGIRE INFORMANDO SERIAMENTE GLI ITALIANI SULLE VERE RAGIONI DELLE NOSTRE DISGRAZIE, DANDO I NOMI DEI NOSTRI VERI NEMICI, AUTENTICI TRADITORI DEL NOSTRO PAESE, AL SERVIZIO DI POTERI ANTIDEMOCRATICI CHE HANNO PROGETTATO DI DISTRUGGERE L’ITALIA DOPO LA GRECIA E LA SPAGNA.

    I PARTITI ITALIANI POSTICCI DALLE FINTE OPPOSIZIONI IRRIDONO DA DECENNI I LORO SEGUACI ISTIGANDOLI CONTRO FALSI BERSAGLI.

    SOLO UN PARTITO HA IDENTIFICATO CHI AZIONA LE LEVE PER DISTRUGGERE LE NAZIONI PRIMA INDEBITANDOLE PER POI GETTARLE NELLA MISERIA E DEPREDARLE DEI SUOI BENI.

    E’ IL PARTITO SOCIALDEMOCRATICO TEDESCO CHE AFFERMA: “IL NOSTRO NEMICO NON E’ LA CANCELLERIA MA LA GRANDE FINANZ

  4. Francesco Miglino

    PREPARIAMOCI PER LA RICORRENZA DELLA LIBERTA’ DAL PARASSITISMO FINANZIARIO
    29 aprile 2013

    IL 4 GIUGNO 1963, DATA IN CUI KENNEDY FIRMO’ L’ ORDINE ESECUTIVO 11110, SIA DICHIARATO ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DAL PARASSITISMO FINANZIARIO PER LA RICONQUISTA DELLA SOVRANITA’ MONETARIA DEI POPOLI. EGREGIO PRESIDENTE BARAK OBAMA, LE DONAZIONI DI MILIONI DI INTERNETTIANI AMERICANI, DI TUTTI I CETI SOCIALI, CHE CON EMPATIA FINANZIANO LA SUA CAMPAGNA ELETTORALE, L’ HANNO LIBERATA DALLA SUDDITANZA ALLE LOBBIES, ALLA FINANZA E ALLE BANCHE. LEI HA LA TITOLARITA’ DI IMPUGNARE LA COSTITUZIONE AMERICANA E LIBERARE IL SUO POPOLO DALL’ INSOPPORTABILE CARICO DEL PARASSITISMO FINANZIARIO CHE AFFLIGGE LA VITA E LA PACIFICA CONVIVENZA DELLE SOCIETA’ IN OCCASIONE DELL’ ANNIVERSARIO DEL 4 GIUGNO 1963, ATTIVI L’ ORDINE ESECUTIVO 11110 FIRMATO DA KENNEDY E RESTITUISCA AGLI AMERICANI IL DONO PIU’ BELLO CHE POSSA AVERE UN POPOLO LIBERO PER PROGETTARE IL PROPRIO FUTURO: LA SOVRANITA’ MONETARIA. La stessa empatia che oggi milioni di uomini di buona volontà collegati in rete provano per Lei, Lincoln la provò per il Popolo Americano a cui ridonò in nome della costituzione la sovranità monetaria dicendo: “Abbiamo dato al popolo di questa repubblica la più grande benedizione che abbia mai ricevuto, una moneta propria per pagare i suoi debiti. APPELLO AL POPOLO AMERICANO DI JOHN FITZGERALD KENNEDY La parola segretezza è ripugnante in una società aperta e libera e noi come popolo ci siamo opposti intrinsecamente e storicamente alle società segrete, ai giuramenti segreti e alle riunioni segrete. Siamo di fronte ad una cospirazione monolitica e spietata di livello mondiale basata soprattutto su mezzi segreti per espandere la sua sfera d’ influenza.. Sull’ infiltrazione anziché sull’ invasione, sulla sovversione anziché sulla scelta. E’ un sistema che ha reclutato ingenti risorse umane e materiali nella costruzione di una macchina affiatata, che combina operazioni militari, diplomatiche, di intelligence, economiche, scientifiche e politiche. Le Sue operazioni non vengono pubblicizzate ma tenute segrete. I suoi errori non vengono evidenziati ma vengono secretati, i suoi dissidenti non vengono apprezzati ma ridotti al silenzio. Nessuna spesa viene contestata, nessun segreto viene rivelato. Ecco perché il legislatore ateniese Solone decretò che evitare la conoscenza delle controversie fosse un crimine per il cittadino. Sto chiedendo il Vostro aiuto nel difficilissimo compito di informare e allertare il popolo americano. Convinto che con il Vostro aiuto l’ uomo diverrà ciò che è nato per essere: libero ed indipendente. francesco miglino

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