I pensieri spelacchiati di Celentano

19 thoughts on “I pensieri spelacchiati di Celentano

  1. Raffaella Venturi

    Buongiorno Francesco Merlo,
    come mai eutanàsia?
    Grazie della spiegazione, se vi farà seguito.
    Raffaella Venturi, Cagliari

  2. Francesco Merlo

    Cara Raffaella Venturi, l’etimo è greco e dunque lei ha ragione: la dizione più corretta è eutanasìa. Tuttavia, come avviene con molte parole di orgine greca, il dizionario italiano (Battaglia) prevede anche la pronunzia di derivazione latina che ritira l’accento. Io la pronunzio istintivamente (cioè da sempre) alla latina. Ma certo filologicamente è meglio alla greca. Grazie

  3. Fabio

    Ma guarda un po’ che vergogna questo Celentano! Si scaglia contro le pellicce, contro i grattacieli, contro la caccia alla foca nana, contro chi ci inquina il cibo, contro l’eutanasia.. pensieri che “soltanto in questo paese passano come esempio di virtù morale”. Solo noi italiani siamo così immorali! Ha ragione Merlo! W l’inquinamento, W lo sterminio delle foche, W i grattacieli (più alti sono meglio è).. Ah, W il NUCLEARE!!

  4. andryonline

    Ma cosa dice? Si rende conto? Lei parla senza sapere, senza essere informato. A parte il fatto che il talento o lo si ha o non lo si ha, lei afferma: “sono anni che Celentano non riesce più a fare successo con il suo rock”. Assurdo!
    Le ricordo che recentemente è uscito l’ultimo album di Adriano Celentano, “Facciamo finta che sia vero” il quale, quasi senza alcuna promozione, è stato certificato dalla FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) disco “multi platino” e questo vuol dire aver venduto oltre 120 mila copie (www.fimi.it/cert_notametodologica.php). Chi altro a 74 anni riesce ad ottenere tali risultati? Tali successi? Ho citato l’ultimo album, ma il discorso vale anche per i precedenti lavori…

    Ma si documenti prima o si limiti a parlare di ciò che conosce! Per piacere!

    Ecco l’elenco delle certificazioni FIMI (cercate l’album in oggetto): http://www.fimi.it/temp/cert_Gfk_week0412.pdf

    1. Marga

      Signore: Sono spagnola, appena un mese più giovane di lei e grande ammiratrice di Celentano: non è facile dimenticarlo. Invece non ho sentito mai parlare di Francesco Merlo finora. Forse non è un giornalista molto interessante?

      1. Lorenzo

        Beh aldlà del fatto che la popolarità non sempre è indice di talento,capacità, professionalità ecc ecc,; si è mai chiesta se conosce i migliori intellettuali e-o giornalisti del nostro paese? si è mai chiesta se l’esistenza di qlc possa non essere ancorata ad una conoscenza..a quanto par di vedere..un tantino approssimativa? . Ecco lei non conosce Merlo perchè questi è un grande giornalista mica un grande calciatore o una rock star. Ma se leggesse il più importante quotidiano italiano colmerebbe questa lacuna.
        E ‘ più difficicle che ,en passant ,ascolterà qlc quello che lui dice nel piccolo schermo…il nostro grande giornalista..è piuttosto reticente a partecipare ai “Porn Show”.
        Hola!

    2. fabio

      Non vorrà dirmi che Celentano riesce ad avere successo con gli ultimi album. Non scherziamo! Se vogliamo correlare il successo artistico solo ed esclusivamente a dei dati sulle vendite, potremmo annoverare una serie davvero considerevole di cantanti e interpreti nella categoria. Come non dimenticare una Sabrina Salerno con il suo 3° posto nella classifica inglese e gli oltre 5mln di dischi venduti con Boys. Il successo si misura anche per quello che effettivamente resta di ciò che si è creato, per l’originalità o la consistenza creativa e di stile. I successi di Celentano sono certamente altri rispetto gli ultimi lavori. A parer mio questi tradiscono una legittima, lecita e fisiologica drastica flessione. Celentano è stato ed è un bravissimo artista, ma questa sorta di (auto)investitura al ruolo di super intellettuale è davvero pretenziosa. Offensiva!

  5. Mauro Lambo

    Trovo i commenti sulla prima serata di Sanremo troppo duri. Si tende a scagliarsi sempre contro questa manifestazione. Certo, l’intervento di Celentano non mi è piaciuto, ma non per l’intervento in sè quanto piuttosto per come è stato gestito: troppo lungo e a volte dal tono troppo messianico, cosa che mi ha infastidito ma non mi ha fatto gridare allo scandalo. Quella di chiudere certe testate giornalistiche è una affermazione sicuramente sopra le righe, e tuttavia il concetto di fondo espresso rimane: ovvero, che certe testate si occupano di affari che non le competono. Chiuderle è una esagerazione, ma il messaggio in questo modo è arrivato chiaro.
    Inoltre si critica l’uso del turpiloquio come scorciatoia per la risata e come mezzo per sopperire alla mancanza di talento da parte dei vari Luca e Paolo, Morandi, Papaleo. La parolaccia è concessa a pochi: il genio può usare la parolaccia che messa in bocca ad altri diventa volgare. Che ipocrisia.
    La musica è diventata uno spettacolo di secondo piano e non solo per colpa dell’organizzazione del festival, che ha dato troppo rilievo all’esibizione di Celentano o per gli inconvenienti tecnici del televoto che hanno pregiudicato lo svolgimento della gara; è passata in secondo piano anche per la scarsa attenzione di chi commenta il festival. Diventa rilevante ciò di cui si parla. Parlate e scrivete anche della musica: improvvisamente, potrebbe acquistare più importanza.

  6. Mattia

    Beh, intervento quantomeno profetico. Ieri abbiamo assistito alla più folle esibizione della cretinaggine italiota – che credo essere incarnata in quel megalomane di Celentano. E’ ormai privo di controllo, affetto da una demenza senile pericolosissima perché riconosciuta solo dai pochi che riescono a vedere attraverso la pochezza del suo pensiero e del suo eloquio. L’intervento di Aldo Grasso, in risposta all’insulto del nostro affezionatissimo, mi ha fatto capire una cosa. Ieri sera non ho rabbrividito ai deliri di un vegliardo che, per carità, ha tutti i diritti di essere rincoglionito dall’età che avanza, ma mi hanno sconcertato gli applausi, lo share, il cachet.

  7. Filiberto

    Caro Francesco Merlo,

    ho ascoltato il suo intervento su Repubblica sul caso Celentano e lo trovo una sintesi perfetta. Abbiamo assistito a una messa in scena di una volgarità vuota, di una polemica sterile, senza nessun frutto. Gli stessi Luca e Paolo, scimmiottando Benigni, hanno fatto capire che non è sufficiente dire parolacce per essere grandi comici, anzi si sono rivelati comici di bassissimo spessore!! Insomma un Festival molto deludente, anche rispetto allo scorso anno, in cui Benigni ha tenuto una lezione di storia, ha fatto l’esegesi dell’inno nazionale, ha infuso in molti giovani quel coraggio di agire e di fare politica, di partecipare alla vita pubblica, come avevano fatto i giovani del Risorgimento. Celentano non è Benigni, assolutamente!! Io ho apprezzato solo il gesto della beneficenza, sperando che venga portato a termine. Per quello l’ho apprezzato inizialmente ma dopo la predica scaduta di ieri, credo ci sia ben poco da dire se non che il livello si è decisamente abbassato!! Poi la scelta del commissario-censore Marano, come ha giustamente sottolineato è davvero fuori luogo. Marano è stato colui che ha allontanato Santoro da Rai Due per eseguire l’editto bulgaro di Berlusconi di dieci anni fa. Purtroppo è una RAI ancora dominata dagli uomini di Silvio; il nuovo governo sta a guardare, non cambia assolutamente nulla, preso da impegni ben più gravosi. Insomma uno spettacolo deludente e privo di messaggi formativi. Potevano chiamare Crozza, almeno ci faceva ridere!!!! Mi raccomando, continui la sua battaglia giornalistica a favore della libertà! Il mio sostegno è totale!!
    Saluti,

    Filiberto Biolcati

    1. Andrea

      Complimenti per la coerenza. Prima approva Merlo che sostiene che gli artisti non dovrebbero usare la tv per rispondere ai loro critici. E poi candida Crozza che proprio ieri ha definito come segaioli quelli che usano twitter (per via delle accuse di plagio).

      In generale, Merlo e` spelacchiato quanto Celentano. Se le Monde o il Financial Times ogni giorno criticassero in prima pagina il sobrio governo Monti, il democratico Merlo chiederebbe di `chiuderli` (cioe` di farsi gli affari loro). Ricordiamoci che Avvenire e FC sono giornali stranieri.

      Saluti

      Andrea

  8. Andrea

    Merlo,

    You are a bald cunt.

    Davvero ben fatto il servizio su Repubblica. Mentre parla delle offese e contumelie (quali?) di Celentano, fa sentire il `che cazzo succede?` di Morandi (colpa di Celentano?). E le assicuro che il 99% dei bambini italiani (quelli che non vanno alla scuola svizzera) conosce il significato della parola. O comunque la conoscera` tra qualche anno. Quindi, dove si annida il danno?

    ps E non faccia tutte queste menate per `black cunt`. OK, e` offensivo ma `you cunt` e` una delle parolaccie piu comuni in UK (a meno che lei non abbia frequentato solo la Camera dei Lords).

    Saluti.

    We are the 99% – Andrea

  9. Silvia

    Gentile Francesco Merlo,

    con grande piacere ho ascoltato le sue parole di critica nei confronti dell’infimo e allarmante uso del turpiloquio. Infimo, a mio avviso, per due motivi: innanzitutto perchè adottato da personaggi ascoltati (e pagati!) da milioni di concittadini (questo dicono i dati Auditel), in secondo luogo perchè ritengo che, proprio in virtù del loro ruolo, queste figure di spettacolo potrebbero sforzarsi di maneggiare con maggior cura la nostra ricchissima lingua. Ho avuto spesso la straniante impressione che si sentissero nel salotto di casa loro, a tracannarsi due birrette tra compari di calcio balilla. Dall’altra parte è inutile spiegare quanto il ricorso massiccio e trasversale a parolacce (vi prego, senza la I!) sia sintomo di ignoranza, nel senso di preoccupante povertà lessicale. Si, mi sento di condividere anche il confronto che lei propone con Benigni, i cui interventi costituivano UN momento di irruenta comicità, tale perchè mirava a una trasgressiva dissacrazione di una “normalità” ben diversa. Qui invece è la medietà a farla da padrone, ed essa non è mai stata sinonimo di creatività, figuriamoci di una parola oggi sconosciuta: l’arte. C’è dunque di che allarmarsi.

    1. Andrea

      Silvia:

      Mi scuso per la I in parolacce: son 10 anni che non vivo in Italia e quindi scrivo sporadicamente in italiano.

      Penso che la poverta` lessicale sia una preoccupazione solo per i laureati italiani in lettere – gli artisti dei call-center. Mi preoccupa di piu` il ricorso massiccio e trasversale ad aggettivi e avverbi ricercati, in quanto spesso cerca di nascondere un`ignoranza sui contenuti.

      1. Silvia

        Gentile Andrea,

        mi dispiace innanzitutto se il mio le è parso un attacco personale, cosa che non voleva essere. Mi succede di essere eccessivamente pedante, leggendo quotidianamente castronerie ben peggiori prodotte da fior fior di intellettuali.
        Non sono però d’accordo con il resto delle sue considerazioni: la povertà lessicale non è solo forma, è sostanza. Sapersi esprimere con proprietà di linguaggio non può che giovare a qualsiasi discorso e a qualsiasi argomentazione. A me sembra logico, e non posso che dispiacermi doppiamente se a lei o a qualsiasi altro sembra invece solo una fissa da incompetente operatrice di call-center. Anche l’idea più geniale da sola non basta. Per avere successo, deve essere divulgata nel migliore dei modi. E l’intervento di Celentano era un’accozzaglia di prese di posizione assolutamente personali male argomentate.

  10. Sandro Di Marco

    Gentile Dottor Merlo,

    Premesso che concordo col 99% di quello che lei dice riguardo all’intervento a San Remo di Celentano (un personaggio che, per non so quale misterioso meccanismo, continua ad essere invitato in televisione e negli spazi dei principali quotidiani italiani per esprimere le sue banali e superficiali opinioni sui temi della politica, quando non della morale) e su quello che lei dice sulla televisione italiana, ho un solo, grosso, problema col suo intervento (quello comparso su Repubblica.it, non questo). Ed è il fatto che anche lei, malgrado non se ne renda conto, fa parte dello stesso carrozzone di approssimazioni, scarso rigore e poca sensatezza in cui stanno Celentano, San Remo, la televisione, e, aime’, sembra, tutta la nazione italiana.

    Quando lei dice “Non c’è più nessun rigore e nessun criterio…in televisione non si parlava di Dio in questo modo, non si bestemmiava nessun Dio, Dio non puo’ essere banalizzato fino a questo punto” non so se si rende conto del fatto che Celentano, nel suo pessimo, saccente, superficiale ed inutile monologo ha detto “giornali inutili come Avvenire e Famiglia Cristiana andrebbero chiusi definitivamente….il discorso di Dio per loro occupa poco spazio, lo spazio delle loro testate ipocrite”. Prendiamo atto che per lei Famiglia Cristiana ed Avvenire sono Dio ! A questo punto io non so è peggio la banalità ed insipienza dell’intervento di Celentano o l’approssimazione ed il ridicolo atteggiamento scandalizzato (che come al solito danno un colpo al cerchio ed uno alla botte) del suo intervento.

    Grazie

  11. martina

    Andrea (we are 99%) dimmi: hai mai sentito che qualcuno chiedesse in diretta tv la chiusura di un qualche giornale, sia pure straniero, come dici tu?
    Neanche il ns B. quando era sottoposto a fuoco di fila di critica (da parte dei giornali) era arrivato a tanto. E se ci fosse arrivato, il paragone calza ancora meglio. Facci caso, non è una cosa normale, credo anzi mai avvenuta. E’ una cosa grave. Lo sai che questi giornali che Celentano ha definito inutili avevano fatto notare che con il suo cachet si sarebbero potute evitare chiusure di servizi (=licenziamenti) che invece la rai ha messo in atto nell’indifferenza come al solito generale? Però tu, lungi dall’essere vicino ai ‘99%’, preferisci stare con l’ ‘1%’, con l’ ‘uno’ a caso, uno che approfitta della malia che la sua voce storica esercita sulle menti molli per esibire i suoi pochi e confusi contenuti (e guadagnare barche di soldi, tutti in beneficienza, certo).
    Ha molta ragione Merlo a scandalizzarsi dell’applauso dell’Ariston, io conosco quel pubblico (ho lavorato 4 anni nel baraccone festival) : immaginati chi può ottenere i biglietti per una ‘prima’ del genere. Riesci a immaginarlo? Sono sicura che la loro compagnia non ti farebbe piacere.
    In conclusione Andrea, tu che sei indignato, uno dei 99%, sappi che anche una maggioranza così schiacciante può essere portare a spasso qua e là da un qualsiasi predicatore tv di turno – o da un uomo in camicia bruna.

  12. Sergio Lima

    Dottor Merlo,

    In un qualsiasi paese normale se un vecchio signore (piuttosto pacchiano)va ad un varietà a chiedere la provocatoria chiusura di un giornale, non succede nulla, e la stampa tutt’al più commenta sul cattivo gusto. Si tratta in fondo solo di un giornale, di un commediante, e di un varietà.

    Se invece un presidente del Consiglio rilascia dichiarazioni e fa pressioni per far chiudere una (delle poche) trasmissioni di opposizione sul servizio pubblico (AnnoZero), la stampa pubblica articoli dai caratteri cubitali e grida allo scandalo. Si tratta in fondo del presidente del Consiglio, della tv nazionale, e della libertà di opinione nel paese.

    Non mi risulta che lei si sia sbracciato in merito più di tanto (ma potrei sbagliarmi).

    Quello che però trovo surreale in merito alla sua violenta critica del, patetico, spettacolo di Celentano, è la sua equiparazione di Avvenire e de L’Osservatore, a Dio “in televisione non si parlava di Dio in questo modo, non si bestemmiava nessun Dio”. L’ho trovata, in tutta sincerità, decisamente più grave delle patetiche disquisizioni di Celentano.

    In quale paese (forse l’Arabia Saudita) se un vecchio signore (piuttosto pacchiano)va ad un varietà a chiedere la provocatoria chiusura di un giornale,la stampa insorge perchè si è offeso Dio ? In quale paese un Giornale cattolico è Dio ? In quale paese, ad una critica diretta alla Chiesa Cattolica (in un varietà), ad opera di un imbarazzante uomo di spettacolo, un giornalista grida alla bestemmia ?

    Grazie

    Sergio Lima

Rispondi a Andrea Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>