A mia insaputa / la famiglia si allarga

  Anche Francesco Rutelli  è un ‘a mia insaputa’, ma nella variante triste. Non ha la sfrontatezza di comicità e di cinismo che in Claudio Scajola confinava con l’ironia e dunque con l’intelligenza del farsi fesso per farci fessi. In Rutelli è invece goffa  quella stessa linea di difesa minchioneggiante : <non faccio il ragioniere>, <non leggo i bilanci>, <siamo incazzati e amareggiati>, <non sono un padrone che controlla la cassa>. E forse perché inconsapevolmente, per forza di Storia, Rutelli rimanda  anche al primo Craxi confuso che scaricava il suo <mariuolo> e i suoi <craxini>, e al Forlani che voltava le spalle a Citaristi,  all’Andreotti che negava il bacio …

    Ma Rutelli  non è più soltanto un antico ‘non poteva non sapere’. E’ anche un moderno ‘a mia insaputa’ perché siamo ormai nel 2012 e Scajola  ha per sempre rinnovato il frasario della ribalderia politica. Né ci sono  il comunismo e l’ anticomunismo ad appesantire di tragedia i costi della politica. Rutelli è un ‘a mia insaputa’ perché preferisce subire lo scherno pur di non affrontare la responsabilità (politica) di quel fiume di danaro pubblico, almeno 13milioni di euro che finiva nei conti personali del suo uomo di fiducia, del senatore Lusi, suo braccio destro sin dai tempi belli della sindacatura di Roma, la stagione più felice e rimpianta del leader che  diceva d’essere <cresciuto  a pane e cicoria>. Rutelli sbaglia: in gioco non ci sono la sua onestà personale e il suo conto corrente privato, il suo patrimonio, la sua sobrietà di vita, tutte cose che garantisco personalmente, ma ci sono la trasparenza e il costo della sua politica, l’uso dei rimborsi pubblici nel suo partito, ci sono il profumo del pane e l’umiltà della cicoria.

   Pane e cicoria’ voleva dire politica in tutte le sue asprezze, politica umiliata, politica dimessa, politica bastonata, ma politica in piena coscienza, fosse pure politica dove hanno un costo anche l’ ammorbidire e lo smussare gli spigoli, fosse pure politica corrotta o che corrompe, ma comunque e sempre politica consapevole.

   E adesso invece Rutelli è diventato un politico <a mia insaputa>.  Il pane e cicoria era caviale e champagne, ma <a mia insaputa>.  L’ amministratore della casa, il cassiere della ditta Rutelli, l’alter ego finanziario della bottega ‘qui pane e cicoria’ non era un parco asceta vegetariano ma un satrapo all’arraffo che esportava all’estero il danaro del partito,  quei rimborsi che in nome di Rutelli otteneva e non spendeva ma accumulava. E poi, secondo l’accusa, faceva rientrare con lo scudo fiscale, come un evasore qualsiasi.  E intanto Rutelli, che era cointestatario del conto del partito, approvava i bilanci che non leggeva. E mai si accorgeva che tutto il denaro gli  veniva sottratto sotto il naso. E non se ne accorgevano i revisori e neppure le assemblee, e quando Lusi e il partito vennero citati in giudizio civile da Enzo Carra e Renzo Lusetti, Rutelli difese indignato  la gestione economica del periodo 2009-2010.  Si proclamava garante di un’economia di cui ora si dice  vittima. Il Rutelli di oggi smentisce il Rutelli di ieri.

     E  Arturo Parisi, che è da sempre il suo ruvido oppositore ed ebbe pure presagio della corruzione, ora dice di lui: < E’ un simpatico ragazzo>, ben sapendo che dare del ragazzo a un signore incanutito  è il modo più crudele per inchiodarlo all’imbarazzo e alla risatina appunto, come quella che  cercava Scajola quando decise di farsi citrullo e inventò l’antropologia  dei politici ‘a mia insaputa’.  E’ questo il loro destino, questa la loro ultima spiaggia: provocare le risatine per evitare l’indignazione.

    Rutelli tuttavia non è all’altezza  della maschera arguta e lepida di Scajola  che non negava di avere le mani nel sacco ma diceva di non essersene accorto. Ci auguriamo che davvero Rutelli  non sapesse nulla,  come un citrullo vero e non come un citrullo furbo. Meglio un citrullo autentico che un replicante malinconico di Scajola.

   Ma Rutelli  è comunque  deludente perché più che al ribaldo sgamato che gioca e forse persino si diverte, inconsapevolmente rimanda, per contrappasso, a quel Craxi appunto al quale augurò di <consumare il rancio in galera>, e speriamo che sia vero che <il giallo non c’è> e che tutta la dirigenza  di quel partito sia stata vittima e mai complice di quell’unico capro.

     Di sicuro nella commedia politica italiana Scajola è un caposcuola, è il nuovo romanzo,  mentre Rutelli si nasconde nella quarta fila della vecchia filodrammatica  dove  si amputa il braccio destro: quel Lusi che, malgrado tutti  i milioni e la casa e la villa, non ha certo l’antropologia sgargiante di Milanesi, non fa brum brum in Maserati come Lavitola e non somiglia neppure a Penati che è l’ideologia della tangente sul palcoscenico. Somiglia invece ai vecchi duri di una volta, e come un duro lo conoscono e lo riconoscono tutti, dalla Bindi a Giachetti: <meticoloso, puntiglioso, integerrimo>.  Rutelli ancora adesso lo  definisce < un arcigno boy scout>. Somiglia, per dirla chiara, a un Greganti atipico, un cassiere di ferro , il cerbero fuori tempo massimo, non più a difesa dei grandi mostri ideologici del Novecento,  ma di un circoletto di amici.  E’ meglio ladro o fantasma della storia?

3 thoughts on “A mia insaputa / la famiglia si allarga

  1. G.S

    Gentile Merlo,
    La ringrazio per aver riproposto il video apparso su Youtube ( “Fotografia” sul naufragio della Concordia) che tanti appassionati commenti ha suscitato in queste pagine del suo blog e che mostrano a differenza dei commenti dei lettori del suo blog, gli insulti veri ed anche alcuni degli sgradevoli commenti che sono stati espressi.
    Quelli sì…insulti e non i discordanti e forse duri e vorrei aggiungere dissacranti pareri sulla sua prosa e sul suo pensiero che possono essere condivisi e non.

    In questo suo pezzo, lei “fotografa” con chiarezza e con la impietosa durezza che sempre, a torto o a ragione, esprime; devo dire che, stavolta, alcunchè ho da criticare o da disapprovare.
    Per quel che mi riguarda, mi interessa assai poco, come lei afferma, che […] “in gioco non ci sono la sua onestà personale e il suo conto corrente privato, il suo patrimonio, la sua sobrietà di vita, tutte cose che garantisco personalmente, ma ci sono la trasparenza e il costo della sua politica, l’uso dei rimborsi pubblici nel suo partito, ci sono il profumo del pane e l’umiltà della cicoria.” riferendosi a Rutelli ed ai comportamenti assunti che non mi permetto di giudicare, né in questa nè in altre.
    Spero vorranno essere i protagonisti diretti di questa triste ed indecente vicenda a porre rimedio, chiarendo con trasparenza e soprattutto la magistratura che dovrebbe venir a capo dell’illegalità e degli abusi che nell’affare Lusi poco chiaro e torbido, si ravvisano.
    Quel che importa sottolineare è che, ancora una volta, i ladri della politica han cercato di farla franca e quel che più colpisce e che ci induce ad allontanarci sempre più dalla politica è la consapevolezza che …”pochi si salvino” in questo scenario vergognoso e penoso.
    L’atteggiamento dei più all’interno di un vecchio partito che si è unito ad un altro e che non c’è più, dicevo…l’atteggiamento vigliacco tra i …”non sapevo, non ne ero a conoscenza, non mi curavo del bilancio” (!) evidenzia un tratto ben chiaro di questi signori che hanno scelto di svolgere il lavoro del politico vita natural durante, senza misurarsi con i problemi concreti della fatica vera: quello di essere poco credibili, inaffidabili ed anche poco onesti.
    Della sobrietà e del patrimonio personale di Rutelli non m’importa: m’importa che la politica ponga prioritariamente all’odg la questione etica e l’onestà fondamentale nel proporsi come rappresentanza dei cittadini, nel perseguimento del bene comune. E trasparenza nella gestione della cosa pubblica e risposte dirette sul piano della responsabilità personale e penale quando e se le cose non dovessero funzionare come devono.
    Sul quesito finale, lei ci invita a dare una risposta:
    “Meglio ladro o fantasma della storia?” L’uno non è alternativa dell’altro.
    Io rispondo né l’uno né l’altro, perché la speranza è che …uomini nuovi e consapevoli ed onesti siano capaci di assumere oneri ed impegni per fare della politica una scelta consapevole e seria, soprattutto orientata al bene comune
    Cordialmente
    GS

    1. MA

      Per G.S

      Alla fine siamo qui a leggere Merlo di nuovo :-)
      Leggendo i commenti su youtube anch’io son rimasto basito. Un conto é criticare, tutt’altra storia offendere. Ma tant’é!
      La fotografia mancava di tatto e forse le stesse cose era possibile dirle in modo diverso… proprio come veniva suggerito a De Falco.

      Ho letto questo ultimo blog e lo trovo lucido. La cosa che piú mi colpisce comunque sono i suoi commenti G.S: chiari, diretti e che mi trovano assai concorde.

      1. G.S

        Gentile MA,
        siamo ancora qui a leggere Merlo, (non so lei, io di certo) perché Merlo è …atipico, stimolante, provocatorio e, per quel che mi riguarda, preferisco leggere uno come lui che mi induce a riflettere sui comportamenti della società civile e dei cittadini che altri, i quali, qualsiasi cosa essi dicano, sono tutt’altro che educativi.

        Non muto parere rispetto a ciò che ho affermato in questo blog che generosamente accoglie i nostri commenti: talvolta, Merlo, appare come una sorta di “deus ex machina” che…guarda agli altri ed ai loro comportamenti esattamente come chi…analizza e valuta i problemi degli uomini da un punto di vista…altro, distante e distaccato, come se non appartenesse allo stesso consorzio. :-)
        In questo trovo che egli sia estremamente provocatorio ma il fatto è che… non ci piace sentir raccontare da altri quella che ai nostri occhi è purtroppo la dura, scomoda e spietata realtà che, ancorché chiara ed evidente, preferiamo non accogliere e vedere.
        Potrebbe cambiare i toni, certo, ma tant’é.
        Apparirebbe più umano, talvolta meno presuntuoso e più fragile se possibile.
        Cosa che lo renderebbe persino meno antipatico.
        Gentile MA, grazie di questo dialogo e della sua cortesia.
        G.S

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