IL POLITCO SGOMMATO / LA RUSSA, VENDOLA, SANTANCHE’, BINDI MESSI A CONFRONTO CON I LORO SOSIA DI GOMMA

Doveva essere una gara di facezie, <roba da re> hanno spiegato alle loro ‘vittime’ gli autori di Sky, <l’eterno confronto tra il sovrano e il suo jolly, tra l’originale la copia>. E invece questo novello Bagaglino è la sconfitta definitiva di un modello estetico, il cascame del berlusconismo alla deriva. E infatti risultano goffi sia La Russa, andato in onda ieri sera, sia Vendola, che andrà in onda mercoledì prossimo. Nessuno dei due riesce a superare in estro e in allegria  la propria maschera di gomma e, dopo i disastri della  famosa ‘dittatura del sorriso’,  confermano che non c’è più niente di simpatico nel politico che paga pegno alla satira accomodante e compiacente.  Alla domanda sul film preferito, per esempio, il La Russa di gomma risponde: ‘Camera-ta con vista, mentre il La Russa vero si rifugia in una seriosità  posticcia che ovviamente delude: Le vite degli altri. Allo stesso modo, il Vendola di  gomma dice Via col vento-la , mentre quello vero prova a battere la spiritosaggine con una messa in posa perdente: Arancia meccanica.

     E quando invece cercano di far ridere,  i veri La Russa e Vendola  risultano patetici. Alla domanda <con chi passeresti l’ ultima giornata?>  il La Russa di gomma diverte rispondendo <Lukascenko, così almeno capisco chi cazzo è>, mentre il vero La Russa dice <con te, con il mio pupazzo> e ride solo lui, nella speranza di avere imbroccato almeno una battuta. E la volgarità fa capolino quando gli chiedono di confessare un peccato e lui: <Una volta  ho trovato veramente bella Rosi Bindi e gliel’ho pure detto>.  Davvero non c’è niente da ridere.

    E così il vero Vendola alla domanda <chi non porteresti mai nel nuovo mondo?> risponde <Apicella> e gli spettatori pensano che quel piccolissimo cantante  di corte non merita di essere steso a cannonate e solidarizzano – pensate! – con lui. Ovviamente se ne accorge anche Vendola : <Apicella  come concetto e non come persona>. Ma  la pezza è peggiore del buco: <Nel senso del ‘committente’ di Apicella. Penso insomma  che per essere dionisiaci bisogna ascoltare Wagner e non Apicella> e qui ci immaginiamo Niki nei suoi momenti di relax fisico mentre si spara in cuffia la Cavalcata delle Walkirie.

    Ed è ovvio che gli spettatori che, come me, hanno pure simpatia per Niki si chiedano come gli sia venuto  in mente di darsi a questo nuovo Bagaglino, quale perversione porti lui, Ignazio La Russa, Daniela Santanché e la Bindi a farsi protagonisti di quattro puntate, una per ciascuno, di uno show costruito per avvilirli, un programma povero che ha sostituito il Salone Margherita, la recita da parrocchietta con parodie facili facili, con il Berlusconi di gomma che ogni tanto fa capolino e chiede <quando arriva la gnocca?>, e il  D’Alema, lisciandosi il pelo sbuffa <che baffo, che noia!>, e Bossi <ma chi è questo terrone?>. Ecco però che questa nuova officina dell’eterno avanspettacolo improvvisamente si arricchisce  della  mortificazione di quatto ex signori della politica italiana.

   I quattro si sottopongono infatti ad un’umiliazione per rinvigorire la loro brama di politica pop in un momento storico in cui la vanità premiata è, al contrario, solo quella composta, quella trattenuta, quella sotto traccia, quella che non conosce i picchi sgargianti e gli slogan  nei quali si rifugiano invece sia La Russa sia Vendola. Ignazio nega per esempio di leggere <solo Quattroruote  ma con il navigatore che indica sempre la destra> e cita invece con saccenteria boriosa <Il processo di Kafka e le opere di Pirandello> e già il suo sosia di gomma lo incalza con la canzone <Un lacrimogeno sul viso>…

    Né cambia la musica quando il falso Vendola  invita quello vero a sostituire Kant e Schopenhauer <con  filosofi del nuovo secolo, come per esempio … Moccia>. Ecco: il vero Vendola  cade nella trappola e dice < eh no, Bauman; perché Moccia è la prova che esiste la società liquida di cui parla Bauman>. Vendola di gomma legge Kant <commentato in svedese da Ingmar Bergman e con l’introduzione di Leone di Lernia> che è il cantante pugliese trash, quello che intona ‘Maccarrone.  Ma il Vendola vero,  non sapendo come affrontare il proprio stereotipo, dice: <I promessi sposi>. Insomma la satira del politico che rischia di incarnare la macchietta del poeta di provincia spiazza Vendola che ai parerga più o meno divertenti del pupazzo replica con i suoi paralipomeni  sempre pieni di sussiego. E lo spettatore si mette la mano sugli occhi e mormora un <oh mamma> di vergogna. Verrebbe voglia di entrare dentro lo schermo per mettere Niki al riparo, portarselo via e svegliarlo, liberarlo da questa caricatura del vate della città – dice – <più bella del mondo>, perché come è noto <se Parigi avesse lu mari…>. E’ questo il livello: roba da far rimpiangere Pingitore e Oreste Lionello, con il loro borotalco di destra.

    Il punto è che di mestiere fanno  ‘ i famosi’ e dunque La Russa e Vendola non ne possono più della sobrietà che li mette in ombra. E la Santanché e la Bindi  in un sola cosa si somigliano: vogliono tornare in televisione perché campano esibendo quella faccia che il governo ‘salva Italia’ ha messo tra parentesi, ha oscurato. Sintonizzatevi dunque su Sky mercoledì prossimo se volete vedere la fragilità della politica italiana, la sconfitta di un modello che aveva puntato sulla popolarità, sulla visibilità, sulla simpatia come ideologia. Qui i politici sono come i reduci di un reality,  sono lo smottamento della catastrofe berlusconiana:  o cambiano passo o cambiano mestiere.  E che questi ‘faccia a faccia’, anzi ‘faccia a gomma’ valgano più di un saggio storico-politico sull’Italia di transizione e sulla tragedia estetica  della politica lo si capisce benissimo quando la parodia di Mario Monti, che per la verità non gli somiglia né in viso né in voce, si esibisce in una gag firmata Sora Cesira, la regina della satira nelle praterie del web.  Sulle musiche di James Brown il Monti di gomma canta < I feel good / non vado più via / I feel good / l’Italia ora è mia>. E’ il solo momento nel quale si rizzano le antenne dello spettatore perché la satira deve essere un po’ pericolosa, ha bisogno del potere vero e no di comparse.  Cosa importa se l’ ex ministro fa il fascista? E quando Vendola dice  <il mio statista preferito è Aldo Moro> e aggiunge <questo non te l’aspettavi, eh?>  ti  viene solo in mente che di Moro Vendola è sì epigono, ma in magniloquenza.  All’ottavo congresso della Dc Aldo Moro aprì i lavori con un discorso di sei ore e nessuno capì cosa in realtà aveva detto. E ora Vendola qui ‘sgomma’ anche la Genesi e dice: il verbo, la gloria del verbo… E quando il Monti di gomma canta  <I feel good…> Vendola ride, è costretto a ridere: la risata come condanna, la risata come rovina.

One thought on “IL POLITCO SGOMMATO / LA RUSSA, VENDOLA, SANTANCHE’, BINDI MESSI A CONFRONTO CON I LORO SOSIA DI GOMMA

  1. massimo ciuffini

    Ma l’ha sentito Niki mentre diceva che con la Costa Concordia era naufragata una certa visione della modernità? Io l’ho sentita alla radio e non capivo se era Vendola o Checco Zalone…di questo governo tecnico e di questa stagione politica detesto tutto ma sul fatto di avere in un colpo solo fatto vedere a tutti quello che vedevano solo in pochi, beh è un portento assoluto. Resta il fatto che è tutto molto imbarazzante….e che non so quanto potrà durare ed a che cosa ci porterà.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>