Murdoch e Berlusconi / LA CADUTA DEI TYCOON

 (Velvet)

    Quando, nel luglio scorso, Rupert Murdoch chiuse il suo ‘News of the World’ perché travolto nello scandalo della mala informazione, pensai che in Italia Berlusconi avrebbe dovuto allegramente chiudere la sua testata più seguita, il Tg1. Un Berlusconi- Murdoch avrebbe cominciato con lo smantellare la struttura delle news di Canale 5 che ha seguito e spiato il giudice Misiano dandogli del matto perché fumava nervosamente e perché indossava i calzini turchesi.

   Lo spionaggio del giornalismo gossiparo in Gran Bretagna ha coinvolto, come si sa, destra e sinistra, il premier, Scotland Yard, i famosi tabloid. E Murdoch è anche l’editore dello storico ‘Times’. Si tratta come si vede dei simboli dell’Inghilterra: manca da arrestare solo il tè delle cinque.

    In Italia è stato processato e condannato lo spione che passò l’intercettazione di Piero Fassino -abbiamo una banca! – a Berlusconi, il quale anziché rivolgersi alla magistratura la fece pubblicare su “Il Giornale” del fratello prestanome (Paolo Berlusconi è sotto processo). E Berlusconi avrebbe dovuto chiudere anche i giornali che hanno praticato quel “trattamento Boffo”che Giulio Tremonti ha denunziato come metodo giornalistico fondato sull’uso delle veline e dei veleni non per aumentare la diffusione, come nel sistema Murdoch, ma – ditemi se non è peggio – per bastonare il politico che sgarra. E c’e’ nel ‘sistema Berlusconi’ anche ‘quel diavolo di Signorini’ che sapientemente fabbrica il gossip al servizio della politica, e c’è Dagospia al quale Bisignani dava l’ ossigeno. Per non parlare della ‘struttura delta’ in Rai, combriccola di arguti manipolatori con lo scopo dichiarato (la frase è di Clemente Mimun) di fare dell’informazione l’argine antiguai del premier.

   Dunque si somigliano la crisi di Murdoch e la caduta di Berlusconi. Certo, Berlusconi usa la politica per controllare l’informazione mentre al contrario Murdoch usa l’informazione per controllare la politica e sono ancora vitali le reazioni di Murdoch che non si atteggia a vittima come fa invece Berlusconi, ma si fa vanto di rimanere squalo. E però i due si somigliano fin nella saga familiare di amori e soldi, ed hanno due delfini, per dirla alla Bossi, “trota”, vale a dire Piersilvio e James, e due figlie toste, Elisabeth e Marina. E si somigliano perché fanno paura anche ai giornalisti che, si sa, tengono famiglia e Berlusconi e Murdoch danno e tolgono lavoro.

    E però in questa degradazione del giornalismo a ricatto e a violazione delle “vite degli altri” c’è anche la parabola dei vecchi tycoon (dal cinese tai grande + kiun signore.) in lotta contro i tempi. Il potere dell’informazione, cuore sano della democrazia, ha ormai i suoi nuovi tycoon: i signori Google (Page e Brin) e il signor Facebook (Zuckerberg). E’il web il Citizen Kane della modernità.

2 thoughts on “Murdoch e Berlusconi / LA CADUTA DEI TYCOON

  1. Marco Sostegni

    Caro Merlo,
    secondo me per chi “maneggia” la comunicazione è molto difficile restare in sella. Penso anche alla famiglia Mondadori, ai Rizzoli. Forse tra le industrie è quella più difficile da gestire… Secondo lei i lettori possono essere maggiormente tutelati da Page e Brin e Zuckerberg?

  2. Lidia Fontanet

    Caro Merlo, non si puo’ parlare da piu’ lucidità. Il Mordochberlusconistan non è un altro che il modello dei wikiomnicontrolators. Sono i rampogli di una stessa mafia mediatica senza soluzione di continuità. come Michael Corleone e suo padre Vito.

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