Lo scandalo del menu a prezzi stracciati / DEMOFAGIA

   Proprio non capiscono, i politici italiani, che la misura  è colma e continuando così  sono destinati alle sassaiole. E che ormai ci sono mille occhi che controllano ogni singolo privilegio, ogni satrapia, ogni abuso feudale. Per esempio ieri gli internauti hanno messo in rete il menu del Senato e l’indignazione ha incendiato le praterie di Internet. Le lamelle di spigola con radicchio e mandorle, che sono un antipasto a cinque stelle, roba da Gambero Rosso, a un senatore costano infatti solo 3 euro e 34 centesimi.  A tutti gli altri, in ristoranti alla buona, la spigola cruda costa  circa 22 euro. E c’è poco da ridere: la differenza di 19 euro la paghiamo noi.

    Eppure i politici italiani, a sinistra come a destra, non si rendono conto che questa reazione dinanzi ai loro privilegi non è demagogia,  ma prevenzione sociale. Pagare un raffinatissimo pranzo completo, dall’antipasto alla frutta, al prezzo, da mensa dei poveri, di 8 euro prepara le rivolte del pane, legittima il disprezzo di piazza, accende gli animi. Il dislivello infatti è troppo grande ed è saltata la garanzia della disinformazione, dell’ignoranza. Oggi per fortuna tutti sanno tutto.

    E non è più aria, non è più il tempo di pagare un piatto di penne all’arrabbiata un euro e 60. Se gli bastano poco più di tre euro per mangiare un primo (1,60) e un secondo (1, 68) perché mai ne guadagnano quattordicimila al mese? E non pagano né aerei né treni, e telefonano gratis. Sospettiamo che leggano sempre meno, ma ricevono in regalo i libri che amano esporre come il gatto persiano in salotto.  Per lo stadio e per il cinema godono dei biglietti omaggio. Comprano vestiti  con il ricco ‘sconto Parlamento ’ praticato nei negozi di lusso del centro. Hanno gli Ipad a prezzi stracciati e ogni novità e gadget tecnologico vengono testati su di loro, considerati dal marketing come il target più ludico. E girano il mondo gratis perché le mete  sono sempre ‘esotico-istituzionali’, e partono delegazioni costosissime per il Venezuela, la Cina, Taiwan,  il Giappone, la Nuova Zelanda. E i pellegrinaggi in Terra Santa non sono quelli dei terziari francescani all’insegna di Madonna Povertà ma quelli sontuosi che li impegnano trasversalmente, con il coinvolgimento dei propri cari. L’assistenza sanitaria copre il cento per cento delle spese, anche dei familiari, e, caso unico in Italia, persino dei conviventi.  Per la pensione non è loro necessario invecchiare.  Per le seconde case, come è noto, hanno modo di arrangiarsi. E hanno i posti assegnati in prima fila persino ai funerali. E ci sono sigarette e sigari che si trovano soltanto nelle  tabaccherie del Parlamento: le mitiche Nazionali senza filtro, per esempio, e i mezzi toscani di prima scelta. E penso a quanto carburante è stato consumato dall’elicottero di Stato per depositare Renata Polverini sul peperoncino di Rieti.

     Lo so, conosco l’obiezione, diranno che è zizzania, che seminiamo vento per scatenare  la tempesta, che vogliamo domani a Roma quel oggi che sta accadendo a Londra. E che siamo diventati qualunquisti. Ma è  vero il contrario. I nostri sono avvisi, consigli disinteressati, e sarebbe miserabile ritenere qualunquista chi fa i conti in tasca ai politici e nota che non si muovono più come i rappresentanti dello Stato ma come i padroni dello Stato.

   Chiedono il rispetto della politica, hanno l’orgoglio di essere parlamentari, vorrebbero restituito il primato, il decoro che spetta all’élite. Ebbene io sono pronto a cedere il mio posto sull’autobus a un senatore. Lo farei per la gioia di averlo incontrato su un normale mezzo pubblico, di quelli affollati di cittadini che sbarcano il lunario e che si arrangiano, gente che ha il pensiero di dare un futuro ai figli e se in trattoria  legge sul menu che il risotto di rombi e fiori di zucca costa 3 euro e 34 centesimi pensa subito che è cibo per gatti. Al senato invece il prezzo è giusto. E  i camerieri sono in livrea, la tavola è apparecchiata secondo i manuali del bon ton, il cerimoniale è quello di Stato, i tovaglioli sono di candido tessuto bianco come nelle sedi diplomatiche, le posate hanno il fregio e quando entra il presidente tutti si alzano in piedi. E il pranzo di un parlamentare è un desinare, il ristorante è un convivio.

     Lo so che anche i giornalisti parlamentari mangiano e (non) pagano a quelle tavole. Sono i compari dei senatori, gli addetti alle briciole, come  una volta i cani di bancata che aspettavano sotto il banco del macellaio gli scarti scalcati, i ventrigli di capre… Sono i discendenti dei mendicanti alla tavola dei Proci, i moderni Arneo, l’accattone  <famoso vorator, che mai non disse per molto cibo e per vin molto: basta>.

     Un pasto completo costa a un parlamentare 10 euro e a noi 50. La differenza prandiale di quaranta euro è tutta a carico nostro. I parlamentari sono poco meno di mille, mangiano due volte al giorno, i giorni sono trenta e i pasti sono dunque sessanta. In un anno gli italiani pagano per i pasti dei parlamentari ventinove milione e duecentomila euro . Ai ragionieri il compito di sottrarre le domeniche e di aggiungere gli ospiti. Per noi questa non è più democrazia ma demofagia.

7 thoughts on “Lo scandalo del menu a prezzi stracciati / DEMOFAGIA

  1. Alfonso Nitti de Una Vita di Italo Svevo

    Caro Merlo,
    una volta ho sentito in radio una sua collega giornalista dire che il costo della politica è anche un’assicurazione per la Democrazia del nostro Paese.
    Sarà… Ieri al bar della stazione c’era un barbone che aveva sete e aveva solo 20 centesimi. Un bicchier d’acqua costava 50 centesimi. Gli ho dato un euro io. Dopo un po’ ho comprato un giornale. Stavo leggendo la posta dei lettori e il barbone è tornato a chiedere un altro euro (per un caffé). Sorrido pensando che con due euro avrebbe mangiato da nababbo in Senato. Io penso che tutto quello che veniamo a sapere dei nostri politici renda molto meno credibile la polica che si legge sui giornali e anche le facce da attori navigati (dei politici) che si vedono nei TG o nei talk show d’informazione.
    Io politicamente sono molto confuso ma mi chiedo: la Lega che era una forza di recente costituzione non poteva far saltare certi privilegi visto che all’inizio “Roma ladrona” suonava molto bene; ma poi sono diventati anche loro un po’ “ladroni”. Non capisco poi il Partito Democratico e i suoi antenati. Quante persone hanno sacrificato le ferie per le feste dell’Unità prima e Feste Democratiche poi! Il lavoro dei volontari allora viene in un certo senso vanificato. E la Democrazia Cristiana il cui elettorato è andato in gran parte in Forza Italia e PDL: perché la parte cattolica non ha fatto capire che certi privilegi non sono privilegi ma furti mascherati? Non vedo l’ora che ricomincino i talk show per sentire che giustificazione ci viene data. Ho tanta voglia di fare un bel disegno sulla prossima scheda elettorale.

  2. Luigi Altea

    Non so se si arriverà alle sassaiole o ai forconi.
    Il Papa, domenica, ha detto che l’uso della forza non ha mai risolto niente.
    La breccia di Porta Pia lascerebbe credere il contraio…Ma è un ricordo lontano, dimenticato o rimosso.
    A me pare che gli italiani siano più propensi a dar retta al Papa. In programma vedo pellegrinaggi e neppure un girotondo… Forse in autunno si discuterà se fare una manifestazione o una processione. E si arriverà al compromesso di una grande fiaccolata.E noi contenti e loro a ridersela.
    Avevano promesso il dimezzamento dei parlamentari. Niente. L’unico dimezzato resta Brunetta, che pero’, mi dicono, alla “mensa” parlamentare mangia come uno intero!
    Caro dott. Merlo, non ho speranze per il nostro paese. Gli italiani, ormai, accettano tutto. Persino di pagare anche le escorts dei nostri governanti. Perché, come ha sottolineato Lei, a pagare siamo sempre noi. E a utilizzare sempre loro. Sempre.

  3. Mario

    Prendersela con i politici quando mezza Italia gode di privilegi e’ veramente assurdo e strumentale. Io odio con tutto il mio cuore i giornalisti che fanno leva sull’invidia della gente per vendere giornali e ottenere un lucro personale.
    Alla RAI negli anni passati hanno fatto vedere vari servizi sul ristorante interno a prezzo scontato che usano i politici, sul barbiere a prezzo simbolico e altri privilegi. Non capisco perche’ fare un articolo proprio ora quando questa informazione era gia’ di pubblico dominio da tanto tempo. Io ho un contratto da metalmeccanico ed usufruisco di una mensa aziendale a prezzo scontato ed esente da tasse come i politici . Sveglia!!!
    Qualche mese fa sono stato tamponato mentre tornavo dal lavoro e nel modulo INAIL che ho dovuto compilare era chiaro che se non avessi usato la mensa aziedale a mezzogiorno non avrebbero rimborsato il sinistro, ovvero andare alla mensa aziendale abbassa la probabilita’ di incidenti. Analogamente se il politico dovesse andare al ristorante pagando di tasca propria rischierebbe che durante il tragitto venisse bersagliato da statuette e altri souvenir lanciate dai cittadini che si fanno influenzare da certa stampa. Invece di lamentarsi sarebbe ora adeguare gli stipendi dei parlamentari come quelli dei loro colleghi europei, che sono comunque dello stesso ordine di grandezza, cosi’ finisce questa polemica inutile. Ovvio che se invece del parlamento ci fosse un solo dittatore ci sarebbero meno spese, perche’ la democrazia ha un costo, ma io non credo assolutamente che gli italiani vogliano una dittatura per risparmiare sul costo della politica. Gli italiani in fondo sono contenti di vedere i politici che litigano fra di loro, perche’ se potessero farebbero la stessa cosa.

    1. Mario

      Scusate gli errori di grammatica ma ho scritto di getto senza rileggere il testo. E’ un lusso che mi posso permettere perche’ io non sono un pennivendolo succhia inchiostro di professione appartenente alla casta dei giornalisti.

  4. Mario

    Ho notato che i giornalisti quando parlano male dei politici si auto-assolvono per evitare critiche. E’ un fenomeno strano che andrebbe studiato meglio da un punto di vista psicologico e sociologico.

  5. Roberto Pellegrini

    In quella demofagia, il povero demos è il menù principale, ma se le cose continuano così, presto anche quei demofaghi diventeranno proprio digiunatori per esaurimento di materia prima. Cioè sarà uno sciopero della fame politica per mancanza della sostanza mangiabile. Magari! Prima di essere divorati dovremmo fare qualche gesto disgustoso, no?…Oppure ci lasceremo inghiottire senza dire nulla né muovere un dito per fermare quella mafia sfacciata e ghiottona? Temo che siamo così rassegnati e gentili per abitudine, che alla fine gli diremo “Buon appettito, ragazzi!”

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