IL DISPERATO BISOGNO DI UN DESTINO

Cerchiamo il destino nei segni zodiacali e negli oroscopi. Ci lusinga la fortuna più del merito. Ci piace la saga di Twilight e siamo grati a Clint Eastwood di aver messo in poesia lo spiritismo. Secondo ‘Le Monde’ il 65 per cento degli europei sono superstiziosi e credono nei maghi. Si risveglia, nel cuore dell’ Occidente, il sud povero e pazzo dell’ antropologo De Martino,  della fine del mondo, dei tarantolati, dei tarocchi, della vita giocata al lotto, dell’ onore di una donna custodito nel dentone di un uomo (vampiro?). E c’ è una deriva nella religione, nel ritorno alle cerimonie, nel sangue di san Gennaro e nella televisione come scatola magica. Il destino è la verità rivelata, l’Apocalisse della Bibbia. In latino è  < il detto> (fatus), in arabo è <lo scritto> e in tedesco è Geschick che aggiustato in Geschichte è <la storia>. Ci piacciono intuizioni e dettagli che contengono il futuro, vediamo l’adulto nel bambino, trattiamo come ‘oroscopi’ anche il dna, la famiglia e la classe sociale. E scopriamo di ripeterci, ci innamoriamo di mille donne che sono mille volte la stessa donna, rileggiamo e spendiamo la vita per ritrovare l’emozione dinanzi alla quale per la prima volta il cuore si è aperto. Il destino lascia una traccia riconoscibile che chiamiamo carattere e a volte è cultura a volte natura. Abbiamo con esso la stessa solidarietà che il prigioniero ha con la  prigione: <non potevo fare altrimenti>, <non dovrei, ma c’è qualcosa in me….>. E compie il destino anche chi si sottrae al destino come il soldato cantato da Vecchioni che <vide tra la folla quella nera signora / vide che cercava lui e si spaventò >. Ci inventiamo allora il colpo di testa, cavalchiamo la libertà, sfuggiamo il destino per corrergli incontro:  <Sbagli, t’inganni, ti sbagli soldato / io non ti guardavo con malignità, / era solamente uno sguardo stupito, / cosa ci facevi l’altro ieri là? / T’aspettavo qui per oggi a Samarcanda / eri lontanissimo due giorni fa….>. E non crediate che il fato sia l’armamentario di culture morte. Al contrario, si iscrive nel codice contemporaneo visto che gli Usa si fondano sul famoso Manifest Destiny, che è l’espansione come provvidenza. Da Brooklyn verso le montagne rocciose e verso il mondo il Destino è una donna radiosa che guida i coloni con un libro (la scuola) e un filo elettrico (la luce):  il destino è la libertà occidentale, l’esportazione della democrazia… La libertà-destino è il nostro ossimoro fondativo, una furbizia etica anche sul piano individuale. Attribuiamo infatti i successi alla libertà (responsabilità), e le cattiverie e le sconfitte alla necessità. La libertà come illusione e la necessità come alibi: ecco come abbiamo ridotto il Fato. Lo sapeva bene quella mia amica maltrattata dal marito alla quale chiesi di che segno era il suo uomo. <Del segno dello stronzo>. Sarà il segno del 2011?

(Velvet 16 3 2011)

One thought on “IL DISPERATO BISOGNO DI UN DESTINO

  1. Sarah Bucchi

    Il segno dello stronzo. La Sua amica scoprì il segno a cui appartiene il potere dell’incoscienza pre-umana. Così l’illusione della falsa libertà come la catena della necessità. Ambe due creazioni umane. Come il propio Fato. La conseguenza innevitabile delle nostre scelte. meglio credere a qualcosa aliena, separata da noi, che decida ed agisca invece noi, piuttosto che assumere la propria responsabilità per come viviamo e scliamo come vivere quello che ci esce all’incontro sulla via.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>